Is Galeras

CellinoBrutte notizie dalla Sardinia. Ma brutte brutte. Ricordate quel signore che avanzava qualche dubbio sullo Juventus Stadium?
Ecco, teniamoci forte: il giorno di San Valentino all'alba sono stati arrestati Massimo Cellino (presidente del Cagliari Calcio), Mauro Contini (Sindaco di Quartu, provincia di Cagliari), e Stefano Lilliu (Assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Quartu, provincia di Cagliari). Gli arresti sono il frutto dell'inchiesta della Procura di Cagliari sui lavori di adeguamento dello stadio di Is Arenas, dove la squadra sta disputando le partite casalinghe di serie A.
Si tratta al momento di misure cautelari nate su precisa richiesta del pm Enrico Lussu, ossia il titolare dell'inchiesta, e poi firmate dal gip di Cagliari Giampaolo Casula. E così, il mattino del 14 febbraio, prima del canto del gallo, o forse in contemporanea, forze del nucleo regionale di Polizia Giudiziaria del Corpo Forestale sono andate a bussare alle porte dei personaggi sopra citati. Del resto, lo avrete notato, il sottobosco dell'economia e della politica italiana ormai già da diversi mesi è pieno di piccoli e grandi eventi che finiscono quasi sempre nelle Procure e nelle aule di giustizia. Peccato, io sinceramente mi aspettavo un'operazione un po' più vicina a quelle che vedevo nel telefilm Miami Vice; con arresti spettacolari, inseguimenti su auto sportive, dialoghi coinvolgenti... In Italia invece tutto è sempre così provinciale... Inoltre, ironia della sorte, i tre arrestati sono stati portati nel carcere Buoncammino. Che sia un carcere che già solo con il nome stimoli i detenuti a ritornare sulla retta via mi sembra palese. In realtà l'inchiesta che ha portato a questi arresti va avanti da tempo: già il 29 novembre scorso aveva partorito tre provvedimenti di arresto (due dirigenti del comune di Quartu e un imprenditore incaricato dei lavori). Al centro di tutto ci sono le modalità di utilizzo dei fondi del Piano Integrato d'Area per la zona di Is Arenas, che è il periferico quartiere di Quartu ove sorge lo stadio. Su questo sta indagando la magistratura.
Adesso, alla luce di questi fatti, suonano ancora più stonate di quanto già non fossero le dichiarazioni del presidente Cellino sullo stadio della Juventus, riportate a suo tempo dal "Corriere dello Sport", a proposito del match contro il Milan:
"Giochiamo solo ad Is Arenas. In Italia c’è solo uno stadio a norma, quello di Is Arenas, al massimo un secondo: a Torino, ma non il nuovo della Juventus. Ho speso qualcosa come un milione e ottocentomila euro per tenere sotto controllo sedicimila posti. A Is Arenas ci sono più telecamere che poltroncine".
Ora, va bene che il prato degli altri è sempre più verde, e quindi un po' di rosicamento è fisiologico, ma forse a suo tempo sarebbe stato meglio rosicare a bocca chiusa. Ad oggi, lo stadio della Juventus è a norma, gli altri stadi vedremo...
Quello che è certo è che a partire dal 1994 la magistratura si è occupata più volte delle vicende imprenditoriali di Cellino; lasciamo che la giustizia faccia il suo corso anche questa volta. Dispiace sicuramente per tutti i coinvolti in questa vicenda, anche perché purtroppo l'ambiente carcerario è quello che è, fin dal primo giorno di detenzione.
Avevo un amico che tanti anni fa lavorava in un carcere, e mi ha raccontato spesso dei dialoghi che ha sentito lui stesso in quelle situazioni, ossia quelle del nuovo arrivato. Appena eseguite le procedure formali e assegnata la cella, il capitano che dirige quel braccio del carcere generalmente si reca davanti alla porta d'acciaio della cella stessa, apre la finestrella di comunicazione, e dice alcune cose al nuovo detenuto, il quale a sua volta risponde. Ne nascono dei dialoghi surreali. Un esempio inventato ora di sana pianta, giusto per capirci.

- Innanzitutto Le diamo il benvenuto, nonostante le circostanze che l'hanno condotta qui siano tristi. Qui dentro non deve sentirsi a disagio, e deve vivere il Suo soggiorno con la massima serenità, non si preoccupi, Le sarà garantito il nostro massimo rispetto. Se ha delle richieste comunichi con noi e vedremo cosa possiamo fare. Questa è come una grande casa famiglia, però ciascun detenuto, con lo scopo di riabilitare se stesso, deve svolgere delle attività. Tutti ci diamo un gran da fare. Ognuno deve rendersi utile come può. Abbiamo tanti laboratori e tante cose che si possono fare ed imparare, basta scegliersi un mestiere temporaneo. Ecco, a questo riguardo, ci dica, Lei cosa vorrebbe fare?
- Il rappresentante di commercio a Miami!
- Bene. Mi scusi un attimo, La sento male da questa finestrella... Le apro.
Tenente Capone! Sto parlando con quello nuovo della cella 90, volevo aprire ma nessuno trova la chiave, mi sa che l'avete persa un'altra volta...


Ecco. I dialoghi a volte sono tipo così...


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