Riforma della Giustizia Sportiva: le nostre proposte

PalazziNei pezzi correlati indicati in appendice già in passato abbiamo dato indicazioni su ciò che non va attualmente nella Giustizia Sportiva e su cosa andrebbe fatto per migliorare la situazione; qui proviamo a richiamare quanto detto in una sintesi di più pronta consultazione:

1. La garanzia del sistema - Occorre che vi sia una netta separazione tra Federazioni e organi di giustizia sportiva, nel senso che le Federazioni non debbono avere alcuna voce in capitolo nella selezione e nella nomina di procuratori federali e giudicanti. Tali compiti andrebbero affidati ad un organo di garanzia, una sorta di CSM sportivo, con nomina dei suoi componenti da parte del Ministro competente in materia di sport. E' l'unico modo per garantire l'indipendenza dalle Federazioni dei procuratori federali e dei giudicanti.

2. Separazione dei poteri tra procuratori e giudicanti - I primi non debbono avere poteri decisori, quali l'archiviazione e il deferimento, ma esclusivi poteri di iniziativa disciplinare che si esercitino con richieste al giudicante. Va quindi istituito un organo giudicante, simile al GIP del processo penale, per la valutazione dell'operato del procuratore federale al termine della fase delle indagini. Allo stesso giudicante va riconosciuto il potere di impulso o di sostituzione del procuratore federale, quando questi rimane inerte di fronte ad un fatto di rilievo disciplinare.

3. Il contraddittorio - Il confronto con la difesa va garantito sia al termine delle indagini di fronte al gip sportivo per decidere il deferimento o meno degli incolpati, sia in fase di dibattimento davanti ai collegi giudicanti, assicurando in questa fase la parità tra difesa e accusa nell'esame di incolpati e testimoni e nella formazione della prova in genere.

4. Il regime della prova - Rigida osservanza dei principi costituzionali e del processo penale sulla valutazione della prova, primi tra tutti quello sull'onere della prova, della presunzione di non colpevolezza e del "ragionevole dubbio", quando si tratti di responsabilità individuale. In tema di responsabilità oggettiva, questa può sopravvivere riguardo a responsabilità societarie, temperandone gli effetti con meccanismi quali l'inversione dell'onere della prova circa l'impossibilità per la società di impedire l'evento di rilievo disciplinare. Altrettanto può dirsi in tema di responsabilità societarie per fatto di propri tesserati, ammettendosi prova contraria a discolpa.

5. La riservatezza - I giudicanti dovrebbero ritirarsi immediatamente, al termine del dibattimento, in camera di consiglio ed uscirne solo per la lettura del dispositivo della sentenza. Non c'è altro sistema per stroncare interferenze in entrata e in uscita tra l'ambiente esterno e l'organo giudicante. La giustizia sportiva ne guadagnerebbe anche in credibilità e prestigio, ponendo fine anche al triste fenomeno delle cronache in diretta della camera di consiglio e degli scoop a buon mercato.

6. L'esecuzione delle sentenze - Le squalifiche e le penalizzazioni debbono essere eseguite solo a sentenza definitiva e non dopo la sentenza di primo o secondo grado, salvo esigenze cautelari gravi che in via eccezionale legittimino l'anticipazione degli effetti. In altri termini, va evitato che possa darsi l'esecuzione di una squalifica che irreparabilmente possa essere poi sconfessata nei gradi successivi di giudizio. Questo incivile sistema contiene in sé anche il pericolo che nei gradi successivi si preferisca adottare una sentenza "politica" di conferma delle condanne per evitare di riconoscere situazioni di danno irreparabile.

7. In un progetto di riforma radicale del sistema, basato su autonomia e indipendenza a differenza che nell'attuale, gli organigrammi della giustizia sportiva vanno azzerati per evitare che, nel nuovo regime, si traghettino i precedenti legami tra organi di giustizia e federazioni.

Per chi avrà la pazienza di leggere gli articoli precedenti qua sotto richiamati non sarà difficile realizzare come i due slogan che si oppongono a qualsiasi vero cambiamento, la peculiarità della giustizia sportiva e la sua necessaria rapidità, altro non sono che foglie di fico di un sistema di potere somigliante ad una monarchia assoluta.

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