Per favore, finiamola almeno con dignità

delneri

L’incubo non vuole saperne di finire, e credo proprio che per i tifosi juventini sarà il leitmotiv di questo finale di stagione.
Caro Del Neri, mi sa che stavolta siamo proprio al capolinea, e ci sentiamo di chiederle solo una cosa: finiamo la stagione nel modo più dignitoso possibile.
E' possibile?
E’ incredibile la metamorfosi del tecnico, sicuramente l’artefice principale del brillante inizio di stagione bianconero ma altrettanto responsabile dell’orribile 2011 che la sua squadra sta vivendo.
Scelte cervellotiche, incomprensibili e persino masochistiche.
Siamo proprio sicuri che Grygera e Sorensen siano peggio del già testato (e impresentabile) Motta?
Che senso ha insistere su Martinez e Iaquinta al posto di Del Piero e Matri, questi ultimi abbondantemente fra i migliori in campo? Abbiamo forse qualche partita importante da disputare in settimana?
Non mi risulta che la Juve giochi qualche coppa europea, mi risulta che stia provando (almeno a parole) a raggiungere posizioni utili per parteciparvi.
L’anno prossimo però, quando Del Neri potrebbe non essere più l’allenatore di una Juventus che non è in grado di gestire, una volta che sia una, un risultato.
Di chi è la colpa?
Degli interpreti inadeguati (può darsi) o delle consegne poco chiare affidate loro dal tecnico friulano?
Il dubbio che a Del Neri non creda più nessuno è ormai lecito, anche perché certi limiti dovrebbero essere smussati dal leader dello spogliatoio. Che non può evidentemente essere Del Neri, e sentirlo farneticare di qualità accostando a quel termine i nomi di Motta, Traoré e Aquilani intristisce ancora di più chi come noi non si riconosce più in questa Juventus.
Motta subisce una meritata espulsione per due interventi stupidi e scoordinati, Traoré non si nota per nulla e Aquilani continua nel suo percorso di “casperizzazione”.
Dove vogliamo andare con un allenatore (della Juventus) contento per un pareggio per 2-2 quando stava avanti 2-0? A questa squadra mancano mentalità, voglia e grinta.
Ma manca soprattutto la consapevolezza di essere Juve. Restituiamo la Juve a qualcuno che la conosca: lo predichiamo da anni, ma non ne possiamo più.
Non è possibile che un Parolo (massimo rispetto, per carità) si guadagni i titoli dei giornali di domani per aver messo a ferro e fuoco la retroguardia della Nazionale, mentre è possibilissimo che lo pseudofenomeno Krasic stia ripetendo in fotocopia la scorsa stagione, quella che lo aveva reso celebre e che di fatto gli consentì di piazzarsi sul mercato alla modica cifra di 15 milionazzi tondi.
Efficacissimo da settembre a dicembre, persino dannoso da gennaio in poi: sembra un film già visto e le perplessità di alcuni di noi sulla bontà dell’acquisto del serbo ritornano d’attualità.
E allora possiamo solo rammaricarci per i 36 anni e mezzo di Del Piero, uno che cinque anni fa rischiava di rimanere ai margini di una Juventus ambiziosa e allo stato attuale resta di gran lunga il giocatore di maggior classe ed intelligenza di questa squadra.
Il suo partner Matri ritrova la brillantezza che sembrava aver smarrito dopo l’illusoria serata contro l’Inter, ma non bastano due gol di rara bellezza e difficoltà per chiudere una gara che passerà alla storia per le topiche di Bergonzi e per quella di Giaccherini, fortunatissimo a non avere più la Gialappa’s band a segnalarlo per “questo lo segnavo anch’io”.
C’erano da fare i conti con Parolo, un altro che va ad aggiungersi ai vari Mesbah, Donati, Rudolf ecc. ecc. Che fine ha fatto la Juve?

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