La Gazzetta e le frattaglie delle trascrizioni

mascheraIl giornale rosa è lì, come tutte le mattine, sul bancone dei gelati. Di nuovo c'è che due abituali clienti, uno interista e l'altro juventino "rancoroso e di serie C", discutono animatamente. L'interista sostiene che non c'è paragone tra le telefonate di Facchetti e quella di Moggi: "Leggi bene, leggi bene! Moggi chiede gli arbitri, capito! E poi dobbiamo vedere se 'Collina' lo dice davvero Facchetti. Hai letto? Lo afferma solo il perito". La replica dello juventino è secca: "Appunto! Un perito del tribunale. E poi queste sono frattaglie di trascrizioni, mancano parti importanti. Vai su YouTube ed ascoltale". La cosa mi incuriosisce, aspetto che i duellanti prendano il caffè e butto un'occhiata sulla prima pagina rosa. In un riquadro a destra: "SCUDETTO 2006. Si decide su queste telefonate. Vi raccontiamo testo e contesto delle 187 telefonate sul tavolo del procuratore Palazzi. La trascrizione integrale di tutte le telefonate su gazzetta.it". Lo spazio è ridotto, non certo paragonabile a quelli del 2006, tipo "Processateli", ma il titolo promette bene. Poi l'occhio cade sulle firme dell'articolo: Galdi e Piccioni, il tandem rosa che firma le cronache del processo. E' il caso di sfogliare il giornale e verificare tanto il "testo" che il "contesto" riferito dai due. L'articolo è a pagina 18 di una Gazzetta dimagrita, di sole 40 pagine. All'editoriale "Se la madre di tutte le intercettazioni è sterile" del direttore Monti e al "Giallo della telefonata" su chi diceva "Metti Collina" era andata meglio, pagina 8.
L'intera pagina 18 è dedicata all'argomento delle trascrizioni del perito del tribunale. A destra l'articolo firmato Galdi e Piccioni, dove si precisa che tra le telefonate al vaglio di Palazzi non c'è la trascrizione della telefonata Bergamo-Facchetti relativa a Cagliari-Inter, quella del 4-4-4, definita dal duo "la più sgradevole", e questo perché "la scoperta del consulente di Moggi, Nicola Penta, fu successiva alla consegna delle prime liste". Solo sgradevole? L'avesse fatta Moggi immaginiamo il titolo a tutta pagina. Il duo di giornalisti rosa aggiunge anche che "Bertini si lamenterà poi con Bergamo per la presenza di Facchetti negli spogliatoi". Un po' troppo stringati Galdi e Piccioni, vero? Del fatto che la visita è prima della partita, che Facchetti ricorda all'arbitro lo score considerato non buono per l'Inter, e che Bertini dice che la visita "non è stata piacevole", non c'è traccia.

A sinistra della pagina una colonna con il titolo "Le intercettazioni bis più celebri. Dal 'Metti Collina' ai complimenti di Moratti a Bergamo". Sottotitolo: "E nelle telefonate aggiunte dai pm i 'suggerimenti' di Moggi a Pairetto". Le intercettazioni sono solo quattro. In prima pagina promettono "testo e contesto", i testi integrali sono consultabili sul sito web della Gazzetta (senza "contesto"), ma vediamo cosa hanno potuto leggere sul cartaceo i due contendenti di poco prima, ché non hanno il pc al bar.
La prima trascrizione riportata è una parte della famosa Bergamo-Facchetti del "Metti Collina". La frase della trascrizione è riportata così:
Facchetti: Va beh, ma metti dentro Collina (qui ci sono contestazioni su chi pronuncia il nome di Collina, la trascrizione è del perito).
La Gazzetta resta sul vago e non dice CHI contesta il perito.

La seconda intercettazione è la Facchetti-Mazzei e si ripete quanto già visto su tanti giornali e in tv, dove hanno sempre riportato solo la prima parte della telefonata e mai la seconda, quando Mazzei richiama, dopo pochi secondi, perché era caduta la linea. Cosa non legge il lettore della Gazzetta cartacea rispetto alla trascrizione del perito? Questo non legge della prima parte:
Facchetti: Pronto?
Mazzei: Aoh, scusami, ma sono in macchina, perché vado a Coverciano e allora…
Facchetti: Stai... stai andando a Coverciano?
Mazzei: Sì, perché mi trovo tra mezz’oretta con Bergomi, Bergamo.

Ma guardate cosa manca della telefonata, che riprende quando Mazzei richiama:
Facchetti: Pronto?
Mazzei: Sì, scusami.
Facchetti: E lo so, poi in macchina è così.
Mazzei: E’ così, il problema è che…
Facchetti: Comunque…
Mazzei: E l’unica cosa ora devono studiare una griglia dove le possibilità sono più alte per lui.
Facchetti: Ma sì, mettono... mettono... mettono De Santis, che ha già fatto la 'Juve' domenica e non può, mettono Rosetti, che è di Torino.
Mazzei: Ma devono lasciare un campo aperto di almeno un cinquanta per cento per quello che è scritto nel regolamento, mi sembra...
Facchetti: Come?
Mazzei: Devono lasciare un campo di probabilità almeno di un cinquanta per cento, da quello che ho capito, per regolamento.
Facchetti: Ah...
Mazzei: Eh, capito? Perché non possono forzare con le preclusioni, almeno un cinquanta per cento di possibilità, mi sembra, eh, che è scritto sul regolamento.
Facchetti: Ah.
Mazzei: Dopo ne parlo con Bergamo.

Eppure sul file con la trascrizione integrale, che si può leggere però solo avendo a portata di mano un pc, la seconda telefonata è subito sotto la prima. Chi legge la Gazzetta cartacea e non ha a portata di mano un pc, o non consulta i tanti files voluminosi presenti online sul sito rosa, non sa che Mazzei assicura che ne parlerà con Bergamo e, inoltre, non conosce la parte più grave della telefonata, quella dove Facchetti consiglia di mettere in griglia ben due arbitri preclusi. Senza quella parte la gravità della telefonata è più che dimezzata. Perché tanti media nascondono sempre quella parte della telefonata? Non può essere solo una coincidenza.

Saltiamo alla quarta telefonata, la Bergamo-Moratti dopo Inter-Sampdoria 3-2 del 9 gennaio 2005, presentata, con sguardo "dolce", come una telefonata in cui "il patron nerazzurro fa i complimenti agli assistenti per la loro 'capacità' a scoprire i fuorigioco". La trascrizione parte da quando Moratti dice che "hanno lavorato bene anche gli assistenti" ed è tagliata una parte non irrilevante che viene prima, questa:

Moratti: (Ride), volevo chiamarla ieri sera, perché poi sono andato dal ragazzo.
Bergamo: Eh, guardi, era un intendimento comune allora...
Moratti: Eh...
Bergamo: Poi ho detto: ma non voglio disturbarlo, perché…
Moratti: No, no, io perciò, io ho pensato: è domenica, chissà le telefonate che sta ricevendo, di chi è contento, di chi non è contento.
Bergamo: Ma si figuri.
Moratti: Volevo chiamarla per... per dire che invece ho visto anche questo ragazzo che si è comportato benissimo proprio durante la partita.

Perché manca questa parte? Moratti ha sostenuto che lui le telefonate le riceveva e che per una forma di cortesia rispondeva. In questa telefonata, invece, Moratti dice che stava per chiamare lui. Senza questa parte di trascrizione gli interisti che leggono la Gazzetta potranno continuare a sostenere che mai a Moratti sarebbe passato per la testa di chiamare un designatore, e che "veniva chiamato". La Gazzetta dice, ma sembra attenta a non ferire. Il taglio delle parti che abbiamo evidenziato non si può giustificare neppure con la mancanza di spazio nella pagina, perché bastava ridurre la grande foto, un terzo di pagina in altezza, di Palazzi. Nel 2006 lo spazio si trovava, e come era grande lo spazio, e come erano riportate senza tagli e riguardi le intercettazioni di Moggi e del figlio.

La terza telefonata riportata è una già nota, perché pubblicata con grandissima enfasi nel 2006, quella in cui Moggi parla con Pairetto e chiede gli arbitri per alcune partite amichevoli. In realtà Pairetto aveva già deciso lui per due amichevoli e Moggi chiede solo l'arbitro per il 'trofeo Berlusconi'. Veniva sbandierata come la pistola fumante, prova del fatto che Moggi chiedeva gli arbitri. La Gazzetta aveva già pubblicato questa intercettazione il 4 giugno 2006 scrivendo: "L'11 agosto 2004 Moggi predispone con Pairetto anche gli arbitri per le amichevoli", senza aggiungere le considerazioni del Procuratore Maddalena che accompagnavano questa intercettazione, eseguita dalla Procura di Torino. La Gazzetta la ripresenta scrivendo: "I pm hanno chiesto la trascrizione di alcune telefonate e tra queste quella tra Luciano Moggi e Pairetto nella quale si ipotizza l'esistenza di una utenza riservata e nella quale in d.g. bianconero parla di designazioni per le amichevoli, siamo ad agosto". Non sarebbe stato opportuno aggiungere che per le amichevoli non era illegale parlare di designazioni, visto che la Gazzetta parla di "contesto"? Le gare amichevoli non fanno parte dell'attività ufficiale, sono organizzate dalle società, e c'era un accordo per farle dirigere da arbitri del luogo più vicino. Questa telefonata che i pm Narducci e Capuano hanno chiesto di trascrivere la trovate già trascritta nella richiesta di archiviazione del Procuratore Maddalena, punto "E.3: le intercettazioni telefoniche", a pagina 23 del Pdf. Il Procuratore scrive:
"L'attività non ufficiale (gare amichevoli e tornei) è quella organizzata dalle società. In proposito è chiarissimo il tenore dell'art. 48 Noif (norme organizzative interne Figc). [...] La differenza tra attività ufficiale e non ufficiale, e quindi tra gara organizzata dalla Lega od organizzata dalle società è una differenza sostanziale, sotto diversi profili. [...] Di conseguenza tutte le condotte relative ad una gara non ufficiale (gare amichevoli; trofeo Berlusconi) sono del tutto indifferenti rispetto alla previsione normativa dell'art. 1 legge 401/89, e l'alterazione del loro regolare svolgimento in ipotesi posta in essere da dirigenti di società sportive non integra il reato in questione".

Se la Gazzetta voleva evidenziare una telefonata in cui Moggi dice al suo interlocutore "tieni aperto", per far comprendere la ragione della richiesta di trascrizione dei pm, poteva scegliere tra altre quattro telefonate presenti nel documento online. Una, per esempio, è quella del 26.08.2004, nella quale si legge che Moggi dice: "Sì, però 'te' con lui sentiti anche per le convocazioni... senti, tieni il telefono aperto, noi ci sentiamo domani in mattinata... okay?... Ciao, Marcello, ciao". Moggi parla con Lippi e gli dice di tenere "aperto". Anche Lippi aveva un telefono con sim "straniera", allora? Anche lui non voleva essere ascoltato? E come poteva aiutare l'associazione se non faceva griglie, sorteggi, e non arbitrava? Chissà se i pm ce lo spiegheranno al processo.

Entriamo in un contesto nel quale la Gazzetta non è entrata: perché gli associati a delinquere dovevano sentirsi su utenze "riservate" anche ad agosto, quando non era in corso nessuna attività ufficiale? Si attendono risposte "logiche".

La Gazzetta tra le telefonate con il "tieni aperto" decide di ripubblicare proprio quella che permette di dire all'interista del bar "Moggi chiedeva gli arbitri". E' una coincidenza? Dal 2006 alle coincidenze i tifosi juventini credono sempre meno.

In definitiva la Gazzetta dice e non dice. Moratti e gli interisti avranno trovato "simpatico" che il loro giornale di riferimento non abbia riportato certe parti delle trascrizioni, pur dispiaciuti per l'articolo in generale del quale avrebbero fatto volentieri a meno. Ma se le telefonate le facevano non si può attribuirle a replicanti, o ignorarle per troppo tempo. Chi ha trovato "antipatica" l'amputazione di certe parti sono gli juventini che vivono le piazze telematiche, i forum. Loro allo sguardo dolce che la Gazzetta riserva all'Inter, nell'articolo cartaceo, oppongono uno sguardo molto severo. Gli juventini oggi ne sanno molto di più di quello che i giornali decidono di riportare, e le mezze verità possono attecchire solo su altre tifoserie ed alimentare il sentimento popolare antijuventino.