Aveva ragione Conte

conteSe c'era bisogno di ulteriori prove per verificare la potenza della macchina politico-propagandistica rossonera, Milan-Juventus di sabato sera è stata una specie di Cassazione. Una sentenza definitiva che certifica quanto Antonio Conte avesse ragione e avesse colpito nel segno, come mai nessuno aveva fatto prima.
Conte non è Mourinho. Non fa il gesto delle manette, non insulta i suoi colleghi, non manda il suo vice alle conferenze stampa, non dà delle prostitute ai giornalisti. Discute, si difende, non si fa mettere i piedi in testa da nessuno, se il caso sa anche chiedere scusa. Eppure è finito nell'occhio del ciclone, mentre quell'altro veniva osannato anche di fronte alle peggiori scorrettezze. Perché? Perché si è permesso di toccare i fili scoperti. Guardatevi intorno, leggete in giro, ascoltate le tv. E' stato accusato di complottismo, di vittimismo. Andrea Monti sulla Gazzetta gli manda a dire, con qualche giro di parole, che aveva detto cazzate ma loro non gliel'avevano fatto notare per il rispetto che hanno della squadra e della tifoseria della Juve (sic). E' diventato il nemico numero uno dei milanisti, che attribuiscono alle sue parole di dieci giorni fa l'errore dell'assistente Romagnoli. Sconta il peccato originale di aver sparigliato le carte che da anni il mazziere distribuisce sempre allo stesso modo: errore pro Juve = scandalo, errore contro la Juve = può capitare. Pesi e misure diverse che giocoforza condizionano chi ha il fischietto in bocca. Il tutto amplificato all'ennesima potenza dopo Calciopoli.
Da quella sera del Tardini Conte non è più ritornato sulla questione, ma dal fronte rossonero sono arrivate continue punzecchiature che hanno caricato di tensione la vigilia di Milan-Juve. Allegri si è esercitato in continue provocazioni verso il suo collega e verso l'ambiente Juve, Galliani mandava a dire che preparava rappresaglie, la squalifica confermata di Ibrahimovic veniva fatta velatamente passare come un omaggio del Palazzo alla Juventus. Ma a Milanello sono maestri nel mistificare la realtà: Mauro Suma e accoliti vari parlano di Juve che ha fomentato gli animi per 15 giorni, di una fantomatica "strategia in 5 punti" messa a punto dal Direttore della Comunicazione Claudio Albanese. Lascio a chiunque abbia un po' di memoria e di onestà intellettuale capire chi ha fomentato, chi ha alzato i toni, chi ha scientificamente provocato e chi no.

Poi arriva la partita, il primo tempo, quell'errore (clamoroso) di Romagnoli. Galliani dà in escandescenze in tribuna contro Agnelli e Braschi (e con questo sono due, nulla da dire, caro designatore?), lo stesso Conte e Claudio Albanese vengono presi a male parole dall'a.d. rossonero, la furia gallianica si scaglia anche su Tagliavento, prontamente raggiunto nel tunnel che porta agli spogliatoi (tipo Stankovic sei anni fa con Paparesta, deve essere un'usanza milanese) e se ne vedono le conseguenze sulla gestione del secondo tempo. Tutto normale, alla fine il problema è solo il goal-non goal di Muntari e la colpa indovinate di chi è? Secondo voi, qualcuno si scuserà come ha fatto Conte con l'opinionista di Sky (ex rossonero) Boban dopo la discussione avuta sul "peso specifico" degli episodi arbitrali?
Il metodo è consolidato: ricordate l'arbitraggio di Rocchi in Bologna-Milan? Fallo di mano da rigore di Seedorf sullo 0-0 non sanzionato, clamoroso almeno quanto il goal di Muntari, eppure alla fine si trovarono (ad arte e pretestuosamente) microepisodi per dire che l'arbitro aveva sbagliato da entrambe le parti e quindi non aveva falsato la partita. Tagliavento, invece, ha falsato Milan-Juve. Ecco, Conte proprio di questo parlava. E questo evidentemente dà troppo fastidio, perché mai nessuno aveva osato tanto. Ribellarsi allo status quo è sempre pericoloso. Ora i rossoneri hanno trovato il loro nemico e, spero vivamente, il capro espiatorio che li autoassolverà in caso non dovessero vincere questo scudetto. Cosa che da sabato sera mi auguro avvenga in un solo modo: con la Juve e il Milan che terminano il campionato a pari punti. Poi altro che pressione alta.