Farsopoli e la persistenza dei luoghi comuni: Fabrizio Bocca

stampaSperando che non si trasformi in un'ulteriore rubrica periodica sugli orrori che leggiamo pressoché quotidianamente sui nostri cari ed amati quotidiani nazionali, analizziamo un articolo che ha attratto la nostra attenzione. I luoghi comuni sono sempre gli stessi (mancano i termini “sim svizzere” e il connubio “Paparesta-spogliatoio”), ma il tono conciliante che vorrebbe effondere imparzialità non ci convince. E quindi, prendiamo ogni singolo periodo di un pezzo di ieri, autore Fabrizio Bocca, e lo smontiamo, sulla base, come al solito, della logica, della verità dei fatti, tralasciando i luoghi comuni.

Il titolo:La scomparsa di Scommessopoli e lo spinoso caso dello scudetto 2006 all’Inter”. Un accostamento per analogia? Per differenza? Pur sempre un accostamento, l’ennesimo, tra il calcio-scommesse e Calciopoli di 5 anni fa. Leggendo oltre capiremo…

L’incipit: “Si fa enorme fatica ormai a trovare aggiornamenti sullo scandalo scommesse meglio noto come Scommessopoli 2010. Quando è partito minacciava di trascinare nel baratro l’intero calcio – dalla serie A alla serie C – ma alla fine gli aggiornamenti giornalistici sono quasi spariti e l’attività giudiziaria molto ridotta rispetto ai primissimi giorni, quando nomi di grandi club e in qualche caso anche di grandi giocatori facevano mettere in dubbio addirittura la composizione dei campionati e la partenza stessa della prossima stagione”. In effetti, queste affermazioni trovano riscontro nei fatti degli ultimi giorni: scarcerazioni, indice forse di affidabilità di testimoni ed indagati; niente più parole su retrocessioni e penalizzazioni, ma il Procuratore Palazzi sta raccogliendo il materiale per portare avanti l’iter della giustizia sportiva; nessuna novità scottante riguardante la serie A ma, onestamente, non è che ne sentiamo la necessità.

L’opinione: “Resto in attesa degli sviluppi ma non ho capito comunque – più nel calcio e in tutto ciò che lo circonda, che nell’ambito della procura che invece penso faccia il suo lavoro e basta – se c’era in giro una reale e disinteressata voglia di pulizia – a chi tocca tocca e non si guarda in faccia a nessuno, questa dovrebbe essere la regola fondamentale, sempre - o piuttosto la voglia di regolare certi vecchi conti rimasti in sospeso nel calcio italiano da qualche anno a questa parte”. La pulizia si dovrebbe fare a partire da fatti, dimostrati dal lavoro degli inquirenti, confermati dall’attività delle Procure e, infine, se necessaria, arriverà la pulizia. Pulizia a tutti i costi per tutti? Per tutti chi? Infine, quali sarebbero i regolamenti di conti degli ultimi anni? Credo che l’unica società che dovrebbe avere il dente avvelenato sia la Juventus, l’unica davvero penalizzata da Calciopoli 2006. Ed avrebbe orchestrato pure il calcioscommesse? Magari come consulenza in Corso Galileo Ferraris si sono avvalsi di Big Luciano…

Il nodo al pettine: “Dico questo perché nel frattempo sta venendo al pettine la famosa questione dello scudetto 2006 tolto a tavolino alla Juventus e assegnato altrettanto a tavolino all’Inter”. Ah, ecco. Finito, per ora, il tormentone radiazione, finiti da tempo quelli del Paparesta rinchiuso, del De Santis chiamato, del Bergamo associato, del sorteggio truccato e giunti nel sopore della relativa calma estiva (nel cui oblio trasmigrano esclusivamente le telefonate dei signori Moratti, Facchetti, Meani, Carraro, Collina, Galliani…), voilà le papocchiò: in pratica, le precedenti affermazioni sul presunto clima di impunità di Scommessopoli erano da intendersi correlate allo scudetto di cartone assegnato all’Inter dal gentile Guido Rossi.

L’analisi: “A oltre un anno dall’esposto della Juve va verso la chiusura la relazione del procuratore federale Stefano Palazzi sulla base della quale poi il consiglio della Federcalcio prenderà la sua decisione – finalmente – con tre possibili esiti.
1) Confermare la situazione attuale e lasciare tutto com’è e cioè scudetto all’Inter (possibile);
2) Ri-togliere quello scudetto all’Inter e ri-darlo alla Juventus, come si chiede del resto nell’esposto bianconero (oggettivamente molto improbabile, visto che proprio pochi giorni fa sono stati definitivamente radiati gli alti dirigenti bianconeri);
3) Ri-togliere lo scudetto all’Inter e non assegnarlo come il precedente, lasciando quindi anche la casella 2005-2006 dell’albo d’oro vuota (è la decisione più probabile e più quotata)
”. Analisi, per certi versi, condivisibile. Anche noi, per motivi diversi, vorremmo che “finalmente” si arrivi ad una conclusione. Perché se in 15 giorni sono state ascoltate un centinaio di telefonate considerate manna da Procura Federale e media, e queste sono state sufficienti ad innescare la distruzione della più importante società calcistica italiana, in ulteriori 15 giorni avrebbero almeno dovuto ascoltare il centinaio di telefonate tirate fuori dal cilindro di Auricchio e Narducci, ma scovate poi invece dalla difesa di Luciano Moggi. Invece è passato un anno… La parziale obiettività dell’estratto di articolo preso in considerazione or ora, però, decade miseramente al punto 2 del giornalista Bocca: improbabile ridare lo scudetto alla Juve. Mi correggo: è vero, è improbabile, ma per volontà “più nel calcio e in tutto ciò che lo circonda, che nell’ambito della procura che invece penso faccia il suo lavoro e basta”. Ipse dixit. La radiazione conta nulla, dato che attualmente, a quanto pare, rappresenterebbe una necessaria propaggine del procedimento sportivo del 2006.

Spallucce 1: “Io non voglio qui ripercorrere l’intera vicenda cercando di tirarne fuori una conclusione logica, fredda e ragionata – come si dovrebbe del resto, ma nel calcio questa è un’utopia - tanto si è così incancrenita nel calcio italiano che è completamente inutile”. Manca la voglia di farlo. A noi no. La differenza dove sta? Nell’incancrenimento? Ah, beh, allora la potevano lasciare così com’era nel 2006. Invece processo e serie B. Accuse di doping? Processo solo ai ladri e merda mediatica, fino a sfociare nel caso Cannavaro (il video della flebo). Passaporti falsi? Qualcuno provi a chiedere ai propri amici, di qualsivoglia fede calcistica, se conoscono la pena comminata ai colpevoli. La reclusione, ragazzi. E i giornali? Muti, o quasi. Plusvalenze fittizie: chi ha scoperchiato il cancro dei bilanci fasulli? Nessuno. Perché? La voglia è il motore della Procura Federale? O dovrebbero esserlo i capi di imputazione, le indagini e i fatti accertati (non virtualmente, da una cornetta all’altra…).

Spallucce 2: “Calciopoli non avrà mai una soluzione condivisa e forse nemmeno del tutto giusta”. Mai sarà condivisa da tutti, siamo d’accordo. Nei panni di un tifoso avversario mi arrabbierei a sentire la mia squadra tirata in ballo. Nei panni di un tifoso bianconero, invece, non avrei mai voluto che una squadra avversaria tra le più forti venisse deliberatamente distrutta, consentendo alla mia compagine preferita di primeggiare indisturbata: non è facile dimenticare questa ulteriore onta. Tuttavia, spero che la soluzione più giusta arrivi: giusta nella piena osservanza delle leggi, equa affinché tutti siano giudicati allo stesso modo, corretta nel rispetto dei valori elementari dell’uomo. Calciopoli non ha seguito nessuno di questi principi: l’illecito strutturato era inesistente nel Codice di Giustizia Sportiva vigente; le altre squadre “non interessavano”, ma vennero pubblicate le intercettazioni sulla vita privata degli indagati, invece di considerare quelle prefiguranti illeciti.

Un po’ troppo generico, spero: “Personalmente, ad esempio, non ho mai condiviso e l’ho scritto tutte le volte che ho potuto, tutte le riduzioni di pena che molto pilatescamente e furbacchiamente vennero elargite a club e imputati vari (chiunque essi fossero) ben distanti da quella caldissima estate 2006”. Sta bene per quanto riguarda i troppi sconti. Ma per chi? Certo, noi condanniamo la totale mancanza di difesa da parte della nostra società, tuttavia, sconti di pena non ne ho visti per la Juve ed i suoi dirigenti. Che dopo cinque anni di inibizione si sono visti radiare per sempre, giusto o non giusto – tornando alla precedente distinzione - ma sicuramente non corretto; e nemmeno equo, dato che alcune proposte di radiazione sono state “patteggiate” in questi ultimi anni e sono finite con una stretta di mano. Per non parlare, e lo ripetiamo, di quante società sono state addirittura escluse dalle indagini, probabilmente a causa di una valutazione a dir poco approssimativa. E ci fermiamo a questa ipotesi.

Ritenta: “Ma non voglio nemmeno lavarmene le mani e dico che quello scudetto lo lascerei all’Inter anche se certi contatti, certe telefonate, certi abboccamenti – poi accertati nel successivo processo penale – facevano parte di un malcostume riprovevole che i radiati di Calciopoli avevano addirittura industrializzato, eretto a sistema di potere e di condizionamento”. Punto primo: che il titolo resti ai nerazzurri è un’opinione o un auspicio, e lo rispettiamo. Punto secondo: il nocciolo della questione. Per l’Inter è malcostume, per la Juve, invece, il malcostume è organizzato, per “condizionare”. Condizionare chi? I designatori? Ma se non sbaglio ci parlavano tutti, tutti facevano cene e scambiavano regali. Gli arbitri? Non ci sono telefonate tra Moggi/Giraudo e i direttori di gara, mentre tra i dirigenti delle milanesi e i vari Collina, De Santis o Nucini (con annessa promessa di posto di lavoro) sì. Condizionare la Federazione? Di quel Carraro che “non fate errori per la Juve, per carità”? Condizionare i campionati senza alterare le singole partite? Non lo so, l’atteggiamento furbesco, il fare borioso e i modi discutibili di Moggi erano così pronunciati da aleggiare, come un fantasma, nelle menti di tutti i tesserati? Oppure la teoria delle SIM svizzere è esatta? Ma allora perché non si indagò a fondo, dato che si poteva, in quella direzione? Anzi, si fece un prolungamento di indagine, da cui però non emerse nulla. E tutte le incongruenze della tesi che prevedeva il regalo di schede estere ad arbitri e designatori si sarebbero davvero svelate, ma così resta tutto fumoso. Molti numeri in origine erano stati attribuiti ad arbitri, poi scagionati: di chi erano quelle schede, allora? Altri uomini vicini a Moggi? Ai vertici federali? Nessuno lo potrà mai dire. Altri poteri ben più forti esistevano allora ed esistono tutt’oggi, nel mondo del calcio, come si fa a negarlo, dal momento che alcuni di questi uomini con forti interessi nel mondo del pallone sono stati elogiati addirittura dai vertici del CONI? Di significato ben diverso il ringraziamento del Capo assoluto del calcio mondiale a Montezemolo, invece…

Climax: “Le telefonate dell’Inter ai designatori furono sicuramente quantomeno imbarazzanti, se ne fossimo stati a conoscenza nell’estate del 2006 probabilmente lo scudetto all’Inter non sarebbe finito, ma io l’equazione “tutti colpevoli nessun colpevole” oppure Moggi=Facchetti, che un paio di anni di processo di Napoli ci hanno martellato nelle orecchie, non la condivido”. Iniziamo a levarlo, allora (dunque prima era una speranza, non un’opinione basata su dati di fatto…)! Caro Bocca, noi non parliamo di “tutti colpevoli nessun colpevole”, ma di rivedere le sentenze, di rifare tutto per stabilire la verità fattuale. Poi il maltolto non ce lo ridarà indietro nessuno, state tranquilli. Nessuno ha la macchina del tempo, ormai molti di quei giocatori hanno finito la carriera, nessuno ce li darà più, nessuno ha la bacchetta magica per restituire i danni dovuti alla perdita di sponsor, premi UEFA, titoli nazionali, ecc… Ma quei due scudetti, eccome se li rivogliamo!

Apoteosi: “Lo scudetto all’Inter fu assegnato, diversamente dal precedente, perché in quel momento c’era bisogno di una classifica “accertata” e perché l’Uefa minacciava serie conseguenza sull’intero calcio italiano. In quel momento – si era alla fine del luglio 2006 – non fu una decisione giusta o sbagliata, ma semplicemente necessaria e dovuta”. In questi giorni si parla tanto della prima retrocessione della storia per il River Plate. Titoli che, con sincero rammarico, salutano il tramonto di una grande del calcio mondiale. In Italia, ci si dimenticò troppo in fretta dell’importanza di un club come la Juve, sbattuto senza motivazioni consistenti in serie B, rischiando di cancellarla per sempre. E la FIGC oggi arranca, l’Italia ha perso appeal in Europa… chissà perché! Quello che non torna è quella necessità di dare uno scudetto alla terza classificata del campionato italiano; la classifica della stagione 2005-2006 recitava: Juventus, Milan, Inter. E quel campionato non era nemmeno sotto indagine! Ma se anche non si volesse fare i pignoli, dando semplicemente a Cesare quel che è di Cesare, il capoverso 20 del parere consultivo della commissione composta dai tre saggi, che nel 2006 fornirono una risposta al commissario straordinario Guido Rossi, ci viene incontro: Tuttavia, nell’ipotesi da ultimo indicata, la FIGC ha certamente il potere discrezionale di deliberare la non assegnazione del titolo di campione d’Italia alla squadra divenuta prima in classifica a seguito della penalizzazione della squadra o delle squadre che la precedevano se, alla luce di criteri di ragionevolezza e di etica sportiva (ad es. quando ci si renda conto, ancorché senza prove certe, che le irregolarità sono state di numero e portata tali da falsare l’intero campionato, ovvero che anche squadre non sanzionate hanno tenuto comportamenti poco limpidi), le circostanze relative al caso di specie rendono opportuna tale non assegnazione. In questo caso, la squadra prima classificata sarebbe bensì vincitrice del campionato e dunque pienamente legittimata a partecipare alla Champions League in qualità di winner of the top domestic league championship ai sensi dell’art. 1.02 delle Regulations of the UEFA Champions League ma non le verrebbe assegnato il titolo di campione d’Italia. Anche in questa ipotesi, come in quella già indicata sopra al punto 18, il titolo di campione d’Italia resterebbe dunque vacante. Parla chiaro.

Interismi: “Sinceramente togliere all’Inter uno scudetto vinto a tavolino, non credo sia molto complicato e non credo nemmeno che ci voglia un coraggio da leoni. Si può fare anche abbastanza agilmente. Penso che nemmeno gli interisti siano così legati a quel titolo, persino il figlio di Facchetti disse che quello scudetto si poteva restituire. Tranne Moratti, invece, che lo considera invece un segno di diversità tra due mondi opposti che ormai si fronteggiano”. Due mondi inteso come la storia del calcio vs il presente postcalciopoli oppure ladri vs onesti? Perché la seconda, che la si attribuisca a Moratti o ad un semplice tifoso, ha francamente rotto! E le telefonate, accertate nel procedimento penale, hanno appiattito il mondo del calcio in generale. Che la giustizia faccia il suo corso e valuti serenamente cosa fare di quel cartone: basterebbe sapere dove è nato per capire dove dovrebbe andare a finire!

Possibilista?: “E’ possibile (anzi secondo me a questo punto anche molto probabile), che quello scudetto all’Inter sia tolto più per opportunismo che per convinzione, perché così ti tieni buoni un po’ tutti quanti, perché è la logica del colpo al cerchio e del colpo alla botte. Ieri ho radiato definitivamente dal calcio i grandi colpevoli della Juventus oggi posso ritogliere quello scudetto all’Inter”. Punti di vista…

Epilogo: “La logica dei blocchi contrapposti, quello della Juventus e quello dell’Inter, ha prodotto quasi una faida, una specie di subcultura che sta letteralmente uccidendo il nostro calcio. A tutti i livelli. Me ne sono reso conto in tre anni a diretto contatto con questa velenosa e inquinante contrapposizione di partiti e schieramenti o chiamateli come volete. Speriamo che almeno la decisione – qualunque sia – metta un punto fermo a questa storia e si possa ricominciare da capo. Ma sinceramente dubito molto…”. Chi ha voluto la faida? Da dove è partita? Resta il fatto che si può convivere in una società giusta con ladri e onesti, purché si appuri con certezza chi sono gli uni e chi gli altri.