SKY fezze ROSA

gazzettaE’ sempre più inspiegabile e curiosa l’identità di vedute e di linea editoriale che lega indissolubilmente il piccolo giornaletto rosa di Milano e la tv del tycoon Murdoch, ormai costantemente a braccetto nel loro intento di fare comunicazione.
Non importa se le castronate che fuoriescono dalla bocca degli anchormen di Sky Sport24 sono di un’ovvietà e di una retorica imbarazzanti, di un moralismo che richiede una faccia tosta e un’abitudine ormai consolidata alla notizia stravolta del suo vero significato.
La lezione di Via Solferino, promossa dai moralizzatori dell’ultima ora (l’ex direttore recentemente scomparso, l’ultrà interista suo successore e il pescecane suggeritore di sentenze farsesche, tanto per fare alcuni esempi) è stata imparata a memoria, e addirittura in certi casi molti allievi (quelli della tv satellitare) hanno superato i loro maestri, quelli che scrivono (?) sul quotidiano che di sportivo non ha più nulla da anni, e che sarebbe ora cambiasse nome e colore.
Questo modo di fare giornalismo è un indice molto preoccupante di quello che è oggi la stampa in “Itaglia”; qualcosa di fasullo, scadente e, agli occhi dei più attenti, pieno di inesattezze e censure talmente mirate che è difficile interpretarle come involontarie.
Sembra tutto fuorchè giornalismo.
L’importante è che il popolo distratto consideri le verità elargite da questi signori alla stregua del Verbo e si beva le storielle da bar confezionate per chi non ha voglia e tempo di azionare i propri neuroni e cercarsi la Verità (quella vera però) altrove.
Una Verità che rappresenta l’esatto contrario di quello che ci vogliono propinare i media, in particolar modo i due oggetto d’analisi, sempre più sinergici tra loro, con ospiti rosa nel ruolo di assidui frequentatori degli studi dell’emittente del signor News Corp.
E’ singolare che un pacioso inviato del quotidiano milanese si esprima in modo diametralmente opposto a seconda di chi riguardi la notizia da approfondire.
Abbiamo assistito per anni a condanne mediatiche feroci, tali da sfociare in processi di piazza e di tribunale, a proposito di determinati atteggiamenti tenuti da società di procuratori (la GEA, per farla breve); processi che sono stati innalzati al rango di Crociate contro il Male Assoluto e, nonostante una sentenza di primo grado che sgretola le tesi accusatorie e mostra l’infondatezza delle accuse, certa stampa mantiene la stessa posizione forcaiola alla luce della risibile “condanna per violenza privata”, originale escamotage applicato per non sbugiardare a 360° il titolare dell’inchiesta, il presidente dell’A.N.M., cui l’ex Presidente della Repubblica Cossiga non mancò di rivolgere meritati complimenti proprio dagli studi della tv satellitare.
A proposito del Processo GEA abbiamo sentito millantare di “pressioni” su questo o quel giocatore, puntualmente smentite in aula.
In proposito, i famigerati gazzettari e i loro amici hanno sostanzialmente taciuto, limitandosi ad evidenziare la già citata condanna per “violenza privata” e poco altro.
Per la serie: i processi li abbiamo già fatti noi e le sentenze sono quelle scritte dai nostri redattori o ripetute dai nostri mezzibusti.
Fa impressione leggere in questi giorni di certe pressioni che sarebbero state messe in atto da un allenatore per far cambiare un procuratore “scomodo” al suo giocatore più rappresentativo, consigliando all’atleta di abbracciare la scuderia del suo agente, che, non pago della già folta schiera di assistiti in quella squadra, sta preparando il terreno per ulteriori arrivi.
In aggiunta a tutto questo, il procuratore “scomodo” si è visto boicottare per tutta la stagione l’altro suo tesserato in rosa per far posto ad un nuovo, presunto, fenomeno, uno che poi tutto questo fenomeno ancora non ha dimostrato di esserlo.
Coincidenze?
Fandonie?
Forse, ma se di fandonie si tratta, lo sono esattamente come quelle sulla GEA.
Perché se dalle parti di “tutto il rosa della vita” e degli amici della “rivoluzione digitale” non si dà peso a queste voci non bisognava dare peso nemmeno a quelle altre.
E invece come si commenta la frase del più pagato degli allenatori?
Con una risata del pacioso inviato rosa pallido, che “simpaticamente” (in linea con la filosofia della squadra da lui seguita) sorride compiaciuto per la propria risposta corretta alla domanda posta dal mezzobusto televisivo su chi fosse oggi il procuratore più potente del mondo, mica “d’Itaglia”: lo stesso procuratore che sta mettendo radici profondissime nella squadra che con il giornale rosa vanta da anni un’esclusiva sui diritti per le celebrazioni dei futuri successi.
Lo stesso procuratore padrone di mezza Europa calcistica.
Una risata, e tutto finisce lì..
Diverso, ovviamente, l’atteggiamento tenuto nel commentare le vicende riguardanti il solito personaggio, quello che si esprime con un tono di voce poco affascinante e con una proprietà di linguaggio non proprio ricercata.
Uno che non “buca” lo schermo e non ha il fisico da “tombeur de femme”, e viene piuttosto presentato come un Mostro.
Ma questo è un paesello (rigorosamente minuscolo) dove conta essere allineati e coperti, dove conta essere belli, formali, ma privi di sostanza.
E il guaio (o il guano?) è che la gente sembra non capire, sembra farsi abbindolare da questi soggetti buoni a scrivere forse il proprio nome e cognome, e a confezionare opinioni stravolgendo le notizie in base ai desideri dei propri “clienti” affezionati.
Soggetti che si trovano per pontificare su “quanto è bello e buono Tizio” qualunque cosa faccia e “quanto sporco e brutto sia Caio” nonostante l’evidenza dica il contrario.
E allora scatta la censura.
Certo, la censura.
Come in questi giorni, nei quali si è montato tutto il carrozzone anti-Mostro (quello di qualche riga sopra…) e sulle di lui frequentazioni “proibite dai regolamenti”, che hanno fatto drizzare le antenne alle alte cariche dello sport e alle loro ancelle, tv e giornaletto in esame in primis.
Tante belle parole riecheggianti la morale sull’inopportunità di un’uscita effettuata da un signore amico del Mostro; tanto basta per imbastire una condanna mediatica preventiva senza che tra le due parti (il Mostro e l’amico di vecchia data) sia stata ancora intavolata una discussione concreta.
Il tam tam parte con una ridda di inchieste e sondaggi creati ad arte, dalla scarsa attendibilità visto il campione esaminato (megafono a disposizione di chi esprime condanna e silenziatore per chi invece esprime solidarietà al Mostro), riuscendo però a ricreare quel sentimento popolare di disprezzo e violenza verbale di cui abbiamo già ampiamente avuto dimostrazioni in passato e che tuttora permane.
Il tutto dimenticandosi (forse per via di una rara forma di amnesia latente che si manifesta solo all’atto di analizzare l’operato di certi personaggi?) di sottolineare quanto l’Onestissimo stia trattando da almeno due mesi con l’uomo dei giocattoli, quello che da qualche tempo si è stabilito a Genova in virtù della morbosa passione per giocattoli costosi come le società di calcio (di cui si stufa spesso: chiedere a Saronno, Como e Modena per avere informazioni in merito allo stato dei “giocattoli” al momento della “fuga”…).
Stiamo parlando di colui il quale è inibito per 5 anni con proposta di radiazione (esattamente come il Mostro) e venne definito “di spiccata pericolosità sportiva” dopo la vicenda del ritrovamento della famosa valigetta piena di soldini che costò la doppia retrocessione alla sua attuale “passione”.
Stranissimo, davvero, anche considerando quanto il “giocattolaio” continui imperterrito a condurre trattative e questo atteggiamento non abbia provocato alcuna insurrezione di scribacchini rosa né di mezzobusti televisivi, che hanno serenamente seguitato ad interpellarlo senza alcuna inibizione.
Come se il fatto di essere un prezioso interlocutore di Moratti fosse garanzia di essere persona assolutamente trasparente e al di sopra di ogni sospetto.
Altri, per molto meno, vennero deferiti e fustigati su piazza.
Applausi!
Pazienza, ce ne faremo una ragione, continuando a denunciare quello che certi media non dicono, confidando nella giustezza della scelta effettuata da un sempre crescente numero di tifosi juventini in edicola, una scelta sempre meno premiante per gli interessi del giornaletto di via Solferino.
Quanto alla tv satellitare, beh… abbonatevi a qualche canale “hot” sul digitale terrestre.
E’ più divertente e costa meno