Vieri vs. Telecominter: La sponda di Palazzi e la memoria di Facchetti

vieriAllegato: La risposta di Palazzi all'Avvocato di Vieri.

Manco a dirlo, la questione Vieri vs. Telecominter è un caso che a giornali e televisioni sembra non interessare molto. D’altra parte basta dare uno sguardo alla mole di inserzioni pubblicitarie Tim e Telecom che occupano i mezzi di comunicazione per darsi una risposta. Se trascorrete parte della giornata sfogliando giornali, guardando la televisione o navigando in Internet non vi sfuggirà certo da parte del gruppo telefonico un'occupazione mediatica che sembra andare ben oltre il limite della nausea da parte dell’utenza. In un Paese in cui il servilismo è ben retribuito non è raro che chi si dovrebbe occupare giornalisticamente di certe questioni alla fine sia portato ad essere più realista del Re. Dunque, meglio evitare di scrivere qualcosa che possa dispiacere a chi aiuta la baracca ad andare avanti. E’ quindi comprensibile anche con questa semplice motivazione capire come mai questo sia un caso che tende a essere sminuito dall’informazione nostrana.

Un processo scomodo. Per esempio, la Gazzetta dello Sport del 17 aprile 2010 parla del semplice "pedinamento" di Vieri, mentre è più giusto definirlo un vero e proprio "caso di dossieraggi illegali", perché l'azione degli investigatori privati non si è limitata al solo pedinamento ma, come è noto, nel caso di De Santis fu fatta un'attività di spionaggio piuttosto consistente. In un articolo del 23 maggio 2006 Bonini e D'Avanzo, su Repubblica, scrivevano che "Il Corriere della Sera ha già svelato la nota di accompagnamento dell' indagine spionistica: «Con il presente report siamo a riportare quanto emerso dall' attività di intelligence attualmente in corso a carico di Massimo De Santis e della di lui coniuge, sviluppata al fine di individuare eventuali "incongruità" in particolare dal punto di vista finanziario e patrimoniale a carico del soggetto di interesse»". Fulvio Bianchi scriveva il 24 luglio 2008: "Sono uscite carte nuove, le indagini si sono ufficialmente chiuse a Milano: si parla di intercettazioni anche nei confronti dell'ex arbitro Massimo De Santis e dell'ex numero 1 della Figc, Franco Carraro. Nulla si sa sul contenuto di quelle intercettazioni ma intanto è apparso tempo fa un dossier, chiamato "Ladroni", dove la vita (privata) di De Santis era stata messa sotto indagine. Un lavoro (proibito) con visure catastali, foto. Gli spioni di Tavaroli erano andati anche a vedere negli alberghi dove De Santis soggiornava prima delle partite. Non avevano scoperto nulla: ma perché, e per conto di chi, lo avevano fatto? "Una brutta storia", ci ha detto la Morescanti" (prima dell'articolo di Bianchi avevamo sentito parlare di controlli abusivi sui tabulati telefonici e non di intercettazioni, ndr). Il 6 aprile 2010 l'avvocato Morescanti, sulla questione pedinamenti e spionaggio, ha detto: "Nel 2007 la Federazione sapeva perfettamente quello che era successo. Cosa ha fatto nei confronti dell'Inter visto che da quell'indagine è emerso chiaramente che i mandanti per far seguire e pedinare determinate persone del mondo del calcio sono stati Moratti e Facchetti? La Federazione queste documentazioni le ha, io ho le prove, io ho la documentazione e l'ho portata anche al CONI quando ho difeso Fabiani e, addirittura, l'ho mandata per far riaprire il procedimento anche nei confronti dell'Inter. La Federazione ha taciuto ed ha ritenuto di non dover riaprire un procedimento così importante". Ju29ro.com in un precedente articolo ha chiesto chiarezza alla FIGC su una pagina nera del calcio italiano alla quale i media non hanno dato il dovuto risalto e la dovuta attenzione.

Le tappe. Tavaroli aveva fatto la sua dichiarazione ai pm, in carcere, il 26 settembre 2006. Borrelli aveva interrogato Moratti il 4 ottobre 2006. Sempre la Gazzetta del 17 aprile informa che "Il 19 marzo (2007, ndr) è stata spedita anche la documentazione della Procura di Milano sulla vicenda Tavaroli-Telecom-Inter, incentrata sul famoso pedinamento di Vieri, ammesso da Moratti, e culminato nell'esposto del giocatore dal titolo «Togliete all'Inter lo scudetto»". Non risultano interrogatori di Moratti dopo che la documentazione è arrivata alla FIGC, come non è dato sapere se e come è stata tenuta in considerazione da Palazzi che, il 22 giugno 2007, archiviò il caso. Caso che Vieri, come abbiamo visto, ha chiesto di riaprire.

Chiarezza e trasparenza? No, mistero. L'avvocato di Vieri, Danilo Buongiorno, non ha mai mollato e, dal primo minuto, ha chiesto di conoscere le motivazioni di quell'archiviazione della Procura Federale. Ebbene Palazzi, davanti a tre richieste di conoscere le motivazioni, ha esibito ben tre dinieghi, svicolando per le prime due volte, 27 settembre 2007 e 11 gennaio 2008, adducendo "motivazioni giuridiche" dovute alle indagini ancora in corso, mentre per la terza, non sussistendo più gli ostacoli precedenti, Palazzi ha risposto con un documento, di cui siamo riusciti ad entrare in possesso, nel quale comunica che le motivazioni "riguardano una moltelpicità di soggetti" mandando a vuoto anche la presumibile richiesta dell'avvocato di ricevere le motivazioni pur coperte degli opportuni "omissis". A questa richiesta Palazzi risponde che l'atto, se passato con gli omissis sarebbe di "difficile intellegibilità".

La traduzione dal “palazzese”. La voglia di decriptare la risposta di Palazzi, che sembra un po' una caricatura della legge della privacy, ci spinge anche a rovistare gli archivi storici dei quotidiani per aiutarci nell'opera. Dove andare a parare ce lo può spiegare anche un articolo pubblicato da La Gazzetta dello Sport del 23 giugno 2007 a firma di Gianni Bondini che, oltre a riportare uno stralcio virgolettato del comunicato stampa FIGC a proposito della questione, ci cuce un bel nodo da non dimenticare come commento. “Sta scritto: «Il Procuratore federale, esaminata la relazione dell' ufficio Indagini, sugli accertamenti richiesti dalla Procura federale in ordine a numerosi articoli di stampa riguardanti il comportamento di dirigenti della società Inter nei confronti dell' arbitro Massimo De Santis, del tesserato Mariano Fabiani e dei calciatori Vieri, Mutu, Ronaldo e Jugovic, ha disposto l'archiviazione del procedimento, non essendo emerse fattispecie di rilievo disciplinari procedibili, ovvero non prescritte». Le ultime due righe della comunicazione del procuratore federale, dopo la parola 'archiviazione' - prosegue - ci costringono a sollevare una domanda scontata: che significa?

Le gole profonde di casa FIGC. In Figc - continua l'articolo - circola questa traduzione: se fosse ancora vivo Giacinto Facchetti sarebbe stato deferito. Perché allo scomparso risalirebbe la decisione dei pedinamenti e i fatti a lui 'riferiti' non sono prescritti. Per il resto, non ci sono addebiti.”. Fin qui la rosea: come semplici lettori del comunicato possiamo evidenziare come il linguaggio utilizzato sia alquanto criptico e tutt’altro che trasparente, come vorrebbe Abete e così come dovrebbe essere un comunicato sportivo. Da parte sua, l'avv. Buongiorno, legale di Vieri, dichiarò: "Mi riservo di leggere le motivazioni: ritengo che non abbiano esaminato con attenzione l’evidenza, e sarei sorpreso se avessero archiviato senza esaminare gli atti del processo penale; in tal caso, richie­derò di farlo al procuratore federale. Credo che anche l’Assocalciatori sia un po’ arrabbiata, stante la raccolta illegale di informazioni su alcuni suoi affiliati. In ambito civilistico, per noi nulla cambia: l’istanza pro­cede. Ricordiamoci che Telecom, costituendosi in giudizio, ha chiamato due volte in causa l’Inter. Ma ripeto, cercherò di far riaprire il caso anche in sede sportiva".

Il segreto di Pulcinella. Lasciamo che sia il lettore a decifrare le intenzioni di Palazzi, ma ci si domanda se non sia un diritto degli sportivi e delle parti lese, come Vieri, sapere perché un’inchiesta sia stata archiviata. Un’altra riflessione interessante ci porta ad interrogarci su chi possa aver mai rovesciato su Facchetti certe responsabilità che traspaiono da quanto documentato. Tuttavia si tratta di una deduzione che lascia veramente pochi dubbi. A raccontare nell’estate del 2006, all’ex capo dell’Ufficio Indagini FIGC Saverio Borrelli, dell’amicizia fra l’ex arbitro Nucini e Giacinto Facchetti è stato Massimo Moratti. Di mezzo c’erano le confidenze di Nucini a Facchetti riguardanti in particolare Moggi e De Santis, ma è illuminante un passaggio di un articolo di Corrado Zunino riportato su La Repubblica del 4 ottobre 2006 e in particolare il virgolettato in cui Moratti ammette: "L'affare Nucini e tutto quello che è venuto dopo li ha seguiti Giacinto". Ogni commento a questo punto ci pare superfluo. Non condividiamo le ragioni per le quali Palazzi sta di fatto impedendo la riapertura dell'indagine sportiva, cosi' come crediamo ci siano davvero pochi dubbi anche su chi sia stato a rovesciare certe responsabilità su chi oggi non può più difendersi. Ma diciamolo sottovoce perché se no quello lì magari si incazza.