In Europa League con il "vecchio" Del Piero e il "nuovo" Melo

melo

Il leitmotiv che ha anticipato le prime partite ufficiali della Juventus di questo inizio stagione era diventato sempre lo stesso: giocherà Diego oppure Del Piero?
Era stato così anche a Graz, nella gara di andata dello spareggio per accedere all’Europa League contro la squadra di casa. Alla fine in campo scese il brasiliano, esattamente come accadde in occasione degli altri due incontri con lo Shamrock Rovers, quelli del terzo turno dei preliminari della stessa manifestazione.
Ora il dubbio è sparito: ceduto Diego al Wolfsburg, è rimasto il solo Del Piero.
E’ lui l’unico a ricevere cori di incoraggiamento da parte dei tifosi bianconeri prima dell’inizio dell’incontro. E’ lui, ancora una volta, l’anello di congiunzione tra una Juventus che non c’è più, e una che deve ancora rinascere.
In Austria Del Neri scoprì i fantasmi che aleggiavano intorno alla sua squadra: dopo il pareggio di Schildenfeld in risposta alla rete del vantaggio iniziale di Bonucci, soltanto un colpo di testa di Amauri permise di preparare con più tranquillità la gara di ritorno all’Olimpico di Torino.
Se una settimana fa la Juventus tornò da Graz con la notizia dell’accordo raggiunto con il Cska Mosca per l’acquisto di Krasic, la partita di stasera è stata preceduta da quello, in via di definizione, relativo a Quagliarella. L’idea Di Natale, per il reparto offensivo, è durata poco più della tradizionale passerella di Villar Perosa.
La qualità del centrocampo bianconero, per motivi diversi, è rimasta tutta in tribuna: da quella postazione Aquilani, lo stesso Krasic e Marchisio (squalificato) hanno assistito alla prestazione di un Felipe Melo “non solo quantità”. Al netto dei colpi di tacco che Del Neri gli eliminerà al più presto, si è esibito in progressioni e ripetuti lanci (in direzione di Pepe, in particolar modo) sconosciuti lo scorso anno.
Di Kienast di testa (due volte) e Szabics (palo) gli unici veri pericoli dello Sturm Graz. Manca Florian Kainz, nell’undici iniziale. Quello che all’andata aveva causato i maggiori pericoli con le sue iniziative sulla fascia destra degli austriaci, che hanno finito – stavolta - per sbilanciarsi a sinistra con Bukva. Sino al ritorno in campo del giovane centrocampista.
Lanzafame all’inizio si accomoda in panchina, sostituito da Martinez. Un po’ da un lato, un po’ dall’altro: neanche il tempo di trovare la giusta posizione che l’uruguaiano si deve spostare in attacco per sostituire l’infortunato (altri fantasmi del recente passato) Amauri. In assenza di un regista le azioni partono spesso dai piedi di Bonucci.
Dopo un palo colpito nel primo tempo, Del Piero diventa estremamente concreto con un colpo di classe nella ripresa: goal alla “Pinturicchio”, vantaggio e pratica qualificazione (semi)chiusa. Nonostante i clamorosi errori di Pepe e Lanzafame, la Juventus cresce alla distanza e controlla gli avversari.
Sino a pochi giorni fa si cercava di “recuperare” Diego: ora, con una squadra diventata meno brasiliana, forse è iniziato lo stesso percorso per Felipe Melo. Ad oggi potrebbe diventare il miglior acquisto, in relazione al doppio fallimento (bianconero e nel Mondiale sudafricano) dal quale proviene.
L’inizio di stagione di Del Piero era già stato disegnato, proprio come le sue traiettorie: a lui sarebbero spettati i venti minuti finali delle partite. Lì, avrebbe dovuto dare il meglio di sé.
Adesso ha giocato un incontro per tutti i novanta minuti, risultando decisivo. In sua assenza, manca (ancora) il giocatore in grado di imprimere il “cambio di marcia” alla squadra.
Non soltanto per una gara: quando gli acquisti sono di valore, durano anni.
Con alti e bassi, lui va avanti così da diciotto. Merito suo, ma anche demerito di una (precedente) gestione che non è riuscita, in quattro anni, a trovare (almeno) un giocatore di valore assoluto in grado di raccoglierne il testimone.
Con l’ingresso in Europa League in tasca si riparte da Bari, in campionato, domenica prossima. Laddove, il 14 maggio 2006, in campo neutro si giocò contro la Reggina l’ultimo incontro della Juventus “targata” Triade campione d’Italia per la ventinovesima volta. Il secondo goal, nel recupero, lo segnò Alessandro Del Piero. Era entrato a venti minuti dalla fine della gara.

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