La Juventus si avvicina al traguardo, per il Milan iniziano i rimpianti


pirloLa Juventus abbatte anche l’ostacolo Novara, ed ora sono solo tre le partite che la separano da un traguardo solo sognato ad inizio stagione. Ora non c’è nemmeno più l’ansia di sapere: "Che cosa fa il Milan?". Non interessa. Con tre punti di vantaggio e lo scontro diretto a favore bastano due vittorie nelle prossime tre partite, indipendentemente dai risultati dei rossoneri. I tre incontri che mancano si disputeranno tutti davanti a un pubblico amico, perché se contro Lecce, già mercoledì, e Atalanta all’ultima giornata, la squadra di Conte sarà di scena allo Juventus Stadium, è facile prevedere che domenica prossima, a Trieste, la città giuliana sarà invasa soprattutto da tifosi bianconeri che affolleranno il 'Nereo Rocco' per assistere a Cagliari-Juventus che, Lecce permettendo, potrebbe già risultare decisiva in chiave scudetto.

La Juve come un rullo compressore. Ma Conte in carriera sa bene che, fino a quando un traguardo non è raggiunto, le sorprese possono essere sempre dietro l’angolo. Però, da quello che si è visto a Novara, c’è da essere sicuri che la squadra bianconera la lezione l’abbia imparata a memoria. Solita schiacciante supremazia di Pirlo e compagni con partita già messa al sicuro nel primo tempo e ripresa buona per abbassare i ritmi e fare un po’ di turnover. Lo 0-4 non fa una grinza. Troppa la differenza fra le due squadre in campo con la Juventus che, come in altre occasioni, ha dato l’impressione di risparmiare forze preziose per questo finale di stagione. Al poker bianconero ha risposto il Milan a Siena, anche se la dinamica dell’incontro è stata diversa, con l‘1-4 che si è determinato solo grazie a due gol rossoneri in pieno recupero. Ma contro la Juventus che inanella l’ottava vittoria consecutiva con all’attivo una media di tre gol a partita e con Buffon che trascorre intere partite senza compiere un intervento, la fiducia di potersela giocare incomincia a venire meno. Nei commenti post partita prevalgono troppi “se”. "Se non avessimo perso tutti quei punti a inizio stagione, se non avessimo avuto tutti gli infortuni che abbiamo avuto, se avessimo avuto sempre questo Cassano." E se quel gol di Muntari, se quella volta Robinho e se il pareggio del Cesena, si potrebbe aggiungere per arrotondare le recriminazioni.

Se non è una resa poco ci manca. Aggiungiamoci poi che uno dei principali artefici della strepitosa stagione juventina è quel Pirlo “regalato” ai rivali ed il quadro dei “se” è completo. La Juventus è lì davanti nonostante sia partita senza i favori del pronostico perché reduce da un deludente settimo posto in campionato, con un allenatore bollato troppo frettolosamente come “integralista” e senza poter disporre, in attacco, di un top player alla Ibrahimovic capace di far vincere la squadra anche quando non gira a mille. Per arrivare ai 26 gol segnati fin qui dallo svedese bisogna mettere insieme quelli di Matri (10), Vucinic (8), Quagliarella (4), Borriello (2), Del Piero (2). La Juventus è cresciuta, partita dopo partita, come squadra e adesso riesce a concretizzare l’enorme mole di gioco che la pone ai vertici di tutte le statistiche di rendimento della categoria.

Un terzo posto da play-off. Alle spalle di Juventus e Milan, a ben 22 punti dalla capolista, è ressa per il terzo posto con quattro squadre appaiate a giocarsi la piazza buona per accedere alla prossima Champions League come in una sorta di play-off. Sembra stare meglio il Napoli che all’Olimpico solo nel finale è stato raggiunto sul pari dalla Roma e si è visto così sfuggire una preziosa vittoria; ma anche l’Inter, che contro il Cesena ha vinto secondo pronostico, se la gioca. Più sofferta la situazione dell’Udinese che si è aggiudicata lo scontro diretto contro una Lazio rabberciata dagli infortuni. I laziali escono sconfitti, raggiunti da Napoli, Inter e dalla stessa Udinese, ma quel che è più preoccupante per la squadra di Reja sono i tanti infortuni con cui occorrerà fare i conti da qui alla fine. Come se non bastasse, per la Lazio si aggiungerà la squalifica dell'espulso Dìas, cui si aggiungerà probabilmente quella di Marchetti, che nel parapiglia finale ha pensato bene di spingere l’arbitro. Ma la lista degli squalificati potrebbe anche essere più lunga. La lotta per non retrocedere sembra sempre più circoscritta al Genoa, sconfitto a Bologna, e al Lecce, battuto in casa dal Parma proprio nella partita che avrebbe potuto significare l’agognato sorpasso sui genoani. Qualche patema ancora per la Fiorentina sconfitta a Bergamo; ma ai viola basterà far punti nel prossimo turno, contro il Novara al Franchi, per essere più tranquilli. Sempre che la Juventus rispetti il pronostico battendo il Lecce.

TOP DI GIORNATA

Pirlo (Juventus). Le statistiche dell’incontro gli assegnano la bellezza di 133 passaggi riusciti. Un numero che spiega meglio delle parole come, anche a Novara, tutto o quasi sia passato dai suoi piedi. Questa Juve gli deve molto. E’ lui, con 3124 minuti giocati in 33 presenze, il giocatore con il minutaggio più elevato, quello cui Conte non rinuncerebbe mai. Pensare oggi alle presunte incompatibilità cui accennavano i soloni del bar sport nel precampionato fa sorridere di gusto.

Cassano (Milan). Accende il Milan con un gol di opportunismo e poi lo illumina con due assist vincenti mettendo in mostra i colpi del suo miglior repertorio. Pare che nell’ambiente rossonero si siano convinti proprio tutti che con lui a far coppia in avanti con Ibra a quest’ora avrebbero già vinto il campionato.

Colantuono (all. Atalanta). Partito con l’obiettivo di raggiungere una salvezza difficile, per via dell’handicap dei sei punti di penalizzazione, Colantuono è uno dei principali artefici del superbo campionato della squadra bergamasca. Senza quell’handicap oggi l’Atalanta sarebbe in zona Champions League.

FLOP DI GIORNATA

Brkic (Siena). L’assist per il primo gol milanista gli vale un fragoroso flop.

Muriel (Lecce). E’ la più grande delusione di giornata per i salentini. Proprio da uno con le sue potenzialità il Lecce si aspettava la spinta decisiva per sorpassare il Genoa coronando una lunga rincorsa. E invece, proprio sul più bello, il colombiano incappa in una prestazione scialba e inconcludente, beccandosi per giunta una selva di fischi quando Cosmi decide di sostituirlo.

Dias (Lazio). Sfortunati sì i laziali, per i tanti infortuni che condizionano la squadra in questa fase clou; ma anche autolesionisti per come troppi giocatori si lasciano prendere dal nervosismo meritandosi le sanzioni disciplinari che ne pregiudicheranno l’impiego nelle prossime partite. Eppure la partita era persa. Un gol in più o in meno non cambiava niente. Una gazzarra assurda di cui solo la Lazio pagherà il conto, ad iniziare proprio dal suo difensore centrale.

twitter: @nicolanegro