Top 5 delle reazioni al caso Vieri

ZampiniLa vicenda Telecom ha definitivamente chiarito lo spessore dei giornalisti sportivi italiani. A dire il vero, la vicenda la conoscevamo da anni (nel nostro programma sulla piccola T9 lo consideravamo un fatto acclarato già da quasi 6 anni), ma chi si augurava che perlomeno con la sentenza Vieri qualcuno si sarebbe indignato sarà rimasto deluso. Spie, pedinamenti, controllo dei tabulati, violazione della privacy, strani suicidi e possibili ricatti. Ce ne sarebbe per mettere in subbuglio l'intero Paese, altro che il mondo del calcio. Ma i nostri eroi non si fanno impressionare neanche da questo.
Per capire bene la situazione, ecco la top five delle reazioni più indicative circa lo stato dei media sportivi in Italia.

5°) Mario Sconcerti, Sky-Corsera
Sconcerti è uno dei migliori giornalisti che si occupano di sport. Anche oggi lo dimostra, palesando la sua indignazione per la vicenda Intercom. "L'Inter ci spieghi o taccia per sempre", scritto nero su bianco sul Corriere della Sera, non è cosa da poco, nel deserto mediatico che ci circonda.
Il pezzo, tuttavia, contiene un riferimento a Moratti da libro Cuore, ove afferma che tale vicenda non è "degna del Moratti limpido e al di sopra delle parti che sono abituato a vedere. Che sia per sbaglio o per amore...". Il presidente limpido, che forse ha sbagliato per amore, non è però giustificabile.
Positiva l'indignazione iniziale, il resto è più in linea con alcuni suoi colleghi del Corsera (da Severgnini in giù, o in su, non saprei dire).

4°) Maurizio Crosetti, Repubblica.
Crosetti è il giornalista sportivo di spessore di Repubblica (Mura a parte). E' uno dei tanti mitici "juventini che odiano la Juve", uno dei maggiori rappresentanti di tale categoria. La sua reazione sulla gravissima vicenda Telecom, spie, pedinamenti, intercettati, affidata a twitter, è durissima: "Una volta per tutte: l'Inter deve spiegare eccome, e quello scudetto non andava assegnato. Lo scrivo da anni. Ma calciopoli resta, ok?". Insomma, va bene i pedinamenti, violazione della privacy, controllo dei tabulati, leviamole pure quello scudetto. Ma le ammonizioni di Nastase, cavolo, restano molto più gravi.

3°) Sky
La televisione indipendente fa un gran colpo e riesce a intervistare Tronchetti Provera. La scena è drammatica, siamo finalmente alla resa dei conti, di fronte a una televisione senza padroni. Si preannuncia uno scontro teso, con la curiosità di sentire le spiegazioni su questa incredibile vicenda. Ci siamo, arrivano le domande.
Zeman. Pazzini. I cinesi. Boh, aspettiamo.
Ecco, ci siamo, Sky non si nasconde e parla anche di temi scottanti: "Lo scandalo che ha coinvolto Conte cosa Le ha lasciato?". Tronchetti si mostra amareggiato, noi di più.
E poi ancora Strama, Mou, e altri dolci soprannomi vari.
Fine dell'intervista. Le dure domande sul caso Vieri, Telecom e compagnia saranno state inavvertitamente dimenticate.
Benvenuti su Sky, la televisione indipendente.

2°) Fabio Monti, Corriere della Sera
Leggendo le motivazioni della sentenza si scopre che il buon Fabio, giornalista di punta della redazione sportiva del 'Corriere della Sera', dopo la figura fatta nel processo di Napoli ("dai, si sapeva come andavano certe cose... ma non sono tifoso interista"), è andato pure a Milano a difendere la sua squadra del cuore, testimoniando che Vieri avrebbe saltato i Mondiali per infortunio e non per la depressione causata dalle spiate. Qui, però, siamo oltre il giornalismo. Parliamo di un tifoso vero, fan del presidente, un ultrà nerazzurro che ha avuto la fortuna di vedere realizzati i suoi sogni: scrivere sul 'Corriere della Sera' della propria squadra del cuore. E lui, di articolo in articolo, di tribunale in tribunale, non fa altro che seguire la propria passione. Bravo Fabio, canterebbe la Nord: non mollare mai!

1°) Marco Travaglio, Il Fatto Quotidiano
Caro Marco, fustigatore della morale (di alcuni), autore di un libro e di valanghe di articoli sui misfatti di Moggi, tu che ti inalberi al solo intravedere la parola "prescrizione", che tuttavia ti mostri più comprensivo circa le telefonate di Facchetti ("la relazione di Palazzi è solo l'atto dell'accusa", affermi in un articolo riscoprendoti teneramente garantista), lo "juventino" più granata che ci sia, quello che non perde occasione per commentare causticamente ogni sentenza (o perlomeno le parti che ti tornano utili).
Tu, Marco, dì qualcosa. Di sinistra, di interista, di' quello che vuoi, ma di' qualcosa.
Sono preoccupato, lo ammetto. Ho anche creato un hashtag su twitter: #travagliodovesei
Sono serio, Marco, non farci preoccupare. Dacci notizie di te.
Finalmente capiamo cosa provasse la protagonista di una nota canzone di Laura Pausini, disperata perché "Marco se n'è andato e non ritorna più". Non riesce ad andare via dalla testa quella canzone, pensando a Vieri e a questa triste storia che ti ha portato a chiuderti in te stesso, caro Marco; e viene da chiedersi "chissà se tu ne scriverai, se di Moratti parli mai", eccetera eccetera.
Torna, Marco. E se sei in difficoltà, ti do un po' di suggerimenti.
Da' le colpe a Moggi, che ha costretto la povera Inter prima a spiare e pedinare, e poi a rifugiarsi costantemente dietro la tua odiata prescrizione.
Cita solo la parte della sentenza in cui è riportata la testimonianza di Fabio Monti.
Fa' notare a questi maledetti giustizialisti che in fondo Vieri voleva venti milioni, e ne ha avuto solo uno, quindi i giudici hanno stabilito che era lui ad avere torto (uno è più vicino a zero che a venti, è una chiara vittoria dell'inter).
Sottolinea che è solo il primo grado, mica una sentenza definitiva.
C'è la presunzione di innocenza, Marco, ricordalo a tutti.
Ma torna, ti prego, 'sta casa aspetta a te.
Sempre tuo, Er go' de Turone.