Calciopoli e la sua cupola in frantumi: arringa Prioreschi! Agnelli scrive agli azionisti.

News, 27 settembre 2011.

A Napoli l'udienza più attesa: parla Prioreschi; e la nuova intercettazione Bergamo-Rodomonti è la ciliegina sulla torta. Paco D'Onofrio: sarà la sentenza di Napoli a provocare un cambiamento epocale nello scenario di Calciopoli a livello sportivo. Rodomonti si arrocca in difesa. Andrea Agnelli scrive agli azionisti. Juventus, Milan e Fiorentina chiedono la squadra 'Riserve'. Le decisioni del giudice sportivo. Ferguson: Le televisioni hanno troppo potere, contano più dei club.

A Napoli di scena la verità - Il processo di Napoli entra oggi nel vivo, e potrebbe fare il botto. Già il fatto che nel menu ci fosse l'arringa di Prioreschi metteva questa udienza al centro dell'attenzione generale, ma gli ultimi disseppellimenti di telefonate, e c'è da giurare che ancora tutto non sia noto, per motivi di strategia processuale, la rendono addirittura "la madre di tutte le udienze". L'esposizione di Prioreschi sarà verosimilmente lunga e puntualmente argomentata, com'è nello stile di questo professionista: gli argomenti non gli mancano certo, visto che la difesa di Moggi ha dovuto praticamente rifare da sola tutte le indagini, supplendo a quell'attività del Pm che avrebbe dovuto trovare le prove non solo a favore dell'accusa, ma anche a favore dell'imputato. Con l'aiuto di Penta e del suo staff ha dovuto, in mezzo a mille difficoltà, dai cd che non si aprivano ai brogliacci mal brogliacciati e ai baffi multicolori, sbobinare un mare di telefonate per smontare Calciopoli. Ora è il suo momento, suo e di Luciano Moggi.
Anche oggi noi seguiremo l'udienza grazie all'abituale contributo di Francesco/Frales, con la solita pagina "statica" (memorizzatela nei "preferiti") a questo indirizzo:
http://download.ju29ro.com/processo_live27-09.html
Come al solito cureremo la diretta Live in contemporanea anche sul forum
http://www.tifosibianconeri.com/forum/index.php/topic/406251-farsopoli-il-processo-udienza-del-27-settembre
e potrete commentare l'udienza sul nostro blog al seguente link:
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Paco D'Onofrio: La sentenza di Napoli provocherà un cambiamento epocale nello scenario - Paco D'Onofrio, intervenuto telefonicamente a 'Lunedì di rigore', dove l'argomento clou era la telefonata Bergamo-Rodomonti, ne ha sottolineato l'importanza, ancor più sotto il punto di vista sportivo che non sotto quello penale, dove, visto l'andamento del processo di Napoli, appare addirittura quasi superflua: "Nel processo penale sono emersi tanti e tali elementi a confutazione del teorema dell'accusa che questa è solo l'ennesima conferma della non esistenza di qualsiasi cupola". Invece sul piano sportivo la situazione al momento è diversa perché "la Figc è la parte più refrattaria a rivedere quanto accaduto nel 2006". E quindi "a partire da quel che succederà davanti all'Alta Corte fino alla revocazione, questa sarà la prova che Moggi e la Juventus non solo non erano favoriti, anzi venivano penalizzati". Ad una domanda sulla risposta secca data da Platini (alla Gazzetta, è bene ricordarlo, vedremo poi la risposta ufficiale, ndr) in merito all'esposto Juve, l'avvocato D'Onofrio fa notare che anche qui sarà importante la conclusione del processo di Napoli perché, se per ora Uefa e Fifa non intendono intromettersi nei problemi interni della Figc, dopo una sentenza favorevole a Napoli, qualora la Federazione non intendesse uniformarsi ad una verità acclarata, la situazione cambierebbe. Quindi la sentenza di Napoli è cruciale e provocherà, a giudizio dell'avvocato Paco D'Onofrio, un cambiamento epocale dello scenario costruito nel 2006.

Rodomonti arroccato in difesa - L'ex arbitro Pasquale Rodomonti, pur dicendosi sereno, in un'intervista a Quotidiano.net, appare piuttosto seccato dall'essere tirato di nuovo in ballo in Calciopoli, nella veste di interlocutore di Bergamo nell'intercettazione in cui, alla vigilia di Inter-Juve del novembre 2004, acconsente ai voleri dell'ex designatore promettendo un'attenzione particolare nei confronti dell'Inter. Rodomonti cerca di dare all'intercettazione una sfumatura diversa: "Volete dirmi cosa emerge di tanto grave in quella telefonata? Sono le stesse cose che Carraro aveva detto in una precedente telefonata allo stesso Bergamo. E' un capo che si raccomanda con un altro capo il quale a sua volta si raccomanda con me". E la trova una raccomandazione nella norma, assolutamente nulla di particolare: "Mi è stato detto di stare attento, soprattutto in caso di dubbio. Non di far vincere l'Inter.." Perché lui era sereno: "Io pensavo solo ad arbitrare ma la verità è un'altra: quale mio collega direttore di gara era sereno nell'arbitrare la Juventus? Fui ricusato proprio da quella squadra, per anni non l'ho diretta. Però mi ricordo bene che alla fine di quella partita Pairetto e Rosetti dissero che avevo diretto bene. E anche Collina fu d'accordo". In realtà invece sappiamo che Collina disse che Toldo era da rosso: "Commentò l'episodio dicendo - ribatte Rodomonti - che lui avrebbe dato il 'rosso', ma questo è un altro discorso, fatto con calma dopo aver rivisto le immagini. Io di quella partita ricordo solo giudizi positivi, finì 2-2 e nessuno ebbe da lamentarsi. Sono stufo che adesso qualcuno voglia gettare fango sulla mia persona...". In realtà non è problema di calma, è problema di regolamento, che in quei casi (possa pure esser considerato abnorme, ma per ora è così) prevede rigore ed espulsione: bastava applicarlo. Ma lui dice che voleva solo dirigere nel miglior modo possibile: "Io diedi la mia parola d'onore, Nel senso che avrei fatto di tutto per dirigere nel miglior modo possibile, Come infatti avvenne". In realtà, a rileggere la telefonata, la parola d'onore la dà in merito alle segretezza della conversazione (Bergamo: 'Dammi retta! E' una cosa che rimane fra me e te'. Rodomonti: 'Parola d'onore, vai Paolo, ti ringrazio, tranquillo, stai tranquillo').

Lettera del presidente Andrea Agnelli agli azionisti - Il progetto di Bilancio approvato dal Consiglio di Amministrazione del 16 settembre ha suscitato fermento tra i piccoli azionisti Juve che vi hanno visto, al di là della perdita economica, anche il rischio di non essere più azionisti della società (qualora non sottoscrivessero l'aumento di capitale); per non parlare del più grave rischio di delisting. Il Bilancio verrà sottoposto all'approvazione dell'Assemblea degli Azionisti il prossimo 18 ottobre. E la relazione finanziaria 2010/2011 preparata a tale scopo è introdotta da una lettera agli azionisti da parte del presidente Agnelli, che così esordisce: "Cari azionisti, la Juventus ha vissuto negli ultimi anni cambiamenti profondi che ne hanno condizionato sia il rendimento sportivo sia i risultati economici. Il bilancio che sottoponiamo oggi alla vostra attenzione è la fotografia cruda di questa realtà". Ringrazia Giuseppe Marotta, grazie al cui lavoro "è iniziato un rinnovamento totale della rosa che è proseguito anche nell'attuale esercizio". Enuncia poi il piano di sviluppo, basato su sette pilastri fondamentali: "la nuova organizzazione societaria; il completamento del rinnovamento della prima squadra; il rilancio del settore giovanile; l'ottimizzazione degli investimenti sportivi; l'attività del nuovo stadio; il rafforzamento della capacità autonoma di generare ricavi; il controllo dei costi di struttura". L'obiettivo finale è: "competere ad alto livello mantenendo l'equilibrio finanziario". Conclusione: "Forza Juve".

Juve, Milan e Fiorentina vogliono la squadra 'Riserve' - Ieri a Coverciano si è svolta una riunione sulla problematiche dei vivai: vi erano invitati i 42 responsabili dei settori giovanili dei club di serie A e B (erano presenti in 38). Nel corso dell'incontro i rappresentanti di Juventus (Giovanni Rossi, il direttore del settore sportivo giovanile bianconero), Milan (Filippo Galli) e Fiorentina (Pantaleo Corvino) hanno evidenziato la necessità di un campionato per squadre 'riserve', analogamente a quanto accade, ad esempio, in Spagna: qui le seconde squadre dei club più blasonati della Liga giocano in Segunda Division o in Segunda Division B (Luis Enrique era, ad esempio, l'allenatore della squadra Riserve del Barça); ovviamente senza mai la possibilità di andare a giocare nello stesso campionato della prima squadra. Queste formazioni militerebbero in serie B o in Lega Pro (anche se il presidente della Lega di B si è già detto in disaccordo, e anche dalla lega Pro sono già arrivati segnali negativi da Macalli e Pitrolo). Molto favorevole invece Demetrio Albertini, che vi vede anche la possibilità di valorizzare ad esempio la stessa Lega Pro, qualora fosse essa ad accogliere questa seconda squadra, composta da giocatori under 23 (anche stranieri). Favorevole anche Arrigo Sacchi, che ha dato la sua ricetta per aumentare la competitività dell'Italia sia a livello di club che di Nazionale: "Dobbiamo lavorare sulle cause: quantità ridotta di lavoro settimanale rispetto alla media europea (tra le 16 e le 20 ore in Francia, Inghilterra e Spagna); programmazione e investimenti dei club ridotti; mentalità difensiva in contrapposizione con l’estetica del gioco e il divertimento; mancanza di corsi di specializzazione e aggiornamento per i tecnici di base; eccessivo numero di stranieri”. Tra i club di A hanno già dichiarato di gradire la proposta Lazio e  Cagliari.

Le decisioni del giudice sportivo - Tre i giocatori di serie A squalificati dal giudice sportivo: Dario Dainelli (Genoa) e Archimede Morleo (Bologna), entrambi espulsi per aver commesso un intervento falloso su un avversario in possesso di una chiara occasione da rete, e Andrea Esposito (Lecce), espulso per doppia ammonizione per comportamento scorretto nei confronti di un avversario. Due le società multate: l'Atalanta (2.500 euro) per l'accensione di due bengala, e l'Inter (2.000 euro) per l'accensione di un fumogeno. Ammonito con diffida Renzo Ragonesi (Parma), collaboratore tecnico di Colomba espulso al 30' della ripresa per avere contestato platealmente una decisione arbitrale.

Ferguson: Troppo potere alle Tv, ormai sono Dio - "Le tv hanno troppo potere e comandano sul calcio inglese. Quando fai un patto con il diavolo poi devi pagare il prezzo". Questa è la conclusione cui è giunto Sir Alex Ferguson, osservando come ad esercitare il controllo su calendari ed orari delle partite non siano più i club (che poi si trovano di fronte a problemi di non facile soluzione quando sono impegnati su più fronti, campionato e coppe), ma le televisioni: ". In questo momento la televisione è Dio. E' facilmente dimostrabile perchè quando c'è un calendario sono libere di scegliere quale top team vogliono in televisione. Così a volte si vengono a creare situazioni ridicole come quando la tua squadra gioca il mercoledì sera in Europa e poi il sabato successivo all'ora di pranzo".