Inter su, Milan giù

IbraLecce-Inter 0-3. Mourinho fa il magnanimo perdonando Balotelli ed iniziando finalmente a guadagnarsi lo stipendio con la riconferma, l'ennesima, di Santon. Con Maicon a destra ed il promettente giovane sulla fascia opposta, coaudiuvati da un centrocampo muscolare e dinamico, l'Inter spadroneggia il primo quarto d'ora pressando alto ed inserendosi puntualmente con Cambiasso e Stankovic. L'Argentino è il vero argano del centrocampo, e con il look da Area 51, fa il marziano tra gli umani. Stankovic associa qualità e quantità, sopperendo a Muntari che, pesante nella corsa, sfigura al fianco dei compagni di reparto.
Quando non ci pensano gli arbitri a sbagliare, ci pensano i difensori avversari. Esposito si attarda a salire e mantiene in gioco Ibrahimovic, lo svedese blocca di sinistro e scalcia col 44 la palla in rete. Educatamente, l'attaccante nerazzurro ringrazia lo stesso difensore per il regalo sferrandogli la solita gratuita gomitata sulla nuca. Forse la prossima verrà sanzionata così capirà che la deve finire.
Il Lecce prova a sfruttare l'unico errore difensivo dell'Inter, nonostante i centrali siano Materazzi e Burdisso, e prova a pareggiare con Stendardo. Julio Cesar, concentrato, si dimentica di essere un portiere brasiliano e smanaccia pallone e paura in angolo. Beretta pensa al miracolo e, dopo la fumata bianca, toglie uno spaesato Papa Waigo ed inserisce Papadoupulos. Ma nemmeno con Zanchetta e Cacia il Lecce, irritante per le continue imprecisioni, riesce a reagire e si arrende proprio mentre Mourinho, continuando a guadagnarsi lo stipendio, richiama Figo in panchina per manifesta stanchezza. Con le ultime energie, il portoghese spicca, spizza e  segna il secondo punto con una testata in estrema solitudine, replicata 10 minuti dopo dal volenteroso Stankovic, che svetta nel gruppo misto e segna la terza rete.
Il sabato perfetto dei nerazzurri termina con il rientro in campo di Balotelli, anche se lui stesso non se ne accorge, corre a vuoto e scalcia fino a farsi ammonire, quasi un record, in soli 4 minuti. Ora che l'Inter sembra aver trovato il gioco, oltre al ritmo, sarà difficile che Mourinho darà spazio ad altri per più di 10 minuti, compreso al perdonato Balotelli.
Per il derby, ci vediamo da Mario!
Rinasco Bianconero
 
Milan-Reggina 1-1. Il Milan, a San Siro, non va al di là del pareggio contro la Reggina, maglia nera del campionato. Gli spice boys rossoneri steccano la partita che non ti aspetti, rischiando addirittura di perdere all'ultimo dei cinque minuti di recupero, quando il tiro di Corradi, a tu per tu con Abbiati, sibila a un niente dall'incrocio dei pali della porta del diavolo. Sarebbe stato troppo per un Milan già suonato dall'inatteso pari maturato fino a quel momento della partita. La pioggia incessante condiziona positivamente l'incontro regalando agli spettatori una partita in stile Premier League, con tackles duri e gran corsa per tutti novanta minuti.
Dopo quattro partite iniziate a scaldare la panca, il Milan schiera dall'inizio Ronaldinho nel ruolo di "trecante", gergo inventato da Ancelotti, come pure "il pentagono" a cui ha fatto riferimento il mister rossonero per presentare la disposizione del proprio schieramento votato tutto all'attacco. E se non oggi quando, considerando che davanti c'è una Reggina ultima in classifica, arrivata a San Siro falcidiata dalle assenze, senza Brienza, Barreto e Vigiani, solitamente schierati nell'undici titolare? Fatto sta che il Milan non fa particolare sfoggio di geometrie di gioco, subendo all'inizio il pressing reggino. Kakà e compagni trovano lo spazio per concludere a rete con fatica. Ci riescono dopo venti minuti con Flamini e poco più tardi con Jankulovski ma, in entrambi i casi, l'estremo ospite respinge con i pugni. Il Milan inizia, quindi, a spingere con maggior veemenza e la Reggina è costretta ad arretrare il proprio baricentro affidandosi a rare sortite in contropiede per pungere. E' proprio in una di queste comparsate nella tre quarti rossonera che la Reggina passa in vantaggio con Di Gennaro, pronto a raccogliere una sponda di Corradi su cross basso proveniente dalla fascia destra e staffilare di esterno un diagonale rasoterra che fulmina Abbiati. Davide Di Gennaro è un classe '88, milanese di nascita e milanista di adozione, visto che con quella maglia è cresciuto nelle giovanili fino ad esordire in serie A.
Che beffa per i rossoneri, che perdono la bussola non riuscendo a far girare palla e a creare alcuna azione pericolosa fino alla fine della prima frazione di gioco. Unica eccezione uno slalom di Ronaldinho, che furoreggia fino al limite dell'area per poi scaricare la palla a lato della porta avversaria.
Nel secondo tempo il Milan fatica ancora di più a creare gioco ma si butta tutto all'attacco per cercare di cambiare il corso degli eventi. I milanisti si innervosiscono non poco: Beckham si rende protagonista di un paio di brutti falli su giocatori avversari che meriterrebbero una sanzione disciplinare che non arriva, Pato si sbraccia spesso e manda a quel paese l'arbitro. L'insurrezione rossonera scatta quando l'arbitro Pierpaoli trova il coraggio al quarto d'ora della ripresa di annullare un gol a Seedorf, intravvedendo un tocco decisivo con il braccio nella carambola dell'azione che avrebbe portato al pareggio il diavolo. Il pareggio invece arriva a metà ripresa su calcio di rigore concesso per un fallo, netto e stupido, di Krajcik che aggancia in piena area le caviglie di Pato. Dal dischetto Kakà spiazza Campagnolo. Raggiunto il pari il Milan continua a riversarsi nell'area ospite. Entra nella mischia anche Inzaghi, che certe partite le ha risolte spesso, ma questa volta non succede. L'assalto all'arma bianca dei rossoneri non crea particolari pericoli agli ospiti, che si difendono con ogni mezzo e con tutti gli effettivi nella propria tre quarti di campo. Alla fine della partita si contano una quarantina di cross nell'area amaranto, quasi sempre spazzati dal testone di Lanzaro, possesso di palla della squadra di casa più che doppio rispetto agli ospiti ma il punteggio è 1 a 1 con il Milan che rischia anzi di andare sotto negli ultimi secondi.
A una settimana dal derby il Milan va così a -8 dagli innominabili e per la Juventus, domani a Catania, c'è l'occasione, vincendo, di riassestarsi al secondo posto.
Nick66