Rudnevs apre e chiude l'Europa League della Juventus

iaquinta

Con il pareggio ottenuto a Poznan questa sera la Juventus è definitivamente fuori dall’Europa League, quando ancora manca una partita alla conclusione del gironcino. La contemporanea vittoria del Manchester City contro il Salisburgo (3-0, doppietta di Balotelli) finisce col togliere il lavoro anche agli amanti delle statistiche, a quelli che si divertono a calcolare i possibili incroci di risultati che – in casi simili – avrebbero potuto consentire di tenere viva la fiammella della speranza di riuscire a raggiungere i sedicesimi di finale.
Artjoms Rudnevs, ancora lui. L’attaccante lettone, assoluto protagonista della gara disputata tra la Juventus e il Lech Poznan a Torino lo scorso 16 settembre, si traveste nuovamente da giustiziere della Vecchia Signora. Si trattava, allora, del primo incontro pareggiato dai bianconeri in questa manifestazione. Negli altri quattro, però, la musica non è mai cambiata.

L’incontro si è svolto in condizioni climatiche (quasi) impossibili, che hanno finito per creare un’ambientazione collocabile su quella sottile linea invisibile che separa l’epico dall’assurdo. A nulla sono valse le richieste dei dirigenti bianconeri di sospendere la gara: si è giocato comunque, nel primo tempo col pallone bianco e le linee del campo (discretamente) visibili, nel secondo usando quello arancione in una distesa di neve (e ghiaccio) che ha finito per coprire ogni spazio verde.
Dopo soli tre minuti Rudnevs scalda le mani a Manninger (si fa per dire…) con un violento tiro da fuori area. E’ il preludio al suo goal, di testa, raccogliendo un pallone proveniente da un calcio d’angolo battuto da Stilic. Nella gara di Torino i due erano stati rispettivamente l’esecutore materiale e la mente del Lech Poznan, da loro arrivarono tutti i maggiori pericoli per la difesa juventina.

Davanti all’esordiente Camilleri (bravo, nella gara più difficile che gli potesse capitare), schierato da Del Neri nel ruolo di esterno destro difensivo, agiva l’ottimo Krivets, messo in campo dal tecnico Bakero al posto dell’annunciato Wilk. E mentre Krasic ad inizio gara veniva poco sollecitato dai suoi compagni, il Lech Poznan tendeva a costruire il gioco soprattutto da quella fascia.
Questione di minuti, pochi, dopo i quali il serbo si è caricato il peso di tutte le azioni offensive della Vecchia Signora sulle spalle ed ha iniziato a produrre dribbling, sgroppate e cross a ripetizione. Da Chiellini (tiro a lato dopo una palla persa dal portiere avversario) a Krasic (di testa), passando per il salvataggio di Arboleda su un contropiede pericoloso dei bianconeri sino ad arrivare ai due tiri di Bonucci (un pallonetto deviato in calcio d’angolo da Kotorowski e una palla goal sbagliata dopo una respinta dello stesso portiere su conclusione di Del Piero da tiro da fermo), c’è stata tanta Juventus nel primo tempo. In compenso sono mancate le reti.

Nella ripresa si riparte ancora da lui, Rudnevs: dodici secondi di gioco, e subito si rende pericoloso con un tiro a lato della porta difesa da Manninger. Uscito Krivets, al suo posto entra Kikut, cui Chiellini regala il pallone del possibile 2-0. Riparte Krasic, la Juve corre e continua a pressare in un rettangolo di gioco ormai completamente imbiancato dalla neve e dal ghiaccio. Il Lech toglie dal campo anche Rudnevs e Stilic, col chiaro intento di difendere il vantaggio. Dopo un’occasione fallita da Del Piero di testa, il serbo riesce a trovare lo spiraglio giusto per lanciare Iaquinta, che fissa il risultato finale sull’1-1 con un bel diagonale.
Il giovane Libertazzi, entrato al posto di Traoré (infortunato) fallisce di testa una grandissima occasione al 90' minuto. Nel recupero, nel corso degli ultimissimi secondi della gara, una punizione da posizione favorevolissima tirata da Del Piero diventa facile preda di Kotorowski. Nell’area di rigore polacca, nell’attesa di un cross, si era riversata tutta la Juventus, compreso Manninger.

Rudnevs apre e chiude l’Europa League della Juventus, costellata da pareggi, esordi di alcuni suoi giovani provenienti dalla Primavera, rimpianti, occasioni mancate. C’è poco da salvare.
Cercando in un bicchiere ormai vuoto qualche “resto”, si potrebbe tirare in ballo la gara disputata a Manchester contro il City il 30 settembre scorso.
Quella che si giocherà a Torino il 16 dicembre, ormai, non conterà più nulla.

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