Bilancio Lecce 2010/11: l’importanza della Serie A e della TV

bilancio

L’Unione Sportiva Lecce Spa è una società che opera sotto la direzione e il coordinamento della società “R.& G. SEMERARO S.P.A.”, che si occupa di costruzione, compravendita e gestione di immobili di proprietà. Il bilancio relativo all’esercizio 2010/11 si è chiuso con una perdita di € 747.825.
Disputare il campionato di Serie A, nella stagione 2010/11, è stato importante, perché il Lecce ha aumentato i ricavi ha ridotto enormemente la perdita netta d’esercizio, evidenziando un risultato, prima delle imposte, positivo.
Il totale dell’attivo, pari a € 33.576.897, è aumentato del 6%. Il 42% delle attività è composto da immobilizzazioni immateriali, mentre i mezzi propri (ossia il Patrimonio Netto) finanziano solo il 6% dell’attivo. In linea teorica tale indicatore potrebbe essere un sintomo di sottocapitalizzazione, ossia quella situazione che si verifica quando un'azienda risulta fortemente finanziata con capitale di terzi e quindi possiede una scarsa autonomia finanziaria. In effetti, il 41% del valore dell’attivo è finanziato dai debiti verso le banche, pari a € 13.753.853. Tuttavia il regolamento sul Fair Play Finanziario richiede l’esposizione di un Patrimonio Netto positivo, come nel caso del Lecce.
In data 04/05/2011, per garantire la continuità aziendale e l’efficienza operativa dell’attività sociale, l’Assemblea straordinaria dei soci aveva deliberato l’azzeramento del capitale sociale di 6 milioni di euro per copertura delle perdite e la ricostituzione a pagamento di un capitale sociale di 450 mila euro e della riserva coperture perdite per euro 2.400.214.
I debiti verso calciatori ammontano a € 2.319.500 e quelli verso altri dipendenti a € 172.548. Essi rappresentano l’11% del costo del personale, che è un indicatore di puntualità nei pagamenti. Tuttavia l’importo del debito verso l’Erario per ritenute sui dipendenti è di € 1.798.112, segnale che più mensilità sono state pagate nel mese di giugno 2011. Al 30/06/2011 risulta che il Lecce ha un debito per Irap di € 912.465.
I debiti verso enti settore specifico ammontano a 7,3 milioni, quelli per compartecipazione a 350 mila euro.
Il tempo medio di estinzione dei debiti verso fornitori, pari a circa 3 milioni, è di 123 giorni.
I diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori ammontano a € 9.583.723 e rappresentano il 29% dell’attivo. Il passaggio dalla “B” alla “A” ha comportato un incremento del 33%. L’acquisto con l’importo maggiore è stato quello di Piatti per € 2.360.000, seguito da Brivio e Jeda per 1,5 milioni. Sul fronte delle cessioni bisogna evidenziare quella di Antonio Rosati per 3 milioni. Il calciatore che al 30/06/2011 ha il valore contabile residuo maggiore è Daniele Cacia per 2,4 milioni, essendo stato acquistato per 6 milioni e ammortizzato per 3,6 milioni.
Tra le immobilizzazioni finanziarie, figura una partecipazione al 30% nella società collegata “Lecce Calcio Merchandising S.r.l.”, che è esposta in bilancio per € 86.605, per un valore superiore alla quota proporzionale del patrimonio netto della collegata. Tale società ha registrato una perdita al 30/06/2010 di € 13.237.
Il Lecce vanta crediti per 15,5 milioni, in calo di 1,3 milioni, rispetto al 2009/10. La maggior parte riguarda crediti verso Enti settore specifico per € 10.769.418, che risultano in diminuzione dell’11%.
Il valore delle compartecipazioni è esposto tra le attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni ed è pari a € 3.200.500. La compartecipazione col Genoa di Andrea Esposito è di 2,8 milioni.
Le disponibilità liquide, al 30/06/2011, espongono una cifra bassa pari a 5.626 euro.
L’indebitamento finanziario.
L’indebitamento finanziario di 13,7 milioni riguarda per 9,3 milioni esposizioni bancarie ordinarie, per 2,4 milioni il finanziamento concesso dall’Istituto per il Credito Sportivo e per 2 milioni gli anticipi sul saldo attivo da campagna trasferimenti 2011/12
L’indebitamento finanziario netto, ai fini del Fair Play Finanziario, tiene conto anche del saldo tra crediti e debiti da calciomercato e nel caso del Lecce è conforme al regolamento essendo molto al di sotto dei ricavi.
I ricavi.
Il valore della produzione, pari a € 38.194.712, risulta aumentato in misura consistente del 157% rispetto al 2009/10, a causa della partecipazione al campionato di serie A, che ha permesso di incassare 24 milioni di euro per cessione diritti televisivi, che hanno fatto la differenza rispetto all’esercizio precedente. Trattasi di cifre record per gli ultimi cinque anni, sia per i ricavi in generale che per i ricavi da diritti televisivi.
I ricavi da gare sono aumentati da 1,5 a 2,9 milioni. Il prezzo medio del biglietto è stato di 14 euro, in aumento del 50% rispetto al 2009/10. I ricavi da sponsorizzazioni sono aumentati da 690 mila euro a 1,9 milioni, di cui € 465.000 per sponsor tecnico “Asics Italia S.p.A.”. Anche i ricavi pubblicitari risultano aumentati a 1,1 milioni da 223 mila euro. Le plusvalenze sono state pari a 4,5 milioni e risultano in calo di circa 1,5 milioni rispetto al 2009/10. La plusvalenza maggiore è stata realizzata con la cessione di Rosati al Napoli ed è stata pari a € 2.992.267.
Il valore della produzione comprende anche la voce incrementi di immobilizzazioni per capitalizzazione costi vivaio, pari a € 2.057.689, mentre nel 2009/10 era pari a € 1.737.239; tale voce rappresenta lo storno dei costi sostenuti per il vivaio.
I costi.
I costi della produzione, pur essendo aumentati del 52%, in misura meno che proporzionale all’aumento dei ricavi, risultano nettamente superiori al valore della produzione, essendo pari a € 40.276.041. Il costo del personale, pari a € 21.822.020, è aumentato del 50% e rappresenta il 54% dei costi della produzione. L’incidenza sul valore della produzione è del 57%. Bisogna evidenziare che nel 2009/10 il costo del personale incideva per ben il 98% sul valore della produzione, a causa dei minori ricavi del campionato di serie B.
L’ammortamento dei diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori ammonta a 4,9 milioni e risulta in aumento di 1,7 milioni.
Il costo di gestione del personale in rapporto al valore della produzione è pari al 64%, segnale di una gestione economica sostanzialmente equilibrata, tenuto conto di un limite massimo del 70%, come soglia indicatrice della gestione “equilibrata”.
I costi per servizi passano da 4 a 7,8 milioni e includono costi specifici tecnici per € 2.617.273, che riguardano consulenze tecnico-sportive.
Gli oneri diversi di gestione, pari a 1,9 milioni, comprendono € 610.000 per costi di acquisizione temporanea calciatori.
La gestione finanziaria è positiva per 2,2 milioni, a causa di proventi da compartecipazione ex art. 102 NOIF per € 2.558.000, mentre gli interessi passivi bancari ammontano a € 363.670.
La gestione straordinaria è positiva per 65 mila euro.
Il risultato prima delle imposte è positivo per € 180.622, mentre nel 2009/10 era negativo per € 13.025.294.
Le imposte sul reddito ammontano a € 928.447, mentre nell’esercizio precedente ammontavano a € 5.207.
La continuità aziendale.
La società di revisione “Deloitte & Touche S.p.A.”, nella sua relazione, ha rilevato che dal budget per l’esercizio 2012 emerge, anche senza plusvalenze, un “equilibrio economico tale da garantire la continuità aziendale”, grazie alla riduzione del costo del personale e degli ammortamenti dei diritti alle prestazioni dei calciatori.
Quindi, per il 2011/12, il Lecce ha preferito ridimensionarsi, agendo sul costo del personale, ma, dal confronto dei dati di bilancio 2010/11-2009/10, sembrerebbe che la permanenza in serie A resti condizione “vitale” per una società come il Lecce.