Palla di vetro - Un anno speciale

Armando La RoseaDopo un anno intero di prigionia nelle segrete dello Juventus Stadium, finalmente libero!
Trecentosessantacinque giorni passati in uno stanzino tre metri per tre, pareti decorate con maxiposter di Galliani, Allegri e Muntari, in un angolo un tavolino che si dice sia stato donato da Guido Rossi ed una sedia che si dice abbia avuto l'onore di sostenere l'augusta seduta del Presidente Abete.
Nessun letto: cosa credete, che qui si dorma? Inappuntabile, bisogna riconoscerlo, il servizio igienico con catino e pitale.
Una stufetta a petrolio, proveniente da una raffineria sarda, come conforto per i rigori invernali e una tv con programmi on demand per tenermi aggiornato, praticamente solo Suma Channel e Skincats on Air. Grazie a due loro valenti cronisti ho appreso della vittoria dello scudetto da parte del Milan.
Non capisco, però, perché a fare festa siano i bianconeri. Vedo caroselli di auto imbandierate in bianco e nero, sento voci lontane inneggianti al grande Pirlo, bandiera rossonera e regista di Allegri.
Perfino il mio carceriere, indossante la maglia di tale Vidal, mi pare particolarmente felice e parla confusamente di una terza stella. Gente strana questi juventini, il Milan è campione d'Italia e loro si rallegrano con l'astronomia!
Ah, ma voi direte, come ci sono finito qui? Ecco qua: la Redazione, alla fine del campionato scorso, come premio per i miei servizi giornalistici, mi invitò a visitare il nuovo stadio, ma, lì giunti, constatai che i lavori erano ancora in corso. Pazienza, noi brindammo lo stesso in allegria e mi ritrovai, al risveglio, nella cella che vi ho descritto. Mi sfugge il motivo di tutto ciò, ma a questo punto è inutile cercarlo. Sono libero!
Saluto cordialmente il mio carceriere, che mi fa: "Ma quello vicino al cancello non è Pistocchi?". Istintivamente mi giro di scatto per salutare l'illustre collega, ma non c'è nessun cancello all'orizzonte. Fulmineamente, col favore della posizione da me assunta, il custode delle mie prigioni mi appioppa una pedata nel sedere e si richiude la porta dietro di sé.
La psiche umana è una delle cose più belle e misteriose.