Juve-Lazio 2004. E il rigore per la Juve ignorato da De Gregorio

Paolo DondariniNon c'è solo l'associazione a delinquere per alcuni imputati di Calciopoli, ci sono anche altri imputati e un sacco di imputazioni per frode sportiva richieste dai pm Beatrice/Narducci ed accolte dal giudice De Gregorio. Abbiamo trattato già il capo di imputazione relativo a Roma-Juventus e quello su Juventus-Milan dopo il ritrovamento di telefonate, secondo noi, a discolpa degli imputati. La partita Juventus-Lazio è il capo di imputazione F, con imputati Luciano Moggi, Antonio Giraudo, Paolo Bergamo, Pier Luigi Pairetto, Paolo Dondarini e Duccio Baglioni.
I pm sostengono che gli imputati hanno commesso "atti fraudolenti che, alterando la corretta e genuina procedura di sorteggio del direttore di gara valida per il campionato di serie A 2004/05 e quella per la designazione degli assistenti del direttore di gara erano finalizzati a predeterminare il risultato dell'incontro di calcio Juventus-Lazio 2-1, risultato perseguito anche mediante la designazione fraudolenta di una terna arbitrale (Dondarini, Baglioni e Alvino assistenti) adoperandosi Dondarini e Baglioni per il raggiungimento di un risultato comunque favorevole alla squadra di cui Moggi e Giraudo erano i massimi dirigenti".
Giraudo, Dondarini e Baglioni hanno scelto il rito abbreviato, facendosi giudicare dallo stesso giudice che li aveva rinviati a giudizio, Edoardo De Gregorio. Per questo capo di imputazione solo Baglioni è stato assolto, Giraudo e Dondarini condannati.
Nelle motivazioni della sentenza, a pagina 147 del nostro PDF, il giudice De Gregorio scrive: "Poiché il tema di prova per questo tipo di reato, come si è già scritto, è spostato, per così dire, dal terreno di gioco a quello dei rapporti tra gli imputati, deve darsi conto di un antefatto realizzatosi nel settembre 2004, che vide protagonisti i due coimputati Pairetto e Dondarini".
De Gregorio cita alcuni passi della telefonata, come "bisogna stare con cinquanta occhi ben aperti", tra Dondarini e Pairetto, e ne dà un'interpretazione più vicina a quella letta su certi giornali che a quella ben analizzata dal Procuratore Maddalena e trattata in un articolo di Emilio Cambiaghi già nel 2006. Quindi De Gregorio ricorda: "Dopo la partita, nella quale la conduzione di gara dell'arbitro fu criticata per asseriti errori, Pairetto interloquì con l'osservatore De Marchi, incaricato di giudicare l'opera dell'arbitro e gli chiese che voto gli avesse dato ed alla sua risposta testualmente replicò "Dagli qualcosa in più di 8.425" [...] De Marchi riferì ancora che, nel dopo partita, egli e Dondarini si erano intrattenuti con Moggi, che disse all'arbitro "Siccome quando ci sei tu in trasferta facciamo sempre 3-0 dirò a Gigi di mandarti sempre". Da queste acquisizioni si ricava l'esistenza di un rapporto di forte collegamento ed intesa tra Pairetto e Dondarini".
Ora dobbiamo evidenziare che le parole di Moggi sono senza effetto oggettivo, perché Dondarini ha arbitrato la Juve, nel 2004-05, solo due volte, con la Sampdoria e questa in oggetto con la Lazio (Baglioni solo tre volte ed Alvino solo questa partita). Parimenti non esiste una partita in trasferta vinta per 3-0 dalla Juve e diretta da Dondarini dal 2000 sino a prima di Samp-Juve. L'unico 3-0 della Juve in trasferta fu Vicenza-Juventus del 10 giugno 2001, arbitro De Santis. Vuoi vedere che Moggi quella frase la rivolse a De Marchi? La Juve aveva vinto la prima partita del campionato a Brescia per 3-0, arbitro Trefoloni (osservatore De Marchi?).
De Gregorio prosegue scrivendo: "Fatta questa necessaria premessa deve ora affrontarsi la fattispecie in esame ed occorre chiarire che il sorteggio del 3 dicembre 2004 fu preceduto dall'incontro della sera precedente a casa Pairetto. [...] Il 1 dicembre Bergamo parlava con la fida Fazi e la donna chiese se conoscesse l'oggetto dell'imminente incontro "Gigi ti ha detto niente su che verte domani sera l'incontro?" [...]; la sera successiva prima della cena, Moggi conversando con la moglie, che proponeva di portare i panettoni natalizi d'uso, tra l'altro disse: "Gli diamo altra roba... loro più che panettoni...", ottenendo la risposta di complicità coniugale "... ho capito Lucià, non me lo dire tanto più o meno lo so..."; nella stessa notte ma dopo la cena, Bergamo, parlando a sua volta con la moglie dell'incontro conviviale, affermò "...no problemi no... loro tendono sempre a sistemare tutto..." aggiungendo che si erano scambiati i regali e che era la cena di Natale. [...] Dunque oltre agli scontati scambi di auguri si trattò anche di argomenti di interesse comune. Quali fossero detti argomenti è desumibile, nel complessivo quadro probatorio, dalla conversazione del successivo 3 dicembre dopo il sorteggio arbitrale, tra tale Alessia, segretaria della Juventus e Moggi...". Seguono delle frasi della telefonata, delle ore 11.53, nella quale Alessia dice a Moggi che sono usciti i nomi degli arbitri e Moggi risponde che li conosce già.
Per De Gregorio è "la riprova logica del contenuto dei discorsi della sera precedente, che avevano riguardato la composizione delle terne arbitrali e la loro destinazione ai diversi campi da gioco".
La "riprova logica" la affronteremo in un prossimo articolo, perché sul punto specifico che Moggi conosceva prima, alle 11.53, il nome degli arbitri, proprio la logica ci sembra sia stata messa in cantina da investigatori, giudici e giornalisti. Quello che evidenziamo è che quanto scrive De Gregorio sarebbe anche valido se le designazioni fossero state decise direttamente dai designatori, come avviene dal 2007 ad oggi, ma non regge se non si prova che il sorteggio era truccato e come potesse essere truccato senza che i giornalisti che estraevano la seconda sfera fossero d'accordo con il "progetto criminoso".
Se continuate a leggere il PDF delle sentenza a pagina 150 leggerete: "Deve, altresì, evidenziarsi che nel corso della partita di cui in imputazione Dondarini assume decisioni favorevoli alla Juve, come il mancato rigore su Inzaghi per atterramento del portiere delle Juve, Buffon, e la mancata segnalazione del fallo di Ibrahimovic, sicuramente compatibili con la ricostruzione dei fatti che qui è fatta. La valutazione combinata degli elementi probatori di cui sopra induce a giudicare che l'imputato rientrava del numero degli arbitri a disposizione dei coimputati per arbitraggi di favore, nel senso che più volte si è precisato. Il suo contributo al perfezionamento del delitto consistè nell'accettare una designazione che egli sapeva fraudolenta e fatta allo scopo di alterare il risultato di gara, derivando da questo la sua scelta; egli così, integrò per la sua parte l'attività fraudolenta, ed il reato attribuitogli - si ricorda di pericolo presunto - deve considerarsi integrato".
"Fateci capire", alla Cannavò: Dondarini poteva non accettare il risultato del sorteggio? Doveva alzarsi e dire: "No grazie, non la arbitro quella partita perché so che il sorteggio a cui ha partecipato quel giornalista e quel notaio è stato fatto in modo fraudolento?". Da cosa, da quale fatto incontrovertibile e dimostrato, il giudice De Gregorio evince che Dondarini sapeva che la designazione era fraudolenta?
Il giudice ha sposato la tesi accusatoria, che però non fornisce prova che quel sorteggio fosse truccato, perché non venne effettuata nessuna "osservazione" dagli uomini di Auricchio. Tesi accusatoria sul 'truccaggio' del sorteggio, che è l'architrave che regge la cupola, miseramente crollata sotto i colpi delle deposizioni nell'aula 216 dei due notai e dei giornalisti che partecipavano ai sorteggi, da loro definiti "regolarissimi".
Sulla parte sportiva, perché non dimentichiamo che stiamo parlando di partite di calcio, De Gregorio abbraccia e avalla quanto Auricchio aveva confezionato nell'informativa, ovvero che Dondarini "assume decisioni favorevoli alla Juve". Perché il giudice scrive questo?
Perché dovete andare a leggere cosa scrive Auricchio nell'informativa del novembre 2005, a pagina 52: "Anche per tale incontro si sono verificati alcuni episodi dubbi a favore della Juventus, così come emerge dalla cronaca dell’incontro disponibile on line rispettivamente sul sito “RAI SPORT” e della squadra biancoceleste (www.lazio.it)". Leggete i commenti copiati ed incollati, dove Rai Sport riporta: "Nei minuti precedenti il gol del raddoppio l'attaccante svedese aveva prima lamentato un calcio di rigore per un contatto in area per poi essere graziato dall'arbitro Dondarini in occasione di un brutto intervento su Siviglia". Un rigore non accordato ad Ibrahimovic non è certo un "episodio a favore" della Juve. Poi Auricchio, dal super partes sito della Lazio, preleva e sottolinea: "Da segnalare a fine gara un calcio di rigore reclamato da Inzaghi per un'uscita di Buffon che lo aggancia in piena area". Nell'articolo prelevato dal sito della Lazio non c'è menzione del rigore negato alla Juventus. Rai Sport viene usata come fonte da Auricchio solo in questa occasione.
Auricchio ha riempito le informative di tabellini, commenti e dichiarazioni prese soprattutto da Repubblica e Gazzetta, quest'ultima presente in ben 23 pagine dell'informativa e con oltre 26 articoli, ma in questa occasione non usa la Gazzetta. Perché? Siamo andati a rileggere cosa scrisse Cerruti sulla Gazzetta e troviamo che: "MOVIOLA: ARBITRO DONDARINI 5,5 - Chiude gli occhi su due episodi più che sospetti che potevano fruttare un rigore a Ibrahimovic sull' 1-1 e uno a S. Inzaghi sul 2-1".
Alla Gazzetta Auricchio preferisce l'articolo del sito della Lazio, e De Gregorio sembra anche lui dare più peso allo stesso articolo, del quale sposa le lamentele, piuttosto che a quello di Rai Sport, dove pure c'è traccia del rigore reclamato da Ibrahimovic.
Poi De Gregorio arriva alla conclusione che l'arbitro deve esserci per forza e scrive (pagina 151 del PDF): "D'altra parte dalle norme in tema di concorso discende il giudizio che se gli altri concorrenti non avessero saputo della disponibilità dell'arbitro ad essere di parte, non avrebbero potuto completare il loro disegno criminoso, mancando la persona pronta ad alterare il risultato e quindi ad intervenire a questo scopo; Dondarini, quindi, partecipò al delitto anche rafforzando ed integrando il proposito criminoso dei concorrenti".
Per Giraudo, invece, la condanna per questo capo d'imputazione arriva perché "con la diretta partecipazione alla riunione in cui si formarono gli accordi fraudolenti circa la composizione delle griglie e le assegnazioni delle terne arbitrali, contribuì per la sua parte all'espediente occulto destinato a portare un arbitro parziale a dirigere la gara della sua squadra". Giraudo non ha "attribuzione" di sim svizzere, non ci sono sue telefonate su questa partita, non c'è nulla se non la partecipazione alla cena del 2 dicembre, dove alla presenza delle mogli i coimputati avrebbero tramato per taroccare un sorteggio che non viene taroccato, e che ora sappiamo "regolarissimo". De Gregorio non ha dubbi, né glieli fa sorgere la mancanza di sommarie informazioni di giornalisti e notai partecipanti al sorteggio, o di filmati che mostrino anche un solo taroccamento del sorteggio.

Il 23 marzo 2010, in sede di controesame condotto dall'avvocato Prioreschi, che gli aveva chiesto se avesse visto la partita, Auricchio risponde "Sì, penso di sì", quindi segue:
Avv. Prioreschi: Quindi, siccome anche qui, l’atto fraudolento sarebbe l’alterazione del sorteggio, Lei ha fatto accertamenti specifici su questo sorteggio, per dire che era alterato?
Auricchio: No.
Avv. Prioreschi: No. Benissimo. Lei ha detto che ha visto la partita, ci sono stati episodi in particolare… se Lei ricorda…
Auricchio: No.

Nessun episodio particolare, però nelle informative incolla le lamentele laziali. Il rigore non concesso alla Juve sul risultato di 1-1 fu evidenziato da tanti media, come ascoltarono gli investigatori nella prima delle telefonate che analizziamo oggi, anche questa finita tra quelle giudicate "non utili" alla ipotesi investigativa.



7. Pairetto-Alberto, 5 dicembre 2004, ore 17.41.
Pairetto: Pronto?
Alberto: Ehilà, ciao doctor.
Pairetto: Ciao, ciao.
Alberto: Come va?
Pairetto: Bene tu?
Alberto: Bene, bene, volevo dirti che ho sentito Grassia alla radio (incomprensibile), ha detto che c'era un rigore per la Juventus.
Pairetto: Sì.
Alberto: No, netto su Ibrahimovic, poi Ibrahimovic era da cacciare per una scarpata su un altro, e poi dice che il secondo... il gol della Juve, il 2-1, è da annullare perché la rimessa laterale è stata effettuata in maniera non regolare.
Pairetto: Eh, capito (e si mette a ridere, ndr).
Alberto: Cosa che mi ha fatto ridere, allora te l'ho detto.
Pairetto: Grazie.
Poi continuano parlano di fatti personali.

Sempre dopo la partita altre telefonate tra Bergamo e Dondarini senza traccia di compiacimento degli imputati per la vittoria della Juve.



8. Bergamo-Dondarini, 5 dicembre 2004, ore 18.00.
Prima che Bergamo risponda inizia la registrazione dell'intercettazione e si sente Dondarini che commenta qualche azione, con qualcuno accanto a lui, e dice: "Ma io quella di Ibrahimovic proprio zero, eh. Non so neanche quale sia... ma davanti alla panchina... ma io..."
Bergamo: Paolooo...
Dondarini: Ciao Paolo...
Bergamo: Allora?
Dondarini: Hai visto qualcosa?
Bergamo: Sì, la sto vedendo ancora a dire la verità, la sta dando Sky...
Dondarini: Ah, ho capito.
Bergamo: Mi sembra episodi, diciamo importanti, non ci siano, non è stata semplice come... (incomprensibile)
Dondarini: E' stato 0 a 1 subito, poi insomma non è che sia stata una gran partita, almeno come gioco espresso. Insomma, mi è sembrato, alla fine, siano stati tutti tranquilli.
Bergamo: Sì, mi ha detto Gigi che hai fatto una buona prestazione, l'importante è quello, poi sai, i risultati vanno seconda di come li mandano i giocatori...
Dondarini: Infatti, infatti... alla fine per noi è andata bene così, penso.
Bergamo: Bene, bene. I ragazzi sono andati bene?
Dondarini: Sì, sì, molto bene tutti e due, ci siamo trovati sempre bene. Direi tutto a posto.
Bergamo: Complimenti e buon rientro.
Dondarini: Grazie Paolo, ciao.

Poche ore dopo Dondarini chiama Pairetto per ottenere un'autorizzazione ed anche in queste telefonate nessun accenno a "patti criminali", e non ci sono telefonate dei designatori con l'arbitro nei giorni di giovedì e venerdì, a cavallo del sorteggio.



9. Pairetto-Dondarini, 5 dicembre 2004, ore 20.04.
Dondarini: Pronto?
Pairetto: Donda ciao.
Dondarini: Ciao Gigi, scusa eh che...
Pairetto: No ormai vabbè...
Dondarini: Mi son dimenticato di dirti una cosa, che... dato che stavo facendo un discorso per il prossimo Anno Accademico con l'Università di Bologna, mi hanno chiesto se posso fare una lezione sul regolamento nella facoltà di Scienze Motorie...
Pairetto: Aspetta che non sento niente, sento tutto gracchiare.... ti richiamo...
Dondarini: Sì, va bene.



10. Pairetto-Dondarini, 5 dicembre 2004, ore 20.06.
Dondarini:
Pronto...
Pairetto: Ehilà Donda!
Dondarini: Mi senti adesso?
Pairetto: Sì.
Dondarini: No, ti dicevo che ho iniziato un discorso con l'Università di Bologna per il prossimo Anno Accademico come... sul tipo di quello di Robi e mi hanno chiesto se posso fare una lezione sul regolamento.
Pairetto: Sì...
Dondarini: Nella facoltà di Scienze Motorie... sarebbe giovedì.
Pairetto: Sì, sì, sì, sì...
Dondarini: E' un cosa che ci può stare....
Pairetto: Va bene, va bene, va bene...
Dondarini: Solo che mi son dimenticato di dirtelo...
Pairetto: Sì, sì, va benissimo, fallo tranquillamente.
Dondarini: Ti ringrazio.
Pairetto: Bene...
Dondarini: Ciao, buona serata.
Pairetto: Ciao, Paolo.
Dondarini: Ci vediamo martedì eh. Ciao Gigi.
Pairetto: Grazie.
Dondarini: Ciao, ciao, ciao.

Per ultima abbiamo lasciato una intercettazione non inedita ma famosa e stravolta nel 2006, quella del "delitto perfetto", intercettata quello stesso 5 dicembre 2004 ed inserita in un capo di imputazione che vede coinvolti Moggi, De Santis ed i due designatori. Non è il "gran maestro" delle ammonizioni mirate, Luciano Moggi, a dire quella frase, è Damascelli, mentre Moggi cade dalle nuvole, non sa neppure chi erano i diffidati del Bologna. Ascoltate che interesse riserva Moggi alla notizia.



Damascelli-Moggi, 5 dicembre 2010, ore 19.12.
Damascelli: Senti, ma tu, se vuoi guadagnare un po' di soldi per la tua società, multa i giocatori che si levano la maglia.
Moggi: Già fatto, già fatto.
Damascelli: Teste di cazzo che non sono altro. Vanno in diffida per una stronzata, porca puttana.
Moggi: Eh...
Damascelli: Comunque De Santis ha fatto il delitto perfetto, eh?
Moggi: Che ha fatto?
Damascelli: Eh, ci abbiamo i tre difensori del Bologna fuori, squalificati tutti e tre.
Moggi: Perché chi ci avevano loro diffidato?
Damascelli: Tutti e tre, come si chiama? Petruzzi Nastase e Gasperini (si tratta di Gamberini, e non era diffidato, sbaglia Damascelli, ndr)
Moggi: Uhm.
Damascelli: Non male, no?
Moggi: Eh beh oh, meno male, che ti devo dire?
Damascelli: No, no, no, meglio. Come li hai visti oggi? Non bene..
Moggi: Non bene, non bene, ma perché affrontano le partite sapendo che son già vinte e invece nel calcio è la dimostrazione che non son vinte mai.

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