Briamonte: ecco gli effetti dell'esposto all'Uefa. Indaghiamo su fatti non ancora emersi.

News, 13 settembre 2011.

L'avv. Briamonte: L'esposto non è un dispetto e produrrà i suoi effetti; abbiamo le competenze per scovare nuove realtà che ad oggi non sono ancora emerse. Abete. Un po' di imbarazzo per quei 29 scudetti, ma noi sappiamo il numero di scudetti vinti da ogni società. Abete: Il livello di rispetto per le decisioni assunte dagli arbitri deve crescere. La Russa: Agnelli mi sembra veramente un bugiardo, con l'ossessione dell'Inter. Moggi: Passato l'effetto Calciopoli, l'Inter non sa più vincere. Juve-Inter: sul terreno degli ascolti vince la Juve; oltre 3 milioni di spettatori per Andrea Agnelli. Venerdì 16 ci sarà il Consiglio di Amministrazione per il bilancio al 30 giugno: forti le perdite. Paolo De Ceglie salterà il Siena per squalifica.

L'avv. Briamonte: Stiamo ancora indagando. E non siamo abituati a perdere - Intervenuto telefonicamente a 'Lunedì di rigore', su Antenna 3, l'avv. Michele Briamonte, che assiste la Juve nella sua disputa per ottenere parità di trattamento e congrui risarcimenti in merito a Calciopoli, ha spiegato con molta chiarezza la strategia che porta la Società bianconera a rivolgersi all'Uefa e precisamente all'Executive Committee per la parte politica, al Control and Disciplinary Board per i rilievi disciplinari e al General Secretary per verificare la coerenza tra le regole nazionali e quelle della Federazione Europea. Ha confermato che, come detto dal presidente Agnelli, l'antagonista è la Federazione, ma "se per raggiungere i nostri obiettivi dovremo scontentare qualcuno o costringerlo a difendersi, lo faremo. E' un nostro dovere nei confronti della tifoseria e della società". Non si tratta certo di un "dispetto", perché "fare dispetti non rientra nella tradizione del gruppo cui apparteniamo". E l'azione del club bianconero non mancherà di far sentire i suoi effetti, a dispetto di quanti ne minimizzano l'importanza: "Non è vero che non ci saranno effetti, come ha detto qualcuno commentando il nostro esposto all'Uefa. L'effetto che si verificherà è che l'ordinamento internazionale farà una verifica dei comportamenti che ci sono stati da parte della Figc. Se verranno giudicati corretti, allora noi prenderemo atto. Ma dato che lo riteniamo molto difficile, penso che qualcuno si dovrà ricredere su questa iniziativa". Ha ribadito che l'Inter "è un caduto accidentale, per usare un termine militaresco" e ha proseguito: "Noi vogliamo eliminare i dubbi che ancora ci sono sul perché ci sia stata una tale carenza di indagini. L'Uefa ci aiuterà a capire se l'errore è stato fatto nel 2006 o nel 2011. Le ragioni di questo errore verranno analizzate nelle Procure della Repubblica. Un altro passo che faremo, come abbiamo promesso". E ha ribadito che l'ordinamento sportivo è "un ordinamento nell'ordinamento, non può considerarsi avulso dal resto". Le conseguenze pratiche? "Sta all'Uefa valutare se ci sono state violazioni e decidere i provvedimenti più opportuni che possono andare dai richiami all'esclusione dalle competizioni di una squadra che si è resa protagonista di illecito. E' chiaro che noi conosciamo il regolamento sulla non retroattività. Tuttavia se fatti relativi al 2005 e 2006 sono taciuti, questa è un'aggravante per la federazione di riferimento. Se l'Uefa dovesse dire che non è possibile irrogare una sanzione perché i fatti sono antecedenti alla regola, noi potremmo utilizzare questa comunicazione in altre sedi. Possiamo utilizzare la pronuncia per ottenere altre sanzioni e per il risarcimento dei danni". Insomma, la faccenda non può davvero chiudersi qui, come troppi vorrebbero: "Le decisioni del 2006 non possono essere chiuse con una croce sull'albo d'oro: ci sono stati danni economici e morali. Ciò che noi chiediamo è l'accertamento che siano state trattate in maniera uguale le situazioni dei diversi club. Un principio fondamentale è l'equità di trattamento e della pena. Secondo quanto riporta il procuratore federale ci sono state violazioni maggiori da parte di un altro club rispetto a quanto imputato alla Juventus. Noi stiamo ancora indagando sulle responsabilità erariali dei soggetti che hanno deciso nel 2006 e abbiamo le competenze per scovare nuove realtà che ad oggi non sono ancora emerse". Alla domanda se confermava di aver rinvenuto una similitudine tra la posizione dell'Inter e quella della Figc nella recente controversia sulla competenza del Tnas a decidere, ha risposto che le "eccezioni alla competenza del Tnas dell'Inter e della Figc mi sono sembrate molto simili, direi copiate...". Per la revocazione si attende l'esito del processo di Napoli, la cui sentenza dovrà essere presa in considerazione dall'ordinamento sportivo. Serve una sentenza di assoluzione, ma l'azione della Società non avrà termine se non dopo l'ultimo grado possibile di giudizio. "Non siamo abituati a perdere a vedere le nostre richieste respinte".

Abete: 29 scudetti? Noi conosciamo la dimensione ufficiale e il numero di scudetti vinti - Giancarlo Abete, presente all'inaugurazione del nuovo stadio bianconero, si è visto ripetutamente sbandierare davanti il numero 29, quello degli scudetti vinti dalla Juve. Ci sono anche i due scippati da Calciopoli, e il perché l'ha detto chiaramente Andrea Agnelli, nel discorso all'inaugurazione del nuovo stadio, con Abete tutt'orecchi: "Il campo dice sempre la verità: 29 volte campioni d'Italia". Ora, dopo qualche giorno, quel 29, che ormai è un tormentone, comincia ad infastidirlo un po': "Un po' di imbarazzo ci può essere - confessa a 'La Politica nel pallone'- ma sappiamo come la comunicazione, tante volte, travalichi la dimensione dell'oggettività. A far fede sono i risultati conseguiti sul campo che possono però essere modificati dalla giustizia sportiva e conosciamo tutti la dimensione ufficiale e il numero di scudetti vinti da ogni società. La Juve sta facendo il proprio percorso nelle sedi proprie che sono gli organi di giustizia e la Figc non fa processi, né infligge sanzioni al posto loro". Ma dovrebbe garantire equità di trattamento, almeno. L'esposto all'Uefa non lo preoccupa: "Se dovesse assumere una dimensione di valutazione sarà analizzato nelle sedi istituzionali della Uefa stessa". In fondo, finisce anche per apprezzare le parole di Andrea Agnelli, che hanno messo in risalto come la controversia sia anzitutto con al Federazione, con l'Inter come danno collaterale: "E' importante che i rapporti tra le società e le tifoserie siano di qualità, meglio allora avere come riferimento di una logica dialettica la Federazione - commenta - Colgo comunque nelle parole di Agnelli lo spirito propositivo nei confronti dell'Inter mentre la Federazione, dal suo canto, continua a svolgere il suo ruolo che non è quello di organo di giustizia ma di organo normativo, di indirizzo generale e non può invadere aree che non sono di propria competenza". E difende l'operato suo e della Figc: "La Federazione - ribadisce - in questi anni ha cercato e cerca di svolgere un ruolo fortemente istituzionale. Tante volte siamo oggetto di critiche da parte dell'Inter, della Juve e di tanti altri club ma meglio essere destinatari delle critiche, mantenendo un'attenzione salda sulle regole, che essere visti come un soggetto che fa il tifo. La Figc è garante della terzietà di tutti quelli che operano e hanno responsabilità nel mondo della giustizia sportiva e nel mondo arbitrale e non vogliamo tornare indietro, alla logica delle 'sette sorelle' e delle cene che decidevano chi era il designatore. Sono molto sereno e tranquillo per ciò che attiene alla qualità dei comportamenti della Federazione".

Abete chiede rispetto per le decisioni degli arbitri - E' iniziato il campionato e puntualmente sono ricomparsi gli errori arbitrali e le conseguenti polemiche: si è lamentato Antonio Conte, e qui tutti gli hanno baccagliato intorno: eppure la sua era solo una richiesta di equità, l'ha precisato, e non una recriminazione per un risultato mancato, visto che i bianconeri hanno sopperito con la qualità del loro gioco agli errori della terna arbitrale. Ma, a ben guardare, a lamentarsi sono stati in tanti, in primis Palermo e Inter, entrambe insoddisfatte di Brighi. Però, chiaramente, nel mirino di Abete Conte c'era, anche perché il mister bianconero, come sempre senza peli sulla lingua, aveva detto forte e chiaro che nessuno avrebbe dovuto mai atteggiarsi a paladino di giustizia venendo ad arbitrare la Juve. E allora così è sbottato, sempre a 'La Politica nel Pallone', il presidente federale: "Nel nostro campionato c'è la convinzione che, dal punto di vista della comunicazione, rappresentare le proprie ragioni, testimoniare che si sono subiti dei torti, paga. E' una cultura italiana che dura da decenni, ma il livello di rispetto delle decisioni assunte deve crescere". Commentano le prestazioni degli arbitri, ha tuttavia ammesso che "ci sono state prestazioni positive e altre meno. Qualche errore c'è stato ed è intervenuto nelle partite delle 12.30 e delle 20.45. Forse abbiamo iniziato troppo tardi e anche gli arbitri si devono rodare". Eppure Nicchi aveva detto che erano già belli pronti...

La Russa: Agnelli bugiardo - I pensieri di Ignazio La Russa, ministro dello Stato italiano, sono, in questo difficile momento del Paese, tutti per la sua Inter, che vede minacciata dalle parole, e vieppiù dalle iniziative, di Andrea Agnelli. Non lo consola nemmeno il fatto che Andrea abbia dichiarato che il vero avversario è la Federazione, l'Inter è solo un danno collaterale. L'on. La Russa non la manda giù e la domenica sera, ai microfoni di 'Controcampo Linea Notte' su Italia 1, investe pesantemente il numero uno bianconero: "Agnelli mi sembra veramente un bugiardo: mi sembra evidente che abbia l'ossessione dell'Inter, glielo si legge negli occhi. Agnelli ha passato tutta l'estate a parlare dell'Inter e credo che abbia perso l'occasione per festeggiare la bella partita che ha fatto la Juventus e il nuovo stadio. Invece si attarda in queste cose: a chi ha fatto l'esposto, alla Uefa di Platini? E' un vecchio vizio di amicizie. Io credo che la Juventus, in questi cinque anni, abbia commesso una miriade di errori e non è più riuscita a vincere un campionato: come mai? Evidentemente qualche anomalia prima ci doveva essere. E come mai l'Inter finché c'era quell'anomalia non riusciva a vincere e quando è stata scoperta ha cominciato a vincere? Io metterei una pietra sopra a questa storia e penserei a giocare a calcio. Invece il giovane ossessionato presidente della Juventus, probabilmente non avendo una grande personalità, pensa che attaccando l'Inter possa essere più amato dai tifosi". Ieri poi ha cercato, a 'La politica nel pallone', sulle frequenze di Gr Parlamento, di rettificare il tiro: "Non ho avuto il tempo di spiegare bene: Andrea Agnelli è un po' bugiardo ma in senso buono". Peccato che, pur scartabellando scrupolosamente il vocabolario italiano, un senso buono per il termine 'bugiardo' non si trovi, niente da fare, bugiardo è chi mente, ed è fuor di dubbio che sia offensivo."Non è vero che per la Juve non cambierebbe niente se al posto dell'Inter ci fosse il Chievo. Non c'è motivo di nascondere la rivalità sportiva tra Juventus e Inter: perché dire che Inter e Chievo sono uguali? In quel senso è stato un po' bugiardo...". Non regge, un conto è la rivalità sportiva, un conto è, in una vicenda come Farsopoli, il danno collaterale, o meglio, il caduto accidentale, come, usando un linguaggio militaresco senza dubbio familiare ad un Ministro della Difesa, gli avrebbe spiegato in serata l'avv. Briamonte. E conclude: "Se tutta questa vicenda crea un clima di odio, poi cosa facciamo? Io stesso faccio ammenda e credo che quest'anno il presidente della Juve debba essere orgoglioso della squadra che ha costruito. In questi anni la società bianconera ha speso tanto ma la squadra è andata male. L'Inter ha allestito squadre più forti e ha vinto. Ora la Juve dovrebbe essere orgogliosa per l'organico e per il bellissimo stadio. A me, lo scudetto 2006 non ha mai dato gioia. Ma ce lo hanno assegnato, come si fa a dire 'non lo voglio'?". Basterebbe rinunciare alla prescrizione e farsi giudicare, come accaduto alla Juve. Ma tanta mitezza si è dissolta come neve al sole già in serata quando al Processo di Biscardi ha riaperto il conto con la Juve, ripescando il presunto fallo di Juliano su Ronaldo (sì, ancora quello...) e chiedendo che tutto finisca qui e si metta una pietra sopra alla faccenda. Le parole di Briamonte sono una risposta congrua ai suoi sogni.

Moggi: Finito l'effetto Calciopoli, l'Inter non vince più - "Sono pronto, il motore è acceso, anzi non si è mai spento", così è ripartito Luciano Moggi, riprendendo la trasmissione 'Ieri, Moggi e domani':. Dopo una sottolineatura positiva per la Juve ("darà filo da torcere a tanti per il terzo posto. Conte e il suo Dna sono una garanzia" ), si è soffermato sulla situazione dei nerazzurri: "Passata l'era Mourinho e finiti i giocatori buoni acquistati dalla Juventus, i nerazzurri si sono persi. Moratti fa troppa confusione. Prima del 2006 acquistavano West e svendevano Pirlo e Seedorf, subito dopo Calciopoli dalla Juve hanno preso Vieira e Ibrahimovic. Il caso Forlan è emblematico, nessuno si è preoccupato se poteva o no giocare in Champions. Bastava un telegramma per capirlo. L'uruguaiano è stato preso per fare l'esterno. Quando si comprano i giocatori bisogna sapere chi si sta acquistando. Gasperini è bravo, ma fa un calcio che non si sposa con le caratteristiche dei giocatori dell'Inter. In particolare la difesa a tre non può essere proposta con difensori lenti come Lucio e Samuel. O il tecnico cambia il suo credo o non può allenare l'Inter". E conclude: "Quando si compra un calciatore si deve sapere cosa si compra. Ora c'è un po' di confusione".

La Juve con l'Inter vince anche la gara degli ascolti - Juve-Inter domenica si è giocata nel campo degli ascolti: la Juve, che giocava col Parma all'ora di pranzo, ha fatto registrare su Sky Sport una share del 7,6%, mentre la gara tra Palermo e Inter, posticipo serale, si è fermata al 7,2%. Ma anche Andrea Agnelli, intervenuto dopo il Tg1 in '5 minuti di recupero', ha ottenuto un ottimo riscontro sul piano degli ascolti: 3.273.000 spettatori, per uno share del 15,8%.

Venerdì sarà giorno di CdA - Venerdì 16 settembre si riunirà il Consiglio di Amministrazione della Juventus, presieduto da Andrea Agnelli. All'ordine del giorno l'esame del bilancio fino al 30 giugno: si prevede una perdita superiore ai 70 milioni di euro. Dal primo luglio la Juve può usufruire del prestito di 70 milioni di euro da parte di Exor, azionista di riferimento, ma l'aumento di capitale non sarà approvato che ad ottobre, in occasione dell'assemblea degli azionisti. Ci sarà Pavel Nedved? O anch'egli, come successo in passato a Tardelli, non avrà trovato nel CdA il terreno opportuno per fare ciò che si era ripromesso quando aveva accettato l'incarico e si prepara a salutare la compagnia?

Un turno di squalifica per De Ceglie - L'espulsione rimediata da Paolo De Ceglie nei minuti di recupero contro il Parma è costata all'esterno di difesa bianconero un turno di squalifica, come da decisione del Giudice Sportivo, "per aver commesso un intervento falloso su un avversario in possesso di una chiara occasione da rete". Oltre a De Ceglie, sono stati squalificati, sempre per un turno, gli altri espulsi di giornata: Benalouane (Cesena), Birsa (Genoa) e Valdez Dias José Angel (Roma). Tra le società, ammende di 4.000 euro a Catania, Napoli e Roma, per accensione di fumogeni e petardi, 3.500 euro al Genoa (accensione di fumogeni) e 2.000 al Palermo (per avere suoi sostenitori rivolto grida insultanti al direttore di gara).


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