La Juve di oggi: critiche immotivate e superficiali. E i soliti media...

tifosiIl tifoso juventino è un animale strano, che non ha mezze misure: passa dal pessimismo cosmico alla critica feroce nel giro di pochi momenti, quasi mai esalta la propria squadra quando lo merita (e in fondo è una buona abitudine: è saggio mantenere i piedi per terra), spesso tende a farsi condizionare dai giudizi (parziali) dei media che della Juve non esitano a sparlare senza pietà.
In fondo questi sono segnali positivi che hanno un solo significato: la Juve sta tornando a dar fastidio, e parlarne male è tornata un'abitudine, quasi una necessità.
Non è più la Juve ridente e applaudita dagli avversari ipocriti che in realtà non facevano altro che percularla.
Oggi c'è una Juve diversa, non ancora al livello del passato, ma sulla buona strada per ritornare completamente quella che era.
L'importante è che i tifosi juventini non si facciano abbindolare un'altra volta - visti gli effetti della prima, sfociata cinque anni fa in Calciopoli - e non finiscano nuovamente vittima del famoso "sentimento popolare".
Non ce ne rendiamo conto, ma siamo tornati (almeno per chi - come me - frequentava i forum con la voglia di discutere della propria passione) al pre-Calciopoli.
E' ripresa quella disparità di trattamento mediatico nel giudicare gli episodi: un fatto trascurabile presumibilmente pro-Juve viene fatto passare come uno scandalo (vedi rigore - l'unico peraltro assegnato in stagione, e a risultato sbloccato - su Giaccherini in Juve-Cesena), mentre per i torti subìti (vedi rigore negato a Marchisio contro l'Inter: fosse capitato a maglie invertite, ci saremmo ritrovati materiale buono per almeno un quarto di secolo) o i favori concessi ai concorrenti (vedi sequela di generosi aiutini pro-Milan) ci si appella alla serenità e alla ragionevolezza, secondo i soliti luoghi comuni tipo "l'errore ci può stare", "l'arbitro ha scontentato entrambe le squadre", fino al trionfo dell'ipocrisia con l'ormai classico "ora sono errori, prima era malafede".
Ma è su un altro aspetto che mi vorrei concentrare, e riguarda l'eterna anima criticona del tifoso juventino, attento ed esigente, ma altrettanto sanguigno quanto e più di altre tifoserie che leggende consolidate nei decenni celebrano come più "focose".
Ricordo i "moriremo tutti" che si sprecavano a proposito delle delusioni che la Juve di Capello raccoglieva in Europa, facendosi eliminare dal Liverpool o dall'Arsenal, dominando "solo" il campionato.
Mi ricordo dei tanti "eccheppalle un altro scudetto... voglio la Champions League... ecc.ecc.".
Che coraggio!
Adesso percepisco nuovamente aria di insoddisfazione; il fatto che ora la Juve abbia finalmente una mentalità da Juve, un gioco da Juve, e che i ragazzi di Conte, nonostante un calendario oggettivamente più difficile rispetto a quello affrontato dalle dirette concorrenti (tutte le grandi affrontate in trasferta, Milan a parte) siano in testa a Natale - seppur in coabitazione - per la prima volta dal 2005 non impedisce a qualcuno di vedere le cose dal lato più negativo.
Seguitemi in questo giochino: il Milan ha sin qui ospitato la Lazio, l'Udinese e dopo la sosta affronterà da padrone di casa i cari cugini.
Nel girone di ritorno i rossoneri riceveranno Juve, Roma e Napoli, e proprio il "fantastico" Napoli di questo 2011 ha un ritardo in doppia cifra dalla capolista dopo aver affrontato in trasferta la sola Inter, mentre le altre pretendenti ai posti "nobili" della classifica (Udinese, Roma, Juve, Milan) son già passate dal San Paolo, lasciando ai padroni di casa solo 7 dei 12 punti disponibili.
La stessa Inter data in rimonta - con tanta enfasi e poca obiettività - ha incontrato a San Siro Roma, Napoli, Juve e Udinese, ricavando in tutto la miseria di un punticino contro i giallorossi.
Quanto all'Udinese, ultimo avversario della Juve in ordine di tempo, in casa ha vinto (quasi sempre stravinto) 7 partite su 8 giocate (fra le grandi al Friuli si sono esibite Juve e Roma), eccezion fatta, appunto, per la gara contro i ragazzi di Conte, superiori all'avversario e con Buffon sopraffatto da noia e... congelamento, con così poche occasioni utili per "emozionarsi".
"Piaccia o non piaccia", per citare un signore al quale avremmo (e avremo) molte cose da chiedere, la squadra di Conte ha messo tutti in riga in queste prime sedici giornate.
E Guidolin, dopo Mazzarri e altri, dovrebbe smetterla di piangere sulle "tre gare in sei giorni".
La tua squadra gioca l'Europa League?
Bene, o ti qualifichi prima e col Celtic mandi in campo i ragazzini risparmiando i tuoi uomini più preziosi oppure te ne stai zitto e non ti lamenti del diritto che hai acquisito la stagione precedente dopo averlo inseguito e festeggiato con tanta gioia e - aggiungerei - altrettanta retorica.
Facile e molto italiano rivendicare meriti per un traguardo raggiunto e poi considerarlo una zavorra dispendiosa, a posteriori.
Ha fatto bene Conte quando ha ironizzato - ma quanto?- sulla teoria di cui sopra, esortando gli avversari a non lottare per certi obiettivi, così da permettere alla sua squadra (che quelle "fatiche" le sosterrebbe volentieri) di conseguirli.
Tornando al discorso tecnico, se in estate non ero stato tenero con la Juventus, adesso le devo riconoscere di essere andata oltre le previsioni, ma credo possa crescere ancora.
E molto.
Essere imbattuti non è determinante ai fini statistici, lo è in quanto il numero "0" alla voce sconfitte è il "carburante" per aumentare l'autostima e stimolare il processo di crescita di un gruppo che ad agosto era pieno di incognite: non che siano completamente risolte, ma almeno la via intrapresa per trovarne la soluzione è quella corretta.
Rispetto ad agosto ora ci sono certezze di uomini e di schemi, la squadra è in testa con pieno merito e senza aiuti arbitrali (al contrario di altri, come già segnalato sopra...), con una regolarità di rendimento sbalorditiva e in continuo progresso, a parte la lieve flessione fisica denunciata nella fase centrale dei secondi tempi delle ultime tre partite contro Roma, Novara e Udinese.
La sosta arriva puntuale, e speriamo che a Dubai Conte rifornisca per bene il "motore" dei suoi ragazzi.
Accennavo ad alcuni problemucci: ha ragione chi sostiene che Pirlo da un mesetto - e oltre - è più croce che delizia; ha ragione chi sosteneva che Vucinic, pur pasticcione e indolente, ha la capacità di migliorare - con poche giocate a partita - l'efficacia offensiva della squadra (senza il montenegrino le idee offensive latitano); ha ragione chi dice che Matri è in un cattivo momento, ma anche chi dice che il lodigiano non è Ibrahimovic (e in fondo, mi pare che ce ne sia uno solo come lo svedese, o mi sbaglio?) e reparto da solo non lo può fare, soprattutto per quello che Conte chiede alle sue punte, ovvero movimento e creazione di spazi per gli inserimenti dei centrocampisti.
Non so se Borriello, Caceres o chiunque altri arriverà sarà funzionale a migliorare il gruppo, ma rispetto ad agosto le uniche riserve che nutro oggi sono legate alla tenuta nel lungo periodo, a qualche condizionamento di tipo mediatico (vedasi sempre l'apertura del pezzo), e - tocchiamo ferro - a qualche sgradito infortunio.
Di una cosa sono certo, ovvero che se Ibrahimovic indossasse ancora la maglia della Juve, il campionato sarebbe probabilmente già deciso a Natale.
Con buona pace della tanto decantata "superiore qualità del Milan", una massima che mi sembra sempre più frutto dei blablabla e molto meno suffragata dal campo.