Il Codice di Giustizia Giornalistica

Palazzi"Dall’art. 2 del Codice di Giustizia Giornalistica: “Chiunque sia accusato di illecito sportivo, è colpevole. Se non lo è, è colpevole comunque di qualcos'altro, anche se di questo qualcos'altro nessuno lo accusa".

Omessa denuncia o assoluzione”. Il partito dell’illecito pare perdere iscritti giorno dopo giorno. E’ con questo nuovo virgolettato, allora, che è possibile sintetizzare l’esito che avrà, secondo i quotidiani, l’avventura di Conte nel mondo di Scommessopoli. 
Se anche il tecnico se la cavasse per l'accusa di illecito sportivo - dicono - rimarrebbe comunque in ballo la questione dell'omessa denuncia per Siena-Albinoleffe. Che Conte rischi qualcosa in relazione a tale gara è dato tanto per assodato che vi è già chi paventa l'ipotesi di un patteggiamento della pena. Evidentemente la foga giustizialista obnubila la ragione come manco un frenetico amplesso è in grado di fare.

Non si capisce, infatti, cosa Conte avrebbe da patteggiare, a quali rischi vada incontro. Allo stato attuale non sembrano esserci proprio i presupposti per una condanna per omessa denuncia, dato che nessuno l’ha accusato di essere a conoscenza di una combine e di non averla denunciata agli organi di controllo.

Se non altro, nei verbali dell’unico accusatore, Carobbio, nulla vi è che faccia pensare ad un qualcosa del genere.
Anche per Siena-Albinoleffe, infatti, l'accusa che il collaboratore rivolge a Conte è di una partecipazione attiva all'illecito ("Ma alla fine fummo tutti d'accordo, squadra e allenatore, nel lasciare la vittoria all'AlbinoLeffe").
Essere d'accordo nel combinare una gara equivale a rendersi partecipi a tutti gli effetti dell’intrallazzo. E' illecito sportivo, quindi, al massimo, ma non altro. Non si capisce, dunque, su quali elementi potrebbe giungersi alla condanna di Conte per omessa denuncia, dato che nessuno, e tantomeno Carobbio, attribuisce al tecnico un ruolo “passivo” nella vicenda.

L’unico escamotage cui potrebbero ricorrere gli organismi sportivi per giungere all’omessa denuncia è l’applicazione della famigerata formula del “non poteva non sapere”, in relazione al ruolo nella vicenda del vice di Conte, Stellini. Si tratta di quella formula che, tanto per intenderci, si applica a secondo dei personaggi tirati in ballo. Ricorda le punture delle zanzare: a chi sì, e a chi no.

Il dilemma “omessa denuncia o assoluzione”, insomma, tralasciando volutamente quell'espediente ad personam suscettibile di recare non pochi imbarazzi in Procura, non pare avere alcuna ragione di esistere, perché presupposti per un’omessa denuncia, allo stato attuale, non ve ne sono. Ciarlare di patteggiamento, pertanto, non è altro che la soluzione della stampa ad un problema creato dalla stampa stessa. I quotidiani montano e smontano casi, ipotizzano improbabili omesse denunce che poi risolvono con inspiegabili patteggiamenti. Si comportano insomma come botteghe che vendono bilance starate e al contempo barrette dimagranti. Fanno tutto loro.