Collina vs Bertini, ovvero: come la giri Calciopoli è sempre Farsopoli

BertiniCalciopoli: è un anno che ci ragioniamo sopra. Calciopoli: è un anno che dimostriamo. Calciopoli: è un anno che, come la giriamo, la convertiamo irreparabilmente ed inevitabilmente in Farsopoli.
Detto delle classifiche che magicamente si autoalterano a costituire un fantomatico (e fantascientifico) illecito sportivo, detto degli ineliminabili tasselli strumentali (art.1) di sandulliana formulazione che in un’inammissibile somma mutano in art.6, detto di arbitrati che dichiarano ingiudicabili soggetti dichiarati giudicabili da altri gradi della stessa giustizia sportiva, detto di partite truccate che non esistono, detto di arbitri “juventini” che non esistono, detto…detto…
Oggi vogliamo soffermarci su un aspetto clamoroso quanto quelli sopra elencati, ma forse troppo poco preso in considerazione: la nomina di Collina a designatore arbitrale, effettuata per «riportare credibilità al calcio italiano», motivazione che, per ora, non commentiamo.
Bene, facciamo un passo indietro.
Torniamo ad aprile 2007, precisamente al 12 di quel mese: nello sdegno generale esce fuori, nell’ambito del documento di chiusura indagini della Procura di Napoli la sconvolgente (invero più che altro, sconcertante) storia delle schede svizzere: sembrerebbe, anzi sarebbe possibile «con ragionevole grado di certezza» che alcuni arbitri abbiano ricevuto delle schede svizzere dal malefico Moggi e con queste ordito complotti a danno del campionato. Per chi ha poca dimestichezza con le formule probabilistiche evidenziamo che un asserto come quello di cui sopra vuol dire tutto e vuol dire niente. Tradotto in soldoni vuol dire “forse”.
Sono diversi gli arbitri che “con ragionevole grado di certezza” parlavano con Moggi, ma noi ne prenderemo uno simbolico: Bertini e vedremo poi il perché di questa scelta. Quindi Bertini “forse” parlava con Moggi. Teniamo a mente questa affermazione.

Ma prima facciamo un flashback nelle trasmissioni sportive e negli articoli di giornale che hanno comunicato questa sconvolgente notizia.
Lo sdegno assurge a vertici mai visti e si rivive, con massimo godimento dei vampireschi pseudo giornalisti di regime, il clima di esaltazione collettiva che già caratterizzò il periodo caldo di Calciopoli. I pochi opinionisti juventini ridotti all’angolo e zittiti con metodi ben poco democratici provano timidamente a far notare che il contatto è in “forse” e che i contenuti non sono noti….Macchè, con gli occhi iniettati di sangue i puristi del calciopulito ribadiscono che “non scherziamo, è il semplice contatto arbitro – dirigente che va severamente punito e non tollerato in nessun modo, che c’entra il contenuto?!”. Teniamo a mente quest’affermazione.
Ma non sono solo gli opinionisti ad essere sdegnati. Lo sono anche gli organi della giustizia sportiva e lo sono tanto che sospendono quegli arbitri che FORSE hanno parlato con Moggi.
C’è di più: è il momento dell’assalto della schiera milanista che finalmente trova il coraggio di emulare gli “accattoneschi” cuginastri d’altra sponda milanese e richiedono a voce sguaiata lo scudetto 2005. Già, perché uno di quegli arbitri è Bertini ed è quello di Juventus-Milan (terminata 0-0) del dicembre 2004.
Questo il loro ragionamento: "se Bertini si sentiva (per loro il “forse” sparisce) con Moggi prima di quella partita, non ci interessa sapere il contenuto della telefonata: è il semplice contatto che sancisce l’irregolarità del comportamento dell’arbitro, il semplice contatto”.

Esaminato il flashback di aprile, facciamo un ulteriore salto indietro e torniamo all’estate 2006.
Marasma di intercettazioni; ce n’è una che non passa in sordina, ma viene fatta passare un po nell’ombra; se ne discute, ma con toni meno accesi, quasi si stesse tirando in ballo un intoccabile, un semidio: c’è di mezzo niente meno che il “migliorarbitrodelmondo” Collina.
C’è Collina che parla con il dirigente del Milan Meani che, nel fare da tramite per Galliani, concorda con mister “migliorarbitrodelmondo” un incontro nel suo ristorante di Lodi.
Collina non viene sottoposto a giudizio per quella telefonata per un semplice e poco nobile motivo: non è più tesserato FIGC e la cosa passa bellamente nel dimenticatoio.

Ed eccoci al presente, con Collina nuovo designatore con l’arduo compito di “ridare credibilità al calcio”.
È sorprendente come gli stessi accaniti opinionisti di cui all’aprile 2007, arrivati a stracciarsi le vesti per quei possibili contatti, in questo caso si apprestino a definire giusta la nomina di Collina, ovvero colui il quale non solo “forse” telefonava, ma con certezza effettuava quelle telefonate. Ma ricordate? Gli organi della giustizia sportiva non si curano del contenuto delle conversazioni, essi dicono che chi telefona ad un dirigente deve essere sospeso, ma non solo chi telefona, ma anche chi forse telefona.
È quindi evidente l’enorme incongruenza inerente la posizione di Collina.
Perché chi forse telefona va sospeso, mentre chi con certezza telefona viene nominato a Designatore?

Ma non basta. Il 4 settembre, ai microfoni di Radio Rai, il presidente dell’Aia Gussoni dichiara:

Per il ruolo di designatore arbitrale, '«visto il tipo di esperienza, non c'era nessuno meglio di Collina. 'Per sei anni consecutivi Collina ha conseguito il titolo di miglior arbitro del mondo da parte della Fifa, e anche se ha commesso qualche errore, può essere perdonato perchè sbagliare è nella natura umana”. Quando gli viene chiesto del coinvolgimento del fischietto viareggino in Calciopoli, Gussoni risponde: «L'Aia ha 32.000 associati. Sicuramente avrei avuto qualche possibilità alternativa, ma perchè rinunciare a Collina dato che non esisteva assolutamente alcun dubbio sulla linearità del suo comportamento? E, come ha dimostrato la procura federale, la sua telefonata era assolutamente innocente”.

Le giustificazioni di Gussoni non reggono. Non ha alcuna pertinenza discutere del contenuto innocente o non innocente della conversazione perché, per sancire la sospensione di un arbitro, è sufficiente il semplice contatto: questo tronca d'amblais e senza bisogno di ulteriori elucubrazioni le sue blande giustificazioni.
Si potrebbe sintetizzare, con questo semplice paradosso: se un arbitro telefona ad un dirigente (cosa gravissima tanto che chi forse telefona viene sospeso) diventa designatore, allora ci dovremmo aspettare che a chi commette un illecito sportivo venga assegnato uno scudetto a tavolino e non venga retrocesso in serie B.
Ragionando poi per logica, articoliamo questo ragionamento:
la Juventus viene mandata in B e scippata di due scudetti perché un suo dirigente aveva innocenti telefonate con un designatore; per sanare quella situazione si chiama a fare il designatore un arbitro che faceva…che cosa faceva? Telefonava ai dirigenti.

Delle due l’una: le telefonate ad un designatore (o arbitro) non sono marciume oppure il marciume vige tuttora
In entrambi i casi la Juventus è stata vilmente derubata, ovvero, come la giri Calciopoli è Farsopoli.