Abete: Calciopoli? Fu trauma, ma ora guardiamo avanti. E senza strattoni! Moratti 'curioso'.

News, 13 dicembre 2011.

 

Le curiosità di Moratti sul tavolo della pace. Petrucci: L'intento è quello di rasserenare il mondo del calcio. Abete: Calciopoli  è stata un'esperienza traumatica, questa è l'occasione giusta per guardare avanti. Cellino: Se il Tavolo serve a far stringere la mano ad Agnelli e Moratti, non capisco cosa c'entri De Laurentiis. Conte: Servivano freddezza e razionalità ma stiamo facendo cose importanti. L'Alta Corte di Giustizia del Coni respinge il ricorso delle cinque big in merito ai diritti tv. Guariniello: La morte di Mariani? Stiamo esaminando anche il suo caso.

Moratti: Sono curioso - Nonostante Petrucci abbia più volte ribadito di aver parlato più volte, in questo periodo, con i convitati del 'Tavolo', Massimo Moratti dice di ignorarne tuttora il significato: "Tavolo della pace? Non so quale sarà il significato, andrò là con molta curiosità". Questo quanto detto dal presidente dell'Inter all'ingresso dei suoi uffici della Saras.

Petrucci: sereno ad oltranza - Per Petrucci la parola d'ordine è serenità: "Io sono sereno, sono sereno perché l'intento è quello di rasserenare il mondo del calcio. Di più non voglio dire, ho le mie idee, le esporrò al momento opportuno. Gran parte dell'impegno è anche del Presidente della Federcalcio Abete, lui sarà l'attore principale perché si parla di calcio. Però sono sereno". Quanto alla polemica sul numero degli invitati e sui mancati invitati, ha precisato: "Qua non si tratta di inviti, si tratta delle persone che ritengo opportuno invitare. L'invito lo faccio io, senza che si debba offendere chi... perché io parlo del calcio, del mondo dello sport, per cui ritengo che siano sufficienti, non faccio assemblee, però sono sereno, anche chi non viene non si deve offendere". Non vuol precisare i contenuti del Tavolo: "Non lo posso dire adesso perché non sarebbe corretto nei confronti degli invitati, dovete capirlo. Quindi io mi atterrò al silenzio fino al giorno dell'incontro; perché è un tavolo di rasserenamento di questo mondo molto importante". L'obiettivo comunque resta quello di far sì che il calcio che è uno sport "tale possa ritornare: è un discorso di buona volontà, chi ce l'ha la metta a disposizione". Nulla di più ci si deve attendere dal 'Tavolo': "Il clima di esasperazione nel mondo del calcio non serve per questo ai presidenti dico 'non siate buoni solo a Natale'. Io sono sereno e mi auguro lo siano anche gli altri. Il calcio è uno sport e nessuno deve dimenticarlo ed ecco perché mi aspetto serenità da parte di tutti. Ho letto le opinioni di molti su questo tavolo, ma non intendo rispondere a nessuno, perché non faccio polemiche. Chi non è stato invitato al tavolo non si deve offendere. Attorno a questo tavolo si sono create delle aspettative spasmodiche per quello che invece è un incontro normale".

Abete: Calciopoli fu un trauma, guardiamo avanti - Parlando, come del resto aveva fatto Petrucci, a margine della presentazione del premio "I piedi buoni del calcio", organizzato dalla Gazzetta e patrocinato dalla Figc, il presidente federale Abete ha cercato di allinearsi alla linea serena di Petrucci: "Lo spirito è quello positivo, di cogliere questa opportunità per una maggiore serenità dell'ambiente. La Federazione è in sintonia con il Coni e con il suo Presidente Gianni Petrucci e quindi cercheramo naturalmente di fare ogni sforzo perché questa sia un'occasione utile per rasserenare gli animi. Poi l'agenda naturalmente la indicherà il presidente Petrucci; l'auspicio è che tutti arrivino a quest'incontro con le modalità giuste per cercare di guardare alla realtà del mondo del calcio senza tante asprezze che hanno caratterizzato gli ultimi anni prima e dopo Calciopoli". Ma qualcosina dell'agenda dimostra di sapere:"La Figc ha appoggiato sin dall'inizio l'iniziativa del presidente Petrucci perché la ritiene un'opportunità per effettuare gli approfondimenti su di una serie di tematiche legate ad anni difficili per il mondo del calcio come quelli di Calciopoli. Calciopoli è stata un'esperienza traumatica per tutti ma se ne parla ancora. Spero che questa sia l'occasione giusta per guardare avanti. L'importante è non strattonare la Figc. Non ci faremo fare pressioni da nessuno". E specifica il ruolo della Figc: "La Federazione ha appoggiato questo incontro e noi avremo un ruolo di garante. Non ci saranno figli e figliastri e tutti potranno portare le loro tesi senza però pensare di poterci strattonare perché la Federazione non si farà strattonare da nessuno". Ma vuole stoppare le polemiche sul nascere: "La polemica è un po' il sale del calcio, ma qui si tratta di capire lo spirito con cui è partita questa iniziativa che è quello di favorire una riflessione da parte di alcuni soggetti che avevano trasferito alcune criticità collegate a Calciopoli. Quando si parlerà della riforma del calcio la discussione riguarderà tutte le componenti di questo mondo. La logica della Federazione non è quella fatta di nemici e di guerre, ma quella di un confronto dialettico in termini di politica sportiva e di un confronto agonistico in termini di calcio giocato. Ci possono essere posizioni differenti e questo fa parte del gioco, però questo non deve portare ad asprezze di toni né a individuare soggetti che sono controparte costituzionalmente. Questo non fa parte della cultura della Federazione e penso non faccia parte neppure della cultura di nessuno dei presenti al tavolo".

Cellino: Perché De Laurentiis? - Il presidente del Cagliari Massimo Cellino non riesce ancora a capire né il senso di questo 'Tavolo' né l'elenco degli invitati: "Non ho capito ancora cosa sia il tavolo della pace. E se non l'ho capito io, che sto da vent'anni nel calcio, figurarsi i lettori dei giornali - ha detto a 'La Politica nel Pallone' su Gr Parlamento -. Se tutto questo si fa affinché Juve e Inter si stringano la mano per far vedere che lo sport è al di sopra di ogni diatriba, va bene. Ma non capisco il ruolo di chi è stato invitato. Capisco la presenza di Petrucci, Pagnozzi, Moratti e Agnelli, non capisco cosa c'entri in tutto questo il presidente del Napoli De Laurentiis. Ed il fatto che non ci sia la Lega vuol dire che non è riconosciuta un'istituzione importante, che in questo modo viene sopraffatta con arroganza. E' un modo per creare altri problemi alla Lega e per spaccarla ulteriormente".

Conte: Bene la voglia di vincere, ma servivano anche freddezza e razionalità - Conte ha analizzato nel dopogara la prestazione dei bianconeri: non tutto è andato come doveva, ma il mister ha cercato di vedere anche il lato buono della situazione. "Nella prima frazione abbiamo fatto bene giocando con intensità - le sue parole a Sky - certo potevamo creare di più a destra dato che avevamo superiorità invece abbiamo insistito a sinistra e viceversa. Però abbiamo fatto bene nella prima frazione, reagendo al nostro infortunio dopo cinque minuti e al quale era difficile reagire così e pareggiare in questo ambiente. Non mi è piaciuta la fase centrale del secondo tempo gestendo male palla mettendo in discussione la situazione. Siamo stati poco razionali e per nulla freddi. Però abbiamo tirato tanto e Stekelenburg ha fatto bene con diverse parate importanti. Comunque guardando la classifica stiamo facendo cose importantissime, anche dopo il risultato di oggi possiamo confermare questo". Gli errori: il goal preso, il centrocampo poco efficace, l'attacco bloccato: "In ogni gol c'è un errore difensivo. Qui si sa già chi ha sbagliato e dove ha sbagliato. Se qualcosa è andato male a livello di singoli lo dico negli spogliatoi, abbiamo fatto bene e creato tanto comunque". Su Mediaset sono lodi per Buffon ("Gigi è tornato il numero uno al mondo") e per Eli ("Eljero viene da un campionato straniero e ha avuto difficoltà di lingua e di ambientamento, ma è un giocatore che sta lavorando bene. Migliorando lui, ho più possibilità di scelta”). Ora, prima di Natale, rimangono Novara e Udinese: "Pensiamo al Novara ora. La classifica dà ragione al nostro lavoro e alla disponibilità dei ragazzi. Bisogna continuare a lavorare, conoscendo bene i nostri pregi e difetti”.


Diritti tv: L'Alta Corte respinge il ricorso delle cinque grandi - L'Alta Corte di Giustizia ha respinto il ricorso delle big di serie A (Juve, Inter, MIla, Roma e Napoli) in merito alla valutazione dei bacini d'utenza e alla conseguente ripartizione dei diritti tv per la stagione 2010/2011. Questo il comunicato apparso sul sito ufficiale del Coni: "L'Alta Corte di Giustizia ha dichiarato inammissibile il ricorso, presentato il 27 maggio 2011 da parte delle società Inter, Juventus, Milan, Napoli e Roma nei confronti della Lega Nazionale Professionisti Serie A, di tutte le altre società di Serie A e della Federazione Italiana Giuoco Calcio, avverso la decisione resa dalla Corte di Giustizia Federale FIGC in materia di definizione dei bacini di utenza ai fini della ripartizione delle risorse audiovisive della stagione 2010/2011 (individuazione delle società di ricerche demoscopiche e delle relative metodologie di indagine)".

C'è lavoro per Guariniello - Ha fatto molto parlare in questi giorni la morte di Giorgio Mariani, 65nne, ennesimo della serie delle morti che hanno colpito i giocatori viola (soprattutto, ma non solo) degli anni Settanta. La morte di Mariani (tumore) segue quelle di Saltutti (57 anni, attacco di cuore), Ferrante (59 anni, tumore alle tonsille), Longoni (56 anni vasculopatia cronica e lesioni cerebrali), Mattolini (56 anni, insufficienza renale); e ci sono gli ammalati Borgonovo e Galdiolo (demenza fronto-temporale), Amarildo (tumore alla gola); e 'quelli che ce l'hanno fatta' Mimmo Caso (tumore al fegato), Giancarlo De Sisti (ascesso frontale), Giancarlo Antognoni (crisi cardiaca). Questo solo per guardare in casa viola. Morti e malattie in età precoce fanno regolarmente scattare un collegamento con il fenomeno del doping; ne ha parlato a 'Il fatto quotidiano.it' il procuratore Raffaele Guariniello, quello del processo doping alla Juve e titolare di un'indagine sulle cause presunte delle morti sospette nella Fiorentina degli anni Settanta: "Stiamo esaminando anche il suo (di Mariani, ndr) caso, non posso entrare nel merito. Si tratta comunque di patologie multifattoriali, prima di esprimere una valutazione occorre fare un’indagine accurata. In questi casi, acquisiamo la documentazione sanitaria e poi cerchiamo di ricostruire la storia professionale e non solo della singola persona. Vede, non è come il mesotelioma, che colpisce il lavoratore dell’amianto, il collegamento in questi casi è diretto e pressoché certo. Bisogna fare attenzione e indagare a fondo sulle possibili cause della malattia. Le generalizzazioni sono un po’ rischiose. Noi abbiamo visto su alcuni casi che si è evidenziata l’utilizzazione di determinate sostanze. Stiamo ancora indagando in questa direzione per verificare i dati che abbiamo raccolto. Certo è che dagli anni Sessanta c’è stato un crescendo di casi di possibili patologie. Le cause, però, ripeto, vanno accertate caso per caso”. Ma la vera soluzione del problema non è semplice, anche se l'Italia in questo caso non sembra essere rimasta indietro: "Il problema dell’uso di farmaci nel mondo del calcio è diventato molto sentito, ma non è ancora del tutto affrontato in maniera adeguata. Bisogna fare molto di più sul piano della vigilanza. Sono stato recentemente all’estero per prendere parte ad un convegno sul doping. Bene, l’Italia era considerata un esempio per via di tutti i processi che si sono celebrati in questo ambito. E questo per me significa che negli altri paesi si fa davvero poco. Il commercio di queste sostanze purtroppo non è facile da regolamentare. Le vendite vengono fatte in molti casi via Internet. Però non mancano gli strumenti di investigazione. L’importante sarebbe fare interventi molto più sistematici, continuativi. E un po’ ovunque, non soltanto in alcune zone del nostro Paese. La legge ce l’abbiamo ed è una delle più avanzate. Molti paesi ce la invidiano, ma si può fare molto di più”.



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