Processo Caf - Quarta giornata, il Milan scarica Meani

Meani6 luglio 2006. Galliani ed il Milan scaricano Meani: "L'amministratore delegato del Milan non ha mai avallato le azioni di Meani". Le difese di Della Valle, di Lotito, di Lanese e di Pairetto, chiedono il proscioglimento per i loro assistiti. La difesa di Carraro: "Ha sempre operato nell'interesse dell'istituzione federale".
La lettura dei giornali conferma che delle frasi di Zaccone viene data una lettura ristretta a poche parole, senza riportare che l'avvocato ha dichiarato: "La sanzione accettata, anzi subita ma accettabile, è quella proposta per le altre società a cui vengono fatte le stesse contestazioni, anche se in numero superiore a noi" e chiesto di mettere la Juve sullo stesso piano degli altri club con un maggior numero di casi contestati. Un esempio per tutti, Repubblica scrive: "Ieri la bomba, con la presa di posizione dei legali della Juventus che vale quasi un'ammissione: "La pena accettabile sarebbe la retrocessione in B con penalizzazione". Quasi un patteggiamento, una linea difensiva solitaria nella ridda di richieste di proscioglimento".
La giornata inizia con la lettera aperta del Presidente Emerito della Repubblica, Francesco Cossiga, inviata a Carraro, a Della Valle e a Lotito: "Caro Franco, caro Diego, caro Claudio, non dovete preoccuparvi: la giustizia sportiva è una buffonata. Vi ho visti tutti infervorati a difendervi di fronte a questa ridicola pseudo-corte federale di giustizia sportiva dalle accuse di un certo esagitato signor Palazzi che crede forse di essere sul serio un magistrato. Per il resto, se date retta a me li mandate tutti a fare in c...".

Ore 9.40 - LA DIFESA DI MEANI. E' assente il procuratore Stefano Palazzi, sostituito dal vice Alfredo Mensitieri. L'avvocato Edda Gandossi, legale di Meani, apre la sua arringa difensiva: "Parlare di sistema per il Milan non è solo inopportuno ma addirittura scorretto. Meani è stato prima un arbitro poi addetto agli arbitri ed è una persona non nuova a principi di lealtà e correttezza. Questi principi lo hanno portato a rispondere per 7 ore e mezza davanti all'Ufficio Indagini. Ha parlato dei suoi rapporti di amicizia e di comunanza di interesse. La stessa Procura Federale li ha definiti rapporti di vicinanza personale con arbitri e assistenti". Poi l'avvocato passa ad esaminare il tema delle intercettazioni del Meani:
"Meani è stato intercettato sull'unica utenza a sua disposizione. In quanto ristoratore, l'unico telefono fisso è l'utenza del ristorante, quindi il telefonino è il suo contatto con il mondo. Nei tre mesi di intercettazioni Meani parla tre volte con Bergamo: una telefonata è di congratulazioni, in una Bergamo chiede il numero di Galliani, e nell'ultima, del 7 maggio, forse la più importante, c'è una conversazione in cui Bergamo si lascia andare ad una serie di considerazioni. Verso la fine di questa telefonata Meani si spinge a chiedere per i suoi amici Babini e Puglisi una gara importante. Ma lo chiede, appunto, in amicizia". Subito dopo la Gandossi esamina il rapporto del suo assistito con Pairetto: "Sempre nei tre mesi di intercettazioni, con Pairetto ci sono due telefonate istituzionali, mentre c'è solo una telefonata con gli altri addetti ai lavori. Le altre telefonate sono solo telefonate con amici. Dalle telefonate emerge il livello dei rapporti: c'è estrema deferenza con Bergamo e Pairetto, mentre c'è maggiore confidenza con amici, o ex colleghi, come Collina, o Racalbuto. E poi c'è l'amicizia ventennale con Babini e Puglisi. È evidente che in questi rapporti ci si lascia andare al pettegolezzo, ma si tratta sempre di rapporti di amicizia".
L'avvocato Gandossi chiude l'arringa osservando: "Ritengo inutilizzabili le intercettazioni in quanto Meani non è indagato per un reato che ne contempli l'uso".

Ore 10.40 - LA DIFESA DI GALLIANI. Passaggio di testimone in casa rossonera. Marco De Luca, legale di Adriano Galliani, contesta l'accusa di Palazzi basata su una sola telefonata tra Galliani e Meani: "L'accusa mossa ad Adriano Galliani è che avrebbe avallato pesantemente la condotta di Meani. La condotta sarebbe però contenuta in una sola telefonata, non c'è nessun altro elemento di prova. È tutto in quella telefonata. Il lavoro quindi per me e per voi non è complesso. Il campo è circoscritto in 1 minuto e 45 secondi di telefonata che equivarrebbe ad un anno di inibizione? La prima valutazione da fare è sulla formula che Galliani usa per approvare la condotta di Meani. Dal tenore di questa telefonata non appare nessuna formula di avallo, come dice invece il Procuratore Federale. Galliani sta a sentire ma non reagisce, non dice nulla. Ci sono dei suoni totalmente insignificanti che si usano nell'intercalare, che sono senza alcun significato. Galliani non commenta. Nella telefonata Meani non si vanta con Galliani di aver ottenuto la designazione di Puglisi per Milan-Chievo. Vuol dire che non è costume né di Meani né del Milan muoversi per ottenere designazioni di favore. Si protesta, si reagisce ma non si violano le regole: questo è il Dna del Milan". Il legale continua: "Galliani nella telefonata non ha detto nulla nella realtà fattuale. L'accusa non esiste nel mondo reale, nel mondo fisico dei suoni. Quell'avallo non c'è ed è prova documentata. Il riferimento di Galliani 'Lo so bene' è riferito alle parole di Meani: 'il momento è delicatissimo' e si riferisce al momento che vive il campionato. È evidente che non c'è approvazione nella telefonata. È evidente per chi vuole ricercare la verità storica nei fatti. C'è una inconsistenza chiarissima dei fatti in termini di diritto. Galliani ha saputo due giorni dopo della condotta di Meani, quindi che senso ha parlare di concorso? Come si può concorrere in una condotta finita, con un reato già consumato? È inconcepibile. L'accusa quindi è giuridicamente inconcepibile. Galliani non può rispondere di atti già definiti".
Subito dopo il legale di Galliani degrada Meani da dirigente addetto agli arbitri a precario: "Meani è un precario e raccomanda il Milan agli assistenti? In una posizione di precariato non si sarebbe vantato con i dirigenti dicendo 'guardate quanto sono stato bravo, ho raccomandato il Milan con i guardalinee'? Stiamo discutendo di un'accusa costruita con un collage, senza senso. Perchè non c'è raccomandazione, non c'è richiesta. Un uomo senza potere farebbe leva per raccomandare qualcuno? C'è la totale insussistenza del fatto".
L'avvocato De Luca ammette come ipotizzabile solo la slealtà: "La condotta di Galliani non poteva essere in concorso con Meani. Forse potrebbe aver compiuto un atto di slealtà. La sua colpa sarebbe potuta essere quella di non aver disapprovato la condotta di Meani, di non averlo rampognato. Forse questa potrebbe essere un'ipotesi accusatoria, ma non è un atto di imputazione".
L'avvocato De Luca chiude l'arringa con una stoccata ai bianconeri e con la mozione dell'orgoglio rossonero: "Ieri l'avvocato Zaccone ha detto che la Juve si presenta con una società nuova. Il Milan è uguale a quello di ieri e speriamo anche di domani. Siamo gli stessi, quelli che hanno portato alla Federazione i trofei più numerosi e più prestigiosi, siamo orgogliosi di essere il Milan".

Ore 11.35 - LA DIFESA DEL MILAN. L'avvocato Leonardo Cantamessa, legale del Milan, è stringato: "Resta lo stupore per la richiesta da parte della procura federale di una sanzione che non aveva e non ha nessun riscontro nei fatti e, per quanto può questo valere, nemmeno nei precedenti"

Ore 12.10 - LA DIFESA DI MAZZEI. L'avvocato Giuseppe Fonisto, legale di Gennaro Mazzei, vicecommissario della Can: "Il guardalinee Puglisi non venne proposto da Mazzei per Milan-Chievo bensì per Parma-Sampdoria. Ciò significa che Mazzei non accolse la richiesta avanzata dal dirigente del Milan Meani in una telefonata". L'avvocato chiede il proscioglimento "perché il fatto non sussiste. Il ruolo di Mazzei era eminentemente tecnico, non designava gli assistenti ma ne curava la preparazione tecnica e fisica".

Ore 12:30 - LA DIFESA DI PUGLISI. L'avvocato Di Valentino, legale dell'assistente Claudio Puglisi: "Puglisi non ha mai chiesto di essere designato per il Milan, non ha ricevuto nessuna pressione da Leonardo Meani e non ha omesso alcuna denuncia. Puglisi era al top della carriera, non era designato per la Juve da un anno e mezzo, forse perché non gradito. Non faceva nemmeno il Milan da oltre un anno e mezzo, perché nell'ultima partita si disse che forse sbagliò su un fuorigioco di Corradi. Puglisi era un top class e non ha mai chiesto di arbitrare Milan-Chievo, che tra l'altro era una partita facile". A proposito della telefonata citata dall'accusa, con Meani, il legale dice: "I due commentano i guardalinee, fanno i commenti che fanno due amici che si conoscono da vent'anni. Tra l'altro, se si è amici, non servono raccomandazioni, è la logica che lo dice. Non c'è stata nessuna pressione diretta sul modo di alzare o abbassare la famosa bandierina. C'era un rapporto di amicizia, la conversazione aveva un tono amichevole. Il codice di giustizia sportiva dice, invece, che l'illecito deve essere obiettivamente chiaro ed evidente, non basta nemmeno il sospetto".

Ore 12.50 - LA DIFESA DI BABINI. L'avvocato Chiarini, che difende l'assistente Fabrizio Babini, accusato di non aver denunciato le pressioni di Meani: "Babini non ha avuto il sospetto che si stesse trovando in presenza di un illecito da denunciare, pertanto chiedo il proscioglimento con formula piena. Babini è l'unico soggetto non indagato dalla procura di Napoli, nei cui confronti, però, sono state utilizzate le intercettazioni telefoniche. Il diritto di difesa è stato ulteriormente leso e violato".

Ore 13.00 - LA DIFESA DI CARRARO. L'avvocato Giovanni Verde, legale di Franco Carraro, si lamenta per le richieste di Palazzi: "Sono state accomunate le responsabilità di quasi tutti gli incolpati senza alcuna graduazione. Ci troviamo in presenza di un processo semplificato cui corrispondono imputazioni altrettanto semplificate. Pertanto il compito della Commissione d'Appello Federale è difficilissimo: dovrà giudicare con una scrupolosità che riesca a superare questo gap. Il Presidente federale ha la responsabilità diretta per ciò che riguarda il buon andamento degli arbitraggi nel corso della stagione sportiva. Carraro si è comportano svolgendo una funzione istituzionale per la Figc, e ne aveva il dovere. Carraro va prosciolto da ogni addebito, manca l'intenzione, il dolo specifico che configuri l'illecito sportivo. I suoi interventi sono istituzionali, compatibili con il suo ruolo di presidente della Figc. Un'attività con cui si voleva evitare l'ingiustizia sportiva, non certo provocarla".

Ore 13.20 - LA DIFESA DI MESSINA E RODOMONTI. L'avvocato Antonio Cirillo, che rappresentava i due arbitri Messina e Rodomonti chiede il proscioglimento per i suoi assistiti: "Rivendico la completa estraneità ai fatti, la Procura non ha fatto valutazioni sui soggetti, ha sparato nel mucchio. Non ci sono riscontri nelle telefonate, sono sempre terzi che parlano di loro. Non accetto paragoni con Tangentopoli, si vuole fare di tutta un'erba un fascio, io dico no a questi processi esemplari. C'è una classe arbitrale da salvare".

Ore 15.40 - LA DIFESA DELLA FIORENTINA. Dopo la pausa il dibattimento riprende con la breve arringa dell'avvocato Giuseppe Morbidelli, legale della Fiorentina, che chiede la "piena assoluzione" della società:"Confermiamo le nostre conclusioni di piena assoluzione di tutti i nostri assistiti".

Ore 15.50 - LA DIFESA DI DONDARINI. Il legale Carlo Ugolini, che difende Paolo Dondarini, afferma: "C'è un vuoto pneumatico di prova. Non c'è alcuna comunicazione di Paolo Bergamo a Paolo Dondarini atta a finalizzare il risultato di Chievo-Fiorentina. Si è creato un teorema facendo riferimento ad articoli di giornale. Chiedo quindi la piena assoluzione. Si dà per scontato che Dondarini abbia avuto contatti con Bergamo, il quale gli avrebbe fornito suggerimenti e direttive per favorire la Fiorentina. Non vi è nulla negli atti che provi questo tipo di rapporti. Dondarini non è mai stato intercettato, in nessuna comunicazione c'è la prova per cui Dondarini abbia accettato, qualora vi fosse stato questo tipo di indicazione".

Ore 16.10 - LA DIFESA DI PAIRETTO. L'arringa dell'avvocato Giorgio Merlone, legale di Pairetto, dura oltre un'ora e sul sorteggio dice: "Sono state fatte ricostruzioni di pura, mera fantasia. Come era possibile per Pairetto alterare i sorteggi? Doveva avere la vista di un falco pellegrino per individuare le palline e la manualità di Houdini per poterle accoppiare. Nel sorteggio, seguito anche dalle forze dell'ordine, l'unica cosa notata è stato lo sguardo di Pairetto. Allora Pairetto fa le acrobazie per determinare un arbitro e poi sceglie maliziosamente l'arbitro meno gradito alla Juventus (Collina, ndr), si sa, dalla partita di pallanuoto di Perugia". Poi l'avvocato attacca deciso la ricostruzione fatta da Manfredi Martino: "Abbiamo dato credito ad una ricostruzione di un poveretto, interrogato 8 volte, per poi arrivare ad un'affermazione dello stesso Martino che taglia la testa al toro e fornisce un meraviglioso assist a noi della difesa: Bergamo e Pairetto esercitavano pressioni sugli arbitri, ma non mi risulta dessero indicazioni su una o altra squadra. Martino può dire quello che vuole ma non può essere preso come oro colato. Si faccia allora l'esperimento giudiziale, si prenda un prestigiatore e si verifichi se si può fare una cosa del genere. Senza arrivare al prestigiatore, si può dire che non c'è stata nessuna alterazione dei sorteggi e non vi sono prove univoche che lo dimostrino".

Ore 17.30 - LA DIFESA DI LANESE. L'avvocato Giovanni Arricò, difensore dell'ex presidente dell'Aia Tullio Lanese, critica le scelte della commissione sulle eccezioni, e il rischio di eccezionalità del giudizio sportivo, parlando di "gogna mediatica" che pende sugli imputati: "Questo è un processo speciale, spero che ci sia una decisione non speciale. Chiedo ai giudici il coraggio della normalità. Chiedo l'assoluzione, o nella peggiore delle ipotesi un articolo 1. A Lanese si contestano tre cose: l'avallo al ritenuto silenzio dell'osservatore Ingargiola in relazione al famoso episodio Paparesta, l'anticipazione a Moggi della notizia della revoca della sospensione degli arbitri Gabriele e Palanca e la partecipazione ad alcune cene, insieme soprattutto a Moggi e Pairetto, mai Bergamo".
L'avvocato Arricò affronta le contestazioni a Lanese punto per punto: "Sul caso Paparesta l'avallo del silenzio è dovuto, dunque la contestazione dell'articolo 1 è uno sproposito giuridico. Viene contestata la norma. L'anticipazione a Moggi della notizia riguardante Gabriele e Palanca è un fatto insussistente, gli orari impongono di prendere atto: la telefonata è successiva alla comunicazione alla stampa. Tra l'altro Lanese ha ritardato in modo discrezionale di almeno due mesi il reinserimento".
Sulle cene con Moggi: "Va puntualizzato il ruolo del presidente dell'Aia, ruolo elettivo e politico, di gestione degli interessi dell'associazione nella realtà politica. Si partecipava a quelle cene in funzione dell'interesse dell'Aia. In quel periodo si giocava un momento fondamentale dell'Associazione italiana arbitri, Lanese svolgeva attività politica con il direttore generale della più importante società italiana. Non dimentichiamoci i grandi successi ottenuti da Lanese: sotto la sua presidenza l'Aia è diventata sesta componente della Federazione, con diritto di voto. Non c'è nemmeno una telefonata che provi l'illecito, qui c'è la prova dell'innocenza. Inoltre il reato di concorso non esiste nemmeno in tutto il diritto penale. Il diritto sportivo lo esclude sicuramente".

Ore 18.30 - LA DIFESA DI LOTITO. Gianmichele Gentile, legale del presidente Claudio Lotito, ha chiarito i rapporti tra Lotito e l'ex presidente della Figc, Franco Carraro: "Lotito non aveva neanche il telefonino di Carraro. Non c'è quindi un rapporto di intimità tale da far nascere un illecito. C'è stato un solo incontro tra i due presso il Ministero delle Finanze e poi basta. Lotito poi resta in contatto con Mazzini. Le lamentele nascono dall'arbitraggio di Reggina-Lazio, che innervosisce molto i giocatori e la dirigenza laziale. Proprio di questo nervosismo parla Carraro nella telefonata con Bergamo raccomandando attenzione. Come nel contenuto della conversazione precedente a Juventus-Inter, anche prima di Lazio-Brescia c'è semplicemente la ricerca di un arbitro preparato per una partita delicata. Impossibile pensare, poi, come Carraro, data la situazione della Lazio all'epoca dei fatti, si potesse legare a quella che era praticamente un "cadavere ambulante"".
Sulle intercettazioni tra Lotito e Innocenzo Mazzini, l'avvocato Gentile afferma: "Sono spiegabili con la goliardia, con un linguaggio da osteria. Per questo non si può dare un senso univoco alle prove". Poi l'avvocato chiarisce il senso della "proposta da bandito" detta da Lotito in una telefonata con Mazzini: "Riguardava la richiesta fatta da Della Valle a Lotito di entrare nella stessa cordata dei diritti televisivi. Chiedo il proscioglimento da tutti gli addebiti proposti".