Inter, Arbitri e Gazzetta, non così!

Ricordate come titolava a nove colonne la Gazzetta dopo Bologna-Juventus del 19 dicembre 2006 ed il gol, definito fantasma, di Zalayeta? Il titolo era questo: "Juve, non così". I tifosi della Juventus quel titolo lo ricordano bene, perchè fu l'ennesimo di una gogna mediatica contro la squadra bianconera iniziata nell'estate 2006. Molti tifosi si chiesero se la Gazzetta avrebbe fatto lo stesso titolo nel caso che a benficiare del dubbio fosse stata l'Inter. Oggi possiamo dirlo: Verdelli non lo avrebbemai fatto!
Il destino è stato cinico e baro con l'interista Verdelli e ha voluto che ieri fosse l'Inter a vincere una partita con un gol molto ma molto più "fantasma" di quello realizzato da Zalayeta al Bologna. Il titolo della Gazzetta di oggi è stato: "L'Inter ringrazia". Notate qualche differenza con il trattamento riservato alla Juve? L'obiettività che alcuni ancora riconoscono al quotidiano rosa può essere messa in dubbio dopo questa evidente differenza di trattamento, nei titoli, per episodi analoghi?
Senza aspettare movioloni e supermoviole diamo ora una prova tecnica del fatto che il gol del 2-1 concesso all'Inter non esisteva, come era apparso ad una prima visione senza moviole, un errore di presunzione (ha presunto che fosse gol) di un assistente dell'arbitro, oltretutto mal posizionato, al quale l'arbitro ha dato fiducia.

 





 

Ricordiamo che il gol deve essere assegnato quando anche l'ultimo centimetro della circonferenza del pallone ha oltrepassato completamente la parte interna della linea bianca della porta.
Abbiamo inserito un piano (un'ipotetica lastra in colore celeste) allineato alla parte interna di pali, traversa e linea bianca di porta; abbiamo, poi, tracciato due assi ortogonali su questo piano, nel punto esatto in cui si trova il pallone; già si vede ad occhio che più di metà del pallone è fuori dal piano messo in linea con pali e parte interna della linea bianca; abbiamo, inoltre, aggiunto un asse parallelo alla superficie della porta e tangente al'ultimo punto del pallone in direzione del campo: è ben visibile di quanto il pallone è ancora in campo e non in porta. Il pallone non ha oltrepasato completamente la linea di porta. Non si può parlare di gol fantasma, si deve parlare e scrivere di gol inesistente.
Ieri sera, durante le intervista post-partita, Zenga, pur restando un "cuore nerazzurro" e blandito dallo studio (Mediaset Premium) dall'amico Riccardo Ferri, dopo l'ennesimo replay che non sanciva con certezza se quella era una rete valida, non ha potuto esimersi dal chieder: "Se noi con la moviola ancora non siamo ancora in grado di decidere se è gol, come ha potuto decidere per il sì il guradalinee che non era ben posizionato?". Giusto!
Stefano Agresti, sul Corriere dello Sport di oggi, firma un editoriale dal titolo "Nell'incertezza non si dà il gol":
"... non appena si torna in campo l’arbitro Damato (an­zi, il guardalinee D’Agostini) concede all’Inter un gol fantasma, su una pal­la toccata di testa da Terlizzi, sbattu­ta contro il palo e poi bloccata dal por­tiere dei siciliani. Le immagini non chiariscono se sia gol o meno: la dina­mica dell’azione dà la sensazione che la palla non sia entrata, qualche fer­mo immagine trasmette l’impressio­ne opposta. Al replay numero duecen­to, nessuno può dire senza dubbi se quel pallone abbia superato intera­mente la linea di porta. Non esiste certezza, dunque, né in un senso né nell’altro. E proprio qui nascono i dubbi e le polemiche. Proprio qui na­sce il caso: com’è possibile che al guardalinee venga in mente di conce­dere un gol di cui nessuno è sicuro, nemmeno dopo ralenty da ogni ango­latura? Per prendere una decisione tanto importante, in un momento co­sì delicato della partita, non avrebbe dovuto essere assolutamente certo del gol? Attenzione, perché è decisiva la valutazione della posizione del guardalinee nel momento in cui il por­tiere blocca la palla: non si trova sul­la linea di fondo, dove al limite avreb­be anche potuto avere una visione pri­vilegiata dell’azione, ma diversi me­tri all’interno del campo. Come una normale moviola, insomma. E se non ne bastano tante, di moviole, per fare chiarezza, può il guardalinee essere tanto sicuro della sua decisione?
Gli arbitri, insomma, cominciano male, perché cominciano lasciando brutte sensazioni."


Ora facciamo un passo indietro, al 20 dicembre 2006, il giorno dopo quel Bologna-Juventus caratterizzata dal gol di Zalayeta e vediamo come titolavano i principali quotidiani:
LA GAZZETTA DELLO SPORT: "Juve, non così", sottolineando, "i bianconeri vincono a Bologna con un gol irregolare di Zalayeta".
CORRIERE DELLO SPORT: "Scandalo a Bologna: rigore negato ai rossobù, gol fantasma con fallo di mano per la Juve".
TUTTOSPORT: "Angeli, è per voi: un gol fantasma per battere il Bologna e onorare Ale e Ricky".
LA STAMPA: "Juve al veleno: vince con un gol contestato di Zalayeta".
LA REPUBBLICA: "La Juve va, ma con un gol fantasma: a Bologna rete dubbia di Zalayeta. Cobolli: Mi dispiace..."

Oggi avete letto titoli simili per un episodio, in tutto e per tutto, uguale e decisivo?
E siamo già al secondo "aiutino" arbitrale all'Inter in sole due giornate di campionato. Dopo il gol con preventivo stop di braccio di Ibrahimovic a Genova, che non visto ha fruttato un punto, ecco il gol inesistente contro il Catania ... e sono altri due punti in più in classifica.
Oggi l'Inter dovrebbe avere un solo punto in classifica, come la Roma.
Questi errori delle terne arbitrali, questi "aiutini", rischiano di scavare un solco in classifica tra l'Inter e le altre squadre in competizione con i nerazzurri, rischiano di demotivare i concorrenti, aiutano a dare tranquillità ad una compagine che, l'abbiamo visto anche ieri, è soggetta a soffrire di "nervosismo".
Abbiamo rivisto l'arbitro assediato dopo una decisione, Tedesco a terra colpito da calcetti, Maicon fare una sceneggiata da ossesso per un fallo fischiato in attacco e poi insultare Paolucci ripetendo per ben tre volte "Alzati merda". Una squadra nervosa che, se non vince, o se non viene aiutata a farlo, rischia di sclerare.