THE DAY AFTER: Juventus fra outlet e l’incubo Cavani

marottaGiornata pazza in serie A con trenta gol di cui ben otto segnati a San Siro, ma i gol più pesanti sono i tre che arrivano dal posticipo, tutti segnati da Cavani, e con i quali il Napoli umilia la Juventus e si lancia all’inseguimento del Milan. Il Milan sembra una fuoriserie quando schiera quattro attaccanti insieme (Pato, Ibrahimovic, Cassano, Robinho), dà l’impressione di sfondare da un momento all’altro e infatti recupera due gol all’Udinese avanti 1-3. Ma il centrocampo è terra di nessuno, la difesa pare tutta sulle spalle di Bonera ed è così che, a un minuto dalla fine, il Diavolo va ancora sotto, prima di fare pari e patta con Ibra in pieno recupero. Da segnalare altri due assist di un Cassano a mezzo servizio nello spezzone di partita concessogli da Allegri.

In una giornata in cui Lazio, Roma e Juventus perdono e il Palermo non va oltre al pari a Verona contro il Chievo, le vittorie di Napoli e Inter valgono tre punti pesantissimi. Il Napoli che straccia la Juventus va a -4 dai rossoneri e allo scudetto inizia a farci un pensierino. Alla squadra, caricata a pallettoni da Mazzarri, forse manca qualche ricambio valido a centrocampo per poter puntare con realismo al massimo obiettivo, ma vedere Cavani e Lavezzi che maramaldeggiano con la squinternata difesa juventina, mentre dall’altra parte si annota di buono solo l’impegno di Toni arrivato “aggratis” come scarto dal Genoa, dà il senso della differenza delle forze messe in campo al San Paolo. L’Inter è l’altra vincente di giornata che inanella a Catania altri tre punti rosicchiandone due ai cugini rossoneri. Dopo un’ora di partita a basso ritmo, il gol degli etnei sembra poter essere decisivo, ma invece altro non è stato se non una provocazione cui la squadra di Leonardo risponde innestando le marce alte e trovando due gol segnati da Cambiasso sul filo del fuorigioco. Un'Inter che, con due partite da recuperare contro Fiorentina e Cesena, oggi è potenzialmente terza con tanto di freccia di sorpasso inserita. 

Giornata disastrosa per le romane. Capita nel calcio che non sempre le squadre più forti vincano in partite di novanta minuti, ma vedere sia Roma che Lazio, in versione tafazziana, fare di tutto per perdere contro avversari non certo irresistibili è per lo meno singolare. I giallorossi, trascinati da Vucinic, danno l'impressione di dominare in lungo e in largo una Sampdoria spuntata, poi si infortuna Mexès ed entra in campo l’insospettabile Juan che diventa match winner al contrario, regalando con i suoi due errori l’intera posta ai doriani. La Lazio, che invece pregusta i tre punti, ma solo sulla carta, viene poi messa sotto da un intraprendente Lecce senza poi aver alcunché da recriminare se non fare un “mea culpa”.

Ma il flop assoluto della giornata spetta alla Juventus del nuovo corso, che mai come oggi sembra così simile a quella della fallimentare gestione che l’ha preceduta. Una squadra senza capo né coda che si affida solo a improbabili lanci lunghi alla ricerca di Toni e Amauri, questa è stata l’architrave del gioco di Del Neri al San Paolo. Giocatori sulle fasce profondamente inadeguati, che mandano in tilt l’intero asse difensivo, centrocampo pallido e inesistente, senza il colosso d’argilla Felipe Melo, un attacco indegno di alti livelli, in cui il migliore è Luca Toni. Questa è la radiografia dei principali problemi della squadra con cui pare si debba continuare a convivere, nonostante sia quanto mai chiaro che, stando così le cose, il rischio di non centrare l’imprescindibile obiettivo Champions è quanto mai reale.

Rispetto alla Juventus, oggi il Milan, l’Inter, il Napoli e la Roma sembrano indiscutibilmente meglio attrezzate, la Lazio la precede in classifica, mentre il Palermo la appaia solo per via di un netto rigore non concesso ai rosanero nella trasferta di Verona contro il Chievo. I conti sono presto fatti. Per risalire la china servirebbe maggiore qualità, che però non sembra alla portata delle casse societarie che costringono Marotta a setacciare outlet alla ricerca degli scarti altrui. Oltre l’affollato gruppo di inseguitrici del Milan, si staglia un corposo centro classifica con Udinese e Sampdoria, ma anche il Bologna, che a Bari coglie una convincente affermazione, la Fiorentina, che rimonta un Brescia quanto mai autolesionista, il Cagliari, che sorprende un Parma ancora con la testa alla quaterna rifilata giovedì scorso alla Juventus, e il Genoa, al secondo 0-0 consecutivo, rimediato stavolta a Cesena. Il passetto avanti dei romagnoli vale la quartultima piazza, un punto sopra il Lecce rinvigorito dal successo dell’Olimpico. Sempre più deficitaria la classifica di Brescia e Bari. Una brutta sconfitta per le rondinelle quella rimediata a Firenze dopo aver pregustato di far propria l’intera posta in palio, mentre i galletti pugliesi sprofondano in coda dopo l’illusorio successo nel derby contro il Lecce.

TOP DI GIORNATA

Cavani (Napoli).
Protagonista assoluto della giornata, affossa la Juventus con una tripletta e lancia una città all’inseguimento del sogno scudetto.

Acquafresca (Cagliari). Fino a oggi era un desaparecido del campionato. Riappare con la doppietta segnata nel giro di pochi minuti con la quale il Cagliari vince a Parma.

Cambiasso (Inter). Segna una doppietta sul filo del fuorigioco nell’ultimo quarto d’ora e così l’Inter spegne le illusioni del Catania.


FLOP DI GIORNATA

Juventus.
Esce ridicolizzata dalla trasferta di Napoli, ma la cosa più irritante è sentire Marotta che, come un disco rotto, ripete che la società è pronta a sfruttare le opportunità che si presenteranno in questa finestra del calciomercato. Una Juventus da discount quindi, che sembra non rendersi conto che, anche con nuovi "scarti" altrui, il rischio di non centrare i propri obiettivi stagionali rimarrebbe alto.

Juan (Roma). Che nessuno sia infallibile lo dimostrano i due errori del forte difensore brasiliano in forza alla Roma. Entra nella ripresa al posto di Mexès e le sue due topiche costano ai giallorossi altrettanti gol subiti che regalano i tre punti alla Sampdoria.

Beretta (all. Brescia). Con la sua squadra in vantaggio rinuncia a giocare e ad attaccare arroccandosi in difesa, sostituendo gli attaccanti con difensori e centrocampisti. Il dazio che paga è salato perché il Brescia spreca il doppio vantaggio finendo addirittura per perdere. Per Beretta, dopo la vittoria dell’esordio contro la Sampdoria, si tratta della terza sconfitta consecutiva alla guida del Brescia.