Aspettando l'appello alla Corte Federale. I fatti

Cesare ZacconePasquale De Lise, presidente del Tar del Lazio, si autosospende per evitare accuse di incompatibilità ed il 9 luglio diventa presidente della Corte Federale Pietro Sandulli, già consigliere anziano. A completare la Corte restano: Salvatore Catalano, Silvio Traversa, Mario Sanino, Mario Serio e Carlo Malinconico, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, sul quale c'è incertezza per via delle polemiche politiche.

Il 18 luglio scadono i termini per la presentazione dei ricorsi alla Corte Federale. Le otto pagine di controdeduzioni dell'avvocato Zaccone, legale della Juventus, vengono divulgate sul forum j1897.com.
L'utente con nick "Brindellonemai", ha scritto a Zaccone ed ottiene una gentile risposta con allegata una copia del ricorso, subito diffuso e discusso sul forum. La linea difensiva elaborata dai legali Zaccone e Briamonte, in sintesi, è questa: la Caf è stata troppo dura con la Juventus, la società non può essere considerata colpevole di illecito sportivo e, al massimo, può rispondere a titolo di responsabilità oggettiva e non diretta; la condanna deve essere ridotta e riferirsi ad una sola stagione e non a due. L'avvocato Zaccone nelle controdeduzioni scrive anche: "Perché la sanzione (che non ha giustificazione alcuna e che non è motivata) della non assegnazione dello scudetto per il campionato 2005-06, rispetto al quale non esiste alcuna prova di irregolarità? Perché aggiungere alla sanzione molto afflittiva della revoca dello scudetto 2004-05 la retrocessione in serie B e una penalizzazione che equivale, in sostanza, a una retrocessione in serie C?". Zaccone evidenzia anche una contraddizione contenuta nella prima sentenza (dove non si parla di "sistema"), che ritiene Moggi e Giraudo soggetti "atti a modificare la terzietà degli arbitri", mentre per altri deferiti per lo stesso tipo di reato l'accusa era caduta. La Juventus chiede anche una minore penalizzazione e lo scudetto 2005-06, stagione non sottoposta ad indagine e per la quale nulla è contestato.

L'avvocato Michele Briamonte, dopo la consegna del ricorso della Juventus, dichiara: "Quel che contestiamo è la misura della pena, non l'impianto di fondo della sentenza di primo grado. A nostro avviso una somma di violazioni dell'articolo 1 del codice sportivo non può tradursi in illecito sportivo, articolo 6". La Juventus è stata retrocessa in serie B, pena prevista solo quando viene commesso un illecito sportivo e violato l'art. 6, ma nella sentenza di primo grado la Caf aveva sostenuto che una somma di comportamenti sleali, quindi da articolo 1, può equivalere ad un'alterazione del campionato anche senza episodi specifici che dimostrino illecito nelle partite. Briamonte, inoltre, puntualizza: "Quel che non ci pare accettabile è che si sommi la retrocessione alla penalizzazione. In questo caso, infatti, si viola un principio generale del diritto che impedisce di condannare qualcuno due volte per lo stesso fatto".

IL "DURO" PALAZZI. Se la Juve ritiene che la Caf sia stata troppo severa, il "duro" Palazzi, versione 2006, la pensa in maniera opposta e chiede alla Corte Federale la serie C con partenza da -6 per la Juventus. Palazzi scrive nelle pagine di appello alla Corte: "Quelli commessi dalla Juventus sono fatti di straordinaria gravità che hanno minato alla base il regolare svolgimento del campionato mediante una costante e pervicace opera di condizionamento del settore arbitrale". Palazzi sottolinea che "Moggi e Giraudo non hanno tenuto un atteggiamento collaborativo". Per il Milan Palazzi chiede di aumentare la pena "visto che la sentenza Caf non escluderebbe il Milan dalle competizioni internazionali". Ricordiamo che il Milan ha ritrovato la strada per l'Europa (Coppa Uefa, ndr) perché è stata bocciata la richiesta di licenza europea da parte dell'Empoli. Palazzi chiede che il Milan sia mandato in serie B con penalizzazione.

ADDIO MALINCONICO. Il 19 luglio lascia Malinconico. Ignazio La Russa guida l'attacco contro Carlo Malinconico, segretario generale della Presidenza del Consiglio: "Mi chiedo se sia opportuno che il dottor Carlo Malinconico, nella sua veste di segretario generale della presidenza del Consiglio, continui anche ad essere componente della Corte Federale, che dovrà decidere sui ricorsi presentati dai club di calcio condannati in primo grado dalla giustizia sportiva. Non ne faccio una questione di imparzialità del dottor Malinconico, che so essere persona altamente qualificata, semplicemente sollevo un caso di opportunità sulla coincidenza del suo doppio ruolo". Una nota della Presidenza del Consiglio replica a La Russa: "Carlo Malinconico, segretario generale di Palazzo Chigi, ha già inviato al Commissario Straordinario della Federcalcio Guido Rossi la sua lettera di dimissioni dalla Corte Federale della stessa Federcalcio. Non sussiste dunque alcun problema né di opportunità, né di imparzialità, per la trasparenza delle decisioni che verranno assunte dalla giustizia sportiva nei delicati compiti a cui è chiamata in queste settimane". Una nota di colore l'aggiunge Daniela Santanché che, volendo aggiungere "il carico", chiede anche le dimissioni di Pajno, sottosegretario del Ministero dell'Interno che, però, si era già dimesso due mesi prima, dopo la nomina.
La Corte, quindi, sarà formata dai cinque giudici che restano:
Pietro Sandulli, consigliere anziano della Corte, professore ordinario di diritto processuale sportivo all'Università di Teramo;
Salvatore Catalano, avvocato penalista di Milano;
Mario Sanino, professore di Diritto pubblico e avvocato a Roma;
Mario Serio, professore a Palermo, ex magistrato e componente del Csm;
Silvio Traversa, ex Consigliere di Stato ed ex funzionario della Camera.

PARLA SANDULLI. Il 21 luglio la Gazzetta riporta un'intervista con il professor Sandulli che ci informa di aver corso, molti chili prima, i 100 metri in 10" e 8, che da assessore della giunta Rutelli giocava terzino nella squadra del Comune e che non avverte il peso della sua conosciuta lazialità: "Anzi, ci sono molti tifosi della Lazio che si preoccupano. Perché proprio la mia lazialità mi impone di essere rigoroso e di scacciare qualsiasi sospetto. Non sono mai stato un dirigente della Lazio, ma vicepresidente della Polisportiva Lazio, che è un'altra cosa". Il professore aveva anche difeso la Lazio nel caso calcioscommesse del 1986. Sul processo precisa che la Corte che presiederà "ha un binario tracciato. Noi siamo giudici di "revisione" del procedimento della Caf. Se c'è un testimone che la Caf ha ritenuto di non ascoltare o cos'altro, noi dobbiamo capire perché. Questo non è un giudizio nuovo, ma una revisione". Sulla Corte, che si è "ristretta" dopo le dimissioni di Malinconico, Sandulli è esplicito: "Siamo rimasti in cinque: numero legale. Non ho neanche più l'imbarazzo che, nel caso di parità, il mio voto di presidente vale doppio".

COBOLLI SPERA. Il presidente della Juventus versione "simpatia" affida ai taccuini la sua speranza: "Speriamo di giocare in serie A. Abbiamo letto attentamente le motivazioni della sentenza di primo grado, ci viene imputata soprattutto la violazione dell' articolo 1 e non dell' articolo 6. Ecco perché abbiamo fondati motivi per ritenere che i trenta punti di penalizzazione in serie B siano eccessivi". Quindi a Cobolli basta la B senza penalizzazione? Se Cobolli è prudente, Gigli osa: "Non capisco perché dobbiamo andare in serie B: anche se fosse stato violato più volte l'articolo 1, non dovremmo essere spediti in una categoria inferiore". Il popolo bianconero, sconcertato, inizia a registrare le dichiarazioni contraddittorie del suo nuovo presidente.

LA VIGILIA DEI LEGALI. Il 21 luglio, alla vigilia dell'Appello, parlano anche i due legali della Juventus. L'avvocato Zaccone si accontenterebbe di poco: "Se non reintegrata in serie A, mi aspetto almeno un forte sconto sulla penalizzazione, se non l' annullamento totale della penalità. Se la Corte Federale ritoccasse la sentenza di primo grado, lasciandoci in B ma eliminando i 30 punti di handicap, direi che è stata fatta giustizia". L'avvocato Briamonte è sulla stessa lunghezza d'onda: "Non contestiamo l'impianto di base della sentenza di primo ma la misura della pena: non accettiamo che si aggiunga la penalizzazione alla retrocessione". Sia Zaccone che Briamonte insistono nel mettere in evidenza un punto: "Moggi, con Giraudo, non si è reso responsabile di illecito sportivo ma della sola violazione dell'articolo 1 del Codice di giustizia sportiva. Per i fatti ascritti al Moggi, non si può ritenere una responsabilità diretta della Juventus".