Risponde Melandri, avvocato di Moggi al processo GEA

Avv. Matteo MelandriNoi di ju29ro.com seguiamo il Processo GEA fin dai primi mesi dell'anno, allorquando cominiciarono ad uscire sugli organi d'informazione i primi resoconti delle udienze.
Fin dall'inizio, cercando di collegare i fatti con un minimo di senso logico e di buonsenso, abbiamo evidenziato le numerose discrepanze tra i titoli colpevolisti e appiattiti sulle tesi del pm e i contenuti degli interventi.
Abbiamo notato che chi accusava Luciano Moggi e la Gea apparteneva in generale a due categorie: ex concorrenti della GEA e giocatori che non avevano sfondato nella Juve.
Abbiamo notato le ripetute accuse di reticenza ai testimoni che contraddicevano le tesi degli accusatori.
Abbiamo notato altre strane reticenze, stavolta non stigmatizzate, di inquirenti e accusatori.

In prossimità della sentenza di primo grado, attesa per metà gennaio, e ferma restando la reticenza dei media che agli interventi delle difese hanno dedicato solo poche righe o nessuna come nel caso del Corriere della Sera (versione cartacea), abbiamo ora deciso di interpellare direttamente uno degli avvocati difensori di Moggi in questo processo, Matteo Melandri (qui potete trovare una trascrizione dell'intervento di Marcello Melandri del 2 dicembre), per porre direttamente a lui una serie di domande sul procedimento in corso.
Ovviamente la sua è una voce di parte, è la voce della difesa, e magari qualcuno storcerà il naso cercando di ridurre tutto a questo. In realtà l'avvocato Matteo Melandri, che ringraziamo per la cortesia, ci ha dato risposte molto precise, argomentate e deontologicamente impeccabili.

Quando sui titoli di giornale e nei servizi in TV risuona la voce dell'accusa, unica e fragorosa nella sua faziosità, in pochi storcono il naso. Ebbene, saremo pochi, ma anche noi abbiamo diritto a una piccola voce, no?

LA VERA NATURA DELLA GEA

Un'associazione a delinquere formata da 3 persone. Due di loro sono padre e figlio. Il figlio è in rapporti di affari con il terzo, Zavaglia. Tra Moggi e Zavaglia, la connessione ipotizzata dai Pm risiede unicamente in un rimbrotto per non avere pagato delle cravatte. Non solo: Zavaglia, al telefono con Leonardi, spiega che con Moggi Luciano non si sente mai e ne critica la gestione delle risorse umane alla Juventus, e di Moggi Alessandro dice che vuole lasciare la GEA appena possibile. E' soltanto una nostra impressione o un'eventuale sentenza di condanna sarebbe un precedente giudiziario pericolosissimo per uno stato di diritto?
Diciamo che la costruzione accusatoria, è un po' più complessa di come l’avete rappresentata, è comunque vero che la disposizione del legislatore con riferimento alla fattispecie prevista dall'art. 416 c.p. è tutt’altra cosa rispetto a ciò che nel corso del dibattimento si è dimostrato essere la Gea World. Peraltro, non si comprende come imputati in questa "fantomatica" associazione possano essere soggetti che non fanno parte della Gea ed invece ne siano estromessi soggetti soci.

Una delle principali accuse mosse da sempre alla GEA è stata quella di aver creato un vero e proprio monopolio delle procure dei calciatori. A sentire in giro, sembra quasi che l'intero mercato dei calciatori professionisti fosse in gran parte in mano ai procuratori GEA. In quale percentuale?
Proprio oggi [4 dicembre, ndr] l’avv. Paolo Rodella, difensore di Alessandro Moggi, ha evidenziato al Tribunale questo dato, i giocatori professionisti in Italia sono quasi 3000 e la Gea dal 2001 al 2005 aveva la procura di 154 giocatori.

Qual è la sua valutazione del mercato delle procure calcistiche in Italia ai tempi in cui la GEA operava? Oggi è cambiato o è sostanzialmente uguale? C'è a suo parere bisogno di una maggiore regolamentazione?
Io sono penalista ed una cosa è certa: di tutto ciò che ho sentito non c’è nulla di penalmente rilevante, ci sono i regolamenti e gli organi preposti a regolamentare tale settore; se poi vorranno cambiarli al fine di evitare “evidenti” conflitti di interesse, facciano pure.

Abbiamo sentito le testimonianze dei vari Miccoli e Grabbi, convinti di essere stati falciati dalla GEA nel bel mezzo del cammin trionfale verso il Pallone d'Oro, ma anche giocatori come Lai e Grassadonia, che senza avere toccato grandi palcoscenici, hanno raccontato del buon lavoro della GEA, e delle tribolazioni seguite alla loro libera scelta di affidare la procura. E' corretto affermare che la GEA si trovava persino esposta, in alcuni casi, ad un assetto concorrenziale sfavorevole?
Beh direi che la Gea nel momento in cui è nata ha creato molta preoccupazione nel settore degli Agenti dei Calciatori, preoccupazione che, legata all’invidia ed alla gelosia, ha generato le lamentele e le denunce dei concorrenti, senza però ottenere provvedimenti di censura, né con riferimento alle modalità con le quali venivano acquisite le procure né, tantomeno, con riferimento a presunte posizioni dominanti nel mercato.

Secondo l'accusa, Moggi sfruttava la sua posizione nella Juve per costringere i giocatori a passare alla società del figlio. Quanti giocatori della Juve, durante la gestione Moggi, passarono alla GEA? Erano quelli con i contratti più sostanziosi?
Assolutamente no, i giocatori “targati Gea” erano due o tre tra quelli in prima squadra ed alcuni giovani della Primavera. Uno dei nostri argomenti difensivi è stato proprio questo. Vi pare che se Luciano Moggi avesse avuto tutta questa capacità di intimidire i giocatori, non avrebbe portato in Gea le procure dei vari Ibraimovic, Zambrotta, Del Piero, Nedved?

Il famoso "pizzino" di Zavaglia: la prova principe secondo gli inquirenti. Le riproponiamo il testo così come riportato dalla stampa, secondo cui Zavaglia invita i procuratori "a non andare a sbandierare il nome di Luciano Moggi e a far presa sui giocatori illustrando loro l'organizzazione della società senza minacciare nessuno come è avvenuto in passato". Qual è la versione fornita della difesa?
La versione secondo me non può che essere la sola che se ne evince dalla interpretazione letterale del manoscritto, ossia che già ai tempi della Football Managment l’intento di Zavaglia ed Alessandro Moggi era quello di evitare che i comportamenti dei collaboratori, che difatti poi sono stati estromessi dalla nuova composizione sociale, andassero a ledere i corretti principi che regolano il mercato delle procure dei calciatori.

La deposizione di Cassetti ha avuto poca eco da parte della stampa e si aggiunge a una serie di comportamenti discutibili da parte della dirigenza interista. [1]
Testimonianza di Cassetti, come quella di tanti altri giocatori di Alessandro Moggi che hanno dichiarato di non aver mai subito pressioni o minacce per conferire la procura alla GEA.

Può raccontarci l'aneddoto di Chiara Geronzi che accompagna "prendendolo per un orecchio" Nesta dal padre, il banchiere Cesare Geronzi? Possiamo dedurre da questo episodio che per la giustizia italiana vi siano diversi tipi di cittadini? Intoccabili e Sacrificabili, per esempio?
L’episodio è stato raccontato da Nesta nel corso delle indagini preliminari: il giocatore aveva problemi con il suo procuratore del momento, Dario Canovi, con riferimento ad un contratto con una società olandese che chiedeva al giocatore 9 miliardi di lire. A quel punto Chiara Geronzi, Giuseppe De Mita e Cragnotti hanno portato il giocatore da Cesare Geronzi nella sede di Capitalia ed hanno proposto al giocatore, in cambio del conferimento della propria procura alla GEA, l’accollo del debito.
Motivo della nostra doglianza ovviamente il fatto che il Pubblico Ministero nelle richieste di archiviazione di Chiara Geronzi e di Calleri abbia ritenuto che gli stessi non partecipassero né fossero a conoscenza della modalità con la quale venivano acquisite le procure sportive!

GLI ACCUSATORI

Si fa prima a elencare i testimoni dell'accusa che in sede dibattimentale hanno confermato la tesi del pm o quelli che l'hanno smentita? Le è capitato altre volte di assistere ad una cosa del genere?
Sicuramente sono stati tantissimi i testimoni che nel corso del dibattimento hanno smentito la tesi accusatoria ed altrettanti erano stati sentiti dagli inquirenti nel corso delle indagini. Ribadisco: questo procedimento penale doveva concludersi con una richiesta di archiviazione nei confronti di tutti gli indagati.

Come giudica le accuse di falsa testimonianza formulate dal Pm Palamara nei confronti dei testimoni che non hanno confermato la tesi dell'accusa? Sbagliamo o si è trattato di un provvedimento preso in maniera sistematica?
Più che sistematica, oserei dire strumentale; infatti, la reticenza è stata contestata per i soli Capello e Giraudo, i quali hanno semplicemente confermato ciò che avevano dichiarato in fase di indagini, stessa cosa dicasi per Blasi (accusato di falsa testimonianza) che, in uno dei suoi tre verbali di sommarie informazioni, aveva già affermato di non aver subito minacce per il conferimento della procura alla GEA.
La strumentalità del gesto è rappresentata dal fatto che tutti i testimoni che si sono presentati dopo quel giorno avevano appreso dai giornali che il Pubblico Ministero aveva iscritto nel registro degli indagati dei testimoni, perciò, sicuramente, questa notizia poteva influenzare il loro atteggiamento.

Alla luce della sua esperienza professionale, le è mai capitato un caso nel quale il medesimo organo inquirente conduca due diverse indagini, su mandato di giudici diversi aventi giurisdizioni territoriali diverse, come in questo caso e in quello del processo di Napoli per Calciopoli? Non le pare singolare?
No, questa non è una anomalia, ci sono spesso indagini che vengono seguite di concerto tra procure diverse.

E' vero che Franco Baldini, interrogato in aula dall'accusa, ha negato di aver frequentato il Maggiore Auricchio (autore delle informative sulle intercettazioni telefoniche) e solo in seguito, messo alle strette, ha dovuto ammetterlo? In questo caso non vale l'obbligatorietà dell'azione penale?
Esatto! La stessa cosa è successa anche con Antonelli. Sull'obbligatorietà dell'azione penale la domanda dovrebbe farla al Pubblico Ministero.

Come accusatore, che credibilità ha Baldini, visto che era un diretto concorrente, dal punto di vista professionale, di Luciano Moggi?
Le dirò di più! Non solo si deve considerare la poca attendibilità del teste Baldini, ma non si deve dimenticare che qualunque sia l’esito di questo processo penale, comunque i signori Caliendo, Baldini, Antonelli hanno raggiunto il loro obbiettivo: Moggi nel calcio non c’è più. La Gea non esiste più.

Secondo le informative dei Carabinieri, un altro grandi accusatore, l'ex procuratore Stefano Antonelli, si sarebbe presentato spontaneamente dai Carabinieri consegnando la registrazione, fatta da lui artigianalmente, di 5 sue telefonate col padre di Blasi, per altro poi nemmeno trascritte, ma sommariamente riassunte. Avete chiesto una perizia per quelle telefonate?
Non c’è stato bisogno di una perizia. Come lei sa, il presupposto della genuinità della prova contenuta nelle intercettazioni telefoniche, è che entrambi i partecipanti alla conversazione non siano a conoscenza di essere intercettati. E’ evidente che nel caso di specie, visto che era l’Antonelli a registrare, tale documento non ha lo stesso valore probatorio delle conversazioni intercettate dal Nucleo Operativo dei Carabinieri

Le intercettazioni del processo GEA costituiscono un sostanzioso capitolo delle informative diffuse alla stampa nel maggio 2006. Su Repubblica del 15 giugno 2006, i giornalisti Bonini e D'Avanzo scrissero che i Pm di Napoli accusavano della fuga di notizie il Nucleo Provinciale dei Carabinieri di Roma, trasmettendo i relativi atti alla procura capitolina. Che voi sappiate, l'indagine di cui parlano Bonini e D'Avanzo ha avuto un esito? Avete portato la questione in aula o in altre sedi?
Anche questo problema è stato affrontato da noi difensori. Prove certe non ci sono, anche se di sicuro qualche sospetto rimane.

IL PROCESSO E I MEDIA

Leggendo i resoconti della vostra arringa difensiva dell'altro giorno, abbiamo notato ripetuti riferimenti al mondo dello spettacolo: Fiorello, il Tapiro, Mourinho... al giorno d'oggi non c'è il rischio che la gente confonda Striscia la Notizia con i tribunali della Repubblica?
Credo sia uno dei problemi principali che rischia di condizionare l’esito di molti processi. Il mio pensiero è che i media non dovrebbero occuparsi dei processi penali, per lo meno fino alla sentenza di primo grado.

Lo svolgimento del processo ha avuto scarsissima eco sui giornali come se la sua storia fosse stata già scritta; sul nostro sito ju29ro.com abbiamo invece dedicato spazio (Processo GEA, oltre la reticenza dei media) alle varie deposizioni e fatto capire ai lettori che stava emergendo un quadro molto diverso da quello ipotizzato dall'accusa, cosa che è stata apprezzata. "Dentro" il processo le è parso che ci fosse la stessa sensazione di uno svolgimento sorprendente rispetto alle ipotesi accusatorie? C'è qualche episodio in particolare che ci può segnalare?
Guardi le posso dire che non c’è stata neanche una udienza nella quale le difese sono uscite dall’aula con la sensazione che fosse stata una “battaglia persa”. Certo ora però bisogna vedere chi è che vince la guerra. Noi siamo fiduciosi.

Nell'arringa difensiva avete sostenuto che "L'eco che ha avuto sui media questa vicenda processuale non ha consentito di trovare un pubblico ministero che avesse il coraggio di chiedere l'archiviazione". Può spiegare i meccanismi di condizionamento da parte dei media e perché sarebbe stato necessario avere del coraggio da parte del pm?
Coraggio è un eufemismo ovviamente!!

ESSERE LA DIFESA

Per il rinvio a giudizio e le richieste dell'accusa abbiamo contato complessivamente 8 intere pagine sui tre maggiori quotidiani d'informazione; oggi, per gli interventi della difesa, un totale di 34 righe. Una curiosità: a questa reticenza, che s'è vista in tutto il processo, avete cercato di rimediare?
I giornalisti si trincerano dietro al diritto di informazione ed ogni volta che chiedono informazioni lo fanno invocando il diritto del cittadino ad essere informato. La verità è che i giornali come ogni altra attività imprenditoriale ambiscono a vendere più copie rispetto alle altre testate, così vengono messe in risalto solamente le notizie che fanno vendere di più. La gente vuole leggere che per Moggi & Co. sono stati chiesti 6 anni, vuole leggere che è stato chiesto il rinvio a giudizio per tutti nel processo di Napoli. Vedrete che se il primo grado terminerà con una sentenza di assoluzione ci sarà molta meno eco rispetto a quella che ha avuto la notizia delle richieste di pena avanzate dal pm.

Secondo la Gazzetta dello Sport, nell'udienza dell'altro ieri "Melandri ha anche polemizzato sulla scelta del gup Mariani di archiviare alcune posizioni per poi rinviare ad Azzolini per decidere sui rinvii a giudizio. Il presidente Fiasconaro non ha gradito". Può chiarire il senso della polemica ai non addetti ai lavori? La reazione del presidente del Tribunale è stata descritta correttamente? Se sì, come se la spiega?
Molto tecnica. Dovrei scrivere una pagina per spiegare bene tutta la fase di conclusione delle indagini preliminari e soprattutto spiegare le incompatibilità GIP GUP.
Il Pesidente Fiasconaro non ha gradito tutti quei riferimenti a ciò che non era contenuto negli atti del dibattimento. Visto che questo riguardava un momento precedente, ha fatto capire che non se ne doveva parlare.

Quando, nel dicembre 2007, uscirono le intercettazioni della cosiddetta Calciopoli 2, chiunque avesse scaricato dal sito di alcuni tra i maggiori giornali italiani le relative informative d'indagine, oltre a venire in possesso dei numeri di cellulare di alcuni indagati, avrebbe potuto leggere le ricostruzioni di apparentemente "loschi" incontri in alcuni ristoranti romani tra l'indagato Luciano Moggi e un paio di misteriose persone che, una volta identificati dai Carabinieri, si rivelano essere gli avvocati Melandri. Pur non essendo agli atti di questo procedimento, lei ha letto quella informativa? Cos'ha provato nel sapere di essere stato pedinato solo per aver accettato di fornire assistenza legale a Luciano Moggi?
Oltre alle fotografie che ci ritraevano in compagnia di Moggi, come se fosse un boss mafioso, erano contenute anche le telefonate tra il Prof. Tedeschini, difensore di Moggi davanti al Giudice Sportivo e davanti al Giudice Amministrativo. Per questo motivo il Prof. Tedeschini ha presentato un esposto al CSM. La cosa che più mi dispiace è vedere come vengono spesi i soldi dei contribuenti.

Insomma, cosa vi ha spinti ad accettare l'incarico di difensori di Moggi, ormai divenuto mediaticamente il termine di paragone di ogni italica nefandezza? Per il clima che si è creato, non potrebbe rivelarsi una mossa controproducente per la vostra professione?
Questo è il vero paradosso. Luciano Moggi nel corso di questa vicenda è stato considerato al pari di un vero delinquente, ma nel corso di questi due anni e mezzo, devo dire che è sempre di più la gente che, in mezzo alla strada, è tornata a salutarlo con affetto ed ha capito che non solo il calcio non è cambiato da quando non c’è più lui, ma che è stato vittima della solita italica illusione: i problemi si risolvono prendendo il capro espiatorio, mostrando alla gente la falsità di cambiare le cose senza che niente cambi.


Nota della redazione:
[1] Il 15-07-2008 Cassetti ha dichiarato in aula: "Tre anni fa, nella stagione 2004/05, mi chiamò Beccalossi e mi convocò nella sede dell'Inter dicendomi di non dire nulla ad Alessandro Moggi. C'erano Mancini, Oriali e Branca. Io ero sotto contratto con il Lecce e loro volevano farmi firmare una sorta di pre-accordo con l'Inter, ma non volevano trattare con Alessandro Moggi. Io non firmai nulla, anche perché avevo un contratto in essere e avrei rischiato la squalifica. Subito dopo chiamai Alessandro per raccontargli la vicenda. Poi richiamai l'Inter e dissi loro che se volevano trattare con me dovevano parlare con il mio agente"