Milan-Inter e certe cosucce passate inosservate

tiagoCAFFE’ D’ANNATA

Dal Tirreno del 19 gennaio, pagina 17, sezione Sport, scopriamo che l’Inter ha rischiato di vedersi pignorato l'incasso di una partita. Ma questi non erano pieni di soldi? 5 mila euro, dovevano sganciare. Ammazza che pitocchi. No, è che gli rodeva.
E’ successo che nel 2005 gli indossatori di scudetti altrui avevano querelato la casa editrice Bradipolibri e Ferruccio Mazzola, fratello di Sandrino e molto meno dotato calciatore. “Il terzo incomodo. Le pesanti verità di Ferruccio Mazzola”, il titolo; Fabrizio Calzia, l’autore; il 2004, l’anno di pubblicazione; il doping, il soggetto. Il doping, dico, quella roba che nel calcio esiste solo se serve a imbastire un processo farlocco alla Juve di Giraudo e Agricola.
In quel libro dunque Ferruccio accusava la “Grande Inter” degli anni ’60 di "uso disinvolto del doping per potenziare al massimo le prestazioni della squadra e per conseguire i gloriosi risultati poi effettivamente raggiunti". Dopo la richiesta di danni degli indignati maestri d’etica meneghini, l’avvocato della casa editrice si è rimboccato le maniche e ha iniziato a raccogliere documenti e testimonianze, tanto che nel 2008 il tribunale di Roma non solo ha dato il due di picche all’FC Tavolini, ma l’ha condannata al pagamento delle spese processuali. Secondo il giudice, il libro "è costituito prevalentemente da una serie di racconti che hanno visto come protagonista il Mazzola nel corso della sua carriera, nonché da una serie di testimonianze di molti ex calciatori. Attraverso un racconto chiaro e completo, scevro da espressioni malevole o offensive, gli autori delineano un quadro generale e storico del calcio dell’epoca".
Siccome gli indossatori per un anno si sono rifiutati di sganciare le 5 mila cuccuzze, è scattata la richiesta di pignoramento. Avrebbero fatto bene a pagare subito, almeno la cosa sarebbe passata in sordina, no?

VECCHIE CONOSCENZE

Ventinove anni fa una delle più grandi rosicate del secolo ventesimo, quelle dei romanisti per un gol annullato a Torino. Di ieri l’intervista di Tuttosport a Giuliano Sancini, il guardalinee che alzò la bandierina: “Io ero perfettamente in linea. Ero e rimango convinto di quello che ho fatto. Avevo ragione io. La moviola? Mandatemi tutti i filmati. Ci scommetto, sono pronto a pagare una cena”. Non sgancerebbe mai una lira, anche perché ai tempi quando l’attaccante era in linea con l’ultimo difensore era in fuorigioco. Ah, il gol era quello, irregolare, di Turone, ovviamente.
Quattro anni fa la più grande farsa della storia del Calcio. A presiedere il tribunale speciale di primo grado, Cesare Ruperto. A fine estate lo rimisero nella formalina. L’hanno riesumato, a Roma, per metterlo a capo del collegio arbitrale che si occuperà del contenzioso tra i Sensi e Unicredit sulle modalità di risoluzione del finanziamento della Banca ai controllanti della Roma. Un caso di finanziamento strutturato? Lo scopriremo la prossima estate. Di certo, la Roma in B non ci finirà, la Roma è sempre e comunque parte lesa. E' un dogma tipo pontificio, questo.


VARIA ATTUALITA’

Dalle passate rosicate altrui passiamo alle nostre disgrazie presenti. Si tratta di una recente novità, quella del disastro sportivo bianconero, introdotta perché chi comanda ha deciso che dobbiamo essere simpatici e ispirare tenerezza. Simpatici non lo saremo mai, ma in effetti, fatta eccezione per i milioni di tifosi della Juve, la cosa sembra rendere felici tutti i tifosi italiani.
Ieri uno dei simboli post-Farsopoli dell'inettitudine bianconera sul mercato ha esordito nell’Atletico Madrid e dopo 11 minuti ha infilato una pera nella porta del Celta Vigo. Tiago Cardoso Mendez: gol segnati in maglia bianconera in due anni e mezzo, zero. Il projettò ha ieri completato una nuova importante milestone.
D’altronde siamo nella settimana del derby della Madunina, occasione che pare fatta apposta per chiudere questa breve spigolatura riesumando una fondamentale intercettazione dell’estate 2006, prima importante milestone del projettò.
“Quest’anno è Milan–Inter”, si diceva alla CAN nel 2004. Almeno, questa è la voce che aveva raccolto Moggi, riportandola a Giraudo per telefono, insieme a quell’altra voce che aveva cominciato a circolare, e cioè che Montezemolo li volesse far fuori. Attenzione, però, non è un’affermazione dell'autore del presente articolo, questa. E’ nella telefonata.
Certo che riascoltarla nel 2010 fa impressione.


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