Dirigenti e tecnici devono pagare

delneriForse adesso la finiranno con la storia delle “finali” da vincere.
Sono tutti troppo patetici, e in verità lo sono da troppo tempo.
Parlo di tutti i componenti del Mondo Juve. Juventus-Catania è il definitivo e inappellabile fallimento di una filosofia tecnica e strategica.
Fallimento tecnico, perché l’allenatore che parla come l’ispettore Clouseau incappa nell’ennesimo errore di questo suo orribile 2011.
Perché, nonostante le avvisaglie da lui stesso recepite, sul 2-0 “Clouseau” decide di togliere il vecchio, ma purtroppo unico campione in rosa per inserire uno dei tanti figuranti acquistati al mercatino delle occasioni dal signor Marotta.
E qui veniamo al fallimento della strategia societaria, che la scorsa estate ha portato a Torino una dozzina di mediocri e nessun campione.
E che il sottoscritto, che non ha mai fatto mistero di non impazzire per Del Piero, sia costretto a rimpiangerne le sostituzioni cervellotiche cui il genio di Aquileia lo ha ormai abbonato, la dice tutta sulla disperazione in cui può piombare l’animo del tifoso juventino.
Non fossimo in Italia, e quindi non esistesse la “sindrome da poltrona a tutti i costi”, questi signori provenienti da Genova – tutti in blocco, nessuno escluso - dovrebbero ringraziare per l’arricchimento del proprio conto in banca e per aver vissuto una stagione accostando il proprio nome a quello di una nobile decaduta qual è oggi la Juventus.
E dimettersi domattina, in massa.
La Juve deve tornare nelle mani di chi ne conosce la storia e ne condivide l’antico DNA; basta dirigenti improvvisati e allenatori maturi dal palmarès inesistente.
Onore a Didier Deschamps, uno dei pochi che aveva capito tutto subito e che ebbe il coraggio di andarsene sbattendo la porta.
Su tutte queste cose si faccia un promemoria Andrea Agnelli, l’unico che ha vissuto la Juve che fu, la Juve vera.
Se, e sottolineo, se, Andrea può decidere qualcosa in questa Juventus, ora è il momento di dimostrarlo.
Se invece Andrea si dimostrerà l’ennesimo specchietto per le allodole per proteggere l’immagine del cuginetto pallido dall’eloquio freddo e inespressivo, beh… non si meravigli se a breve le critiche feroci cominceranno a piovere anche dalle sue parti…
Perché tanto astio verso i dirigenti, vi chiederete?
Semplice, perché devono essere i dirigenti a spiegare ai giocatori, campioni o non campioni, cos’è la Juventus.
E nessuno fra questi dirigenti odierni è in grado di farlo.
Non può una Juventus, qualsiasi essa sia, arrendersi in questo modo dopo essere andata in vantaggio, per giunta doppio.
E che tutto debba dipendere da Del Piero, anni trentasette a novembre, è sintomatico che molto, se non tutto, non funziona.
Se il tanto decantato nuovo Nedved somiglia sempre di più ad un bel bluff (anche se quando qualcuno avanzava dubbi veniva subissato di critiche e insulti); se il compagno della Quattrociocche (complimenti sinceri per la paternità) resta un bel soprammobile e poco più; se Motta si fa ammonire per la solita entrata sciocca dopo pochi istanti e la difesa tutta schianta di colpo, ecco che prendersela con dirigenti e tecnici deve essere un obbligo, perché certi investimenti estivi li hanno avallati loro.
Loro, e non Toni, Pepe, Bonucci e Martinez, tanto per citare altri illuminanti esempi.
Che un Gomez o un Ricchiuti facciano impazzire una difesa come quella della Juve, la costringano nella propria area di rigore e completino la rimonta in pochi minuti, ci sta solo per gentile concessione degli interpreti, ma è una cosa che per ciò che è sempre stata la Juventus non dovrebbe esistere in assoluto.
Non è concepibile pensare di aver regalato manciate di punti alle squadre che lottano per non retrocedere, per non dire di quelli regalati a chi è già retrocesso.
Che manchi personalità a certi giocatori è anche normale, nessuno di loro è mai stato né promette di diventare mai un leader tecnico, tantomeno emotivo.
Ma alla nuova “Sampentus” evidentemente queste cose non sono chiare, e sono sinceramente terrorizzato se penso che alle stesse persone sembrerebbe affidata la prossima campagna acquisti.
Campagna acquisti che, a questo punto lo spero vivamente, sarà fatta in funzione di una stagione fuori dall’Europa, anche quella che non conta nulla.
E’ un sincero auspicio, perché figure di merda anche in Europa non servono, bastano e avanzano quelle in campo nazionale.
Pensate che tristezza sarebbe vedere la quinta del campionato olandese venire a maramaldeggiare nel nuovo avveniristico, splendido, fantascientifico stadio…
Quello che (nel 2011, non nel dopoguerra) sfoggerà quattro terrificanti e fastidiose coppie di tiranti piazzate lì ad impalare la visuale degli spettatori.
Ecco, proprio lo stadio nuovo, un’opera descritta come grandiosa ma in realtà concepita con la solita colpevole approssimazione che ha contraddistinto la società Juventus in questi anni, è l’emblema di tutto il periodo post 2006; una Juve pavida e precaria, sbeffeggiata da tutti (istituzioni, media, arbitri: a proposito, si veda il recupero “extended version” concesso da Bergonzi stasera), cui un anno di bassissimo profilo e duro lavoro non potrebbe che far bene.
A patto di voler veramente cambiare registro, e per cambiare registro occorre un grosso cambiamento, dirigenziale e tecnico.
Altrimenti, questa stagione che va a terminare - sostanzialmente come e peggio di come finì quella scorsa - potrebbe essere ricordata, fra qualche anno, come una stagione positiva…

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