Il mistero della grazia a Preziosi. Miracolo all'italiana?

PreziosiDopo la scoperta delle telefonate che secondo i p.m. napoletani non c'erano, gli avvocati di Moggi stanno ora cercando di farne un'altra e cioè come sia stato possibile per il presidente del Genoa, Preziosi, ottenere la grazia di non essere radiato dopo la condanna subita per l'illecito relativo alla partita Genoa-Venezia.

Per riuscirci, come hanno riferito i giornali nelle ultime settimane, hanno dovuto chiedere al TNAS copia di atti secretati e già questo sta ad indicare che quello di Preziosi, come abbiamo sottolineato altre volte, è un caso misterioso. Condannato due volte all'inibizione massima (per quella partita e per la vicenda del fallimento del Como) eppure non radiato. Un mezzo miracolo, anzi dovremmo dire un doppio miracolo che, insieme al caso Sabatini (attuale direttore sportivo della Roma, anche lui a suo tempo graziato), potrebbe magari ispirare i difensori di Moggi nei successivi passaggi legali.
Diciamo miracolo a ragion veduta perché le due vicende che hanno interessato Preziosi erano entrambi molto gravi per i profili di giustizia sportiva, come sono stati sostanzialmente confermati nelle aule di Tribunale. Per il fallimento del Como, infatti, c'è stata l'accusa di bancarotta fraudolenta per distrazione e falso in bilancio, gli iniziali arresti domiciliari e un lungo processo conclusosi nell'ottobre 2008 con il patteggiamento di 23 mesi di reclusione (!). Quanto alla partita incriminata, l'accusa di frode sportiva ha retto nei dibattimenti di primo e secondo grado anche se poi la Cassazione ha disposto la ripetizione del processo, invalidando l'utilizzo delle intercettazioni.

Fosse vero che la giustizia sportiva "deve" necessariamente essere rozza e veloce, come giuravano i super-esperti nell'estate 2006, il presidente Preziosi sarebbe stato subito radiato ma, misteriosamente, nel suo caso si è proceduto ad un certo punto con i piedi di piombo e con molta accuratezza.
Il fallimento del Como risale, infatti, al 2003 eppure la Procura Federale chiude l'indagine solo nel 2008; esauriti i tre gradi di giudizio, l'indagine sportiva ricomincia stranamente daccapo per un cavillo giuridico e finisce con il patteggiamento di una condanna addirittura inferiore a quella della giustizia ordinaria (quattro mesi di inibizione e 100.000 euro di multa da devolvere a favore della lotta alla SLA).

Quanto ai 250.000 euro trovati in macchina al dirigente del Venezia, si arriva con i cinque anni di inibizione e proposta di radiazione fino al Tar che si dichiara incompetente, ma poi si passa alla Conciliazione del Coni, e qui le cose improvvisamente e misteriosamente cambiano.
Siamo nell'ottobre 2005 e intanto sui giornali genovesi è scoppiato lo scandalo della sentenza sulla retrocessione del Genoa, scritta ancora prima del dibattimento in Disciplinare, un dibattimento per finta. Al Coni la disputa Preziosi-Figc sulla proposta di radiazione in prima battuta non viene conciliata ma, da quanto hanno scritto i giornali in questi giorni. la quadra si trova dopo qualche mese (il 18 gennaio 2006) quando, miracolosamente, la Camera di Conciliazione e Arbitrato cancella la famigerata proposta.

Il mistero di Preziosi graziato, quindi, va localizzato, quanto ai tempi, nell'inverno 2005 e potrebbe avere a che fare, quanto ai modi, proprio con gli sviluppi dello scandalo della sentenza scritta "al mare" e prima del tempo. Sviluppi che il Giornale ha successivamente riassunto in due articoli, incentrati uno sulla denuncia presentata nel settembre 2005 dal Genoa alla Procura della Repubblica di Genova contro la Figc (
La sentenza che spedì il Genoa in C scritta prima di fare il processo") e l'altro sulla possibile chiamata in causa di Carraro e Ghirelli come imputati di falso ideologico ("Genoa in C1: un giallo Carraro indagato"
)..
Stando ai due articoli del Giornale citati, quindi, tutto fa supporre che la grazia a Preziosi si sia in qualche modo intrecciata con la denuncia del Genoa; se miracolo c'è stato al Coni potrebbe allora essersi trattato di un miracolo all'italiana. Fatto è che i tesserati non potrebbero far ricorso alla giustizia ordinaria per comporre le vertenze con la Federazione, nel caso del Genoa però non solo il presidente l'ha fatto, ma verrebbe anche da pensare che i suoi difensori (avv. Grassani in primis) siano riusciti a "monetizzare" al massimo tale scelta. Di sicuro della denuncia non s'è saputo più nulla e il presidente Preziosi ha ottenuto un trattamento diciamo di riguardo (la grazia dell'annullamento della proposta di radiazione sotto la presidenza Carraro nel 2006 e una completa rivisitazione del processo sportivo per il fallimento del Como con la presidenza di Abete nel 2008).

Si diceva prima di possibili spunti per la difesa di Moggi. Non abbiamo certo titolo per suggerirli, ma c'è uno scenario che più passa il tempo e più ci appare verosimile, specie se si riflette sul mistero della grazia concessa a Preziosi e sulle ipotesi che adesso è possibile avanzare: la parola fine sulla condanna di Moggi, come su molti altri protagonisti di Calciopoli, passerà dalle aule di Tribunale; sarà scritta nelle sentenze della giustizia ordinaria o deriverà da denunce in qualche modo accuratamente conciliate.