Calciopoli non c'è più? Nessun sistema Moggi? Per Paco D'Onofrio sarà revisione.

News, 28 settembre 2011.

Moggi: Per Narducci era un uomo finito, però lui pensa ancora positivo; soprattutto ora, che intravede un po' di luce in fondo al tunnel. Paco D'Onofrio: le indagini hanno evidenziato molte lacune; la cupola è crollata; ergo: bisogna rifare il processo sportivo. Paco D'Onofrio: Concludendo, non c'è mai stato nessun sistema Moggi e non è mai stato commesso alcun illecito. John Elkann in Abruzzo: i tifosi lo incalzano, lui glissa. I bianconeri hanno iniziato la preparazione della partita di domenica contro il Milan. De Laurentiis: E' un calcio da rifare.

Moggi: Io penso positivo - E' stata una giornata senz'altro impegnativa ieri quella di Luciano Moggi, iniziata con una dichiarazione spontanea nell'aula 216 del Tribunale di Napoli, in realtà un attacco all'inchiesta e a Narducci che nell'interrogatorio cui lo sottopose esordì dicendogli con un sorriso beffardo: "Ma lo sa che Lei adesso è un uomo finito?". Moggi non era finito allora e non lo è oggi, a distanza di cinque anni, quando la sua voglia di lottare è ancora intatta. Contattato telefonicamente da Radio Manà Manà, nel corso di Stile Juventus, perché esprimesse le sue sensazioni post-udienza, è apparso sereno: "Ormai ci ho fatto l'abitudine, in aula mi sembra di essere a casa mia" e ha proseguito: "La giornata di oggi è andata molto bene. Ero tranquillo nel raccontare tutto quel che ho raccontato, ho detto come stanno le cose, così come poi ha poi spiegato bene l'avvocato Prioreschi. credo che quello che abbiamo raccontato oggi corrisponde a quello che è avvenuto: Spero che questa giornata possa cambiare la storia di questa vicenda, oggi abbiamo solo spiegato quello che avevamo detto in precedenza. Le sensazioni sono positive, non potrebbe essere altrimenti, il dibattimento, iniziato due anni fa, ha dimostrato quello che noi oggi abbiamo detto, risulta che alla fine abbiamo ragione".
Linkiamo un breve video relativo all'udienza di ieri, tratto dal forum Tifosibianconeri.com, e realizzato con immagini Sky.
Video 1 - Brevissima sintesi dell'udienza del 27-09-2011.

Paco D'Onofrio - I capi d'accusa sono caduti: bisogna rivedere il processo sportivo - Dopo un'intera giornata passata a seguire la faccia giudiziaria di Calciopoli, raccontataci dall'appassionata arringa di Maurilio Prioreschi, nella serata di ieri su più emittenti ha tenuto la scena Paco D'Onofrio, difensore di Moggi dal lato sportivo, che ci ha mostrato appunto la faccia di un'altra giustizia, quella sportiva, che ancora non vuol arrendersi davanti al mutato quadro che si trova davanti, A 'Stile Juventus' è intervenuto in collegamento telefonico:"Oggi il collega Prioreschi ha fatto la sintesi di tutto il lavoro svolto finora, con la rappresentazione di tutti gli elementi raccolti, elementi che, in sé e per sé" agli addetti ai lavori e a quanti ne avevano seguito l'opera "erano ben noti e in loro non hanno suscitato sorpresa. La cosa sorprendente tuttavia è che dalla loro presentazione così ordinata due cose sono emerse proprio lampanti: che le indagini sono state condotte in modo poco corretto, probabilmente passibile a sua volta di indagine; che al di là delle indagini, la difesa ha trovato elementi che dimostrano l'insussistenza del fenomeno associativo. Un investigatore serio e scrupoloso avrebbe dovuto trovare riscontri oggettivi. Così cadono i capi d'accusa". Tutte queste cose sono venute alla luce lentamente ma inesorabilmente, nonostante "tanta stampa non facesse circolare dati oggettivi. Ma oggi anche l'opinione pubblica massivamente intesa si è resa conto che Calciopoli non finirà qui". In ogni caso "Calciopoli tornerà in ambito sportivo; in realtà in ambito penale mai ci sarebbe dovuta andare, non ci sarebbe mai dovuta essere l'imputazione per associazione a delinquere". Eppure la cosa più abnorme è che "la Federazione rimane refrattaria, in modo paradossale, nonostante si sia resa conto che il panorama è cambiato, che l'Inter è accusata di illecito sportivo; eppure, quando deve giudicare Moggi, dice di non poter considerare queste nuove prove, ma che può farlo solo alla luce della situazione, ormai anacronistica, del 2006". Il traguardo quale sarà? "La revisione. Non capisco che problemi abbiano i detrattori di questa soluzione: si tratterebbe di celebrare lo stesso processo, ma con un ventaglio di prove molto più ampio". E cita il precedente del caso Guardiola. La base è l'art. 39 che "in sintesi dice che, se emergono fatti e prove non conosciuti al momento della sentenza, la parte soccombente può chiedere una revisione del processo in base alle nuove prove; e il nuovo giudizio va automaticamente attivato sulla base del ricorso, è un atto dovuto", a prescindere da quel che ne sarà poi l'esito. Moggi lo farà sicuramente, la Juve sembrerebbe volerlo fare. Ma "ogni soggetto danneggiato dovrà procedere autonomamente, ogni parte dovrà attivare il suo ricorso". Se la sentenza sarà favorevole "i condannati del 2006 possono, non devono, riattivare il procedimento; ma le posizioni sono autonome". Moggi lo farà sicuramente, ma la sua posizione è disgiunta da quella della Juve. Quello che nell'avvocato D'Onofrio lascia una punta di dubbio sulle intenzioni della Juve è il fatto che dopo Juve-Palermo nel 2006 John Elkann prese immediatamente le distanze da Moggi e dalla Triade, per cui ora seguire la stessa strada potrebbe dar l'impressione di un rimangiarsi quelle posizioni. Ma d'altronde Andrea Agnelli si è mostrato deciso a far di tutto per recuperare i due scudetti scippati...

Paco D'Onofrio: "Non c'è mai stato un sistema Moggi e nessun illecito è stato mai commesso" - "Non c'è mai stato un sistema Moggi e nessun illecito è stato mai commesso": con queste poche parole Paco D'Onofrio, in campo anche su 'Sportitalia', ha messo la pietra tombale su Calciopoli. Nel suo discorso ha toccato più o meno le stesse corde dell'intervento precedente. Vediamone le principali. La diversa velocità tra il giustizialismo mediatico e la Giustizia: "La comunicazione ha un vantaggio incredibile, non necessita di prove certe, ma solo di idee. Per cui, chi professa idee, ha sempre un vantaggio rispetto ad un avvocato che deve portare delle prove. Il tempo però è galantuomo ed ora che le prove sono emerse probabilmente anche l'opinione pubblica cambierà la propria direzione". La mancanza di prove: "L'indagine si è fondata su alcuni presupposti che poi il dibattimento ha smentito. Non c'era un sistema Moggi, tutti coloro che facilmente nei giornali accusavano Moggi di aver assunto determinati comportamenti, sotto giuramento in aula a Napoli si sono limitati ad arretrare dicendo che era un sentito dire, che avevano questa idea, che probabilmente era così, ma prove non ne sono emerse. Poi soprattutto c'era questa idea fantasiosa della cupola di Moggi: è emerso addirittura che gli arbitri presunti appartenenti alla cupola consentivano alla Juventus uno score - cioè un conseguimento di punteggio inferiore agli arbitri cosiddetti ostili. Quindi Lei capisce che siccome la logica prevale su tutto e prevale anche sul diritto, sarebbero bastati questi pochi elementi per far capire fin dall'inizio come il processo sarebbe poi andato". La posizione della Juventus: "Interpretare la volontà di una società importante come quella della Juventus è complicato. Io faccio una riflessione molto banale: dico che nel momento in cui, grazie al lavoro di Moggi e del suo entourage, sono state portate a galla verità oggettive, immediatamente la Juventus di Andrea Agnelli si è allineata nel chiedere dignità e giustizia per la stessa Juventus. Quindi ho l'impressione che se nel 2006 si fosse pazientato, si fossero aspettati qualcuno dei risultati provenienti da Napoli, probabilmente l'esito di quel processo sportivo e anche la conduzione di quel processo sportivo sarebbero stati diversi. Io Le ricordo che in un caso analogo, il caso dei passaporti falsi - il caso di Recoba, il caso dell'Inter -, la Federazione che era di fronte allo stesso bivio - cioè celebrare un processo sportivo rapidamente e comminare gravi sanzioni, in attesa del processo penale che avrebbe potuto smentire tutto l'impianto accusatorio sportivo - ebbe paura. Chiese addirittura un parere all'allora presidente della Corte Costituzionale, il presidente emerito Caianiello, un giurista eccezionale, il quale disse alla Federazione che sicuramente l'ordinamento sportivo è autonomo, ma attenzione perchè se poi l'ordinamento penale, che ovviamente è superiore, dimostra che i fatti accertati in sede sportiva non si erano mai verificati, chi ha subito una sanzione può chiedere il risarcimento del danno. La Federazione in quel caso - lei lo ricorderà, nel caso di Recoba - fu estremamente mite nella sanzione. Nel caso della Juventus il parametro fu esattamente l'opposto. Nel caso della Juventus e nel caso di Moggi". E infine la posizione della Figc: "La possibilità di non avere questa vicenda ancora tra i piedi sportivi per decenni, dipende esclusivamente da un soggetto: la Federazione. Perchè nel momento in cui Napoli scriverà la propria sentenza, la questione torna alla Federazione, la quale ha la possibilità, in autotutela, cioè correggendo un proprio atteggiamento evidentemente sbagliato, eccessivo. Io ricordo che è ancora pendente un giudizio per radiazione, che ora è davanti al Coni, terzo grado, che ci ha visti protagonisti nel mese di settembre e di agosto, davanti ai due gradi della giustizia sportiva. Bene, quando ci siamo presentati e abbiamo presentato le nuove prove, la Federazione ci ha risposto che il giudizio doveva - ad oggi, al 2011 - continuare a basarsi sulle prove del 2006, in modo del tutto paradossale ed anacronistico. Allora mi chiedo, da parte di chi c'è effettivamente la volontà di superare Calciopoli, di ricomporre una vicenda drammatica in termini più ortodossi, più sostenibili, anche per la tifoseria? Da parte nostra sicuramente, ma non negando l'evidenza e il valore di prove che sono oggettive. Tenga conto che peraltro l'atteggiamento della Federazione mi sembra paradossale: le prove provenienti da Napoli, infatti, la Federazione le ha prese in considerazione, perchè altrimenti la relazione di Palazzi che di fatto condannava l'Inter in base all'articolo 6, cioè dandogli l'illecito sportivo, non si basa sulle prove del 2006, ma su quelle del 2011"

John Elkann 'braccato' dai tifosi bianconeri - John Elkann era in Abruzzo con Sergio Marchionne. Motivo: l'inaugurazione di un asilo nido e di una scuola dell'infanzia donate dalla Fiat alla popolazione di Bazzano (L'Aquila), uno dei paesi dell'Abruzzo che ancora recano le cicatrici del terremoto del 2009. Ma non è sfuggito ai tifosi bianconeri, come ci racconta questo breve estratto di un articolo di AbruzzoWeb, fattoci pervenire dall'amico Roberto Santilli, autore del pezzo: "Presenti diversi tifosi della Juventus (tra cui un insospettabile Gianni Chiodi, che ha rivendicato la fede al microfono), che hanno voluto farsi fotografare insieme al proprietario della società bianconera, investito in questi giorni dalla polemica dei piccoli azionisti juventini. Dalle parti del Cda bianconero, come segnalato anche da un azionista abruzzese, tira aria di 'cacciata' a causa della prossima delibera che prevederà una operazione sul capitale per ripianare la forte perdita di bilancio, "giuridicamente corretta, ma molto complessa ed eticamente discutibile"."Oggi siamo qui per parlare della scuola", ha glissato Elkann, tra una foto e un autografo sulla maglia della Juventus. Qualche 'rancoroso' ha però tirato fuori la ferita bianconera per eccellenza, quella di Calciopoli, nella giornata dell'arringa difensiva dell'avvocato dell'ex Dg Luciano Moggi, Maurilio Prioreschi, al processo penale di Napoli. "Alla luce di quello che è emerso al processo di Napoli - è stato chiesto a Elkann prima che risalisse in macchina - oggi il ricorso al Tar lo ritirerebbe? Rifarebbe gli stessi passi del 2006?", ma il cugino di Andrea  Agnelli ha chiuso lo sportello senza dire una parola, lasciando solo un sorriso furbo come incomprensibile risposta".

A Vinovo si pensa già al Milan - Archiviata la mezza delusione Catania, i bianconeri, sotto la guida di Conte, hanno iniziato la preparazione in vista della gara di domenica contro il Milan. Solo palestra per Barzagli, che deve smaltire la forte contusione alla caviglia destra rimediata al 'Massimino'; la sua presenza in campo contro i rossoneri è attualmente in dubbio. I suoi compagni alle 15.30 sono scesi in campo e, divisisi, in due squadre, sono stati impegnati in un prolungato esercizio di possesso palla. Poi parte del gruppo è rientrato a lavorare in palestra, mentre il resto della truppa affrontava una robusta parte atletica. Concludeva il programma lunghe serie di allunghi e ripetute e una partitella nove contro nove su campo ridotto.
Linkiamo due brevi video tratti dal Forum Tifosibianconeri.com con alcune immagini dell'allenamento di ieri.
Video 2 - Bianconeri al lavoro.
Video 3 - Bianconeri al lavoro.

De Laurentiis: E' tutto da rifare - Di quel che è riuscito a fare per il suo Napoli Aurelio De Laurentiis non può che essere strasoddisfatto, dalla risurrezione, dopo la morte per fallimento del 2004, alla Champions League. Ma lui non è certo ancora pago: troppe cose di questo calcio non gli vanno bene e lancia le sue proposte, anche quelle che per ora in alto loco non piacciono. Per esempio non gli va bene la Champions League, così com'è ora, e non gli interessa granché nemmeno il fatto che Platini abbia già detto di non gradire questa sua idea: "Lo dico da tempo - spiega in una lunga intervista al 'Corriere dello Sport' - bisogna creare un campionato in cui possano partecipare sei, sette italiane, sei, sette tedesche e così via. Poi dato che sono un po’ integralista dico che bisogna mettere insieme le squadre dei cinque paesi calcisticamente più importanti. Capisco che chi punta a essere eletto ha una idea più ecumenica perché ha bisogno di voti, ma i voti non hanno nulla a che vedere con la validità di un campionato. Spesso le istituzioni sembrano non comprendere che il calcio si fa per i tifosi. Qui non si tratta di contrapporsi a Platini, né si tratta di dire, come fa Platini, che De Laurentiis è nuovo del calcio: non credo che l’esercizio della verità si fondi sull’obsolescenza". Altrettanto critico, e non ne ha fatto mistero sin da subito, è sulla soluzione della questione dei diritti tv: "La Lega ha svenduto il proprio futuro, non ha fatto l’interesse di tutti i club che rappresenta perché si poggia su un sistema di votazione che non garantisce l’obiettività delle scelte. Accade solo in Italia che si venda il futuro in maniera superata solo per fare un piacere al presidente del Milan che è anche il presidente di Mediaset. Io organizzerei campionati a sedici squadre, così si potrebbe organizzare un torneo europeo a 40 squadre. In Italia non sappiamo pubblicizzare affatto il nostro prodotto. Potremmo creare una Tv di Lega ed avere grandi introiti, ma molti non riusciamo a governarci. A mio modo di vedere non siamo competitivi per molti motivi, ma non direi subito che dal punto di vista almeno spettacolare siamo inferiori agli altri campionati". Il Napoli sta pensando di farsi, come la Juve, uno stadio tutto suo ma: "Prima di fare nuovi stadi - dice - dovremmo pensare a fare una legge che possa affermare che solo certa gente può entrare, non quelli che danno schiaffi come successo a Di Vaio". Nutre qualche perplessità sulle reale efficacia del fair play finanziario: "Il fair-play finanziario è facilmente aggirabile: se un arabo con un qualunque sponsor argina le perdite di un club vuol dire che non si tratta di una cosa democratica". Appoggia infine l'idea delle squadre 'Riserve': "Farei come in Spagna, avere un settore giovanile che magari gioca in seconda divisione dove poter parcheggiare i giovani talenti del vivaio".


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