Uscire da Calciopoli senza aspettare le Procure

giustizia sportivaStampa e tv continuano ad alimentare, ad arte, un dibattito fuorviante, che rende ancora più inestricabile il casino di Calciopoli: si guarda alle nuove intercettazioni e spuntano gli interrogativi della prescrizione o della non rilevanza penale; si scopre, improvvisamente, che a Napoli c'è un processo con dei fatti nuovi e gli inviati speciali chiedono al p.m. quali sono le sue prossime mosse, quasi fosse Mourinho alla vigilia di Inter-Juventus. Un dibattito ad arte che aggiunge confusione a confusione, redattori sportivi e inviati speciali nella parte di giornalisti immaginari.

E' passato come inosservato, frattanto, un articolo della Stampa del 14 Aprile, secondo il quale i legali della Juve stavano valutando la situazione, ritenendo " difficile (ma non più esclusa) un'azione che porti a una richiesta di riscrivere il processo sportivo". Lasciando ai giornalisti immaginari gli scoop sulle prossime mosse del p.m. Narducci, proviamo a ragionare sulla possibile riscrittura di Calciopoli e sul ruolo della Juve. Senza la pretesa di sostituirci agli esperti di diritto sportivo, solo per l'opportunità di mettere a frutto il lavoro che la nostra Associazione ha fatto in questi anni.

La riscrittura di Calciopoli è una possibilità che, per quanto tuttora inesplorata da stampa e tv, è prevista dall'art.39 del Codice di Giustizia Sportiva; la richiesta di revoca di sentenze passate in giudicato è possibile, tra l'altro, se "a causa di forza maggiore o per fatti altrui, la parte non ha potuto presentare nel precedente procedimento documenti influenti al fine di decidere" (art.39/c) oppure in presenza di "fatti nuovi la cui conoscenza avrebbe comportato una diversa pronuncia" (art.39/d).

C'è da chiedersi, e pensiamo se lo stiano chiedendo i legali della Juve, se non ricorrano già entrambe le fattispecie. C'è da chiedersi, per esempio, se la scoperta di intercettazioni ignote anche al p.m. Narducci (e quindi alla Figc) non configuri la situazione sub art.39/c; c'è da chiedersi anche se le novità già emerse nel dibattimento di Napoli (nessun elemento probatorio acquisito dagli inquirenti oltre le intercettazioni; Bergamo solidale con tutti, anche con l'Inter) non avrebbero impedito la sentenza della Disciplinare per le parti nelle quali si chiama in causa il dolo specifico (le ammonizioni dolose e i sorteggi, per citarne alcune) e l'incardinamento della ipotizzata associazione sulla figura di Bergamo sodale di Moggi.

Noi di Ju29ro.com ce lo siamo chiesti e riteniamo che la Juve abbia il diritto/dovere di chiedere su tempi brevi la revoca delle sanzioni. Le condizioni ci sono, il nostro lavoro di ricerca, l'archivio di Ju29ro.com è, alla bisogna, a disposizione.

Diciamo su tempi brevi perché riteniamo fondamentale uscire dal caos di Calciopoli senza aspettare le Procure. Per la sentenza definitiva del processo in corso a Napoli l'esperienza insegna che c'è da aspettare non mesi ma, semmai, anni; quanto alla Procura Federale, la sua attività a scoppio ritardato sul caos di Calciopoli non potrebbe, sotto nessun punto di vista, impedire l'iter della richiesta di revoca.

Fermo restando che sulle presunte sim segrete che Moggi avrebbe dato agli arbitri la Juve ha a suo tempo patteggiato con la Procura Federale; fermo restando che le sentenze del luglio 2006 sono figlie di qualche migliaio di intercettazioni selezionate non si sa bene come e da chi tra 171.000 e dei riscontri probatori ipotizzati dalla Disciplinare ma negati, si può ben dire, in dibattimento a Napoli.

E' la Juve, senza dubbio alcuno, ad avere in mano il pallino della situazione. La Gazzetta dello Sport guarda a Napoli e pende dalle labbra del Pubblico Ministero (e intanto RCS si accorda con Moratti per gestire il brand nerazzurro, un affare da 40 milioni, annuncia con soddisfazione il Corriere del 28 aprile); Juventinovero.com guarda a Torino e ai legali della Juve, specie dopo la notizia che Andrea Agnelli assumerà a breve la carica di Presidente; questa ci sembra una novità molto importante, il "matrimonio" della RCS con l'Inter era invece nell'aria da tempo (bastava dare un'occhiata alla Gazzetta o leggere gli articoli di Fabio Monti sul Corriere).

Ottenere la revoca delle sentenze del 2006 vorrebbe dire riportare le lancette a prima dell'improvviso arrivo in Federazione del prof. Guido Rossi, vorrebbe dire fare quello che avrebbero fatto in qualunque altro Paese quattro anni fa: tener conto delle 171.000 intercettazioni con i tempi e i modi dovuti. La Federcalcio disponeva, all'epoca, del parere del prof. Caianiello, risalente a cinque anni prima, che raccomandava prudenza nei procedimenti di giustizia sportiva alla luce del fatto che le società erano state nel frattempo equiparate a quelle aventi fini di lucro e addirittura potevano quotarsi in Borsa e quindi avere degli azionisti, grandi e piccoli, ai quali dover rispondere a termini di legge (è il caso della F.C. Juventus SpA, è il nostro caso).

Per tanti motivi quella prudenza non c'è stata, oggi sarebbe il caso di riprendere quel parere (il referente in Figc all'epoca era il dottor Petrucci, oggi presidente del Coni, che sovrintende al corretto funzionamento di tutte le Federazioni e che stranamente sul caos di Calciopoli non è mai intervenuto se non per dire che era d'accordo con Abete) e valutarlo a fondo. Ragionando, potrebbe venir fuori che sarebbe opportuno azzerare il processo di quattro anni fa, che si potrebbe uscire da Calciopoli senza aspettare le Procure; una previsione ci sentiamo di farla comunque: stavolta saranno veramente decisivi la Juve e i suoi legali e non l'argonauta (cit.) Guido Rossi, non sarà la Gazzetta a indovinare se e come si uscirà dal caos di Calciopoli.