Manuale del sentimento popolare

gogna mediaticaUna settimana di polemiche su un goal entrato e non visto. "Una tragedia per il calcio" è stato il commento più pacato, autore l'uomo che segna con stop di mano ed esulta. Un povero Cristo con la bandierina in mano, di nome Romagnoli, ha visto sentenziata a reti unificate, a partire da sabato sera, la fine della sua carriera di assistente. Stava lì a bordo campo, a guardare cosa succedeva a trenta metri di distanza, a velocità supersonica e in un'area di rigore affollata come un tram di Bombay. Vede? Non vede? Non è sicuro? Boh... sta di fatto che pensa non sia entrata e non alza la bandierina. In mezzo all'area, però, c'è qualcun altro. C'è un signore messo a referto come arbitro, che ha una visuale decisamente migliore e infatti vede bene e segnala il goal indicando il centro del campo. Solo che per arbitrare a certi livelli servono anche le palle, e quelle o ce le hai oppure non le trovi sullo scaffale dei freschi. Il nostro non ce le ha, infatti preferisce scaricare (lui, a dieci metri dall'azione) tutta la responsabilità sull'uomo dalla carriera finita, quello distante trenta metri. Niente più braccio verso il centrocampo, niente più goal. Decide quello lì in fondo, sul goal e sulla sua carriera. Cazzi suoi.
E infatti, cosa dice il Presidente dell'AIA? Tagliavento è il nostro miglior arbitro e non va buttato via per un errore. Romagnoli, invece, "deve riflettere". Uno doveva pagare e come sempre hanno trovato quello più facile, quello con meno colpe e quello dal nome che, sino ad allora, nessuno conosceva.

Una settimana dopo, altro campo, scena due. La Juve pareggia con un goal in fuorigioco. Nessuno si fa mancare la sottolineatura, come il manuale del sentimento popolare insegna. Ok, non è proprio clamorosissimo, ma meglio ricordarlo sempre, magari tra parentesi, magari buttato lì. Unico episodio controverso? Per chi non ha visto la partita sì. Gobbi che non vincono più nemmeno rubando.
Solo chi era allo stadio e chi non si è distratto proprio in quell'istante mentre vedeva la partita in tv saprà (ma forse a breve si dimenticherà) che è successa anche un'altra cosa. E' bene precisarlo prima: è solo un altro episodio, e il Chievo si è strameritato il punto conquistato allo Juventus Stadium. Solo complimenti a loro. Però almeno ditelo, no? Ditelo che quel goal del pareggio l'ha segnato uno che doveva essere espulso da un quarto d'ora circa. Secondo fallo a distanza di pochi minuti dal primo giallo, sgambetto netto da dietro, giallo tutta la vita. Gervasoni porta la mano alla tasca, poi forse si accorge che era quello appena ammonito pochi minuti prima e lascia stare. Conte strepita nell'area tecnica, ma ancora si lamenta quello lì? Come diceva il poeta: "Conte è senza vergogna".
Comunque dai, mica si pretende la carriera finita per Gervasoni e nemmeno un'altra settimana di verginelle addolorate che si strappano i capelli: ma almeno ricordàtelo. Cosa vi costa? Un accenno, due parole. Mica dire che si è pareggiato perché non ha espulso Dramé. Perché quello non lo pensiamo nemmeno noi, però... hai visto mai che inizi a pensarlo qualcuno che si vede raccontare tutta la realtà e non solo la metà che fa più comodo? Solito giochino: se la Juve avesse vinto con goal di un giocatore graziato da espulsione ne avrebbero accennato? No, non accennato. Ci avrebbero fatto intere puntate, ospite d'onore Max Allegri in collegamento telefonico da Milanello. E allora perché? Perché è così che si costruisce il sentimento popolare, e la regola mica è cambiata dopo Calciopoli. Se racconti che all'Olimpico, nel 2005, Racalbuto sbagliò solo pro Juve nessuno si ricorderà di giocatori romanisti non espulsi o di goal bianconeri validi annullati. E stessa cosa vale per il rosso a Dramé.

Poi terza scena, un giorno dopo, altro campo: Parma. Qui faccio il divino Otelma, lucido la palla di vetro e provo a vedere il futuro: scrivo il pezzo prima di vedere i programmi sportivi del pomeriggio, della sera e del lunedì. Qualcuno sentenzierà la fine della carriera del guardalinee Giordano che non vede un fuorigioco di un metro di Lavezzi sul goal del 2-1 a pochi metri (non 30 eh, molti di meno) dal suo naso e dalla sua bandierina? Nicchi sarà addolorato per i tre episodi clamorosi (oltre a quello citato, altri due rigori clamorosi negati al Parma) che hanno favorito il simpaticissimo Napoli e danneggiato il Parma? Mi gioco il 'no' su entrambe le ruote, ambo secco. Manuale del sentimento popolare, pagina 45: se non riguarda la Juve non fa notizia. Due paroline di consolazione per il Parma ma poi basta, che martedì c'è già la Champions. Che bello che è il calcio italiano.

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