I quindici giorni che illustrano il calcio italiano

AbeteLa pausa del campionato per gli impegni della Nazionale dà il via alla quindici giorni che rende la lunga vigilia di Juventus-Napoli un'immensa discarica a cielo aperto nella quale riversare per due settimane tutto il peggio del peggio di ciò che siamo diventati, di ciò che rende il calcio italiano quella gigantesca fogna sempre più lontana (e meno appetibile economicamente) dai requisiti minimi del calcio europeo civilizzato e, d'altro canto, sempre più inserita nel contesto sociopolitico di questo paesello di periferia che è l'Italia.

Il primo pensiero è per l'arbitro, che dopo il furto della Juve di Pechino (falso, ma non è importante) deve essere al di sopra di ogni sospetto, meglio se estero, qualcuno avrebbe detto, in passato, "messo in forma": balle. Si chiede semplicemente, tra le righe, che restituisca ai presunti danneggiati il presunto maltolto cinese. Mazzarri ci ricorda quanto abbiano fatto bene a non presenziare alla cerimonia di premiazione, quella del presunto furto. E la notizia ci sarebbe: dopo due mesi e fischia, ancora non è rinsavito. Ma vabbè, sapete solo rubare, si sa.
Poi inizia il ritiro della Nazionale, con il nutrito gruppetto juventino che si allena a parte per i primi due giorni, e parte il circo. Telefonata di De Laurentiis ad Abete per chiedere spiegazioni, quello che finge di incazzarsi però rassicura: non ci saranno favoritismi per gli juventini. Certo, serviva la bolla papale di Abete.
Nel frattempo Palazzi guarda l'agenda dove deve essersi segnato la data dei deferimenti par condicio, quelli per Conte e De Laurentiis a braccetto per non dire che si fanno discriminazioni, pari e patta a 10 giorni dalla partita: lui sulla bolletta aveva messo ics e con tre mesi di anticipo. I deferimenti per il filone di Napoli, invece, no, quelli dopo la partita. Palazzi, in nome della sacra giustizia, non è mica uno che vuole esasperare gli animi al momento sbagliato. Chirurgico.

Poi si gioca, e qui ci si può sbizzarrire: Pirlo esce a dieci dalla fine e non era mai successo prima. Ecco qua, siamo alle solite. Hai visto che il DeLa mica vedeva i fantasmi? Vidal espulso così torna a Torino ad allenarsi, e te pareva: l'ha fatto apposta, sempre i soliti. Pure Pandev ritorna a casa, ma vabbè solo per aver preso un giallo da diffidato: gli insulti in macedone, si sa, ormai li conoscono in tutto il mondo. Buffon forse non gioca la seconda, infortunato. Si, infortunato: ma chi ci crede? Ma guarda un po', proprio prima di Juve-Napoli, che coincidenza... e chi dovrebbe giocare e stancarsi in porta nel ruolo più a rischio di tutti? De Sanctis, from SSC Napoli. E allora ditelo che è un complotto. E Maggio? 'Sto bambino appena nato sarà vero? E chi si fida? E Vucinic? Che vergogna, quattro minuti appena.. e allora ditelo che il complotto è mondiale. Mo magari salta fuori che aveva il cagotto. Mentre Cavani, che non doveva giocare ma perché il turnover in Uruguay è previsto dalla Costituzione, alla fine entra dopo mezz'ora ai tremila metri di La Paz. E l'aria rarefatta gli fa perdere la trebisonda tanto che per ritrovare la via di Napoli gli tocca fare un tour aeroportuale mica da ridere. Complotto aeronautico.

Fine pausa Nazionali, breve intervallo. Titolo di Tuttosport del giovedì mattina: "Non sbagliate l'arbitro". Così, per gradire.
Buffon e Vucinic non convocati, infortunio e cagotto erano veri allora... o è tutta una manfrina per non far vedere che avevano brigato? 'Sti juventini a chi pensano di fa' fessi?

Ma nel frattempo, mentre l'attenzione era rivolta altrove, da Napoli era partita una telefonata. Prefisso zerosei, Procura Federale.
- Pronto, è la Procura?
- Si, sono Filippo, chi parla?
- Qui è Napoli, mi passa il principale per piacere?
- Va bene, attenda un attimo... Stefanoooooo... dice che è Napoli. E daccelo il numero di cellulare a mammà.
....
- Pronto mammà.
- Ma che mammà e mammà. Faccia il serio. Senta, la chiamo per segnalarle il tunnel. O' tunnèl. I nostri informatori ci dicono che quel fetente di Conte, scava scava, dallo scaibocchese arriva nientemeno che agli spogliatoi. Va, si incazza, quelli ritornano in campo e ci fanno il mazzo. Avete mai controllato?
- No veramente no, paisà. Comunque non si preoccupi, mando subito i miei uomini più fidati. Grazie della segnalazione.
- E' sempre un piacere parlare con lei, paisà. Allora ci conto. Saluti Filippo.

Quelli vanno, di buon mattino. Avevano programmato la gita fuori porta e invece tocca andare a ispezionare lo Stadium alla ricerca di botole segrete e anfratti nascosti. Niente di niente, ma di sicuro a 'sti juventini sarà arrivata la soffiata e avranno chiuso tutto alla veloce. Ai posteri stabilire se il Nobel per la Letteratura vada a chi ha telefonato o a chi ha mandato veramente gente a ispezionare. Io sarei per l'ex aequo, che nessuno si offenda.

La parte comica finisce qui. Come sempre il meglio sta tutto nell'attesa, i quindici giorni del villaggio. Poi arriva la partita e a parte la solita vittoria della Juve tutto il resto non fa nemmeno più ridere. Tesserati del Napoli che vengono alle mani con gli steward, tifosi napoletani che devastano il settore ospiti e lanciano di tutto (urina compresa) verso le tribune, juventini che, per non sentirsi più intelligenti, invocano la lava purificatrice. Stavolta nessun presunto invalido malmenato, però la chicca finale arriva lo stesso: un reggimicrofono con contratto per il servizio pubblico segue la moda dell'"annamo in mezzo a la ggente", tanto in voga di questi tempi, e riesce a fare peggio di tutti gli attori scesi in scena nei quindici giorni precedenti. Inutile stare a stigmatizzare quello che in tanti hanno potuto vedere e sentire.
Il fatto è che è un finale che calza proprio a pennello, dopo tutto quello che abbiamo sommariamente riassunto.

Questi siamo oggi, questi sono oggi il palcoscenico, gli attori e la trama del calcio italiano. Qualcuno può veramente meravigliarsi se in giro per l'Europa prendiamo solo pernacchie? Giornalisti, tv, tifosi, dirigenti, istituzioni: non c'è nulla che stoni in questo quadro d'insieme a tinte fosche. Un movimento è l'insieme di tante parti, e ognuna di queste ha dato ampia dimostrazione, in questo lunghissimo Juve-Napoli che è stato fedele spaccato dello stato dell'arte, del perché oggi il calcio in Italia sia questa porcheria.
A dir la verità una voce fuori dal coro c'è: c'è una società che si è tenuta in disparte da questo teatrino, che è da due anni leader tecnica ed economica e questo sistema prova a cambiarlo dall'interno, ma per tutta risposta riceve solo odio, accanimenti mediatico giudiziari, ostacoli di ogni tipo. Ma noi siamo notoriamente e fieramente di parte e quindi non facciamo testo. Sicuramente gli esempi da seguire saranno altri. Non riusciamo a vederli, perché siamo accecati dal tifo, ma sicuramente ci saranno.