Le anomalie della radiazione domestica

abeteChi ha seguito il processo sportivo del 2006 non può non aver notato le numerose anomalie che inficiano alle fondamenta le sentenze. Anomalie che hanno indotto la FIGC ad apportare modifiche al codice di giustizia sportiva. E tra le norme variate vi è quella che regolava la procedura della radiazione di un associato. La vecchia norma prevedeva una proposta di radiazione degli organi giudicanti, proposta che doveva essere fatta propria e ratificata dal presidente della FIGC.
La nuova norma invece ha cancellato questa doppia valutazione e stabilisce che la radiazione dev'essere comminata come pena dal giudice che è chiamato a giudicare i fatti di cui è incolpato l'associato. Vi è quindi una consecuzione temporale tra accertamento del fatto, sentenza e radiazione. Ma siccome in Federazione sembra ci si mettano d'impegno a far pasticci, hanno completamente dimenticato di emanare una norma transitoria che regolasse i casi pendenti. E proprio le richieste di radiazione di Moggi, Giraudo e Mazzini si collocano a cavallo delle due norme. I fatti per cui si chiede la radiazione sono avvenuti con la vecchia norma, ma la richiesta di radiazione è stata istruita quando è entrata in vigore la nuova. Quindi quale norma va applicata?
Per tagliare la testa al toro il Consiglio federale ha deciso di non applicare né la vecchia né la nuova, ma s'è inventato una procedura ad hoc: ha infatti deliberato di introdurre una nuova procedura, il procuratore Palazzi in forza di questa delibera ha deferito Moggi, Giraudo e Mazzini, ed a giudicare è stata chiamata la Commissione disciplinare. Ma, come detto, nessuna norma prevede questa procedura. Ma v'è di più: l'avvocato Tortorella, difensore di Mazzini, nell'udienza del 19 scorso, ha presentato un'istanza di rinvio dell'udienza per una circostanza pregiudiziale che potrebbe far annullare tutto il procedimento. Infatti la delibera del Consiglio Federale deve essere approvata per statuto (art. 27 comma 2) dalla Giunta del Coni, ma stranamente il Consiglio ha dimenticato di inviare la delibera alla Giunta. Tuttavia Palazzi, pur in pendenza dell'approvazione della Giunta, ha avviato la procedura di radiazione. La difesa di Mazzini ha quindi presentato istanza di annullamento del deferimento all'Alta Corte del Coni, proprio perché la procedura varata dal Consiglio Federale non era ancora entrata in vigore. E' come se un Procuratore accusasse un cittadino in forza di una legge approvata da un ramo dal Parlamento, ma non ancora firmata dal Presidente della Repubblica né tanto meno pubblicata in Gazzetta Ufficiale. Un grande pasticcio in sostanza. Ma, giusto dopo l'istanza della difesa di Mazzini, la Giunta del Coni ha ricevuto la delibera e l'ha approvata. Tu guarda, delle volte, i casi della vita... E, nonostante l'Alta Corte del Coni avesse previsto di pronunciarsi oggi, la Commissione Disciplinare già il 19 maggio aveva rigettato l'istanza di rinvio, procedendo con l'udienza.
Quindi, se il deferimento fosse stato giudicato nullo a causa degli evidenti vizi procedurali, sarebbe stato come se la stessa udienza non fosse mai avvenuta; ma tutto ciò non ha fermato Artico, Presidente della commissione, dal procedere.
E quando, alla fine dell'udienza, l'avvocato Tortorella ha chiesto quando verranno depositate le motivazioni del rigetto dell'istanza di rinvio, Artico s'è dimostrato quasi stupito, come se si trattasse di una richiesta irrituale ed irricevibile e non un atto dovuto della Commissione. "Abbiamo letto il dispositivo" ha detto Artico, come se il dispositivo non prevedesse delle motivazioni a sostegno. Grottesco!
Ma se tutto questo non bastasse, vi è un altro elemento alquanto inquietante. A giudicare in secondo grado sull'istanza di ricusazione verrà chiamata la Corte Federale, ma la Corte Federale s'è già espressa sulle radiazioni di Moggi, Giraudo e Mazzini: infatti, quando il Presidente Abete ha chiesto un parere, la stessa Corte stessa s'è espressa sull'automaticità della radiazione insita nelle sentenze sportive. C'è qualcuno che ha dei dubbi su quale sarà il giudizio della Corte Federale?
E queste sono solo alcune delle macroscopiche anomalie di questa nuova richiesta di radiazione.
Perché è ancora ignoto il motivo per cui Abete non abbia deciso sulla radiazione, e di tempo a sua disposizione ne ha avuto: ben 4 anni e nove mesi!
E' ammissibile che, dopo quasi 5 anni dai fatti, in Federazione si siano creati un procedimento di tal fatta per risolvere il rebus della radiazione, quando il presidente Abete avrebbe dovuto decidere molto tempo fa?
E si badi bene che l'istituto della radiazione con la vecchia norma non prevedeva un termine entro il quale doveva essere comminata. Il tutto era lasciato alla discrezione del Presidente. Adesso Abete pilatescamente se n'è lavato le mani, il Consiglio ha tirato fuori il coniglio dal cilindro, e Palazzi ha agito. Al solito Palazzi è molto solerte quando si tratta di incolpare qualcuno in area bianconera.
E fa specie sentire l'avvocato Tortorella bacchettare pesantemente Palazzi il quale, nell'atto di deferimento, ha stranamente dimenticato di indicare i punti di incolpazione, limitandosi a richiamare la delibera del Consiglio e le famose sentenze della giustizia sportiva, dimenticando di allegare gli atti e tralasciando completamente la sentenza dell'arbitrato del Coni. Sembra quasi si stia svolgendo una formalità e che le radiazioni siano già decise.
Tutto ciò francamente ci ha schifato: continuare a vedere calpestate le più elementari norme di diritto con la scusante, esibita puntualmente, che si tratta di una giustizia domestica è francamente intollerabile. Sarebbe opportuno fare tabula rasa dell'ordinamento sportivo ed inglobarlo nella giustizia ordinaria, prevedendo delle sezioni apposite dei Tribunali specializzate in giustizia sportiva, anche perché il calcio ad alti livelli non è più un gioco ma un business, e l'industria del calcio è una delle prime in Italia. Continuare a lasciare in mano agli umori di un circolo ristretto di persone l'amministrazione della giustizia sportiva, che giudica causando in taluni casi danni economici ingenti, è ormai inammissibile.