La Juve fa brutta la Roma. Ma la Rai è peggio

del pieroPrendete le due squadre che in questo nostro campionato cercano di proporre qualcosa di diverso.
Una è in testa alla classifica, imbattuta, e sul piano del gioco ha dato lezioni a tutti.
Poco prolifica dicono i numeri, ma vuoi mettere il divertimento nello sfiancare gli avversari sul piano del ritmo, vederli arrancare e frustrarsi perché non la prendono mai?
E per sfatare la leggenda propagata dai rosiconi antijuventini, tutto ciò che questa truppa combina lo fa con grande lucidità e proprietà di palleggio, arrivando in porta con tre passaggi.
Poi c’è l’altra, portabandiera di un altro “progetto” sicuramente affascinante, blandito da elogi zuccherosi e concettualmente corretti ma almeno per ora parecchio esagerati nella sostanza.
Finisce 3-0 ma è un risultato bugiardo, il solco fra le due squadre è molto più ampio e senza Banti di mezzo la gara si sarebbe probabilmente chiusa col divario finale già a fine primo tempo.
La BarceRoma di cui tutti parlano (nella maggior parte dei casi a sproposito) è, ripeto, un embrione di squadra intrigante e al quale guardare (sportivamente) con interesse e curiosità.
Ma è molto, molto presto, perché in realtà stasera Luis Enrique più che l’emulo di Guardiola è sembrato il presuntuoso Mourinho del suo primo “clasico” - quello della “manita” sventolata da Xavi e compagni - e la Roma il Real Madrid.
Possesso palla lento e sterile, sempre in orizzontale, conclusioni da oltre venti/venticinque metri come unica opzione per cercare di impensierire Storari; dall’altra parte una squadra camaleontica che per lunghi tratti ha abbandonato il fraseggio fine a se stesso privilegiando il gioco in profondità.
Risultato: Roma prevedibile, Juve rapida e micidiale che entrava come una lama affilata nel burro della difesa avversaria.
Complice la cervellotica e punitiva (per la Juve) direzione di Banti si è arrivati all’intervallo “solo” sul due a zero, per le reti di Giaccherini e – finalmente - Del Piero, a segno con un colpo classico che un tempo era il suo marchio di fabbrica e che, almeno sentimentalmente, fa piacere rappresenti la sua prima firma nello Juventus Stadium.
Due o tre a zero, la sostanza non cambia, la differenza fra le due squadre resta enorme; Conte nella ripresa ha chiesto ai suoi di gestire ed è stato accontentato, mentre la RoMadrid (non più BarceRoma) ha ripercorso le stesse orme del primo tempo, andando più vicina a subire il terzo gol piuttosto che a segnare il punto della bandiera.
Nel frattempo il talentuoso Lamela scalciava Chiellini a palla lontana e finiva meritatamente sotto la doccia, mentre Conte avvicendava Borriello e Del Piero con Matri e Quagliarella, i quali avevano il tempo di fallire le loro occasioni – tanto per non smentire l’andazzo stagionale - prima di indurre Kjaer e Stekelenburg al goffo pasticcio finale che restituiva al punteggio una più corretta dimensione.
E in una serata in cui la Juventus di Conte dimostra una volta di più di essere la squadra più forte di questo torneo, vorrei dire qualcosa a proposito del cosiddetto servizio pubblico: la tv di Stato in questa occasione – e non è la prima - ha oltrepassato il limite consentito dal comune senso del pudore.
Davvero impressionante la telecronaca del signor Cerqueti, ultrà romanista di lungo corso ma, piccolo particolare, stipendiato da tutti noi.
E in tempi come questi, quel che si è sentito infastidisce particolarmente, soprattutto se a fine gara il primo spot pubblicitario in onda mi raccomanda di pagare il canone Rai entro il 31 gennaio.
Che è successo?
Succede che dopo la riproposizione del primo intervento di Heinze (netto fallo di mano in area giallorossa commesso dall’argentino: rigore netto) la Juve va in gol e da quel momento in cabina di commento (e di regìa) escono telecronisti e operatori ed entrano gli ultrà “da ‘a Maggica”: ignorati i due contatti (il primo in area) a distanza di pochi istanti fra il centravanti campano e Gago (prima) e l’ex difensore dell’O.M. (poi).
Neppure negli highlights del dopo partita di questi episodi c’è traccia, mentre trovano posto durante la telecronaca le lamentele dello stesso Cerqueti – ben spalleggiato dalla regìa - sul gol di Del Piero per un fantomatico (e inesistente) off-side di Borriello.
E così via, per tutta la gara, “che farà discutere per alcune decisioni arbitrali” ovviamente penalizzanti nei confronti dei capitolini.
Oltre la decenza, davvero, e in questa compagnia ci mettiamo degnamente il signor Banti, indulgente nei confronti dei giallorossi e di Totti in particolare, capace di ammonire Estigarribia colpevole di non aver sentito il fischio del direttore di gara e di concedere a Gago, Heinze e Kjaer la licenza di brutalizzare gli avversari.
Tutte cose fastidiose di cui in questa stagione abbiamo già parlato, ma la Juve di Conte al momento è più forte anche dei cosiddetti “venti contrari”.
Speriamo basti, ma fossi nel presidente Agnelli rimarrei molto vigile…

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