Galdi, inviato transformer

gazzettaVerbale di assunzioni di informazioni di Maurizio Galdi.
Il 22 maggio 2007, subito dopo le deposizioni di Auricchio e Di Laroni, anche Maurizio Galdi, giornalista della Gazzetta dello Sport, viene sentito dai pm Giuseppe De Falco e Giancarlo Amato. Di Laroni firma il suo verbale alle 13.35 e Galdi entra alle 13.40 per rispondere alle domande dei pm sulla fuga di notizie nell'indagine su Calciopoli, verificatasi a maggio 2006.
Galdi dichiara ai pm: "Durante le indagini per la Procura di Napoli ho fornito informazioni su rapporti tra giocatori, dirigenti, ecc. I miei referenti erano soprattutto Auricchio e Di Laroni. Ci si incontrava in Tribunale o ci si sentiva al telefono. Sapevo che solo poche cose mi potevano essere dette e quindi non insistevo per conoscerle". Di Laroni, invece, aveva dichiarato che insisteva: "Mi chiamava frequentemente per chiedermi notizie sulle indagini; io lo chiamavo per avere le notizie che mi interessavano".
Sempre Galdi dichiara: "E' vero che ho avuto numerosi contatti telefonici con Di Laroni nell'epoca conclusiva dell'inchiesta; ciò perché cercavo di conoscere qualche notizia, anche sulle fughe di notizie". Galdi dice che i "contatti numerosi" sono nella fase finale dell'inchiesta, Di Laroni, invece, dice che "I contatti sono avvenuti soprattutto all'inizio delle indagini, negli ultimi mesi del 2004", e tornati intensi, alla fine, in una data precisa: "L'11 maggio siamo stati a Napoli per lavorare con i magistrati; egli lo ha saputo e mi ha chiamato spesso". Inoltre, perdonate il giro di parole, ma se Galdi cercava notizie sulla fuga di notizie, qualche notizia poteva pure scriverla per i lettori della Gazzetta.
Galdi ha poi confermato quanto riferito da Di Laroni ai pm, dicendo: "Nella medesima ottica collaborativa ho mandato sulla casella istituzionale di posta del reparto una mail che conteneva le norme in base alle quali i designatori avevano stabilito di fare i sorteggi; mi erano state chieste notizie al riguardo. Di Laroni mi ha aiutato a fare per cortesia un ricorso avverso una sanzione per violazione al codice delle strada".
Sul famoso verbale di Paparesta Galdi ha dichiarato: "Al gruppo RCS ci è arrivato da anonimo il verbale delle dichiarazioni di Paparesta. Mi pare la domenica successiva all'atto, comunque il giorno prima dell'uscita dell'articolo al riguardo. Era anche arrivato alla Sarzanini. Mi sembra che arrivò via e-mail. Ci siamo visti con la Sarzanini ed abbiamo deciso di pubblicarlo. Tempo dopo, entro la stessa settimana, sia Arcangioli che Auricchio e Di Laroni mi chiesero come avevo avuto il verbale e io glielo dissi e dopo ne diedi copia a Di Laroni". Un po' diverso, anche in questo caso, il racconto di Di Laroni, che non dice di aver chiesto spiegazioni al Galdi, ma di aver ricevuto la lamentela dello stesso: "Aggiungo che il Galdi, dopo la fuga di notizie, si lamentò con me ed il maggiore Auricchio del fatto che lui aveva fornito un apporto alle indagini senza nulla ricevere, a differenza di alcuni suoi colleghi. In particolare citò il fatto che aveva notato sul computer della collega Sarzanini i files relativi ai verbali di Paparesta e Pirrone, fornendomene una copia cartacea. Ciò avvenne nella settimana seguente il 12 maggio 2006".
Galdi conclude così la sua dichiarazione ai pm: "Le prime notizie sono state pubblicate dal Romanista. Ritengo normale che dopo che gli atti erano stati pubblicati da altra stampa l'Espresso abbia potuto venirne in possesso e pubblicare gli atti. Anche io ne venni in possesso su pen drive da fonte che non intendo indicare; comunque un collega. Non ho fatto pubblicare l'articolo relativo al verbale di Paparesta a nome mio ma di un collega perché il giornale decise di fare così in quanto in precedenza avevo pubblicato notizie che Paparesta aveva smentito". Anche articoli scritti da Tizio ma firmati da Caio: non così!
Ricordiamo anche che Auricchio aveva dichiarato ai pm, poco prima: "Mentre Galdi era una fonte utile per le indagini sul mondo del calcio. [...] Siamo amici e io l'ho anche utilizzato per apprendere notizie investigative nell'ambito delle indagini sul calcio. Mi chiamava frequentemente per tenermi informato su tutti i fatti che conosceva all'interno del mondo sportivo. Lo faceva perché era gratificato dal collaborare con gli investigatori".

Neppure due mesi dopo la deposizione di Galdi davanti ai pm, il direttore della Gazzetta, Carlo Verdelli, rispose così ad una domanda di Simone Stenti, su Hurrà Juventus del Luglio 2007: "Lo scandalo del calcio è stato un avvenimento emozionalmente fortissimo, che ha riguardato tutti gli appassionati. Per il più grande giornale popolare ha avuto effetto equivalente alle elezioni politiche o a un nuovo Papa. Si, è stata una fortuna. Che però ci siamo anche, in piccola parte, guadagnati: non fosse stato per noi, il rischio di insabbiamento sarebbe stato fortissimo. E’ stato grazie alla Gazzetta dello Sport che abbiamo potuto sapere cosa stava bollendo nei corridoi del Coni e delle Procure".
Oggi possiamo dire a Verdelli che dimenticò di citare il corridoio della caserma di via In Selci ed il suo giornalista Transformer.

Da lettori e da cittadini non possiamo non chiedere quanto, con termini più espliciti, hanno chiesto molti utenti dei forum, e tanti nostri lettori:
1. Se Galdi sapeva dell'indagine, avendo collaborato intensamente sin dall'inizio, come detto dal Di Laroni, potevano esserne a conoscenza anche altri suoi compagni di banco della Gazzetta che scrivevano articoli sulla Juve?
2. Era opportuno che Auricchio ed i suoi uomini usassero come riscontro gli articoli della Gazzetta, ritenendola super partes, sapendo che almeno un giornalista della Gazzetta era informato su un'indagine in corso, che avrebbe dovuto essere riservata ed asettica?

A tal proposito vi proponiamo il parere espresso da Gigi Moncalvo in un'intervista concessa a Radio Radicale lo scorso 15 maggio, dove paragona il caso Galdi ad un "piccolo caso Farina":



Emilio Targia (Radio Radicale): Dovrebbe essere arrabbiato anche qualche lettore della Gazzetta dello Sport. La Gazzetta ha avuto molte polemiche rispetto ai titoli, rispetto ad un certo comportamento tenuto, loro si sono sempre difesi dicendo: "Noi abbiamo solo fatto cronaca". Sembra di capire, però, rispetto a quello che sembra sia stato il ruolo di Galdi conosciuto in settimana, forse qualcosa ancora su cui discutere c'è.

Gigi Moncalvo: Se emerge, come è emerso, che Galdi aveva un ruolo attivo nell'indagine, Auricchio se ne serviva per condurre le indagini, ed oltre al tabellino si faceva magari spiegare altre cose da un giornalista, beh, io direi che siamo in presenza di un piccolo caso Farina. Farina prendeva i soldi dal Sismi per fare certe cose. Sembrerebbe un piccolo caso Farina. Qui forse non c'è dazione di denaro ma siamo di fronte ad una grave violazione dei principi di correttezza professionale. Lo siamo proprio in una settimana in cui l'Ordine dei giornalisti del Lazio ha aperto d'ufficio un procedimento contro D'Alema, accusandolo di aver violato i principi di correttezza che devono esserci nei confronti di un collega. Beh, se noi qui abbiamo un giornalista di una testata, non un giornalista collaboratore esterno, un abusivo, o con un contratto di questi di precariato come purtroppo ce ne sono tanti, abbiamo un redattore, il quale ha un datore di lavoro, cioè la RCS Mediagroup proprietaria del Corriere della Sera e della Gazzetta dello Sport, il quale, invece di fare il suo lavoro, fa, chiamiamolo così tra virgolette, l'informatore di polizia, beh la cosa diventa molto molto grave perché, chiaramente, ci può essere uno scambio merci anche se non c'è una dazione di denaro da parte dei carabinieri e della magistratura nei confronti di questo giornalista, c'è comunque un debito nei confronti di questo giornalista che li aiuta. Tu ci aiuti e noi in cambio cosa ti diamo? Non del denaro ma delle notizie e quali notizie ti diamo, ti diamo quelle che fanno comodo a noi, contro questa o quella parte in causa. Non dimentichiamoci che negli ultimi anni i processi sono soprattutto mediatici ed hanno un alto contributo mediatico.

Aggiungiamo noi: per la Gazzetta, e per l'Ordine dei giornalisti, è normale che a scrivere la cronaca delle udienze del processo Calciopoli non sia un giornalista super partes, ma chi ha fatto una scelta di campo collaborando con una delle tre parti in causa, ovvero l'accusa?

Verbali di assunzione di informazioni di Auricchio e Di Laroni

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