De Santis chiede i danni all'Inter. E quel modello 45...

Moratti e TronchettiGrazie alla cortesia dei legali di Massimo De Santis possiamo offrirvi la lettura dell'esposto in versione integrale, un documento da leggere per farsi un'idea più completa dei fatti e degli atti, certamente non riassumibili in un articolo online senza sacrificare punti fondamentali di riflessione ed analisi. Gli "Omissis" sono stati inseriti dalla redazione per schermare dati personali. Clicca e leggi l'esposto di DE SANTIS

Dopo Vieri anche Massimo De Santis agisce legalmente contro l'Inter per essere stato "spiato e dossierato" in modo invasivo, con "accertamenti molto approfonditi", per usare le parole di Cipriani nel report "Operazione Ladroni".
De Santis aveva offerto all'Inter la possibilità di una soluzione diversa, ricordano i suoi legali nell'esposto: "... Con raccomandata datata 15 settembre 2010, contestava formalmente alla società resistente la violazione dei propri diritti personalissimi, all’uopo chiedendo un congruo risarcimento e, non ricevendo alcun riscontro, essendo costretto a promuovere la presente vertenza".
L'esposto evidenzia un autentico vivisezionamento della vita privata di De Santis, un dossieraggio senza limiti che ha riguardato anche la moglie, la figlia ("una minore!", evidenziano i legali), e che ha coinvolto anche chiunque, in quel periodo, sia venuto in contatto telefonico con l'ex arbitro. Una vita scandagliata, come si legge nell'esposto: "E' vero che nell’ambito di tale dossier, furono eseguite le seguenti attività nei confronti del Dott. De Santis, dei suoi familiari (compresa la moglie, Sig.ra DG, e la figlia minore, OMISSIS), dei suoi amici e dei suoi conoscenti: appostamenti; analisi all’anagrafe tributaria (immobili e redditi 1998, 1999, 2000 e 2001), al casellario giudiziario, alla motorizzazione (veicoli di proprietà), presso le banche (in cui vi erano titolarità di conti correnti) e presso le strutture alberghiere; indagini su eventuali cariche e partecipazioni all’interno di società; ... in particolare, fu intercettata l’utenza telefonica n. 335/6372*** intestata al Dott. De Santis, con conseguente analisi del traffico telefonico e annotazione manoscritta dei tabulati".

I legali di De Santis non hanno dubbi, alla luce dei documenti acquisiti anche in altri procedimenti ed allegati all'esposto: "Alla luce di quanto sopra, appare pertanto sicuramente illecito il comportamento della società resistente, la quale, agendo in totale spregio di tutti i principi in materia di riservatezza e di privacy – tutelati, come detto, sia a livello nazionale (dalle disposizioni contenute nel d.lgs. n. 196/2003, Codice della protezione dei dati personali, emanata in continuità con la precedente L. n. 675/1996), sia a livello internazionale (dall’art. 8 della Convenzione Europea sui diritti dell’Uomo: 'Diritto al rispetto della vita privata e familiare') – ha sottoposto arbitrariamente a controllo la vita privata del ricorrente (nonché dei suoi conoscenti, amici e familiari), rendendolo inconsapevolmente vittima di una situazione perniciosa e mortificante.... [...] Né può non considerarsi, al fine di correttamente desumere il maggior disvalore della condotta illecita posta in essere dalla società resistente, che le azioni illecite 'di intrusione' nella vita familiare del Dott. De Santis sono state il frutto di una preliminare e preordinata condotta illecita che la F.C. Internazionale era solita realizzare con modalità analoghe (disponendo liberamente degli apparati e del personale della Telecom e delle società private di investigazione ad essa collegate), non solo nei confronti dell’odierno ricorrente, ma anche di altri soggetti". Qui i legali allegano un passaggio della deposizione di Cipriani relativa al dossieraggio di Vieri e Jugovic (pagina 24 dell'esposto).

A pagina 28 dell'esposto si cita anche quel "modello 45" protetto meglio del Santo Graal e del quale i legali chiedono l'acquisizione nella fase di istruttoria: "3.2.4. Da ultimo, è opportuno evidenziare che la società resistente non si è limitata solo alla raccolta illecita dei dati personali del Dott. De Santis, ma li ha utilizzati per presentare un esposto dinanzi la Procura della Repubblica di Milano per denunciare presunte condotte illecite (frode in competizioni sportive) poste in essere dal ricorrente (esposto che ha generato il procedimento rubricato con R.G.N.R. 131238/2004 e che, peraltro, successivamente alle valutazioni operate dal P.M., Dott. Ilda Boccassini, è stato archiviato e di cui la scrivente difesa chiede l’acquisizione al presente giudizio, non essendo riuscita ad estrarne copia pure a fronte di un’apposita istanza di autorizzazione alla visione degli atti depositata in data 3 febbraio 2011 al suddetto P.M. ed al Procuratore Generale della Repubblica di Milano, Dott. Bruti Liberati – doc. 13)".

Di questo famoso fascicolo, aperto ed archiviato dalla Boccassini, si è a lungo discusso nell'ambito del processo Calciopoli, e ci torneremo su a breve con un'analisi più approfondita perché sono tanti i personaggi che vi hanno a che fare, ma per ora invitiamo a rilevare che è interessantissima la ricostruzione dei legali di De Santis, i quali ricordano la deposizione di Moratti resa a Borrelli il 3 ottobre 2006, in stile "Nente sacciu", la versione di Tavaroli nel suo interrogatorio del 29 settembre 2006, quelle di Cipriani prima ai pm e poi in aula.
Moratti ha sempre scansato la responsabilità dell'Inter come ispiratrice dell'apertura del fascicolo da parte della Boccassini, ma per i legali di De Santis non ci sono dubbi, per di più alla luce di quanto affermato da persona che Moratti lo conosce bene, lo frequenta molto, e ne è socio: Tronchetti Provera.
Ebbene nella sua deposizione del 9 marzo 2010 nell'ambito del processo Telecom condotto dal GUP Mariolina Panasiti, Tronchetti Provera ha dichiarato: "Massimo Moratti e Facchetti si ponevano la questione di come si può fare e cosa fanno le altre squadre, e me ne parlarono. Dico: 'Mah, provate a sentire questi della Sicurezza, nostri, se hanno un’idea, perché avranno qualcuno che li controlla o qualcuno che li accompagna, non ne ho idea'. Creai il canale diretto e il rapporto diretto, con loro, e tutto questo... Moratti aveva richiesto immediatamente un aiuto alla Procura della Repubblica, perché c’era un arbitro che raccontava di strane storie a Facchetti, però questo arbitro cambiò idea, non raccontò più nulla e quindi cadde, il tutto... La prima cosa che fece Massimo Moratti fu di andare dalla dottoressa Boccassini a raccontare questa vicenda. La dottoressa Boccassini gli suggerì di fare venire questo giovane arbitro a denunciare la cosa".

Moratti, "scontento" della FIGC, dopo la relazione di Palazzi, al punto da dire che lui lavorava per i suoi tifosi e "non per certa gente", il Moratti poi paladino difensore della stessa FIGC dalle azioni della "cattivona" Juventus: "Non mi sembra una cosa bella che una squadra italiana denunci la propria Federazione e un’altra squadra italiana alla Uefa", avrebbe prima perseguito la via giudiziaria e poi negato davanti a Borrelli dicendo che era una "intenzione" di Facchetti? Sembrerebbe di sì, a sentire Tronchetti.
Come al solito davanti a due versioni opposte non facciamo come certa stampa e scriviamo con forza: o ha ragione Moratti o Tronchetti, non si scappa.

La soluzione del giallo la conosce solo la pm Boccassini. Dopo anni ed anni siamo ancora qui ad interrogarci su chi abbia realmente presentato un esposto o una denuncia che abbiano indotto la Boccassini ad aprire un fascicolo, perché noi all'idea che la pm apra un fascicolo di sua iniziativa, e che chiami Nucini per trascorrere qualche ora "per parlare di calcio", come ha detto il Nucini versione 2.0, non ci vogliamo credere.
I legali di De Santis hanno cercato di svelare il mistero chiedendo quel fascicolo, chiedendone l'acquisizione anche nel processo Calciopoli, ma dalla Procura di Milano non hanno cavato un fascicolo dal buco.
Chi poteva svelare il mistero già nel 2006 era Borrelli ma, mentre chiese ed ottenne da Torino un modello 45 relativo ad un interrogatorio della Fazi, come da lui ammesso nell'audizione al Senato del settembre 2006, non ritenne opportuno seguire la stessa strada con le sue ex pm e Procura per vederci chiaro su quella possibile elusione della clausola compromissoria, violazione del Codice di Giustizia Sportiva che, all'epoca, ottobre 2006, era caduta in prescrizione, l'ennesima (una più una meno), per la società Inter, ma non ancora per il tesserato Moratti, ammesso siano vere le parole di Tronchetti Provera.