Indagine sulle sentenze sportive: interrogato Ronzani.

giustiziaLa settimana scorsa è avvenuto qualcosa d'importante che, come al solito, abbiamo prima voluto "ruminare" per poi esprimere i nostri commenti, ampiamente discussi in un forum con tanti tifosi juventini. Ecco l'articolo di "La Repubblica" letto sul sito violanews:

Le sentenze di Calciopoli finiscono ufficialmente sotto inchiesta: nei giorni scorsi i pm di Napoli hanno interrogato, in gran segreto, Pier Luigi Ronzani, il giudice che scrisse le ultime sentenze del più grande scandalo della storia del pallone italiano, quelle che condannarono le squadre per salvare, di fatto, i dirigenti, a partire da Franco Carraro. Un interrogatorio lampo, quello di Ronzani. Nel corso del quale l´ex presidente della Camera di conciliazione e arbitrato del Coni, la cassazione dello sport, è stato molto esplicito: «Alla vigilia dei processi di Calciopoli - questo il senso delle sue parole - il presidente del Coni, Gianni Petrucci, mi ha avvicinato: voleva che non prendessi alcuna decisione sulla posizione di Franco Carraro». I sostituti procuratori napoletani, Beatrice e Narducci, così come altri addetti ai lavori, avevano sempre guardato con una certa diffidenza, per non dire sospetto (1), agli esiti degli arbitrati che un anno fa avevano stravolto le decisioni del giudice del primo e del secondo grado sportivo. Questa estate i loro sospetti avevano trovato una prima precisa conferma, quando nell´ambito di una inchiesta della procura di Bologna (che indagava su un caso di malagiustizia sportiva relativo al basket, il cosiddetto "caso Lorbek"), emerse un´affermazione "anomala" resa sempre da Ronzani: «Dopo le vicende che mi hanno visto protagonista sui lodi di Calciopoli - spiegò - sono entrato in contrasto con Petrucci. Motivo di tale contrasto è stato il lodo Carraro in merito al quale fui avvicinato da Petrucci, che mi sollecitò ad una soluzione diversa da quella che poi ho adottato. In particolare mi chiese di dichiarare l´incompetenza della camera motivandola con aspetti tecnico-giuridici. La mia convinzione era invece diversa». Letti gli atti dell´indagine bolognese, i pm napoletani hanno deciso di sentire personalmente il testimone (che nel frattempo è stato silurato dal Coni, assieme all´intera Camera di arbitrato, abrogata). Ronzani ha confermato parola per parola, dettagliando ulteriormente, quanto dichiarato in un primo momento (e cioè le pressioni del Coni sulla Camera da lui presieduta) gettando una nuova luce sugli esiti di Calciopoli. Anche perché, sempre da Bologna, sono arrivate le altre carte che raccontano di una Camera arbitrale tutt´altro che impermeabile alle pressioni dei massimi vertici dello sport italiano (2).
Le nuove dichiarazioni di Ronzani verranno adesso utilizzate nel corso del processo penale che comincerà il 15 dicembre a Napoli (3). Contemporaneamente, però, il verbale reso da Ronzani al pm di Bologna è finito anche sulla scrivania dei magistrati romani che stanno valutando «eventuali profili penali» relativi al comportamento del presidente del Coni Gianni Petrucci.

Note:
(1) - Stralcio dell'intervista di Beatrice&Narducci di giovedì 12 Luglio 2007:
NAPOLI - (Ansa) "La delusione e lo scetticismo per le istituzioni sportive credo sia generale. Alcuni risultati erano stati raggiunti nella sentenza di primo grado, poi sono stati annacquati fino agli arbitrati, avvantaggiati da un clima che in Italia muta facilmente: o forcaioli o lassisti. Il garantismo è un’altra cosa'’. Così il pm di Napoli Filippo Beatrice titolare dell’inchiesta su calciopoli insieme con il collega Giuseppe Narducci in un’intervista che i due magistrati hanno rilasciato all’‘’Espresso'’ e di cui il settimanale ha diffuso oggi un’anticipazione. Il pm è convinto inoltre che il cosiddetto sistema Moggi abbia falsato più campionati, oltre quello 2004-2005 al centro dell’inchiesta: "E’ evidente che è cosi’. Ci sono fatti che fanno capire che le cose non siano nate certo nell’autunno 2004.
Occorreva però la collaborazione delle persone che non c’è stata". Il mondo del calcio è così marcio? ‘’Non e’ molto diverso dall’Italia, riflette una serie di meschinità del paese'’, ha risposto il magistrato. E Narducci ha sottolineato che il calcio ‘’andrebbe rifondato'’. "Guido Rossi - ha affermato - è durato troppo poco. Del resto dopo la politica e l’imprenditoria restavano i santuari del calcio".
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I pm della procura di Napoli si sono anche soffermati sui commenti alle sentenze sportive fatti da magistrati che si sono occupati della vicenda. "Subito dopo la sentenza di secondo grado - ha ricordato Narducci - mi colpi’ l’intervista a Mario Serio, componente del collegio, che spiegava perchè la Caf aveva ridotto le sanzioni di primo grado. Se fosse stata rilasciata da un qualsiasi giudice ordinario avrebbe comportato iniziative anche gravi. Valutazioni dell’illecito sportivo sopravanzate da altre di ordine generale: gli umori dell’opinione pubblica, l’auspicio di provvedimenti di clemenza, la partecipazione dell’Italia ai Mondiali. Non scherziamo, giudici ordinari, amministrativi, sportivi: tutti dobbiamo avere l’assoluta certezza che i magistrati chiamati a giudicare lo facciano sulla base rigorosa dei fatti e non di elementi al di fuori del processo. Invece certi commenti post sentenza, anche quelli del presidente della Corte federale Piero Sandulli, mi hanno inquietato"
(Ju29ro Team: noi siamo inquietati anche dai commenti pre-sentenze).

(2) - Stralcio dell'articolo di Mensurati su La Repubblica del 10 agosto 2007
I veleni del Coni su Calciopoli. Le sentenze nel mirino dei pm. ROMA - Quanti avevano storto il naso di fronte agli esiti del processo sportivo di Calciopoli - con le sostanziali assoluzioni, passate sotto silenzio, dei principali protagonisti di quella stagione, da Carraro e Della Valle in poi - non potranno perdersi gli sviluppi dell'imprevisto scandalo estivo che ha investito i vertici del Coni a partire dal suo presidente, Gianni Petrucci.
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Le intercettazioni telefoniche operate dai Nas di Bologna hanno messo in evidenza - lo sostiene il pm Lorenzo Gestri - "un quadro impressionante di contatti incrociati fra rappresentanti dei vertici delle istituzioni sportive, dirigenti della Pallacanestro Treviso e funzionari della Camera di conciliazione (la massima autorità di giustizia sportiva, che ha detto l'ultima parola sia nel caso Calciopoli sia in quello Lorbek-Benetton ndr) certamente idonei non solo a sollevare dubbi sull'effettiva genuinità dell'esito finale della giustizia sportiva (...) ma, ancor più, a minare in radice la credibilità di garanzia, trasparenza e terzietà che dovrebbero tradizionalmente contraddistinguere l'operato ed il funzionamento dei vertici istituzionali dello sport nazionale".
Sempre Ronzani rafforza la sua accusa raccontando come, durante i giorni concitati del lodo Lorbek, un ruolo quanto meno anomalo fu giocato da Stefano Bovis, funzionario dell'ufficio legale del Coni. Sapeva cose che i giudici avevano appena deciso nel segreto della camera di consiglio e che quindi erano state apprese certamente da uno dei componenti della giuria. Una doppia rivelazione, quella di Ronzani, che da un lato precipita nel più cupo imbarazzo la massima carica dello sport italiano e dall'altro risponde alla domanda che in molti (magistrati di Napoli compresi), in questi giorni, si sono ripetuti: "Ma se per il lodo Benetton è successo tutto questo casino, per la Juventus e il Milan cosa è successo?".

(3) - Noi sappiamo che il 15 dicembre ci sarà l'udienza davanti al GUP. Se ci sarà o meno un processo si deciderà in quella data. Forse a Repubblica sono già oltre?

COMMENTO - Il Coni, ad agosto ha emesso questa la nota, "respinge inoltre giudizi riguardanti la messa in discussione della credibilità di garanzia, trasparenza e terzietà dell’operato dei vertici istituzionali dello sport nazionale, ricordando come in data 22 marzo, il presidente Petrucci scriveva una lettera riservata personale al presidente della Camera di Conciliazione e Arbitrato, Pier Luigi Ronzani, rappresentandogli, qualora il caso Lorbek fosse giunto dinanzi alla Camera di Conciliazione e Arbitrato, che la stessa avesse mantenuto i necessari caratteri di autorevolezza, indipendenza e trasparenza, come di norma stabilito".
Petrucci, leggendo la nota, si sarebbe mosso in anticipo, con zelo, per spiegare a Ronzani quelli che erano i compiti del suo incarico. Mah. Dalle notizie attinte dalla stampa possiamo formulare l'ipotesi che il timore di Petrucci potesse essere, fin da subito, il veder crollare il castello di Calciopoli e della giustizia sportiva in generale. Spinto da questo timore si sarebbe "interessato" affinché la Camera Arbitrale dichiarasse l´incompetenza, motivandola con aspetti tecnico-giuridici: che si trattasse di Carraro, Moggi o il basket era indifferente.
La Camera Arbitrale presieduta da Ronzani adotta motivazioni tecnico-giuridiche per Moggi e Giraudo: non decide perchè i soggetti non erano più tesserati (stessa "posizione" che avevano anche prima che iniziasse il processo).
Petrucci, par di capire, avrebbe avuto piacere che l'Arbitrato "sterilizzasse" le sue prerogative per confermare la linea dei processi. Ronzani, invece, non era d'accordo e ribadì il potere che il ruolo gli concedeva: l'Arbitrato trattò molto bene Carraro.

Per quanto riguarda i pm di Napoli: dall'interrogatorio di Ronzani hanno attinto altro materiale da utilizzare per "provare" il ruolo di Carraro o per "definire" il ruolo ed il potere di Petrucci legato alle sentenze sportive?
L'ipotesi di un Carraro sodale di Moggi, che già a nostro parere regge poco, può essere allargata a Petrucci? Lo reputiamo difficile.
Come sarebbe possibile sostenere che Petrucci apparteneva allo stesso "disegno" e fosse dalla parte di Moggi quando è lui l'autore della nomina di Guido Rossi, quando tutti i dirigenti hanno ottenuto tangibili "sconti di pena" salvo Moggi, Giraudo, De Santis ed i designatori?
Ne sapremo di più a breve. Intanto son tornati a suonare i primi "tamburi di guerra", quelli fatti di articoli e apparizioni TV, quelli che lo scorso anno funzionarono benissimo nel generare il sentimento popolare che gran peso ebbe nelle sentenze. "Sentire popolare" che influenzò la prima sentenza di Ruperto come la seconda di Sandulli: il pm Narducci, come abbiamo letto, contesta solo il "sentimento popolare" tenuto in conto dalla CAF e riferito dal giudice Serio.
Siamo sicuri che nelle prossime settimane i "tamburi di guerra" si moltiplicheranno: quello che riguarda la Juve "tira" sempre bene. Processo-doping docet.