Inaudito e senza ritegno

giustizia7 agosto 2006: la tifoseria della Juventus è nel ciclone, si è allo sbando, sgomenti, il clima è quello da 8 settembre del calcio, si è al “tutti a casa”: c’è chi vuole chiudere con il passato e guardare solo al futuro, chi insulta Moggi, chi si schiera da subito, a scatola chiusa, con la nuova dirigenza, chi addirittura arriva a dire che un anno di serie B sarà salutare, ma c’è anche chi non ci sta, chi per lo scempio che si sta consumando soffre, tanto! Il 14 luglio era arrivata la prima devastante sentenza su quella pagliacciata passata alla storia come “calciopoli”, talmente devastante da suscitare una timida e grottesca reazione perfino nel massimo dirigente del nuovo corso. Il 25 dello stesso mese il ridimensionamento, ma non per la Juventus: serie B, - 17 punti e via due scudetti per un unico presunto (molto presunto) illecito; nel frattempo la solerte nuova dirigenza, a sentenze ancora da emettere e soprattutto da motivare (quella definitiva), aveva ben pensato di smantellare la più forte compagine italiana degli ultimi anni, andando tra l’altro a rinforzare quella stessa squadra che, sempre in quei giorni, senza senso di ciò che invero la contraddistingue, era andata a rovistare nel cassonetto della monnezza e a prendersi uno scudetto pulito ma fatto diventare fango da un suo tifoso e recente ex dirigente; poi arriveranno i voli pindarici di Sandulli [gli ineliminabili tasselli strutturali che messi insieme non fanno una (inammissibile) somma… ma è solo un esempio], i diktat di Montezemolo, un novello Celestino V messo a rappresentare la più gloriosa, e di gran lunga, squadra del calcio italiano. Poi, negli anni successivi sempre la stessa squadra senza ritegno di cui sopra, e sempre ovviamente sull’onda di calciopoli “vincerà”, dopo quello di cartone, uno scudetto in segreteria (Mourinho dixit… cosa intendeva?) e uno di c..o (cosa intendeva?).

Bene, ecco, in breve sintesi, i principali effetti di calciopoli: chi abbia anche le più rudimentali nozioni di fisica sa che ad ogni effetto corrisponde una causa, è il ben noto fenomeno da tutti conosciuto come di “causa–effetto” (teniamo a mente questa precisazione, ci tornerà utile).

7 agosto 2009: sono passati tre anni, chi è sulle barricate ha la percezione che qualcosa sia cambiato, probabilmente a credere a calciopoli è rimasto qualche troglodita, stile quei giapponesi che negli anni cinquanta venivano ritrovati nascosti nella giungla in cui rimanevano imboscati, credendo che la seconda guerra mondiale fosse ancora in corso. A chi sta sulle barricate, a chi ha perso giornate, settimane, mesi, anni, prima a leggersi le carte e poi a combattere in punta di penna e di rigor di logica, a chi ha sofferto e tanto, a chi ama la Juventus, questo non basta, a chi ha lottato e lotta con serietà e con dedizione non può bastare.

Poi la mattina di una intorpidita giornata di inizio agosto vai in edicola e, PAM PAM, sulla prima pagina di Tuttosport vedi scritto: “CANCELLATA CALCIOPOLI!”.

Ammetto, e me ne dolgo, ultimamente, per motivi personali, ho un po’ mollato la presa, non sono aggiornatissimo; il giorno prima non avevo neanche acceso la tv né mi ero collegato ad internet, quindi, per una frazione di secondo, che potrei identificare nel millesimo di secondo, mi sono corse tante immagini: è arrivata la sentenza a Napoli? La revisione del processo sportivo? Qualcuno che ha tessuto ltrame non ha retto e ha confessato? La corte europea? Ruperto, folgorato, ha scoperto che non si possono alterare classifiche senza alterare partite? Sandulli ha finalmente imparato a usare il pallottoliere e a fare le somme e quindi si è ravveduto?

Niente di tutto questo: il Signor Guido Vaciago, eminente rappresentante della più seria delle categorie, quella dei giornalisti, ci informa che il bilancio della Juventus è ok e che la squadra è tornata tra le top in Europa.

Aggiunge poi che calciopoli non si cancella, ovviamente, perché quella è storia, ma gli effetti quelli sì, quelli sono stati cancellati e ovviamente gli artefici di questo esaltante risultato vanno ricercati nei membri della nuova dirigenza. E dove sennò?

Bene, a parte che se il bilancio sia ok non sono in grado di dirlo, di giochetti se ne fanno tanti, ma voglio fidarmi… a parte che alla Juventus dire che si è al top in Europa significa vincere e non arrivare ai quarti di finale, quello che lascia veramente sbigottiti non è un singolo aspetto, ma una serie. Vediamoli.

1. Calciopoli non si cancella perché è ovviamente storia, dice il signor giornalista, ma gli effetti sì. Ma questo è illogico. Facciamo un semplice esempio. Prendiamo la Rivoluzione d’Ottobre, ecco, quello che Vaciago afferma, trasposto, è che sì, la Rivoluzione c’è stata e non si cancella, ma gli effetti sono stati cancellati con la caduta del muro di Berlino nel 1989: d’incanto scompare ben più di mezzo secolo di stalinismo! Ma questo non è possibile. In più, però, nel caso del calcio italiano attualmente non c’è alcuna caduta di muri, siamo in pieno “stalinismo”!

2. E quindi, gli effetti che sarebbero stati cancellati quali sarebbero? Lo scudetto del 2006 è stato ridato alla Juventus? E quello del 2005? Quelli successivi giocati dopo l’omicidio dell’unica seria pretendente a vincerli sono stati tolti a chi li ha vinti in modo illegittimo? E le Champions giocate senza una delle più forti squadre d’Europa? Per limitarsi ai risultati sul campo.

3. Ma l’aspetto più interessante mi pare questo: dicevamo, ogni effetto ha una causa. E la causa dello scempio subito a chi va ricondotta? A Moggi? A Giraudo? Lo scempio avviene, in tutte le sue componenti, nell’estate 2006 e chi era alla dirigenza in quel momento? Delle due l’una, o la Juventus era colpevole e la nuova dirigenza (ma sarebbe meglio dire la proprietà) non ha potuto fare alcunché o la Juventus era innocente e la nuova dirigenza (ma sarebbe meglio dire la proprietà) non è stata in grado (per un qualsivoglia motivo, dall’inettitudine alla complicità) di difendere la Juventus. La lettura delle carte permette di decidere, in maniera univoca e senza tema di errore, quale delle due tesi possa essere sostenibile.


Quindi ci troviamo di fronte a una causa/dirigenza (ma sarebbe meglio dire proprietà) che prima in qualche modo è artefice dell’effetto/scempio poi, ammesso che sia riuscita a farlo, porterebbe, essa stessa, all’annullamento di quel medesimo effetto/scempio. Nel frattempo, mancano due scudetti e ci sono tre campionati giocati nell’irregolarità. Senza parlare dei danni morali e di lustro.

BRAVI! Applaudiamoli! Standing Ovation!

Mettiamola così, tanto per esemplificare: sarebbe come se una squadra di demolitori buttasse giù una casa e tra le macerie andassero persi i gioielli di famiglia, dopodiché quegli stessi demolitori ricostruissero la casa VUOTA e noi ce ne sentissimo gratificati! Il peggio è che questi manco la casa vuota hanno costruito.

PS: il giorno dopo il giornalista rincara la dose, ribadendo che gli effetti sono stati cancellati, certo gli scudetti non ci sono più, dice, però il bilancio è ok: certo, Sig. Vaciago, tutti noi juventini esultiamo quando il bilancio è in attivo, non quando segna Del Piero e alziamo un trofeo, anzi se ce li levano e li danno agli altri, i trofei, siamo ancora più contenti… a patto che il bilancio sia ok, naturalmente!