A Salisburgo un punto (e un passo indietro) per la Juventus di Krasic

manningerLo stadio di Salisburgo, l’EM-Stadion Wals-Siezenheim, si trova a dieci minuti di distanza dalla casa dei suoi familiari, ed è raggiungibile anche a piedi. E proprio lì, Alex Manninger è riuscito, stasera, a prendersi una rivincita nei confronti della squadra che lo aveva tesserato (e messo da parte) cinque anni fa, negando a Jantscher la possibilità di segnare il goal vittoria per gli austriaci.

Lenta, impacciata, timida, poco aggressiva, senza qualità né quantità nel gioco espresso: la Vecchia Signora che fa visita al Salisburgo non assomiglia neanche lontanamente alla squadra che domenica scorsa ha vinto e convinto contro il Lecce nell’ultima gara di campionato. Se all’undici di Del Neri si tolgono alcuni elementi, i risultati – purtroppo – si vedono.

Fuori Krasic, Aquilani e Felipe Melo (tre dei marcatori nel 4-0 rifilato ai salentini), dentro Pepe, Martinez e Sissoko: se è vero come è vero che le partite si vincono a centrocampo, è proprio in quel settore che i bianconeri mostrano le maggiori lacune. Sull’asse Svento-Mendes, d’altro canto, il Salisburgo costruisce le azioni più pericolose nella prima frazione di gioco.
Sarà proprio Svento (al 36° minuto) a battere Manninger grazie alla complicità di un Grygera poco convinto nell’impedire all’avversario di controllare il pallone, rientrare sul (suo) piede debole (il destro), prendere la mira e segnare.

L’assenza di Quagliarella, non utilizzabile in Europa League, e l’infortunio di Iaquinta limitano le possibilità di scelte di Del Neri per il reparto offensivo: Del Piero fa coppia con Amauri (inconcludente), mentre la difesa viene confermata in blocco (tranne il portiere) rispetto all’ultima esibizione della Juventus.
Martinez viene piazzato a destra e Pepe a sinistra, con Marchisio e Sissoko sulla linea mediana del campo.

Visto che sulle fasce non si riesce a produrre gioco, l’allenatore bianconero prova a invertire i due laterali intorno alla metà della prima frazione, facendo altrettanto con i centrali (Marchisio trasla a sinistra, con il maliano che occupa la sua precedente posizione). Ma la situazione non cambia, e le uniche (poche) palle giocabili in attacco arrivano solo per vie centrali.

Manca Aquilani, e si sente. Così come sarebbe stata necessaria una buona dose di dinamismo, concretezza e classe sulle fasce per smuovere la Juventus dalla sua apatia: a Krasic, subentrato nella ripresa a Pepe, sono bastati due minuti per realizzare la rete del pareggio. Con il successivo ingresso di Felipe Melo al posto di Martinez e lo spostamento di Marchisio sulla sinistra, la creatura di Del Neri assomiglia sempre più a quella ammirata domenica all’Olimpico di Torino. Sulla carta, però.

Nei fatti, cambia poco. Del Piero di tacco servito da Krasic e ancora lo stesso serbo con un tiro alto di poco (scagliato mentre si trovava a tu per tu con il portiere avversario) cercano di impensierire il Salisburgo, che riprende in mano il pallino del gioco finendo la gara in crescendo, così come l’aveva iniziata. E con un grosso sospiro di sollievo per i bianconeri per la rete annullata in fuorigioco a Wallner.

In questa Europa League, al netto del preliminare e dello spareggio, la Juventus non ha ancora vinto. Per passare ai sedicesimi di finale potrebbe bastare anche la seconda posizione nel gironcino, difficile però da raggiungere continuando questa striscia di risultati.

Rispetto ai continui, sensibili miglioramenti delle ultime gare, la Vecchia Signora ha fatto registrare un netto passo indietro. Troppo evidente la differenza tra chi gioca in campionato e qualche sostituto che subentra in coppa. L’impatto che ha avuto Krasic sulla gara, una volta messo piede sul campo di gioco, ne è la conferma.
In partenza per l’Austria dall’aeroporto di Caselle, nella giornata di mercoledì, Marotta sosteneva la necessità di cogliere “quelle opportunità che ci offrirà il mercato” a gennaio, alla ripresa delle trattative del calciomercato.
In alcuni ruoli, più che necessario è indispensabile.

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