Gli amatori dell'informazione e i professionisti dell'opinione

giornali drogatiL’altro ieri ju29ro.com è riuscito a fornire pressoché in tempo reale due notizie che i maggiori organi di informazione hanno completamente ignorato, e che in seguito sono state riprese dal solo “Fatto” (e parzialmente Tuttoport), e solo grazie all’estemporanea visita di Oliviero Beha al tribunale di Napoli. Per fortuna che abbiamo trovato l’articolo di Beha, perché ci stava seriamente venendo il dubbio di avere avuto delle allucinazioni.

La prima notizia è che uno dei magnifici 12 della squadra offside, il maresciallo Nardone, ha raccontato ai giudici che le indagini si sono svolte anche in territorio svizzero (senza regolare rogatoria), a differenza di quanto dichiarato nelle udienze precedenti da un suo collega e dallo stesso teste De Cillis, quello del negozio di telefonia di Chiasso. Per toglierci il dubbio sulle allucinazioni, riportiamo quanto scrive Beha: “Si comincia dal maresciallo, teste dell'accusa, ad Auricchio toccherà il 9 febbraio. E' preziosa la sua testimonianza sulle schede, prima del Liechtenstein poi svizzere. Queste ultime, 9, sono state recuperate a Chiasso informalmente. Senza rogatoria? Dunque tutte annullate? Oppure il commerciante che le offre spontaneamente ai carabinieri le rende giuridicamente valide? Vedremo.” Oltre al Fatto, il solo Tuttosport ne parla, con Alvaro Moretti, in prima pagina cartacea.
La seconda notizia è che Teresa Casoria resterà il presidente del collegio giudicante, perché l’istanza di ricusazione presentata dai PM nei suoi confronti è stata rigettata. Condivisibile il ritratto che ne fa sempre Beha (ma forse anche qui, la citazione serve a noi, a rinfrancarci, che no, non siamo dei pazzi visionari): “La presidente, Teresa Casoria, confermata al suo posto giacché la sua ricusazione è andata in fumo proprio ieri, donna energica che ha avuto a che fare in aula con Raffaele Cutolo e quindi certo non si fa impressionare da Moggi, e i due giudici a latere, due donne, una, la Gualtieri che scrive a mano dietro un paio di occhiali gentili, l'altra, la corvina Pandolfi, che caccia gli occhi sui testimoni e sul computer. Delle tre si dice che non capiscano nulla di calcio, ed effettivamente mentre si ricorda un gol di Serginho sceso sulla fascia dopo un fallo non segnalato da Tombolini la Casoria sorride. Chissà che non sia un bene se il gineceo togato ignora di pallone. Se sa di legge, basta e avanza.

Oliviero Beha può essere descritto come si vuole, ma non certo come un ammiratore di Moggi o della Juventus, così come che Il Fatto è un giornale che può essere descritto come si vuole, ma non certo come una testata spiccatamente garantista. Epperò, chiunque assiste alle udienze del processo Calciopoli, anche se non ama Moggi e scrive un giornale un tantinello colpevolista, soprattutto se fino a quel momento aveva potuto attingere solo agli organi di stampa tradizionali, rimane trasecolato dalla diversità che corre tra ciò che accade in aula e ciò che viene riportato dai media (“E' proprio così: il calcio in tv è diverso da quello vero, visto allo stadio. Per osmosi, anche il processo a Calciopoli visto (quasi nulla) e letto sui giornali assai diverso da quello cui ho assistito”, sempre per citare Beha).
Insomma, chi ha le allucinazioni? Noi che da tre anni pensiamo e raccontiamo cose che i “professionisti dell’informazione” ignorano o sistematicamente deformano? O loro, quelli che continuano a raccontare uno scenario inesistente, e che andrebbero al massimo chiamati “professionisti dell’opinione”?

I professionisti dell’opinione sono quelli, per intenderci, che quando il segretario della CAN Manfredi Martino, in una deposizione fiume nella quale, nonostante la tenacia del pm, non riesce a fornire elementi seri per suffragare l’ipotesi di un sorteggio pilotato, titolano “Così truccavamo il sorteggio” sulla base di un paio di passaggi minori, a base di sensazioni su colpi di tosse.
Titolo per altro assolutamente comico, nel momento in cui si fa mente locale e ci si rende conto che il sorteggio, ai tempi di Bergamo e Pairetto, veniva fatto da loro stessi, i giornalisti, professionisti dell'opinione.

Auguri a voi, buon Natale, e continuate così anche l'anno prossimo, in modo da spingere sulle nostre pagine molti altri nuovi lettori.
Com'è accaduto quest'anno.