La Juve chiede alla Corte d'Appello: revocate lo scudetto 2006!

News, 11 febbraio 2012.

 

La Juve chiede alla Corte d'Appello di entrare nel merito dello scudetto 2006: citazione per Figc, Inter e... Coni. Marotta difende Chiellini ('uomo di grandi princìpi e di grandi valori), ma lo fa senza dar fiato alla polemica. Allegri e Cantamessa continuano impeterriti a difendere l'atteggiamento di Ibra. A Vinovo si è lavorato sulla tattica: niente da fare per Pepe. Caceres non pone limiti alla crescita della Juventus. sarebbe fantastico arrivare al livello del Barça. Bouy trascina la Juventus Primavera al successo sull'A.S.D. Città di Marino: espulso Schiavone. Padoin: Credo che giocare per vincere sia la cosa più bella. Caos nella Lega di serie A: otto club contro Beretta. Cellino: 'Se non ripristinano le regole, io in Lega non ci torno!'


La Juve ha presentato alla Corte d'Appello il ricorso contro Figc, Inter e Coni - La Juventus chiede alla Corte d'Appello di Roma di revocare lo scudetto assegnato all'Inter, chiede dunque alla giustizia civile di esprimersi sullo scudetto del 2006 dopo che il Tnas si era dichiarato incompetente a decidere sulla questione (come la Figc prima). L'avvocato Michele Briamonte, che coordina l'offensiva giuridica della Juve, in questo ricorso ha inserito, stando alle indiscrezioni raccolte, una novità: oltre alla Figc e all'Inter viene citato anche il Coni; il motivo dovrebbe essere, per quel che si sa, che il Coni non sarebbe in questo caso un organo indipendente in quanto rispetto agli arbitri chiamati a decidere su una questione il Coni nomina i giudici che fanno parte della lista da cui poi vengono scelti i componenti del Tnas e questa situazione, secondo i legali bianconeri, viola di fatto il principio di lealtà della Corte davanti alle parti perché si sottolinea il legame tra Coni e una delle parti, la Figc (che fa parte di fatto del Coni). Al ricorso la Juventus ha allegato la documentazione relativa alla sentenza del processo di Napoli da cui emerge la disparità di trattamento (con altri soggetti, in particolare l'Inter) in riferimento agli eventi del periodo di Calciopoli, fatto sempre affermato dalla Juventus (a partire dall'esposto alla Figc del maggio 2010) e ora confermato da un tribunale della Repubblica.
Quindi la Juventus sta percorrendo una duplice via: da un lato prosegue con l'esposto al Tar in cui chiede alla Figc un risarcimento di 444 milioni di euro, d'altro canto con questo ricorso chiede alla Corte d'Appello di Roma di revocare all'Inter lo scudetto 2006; rivolgendosi alla giustizia ordinaria per ottenere quello che dalla giustizia sportiva non ha ottenuto, chiede in pratica alla Corte d'Appello stessa di sostituirsi al Tnas e revocare lo scudetto. E la Corte d'Appello o toglie lo scudetto all'Inter o respinge il ricorso: nella seconda ipotesi, la Juve avrebbe già pronto il ricorso in Cassazione.

Bologna-Juve rinviata per neve - Dopo una riunione tra rappresentanti della Prefettura, del Bologna e della Juventus, Vigili del Fuoco e Asl, si è deciso il rinvio per neve (a data da destinarsi, ma dovrebbe essere il 7 marzo) della partita tra Juventus e Bologna.

Marotta difende Chiellini - Dall'ambiente Milan è stato definito spia e fatto passare per millantatore e Beppe Marotta non ci sta: Giorgio ha solo raccontato la verità dei fatti e chi non l'ha gradito se ne faccia una ragione, perché nessun isterismo potrà cambiare la realtà. La replica di Marotta è arrivata ieri a margine dell'assemblea di Lega a Milano (cui Galliani non ha presenziato, sostituito dall'avv. Cantamessa): "Assolutamente nessuna spia. Chiellini è un ottimo calciatore ed è un professionista, un uomo, di grande principi e di grandi valori, lo ha dimostrato nella sua vita. Di conseguenza non ha fatto nient'altro che rispondere cortesemente alle domande dei cronisti, dei giornalisti, questo da protocollo del post-gara. Tra l'altro, resoconto che è stato anche testimoniato dalle immagini televisive. Né lui, né noi Juventus, vogliamo entrare a valutare ciò che è accaduto, sono cose che non ci interessano. Il Milan è il Milan, con Ibrahimovic o senza Ibrahimovic. E' una squadra forte, una società che rispettiamo". Perché il problema non è affrontare un Milan senza Ibra, e l'abbiamo detto da subito: "Siamo molto indifferenti, sono situazioni che non ci interessano Noi sappiamo che è una squadra forte, soprattutto nell'ambito del ritorno di Coppa Italia non è ancora deciso nulla, però che ci sia Ibrahimovic o no, credo che Conte la partita la prepari nel modo giusto". In perfetto stile Juve non intende dire una parola sul fatto che il nuovo episodio possa, in qualche modo, influire sulla valutazione di chi è deputato a decidere su una possibile riduzione della squalifica di Ibra per il 'buffetto' ad Aronica: "Queste sono valutazioni che non spettano a me, tantomeno ci vogliamo addentrare in quelle che sono delle presunte polemiche che non vogliamo assolutamente fare, se non esprimere dei concetti di una sana rivalità sportiva. Questo sì". Rifiuta la polemica con Galliani, ma ribadisce la verità: "Galliani ha esternato i suoi sentimenti, ma mi pare di aver chiarito adesso, nel senso che Chiellini non si è erto a giudice di niente, ha semplicemente risposto alle domande, ha semplicemente fatto un'esposizione dei fatti accaduti in campo, visti dalla televisione. Ma non entriamo nel merito. La polemica è lontana da noi, non ci interessa e non vogliamo assolutamente farla". Sull'effettiva forza e competitività della Juve attuale così si esprime: "Noi facciamo una velocissima retrospettiva storica: diciamo che siamo assolutamente al di là di quelle che potevano essere le nostre previsioni, perchè con l'avvento del presidente Agnelli, praticamente un anno e mezzo fa, si è verificato un radicale rinnovamento, sia nell'ambito della società, sia nell'ambito di quella che è l'area tecnica, quindi la rosa dei calciatori, se considerate che su 24 elementi, sono solo 5 i giocatori che facevano parte della stagione 2009/10. Quindi significa in sostanza aver affrontato grandi difficoltà; oggi siamo lì, con grande merito dell'allenatore, di Antonio Conte, che è il gestore di questo gruppo, con grande dedizione da parte di tutte le componenti societarie. C'è una forte cultura del lavoro, che è un elemento basilare e quindi direi che siamo contenti di questo. Quindi guardiamo avanti con grande serenità".
Adesso la differenza tra lo stile Juve e lo stile Milan diventa lampante.

Ma lo stile Milan continua... - Mentre Marotta, pur difendendo l'onorabilità e l'operato di Giorgio Chiellini, si chiama fuori dalle polemiche, altri, pur dicendosi fuori a parole, nei fatti ci sguazzano dentro fino al collo.
Allegri: "Noi polemiche non ne abbiamo fatte. Credo ci siano state esternazioni da parte della Juve che ascolto e leggo, ma non commento. Ibra ha sbagliato in quella situazione con Aronica, ha pagato lui in un momento di rissa e quindi credo non sia giusto dargli addosso anche perché finora era stato impeccabile".
Avvocato Cantamessa:
"Mi rifiuto di affrontare di nuovo un tema che mi sembra sia diventato più mediatico che tutt'altro. La Procura federale non ha adottato iniziative né nei confronti di Aronica né per il millantato secondo schiaffetto, che francamente non esisteva, questo ha un significato, ha un significato oggettivo che poi, a seconda dei punti di vista, è oggettivo o negativo".

Caceres sogna in grande: Juve come il Barça - "Se la Juve continua così non le manca tanto per arrivare al livello del Barça. Quest'anno sta facendo benissimo e se si riuscirà ad imitare il Barcellona sarebbe fantastico, per ora però bisogna concentrarsi partita dopo partita e fare sempre il meglio possibile, dare il massimo poi, se dovessimo giocare come il Barça... meglio!". Queste le parole pronunciate nel corso della sua intervista su Sky Sport 24 da Martin Caceres, uno che la camiseta blaugrana l'ha anche indossata, anche se non fu per lui quella un'esperienza molto fortunata. Anche alla Juve era già stato, ma dice "credo che questa Juve sia molto diversa rispetto al passato, tanti giocatori stanno facendo bene, sia in partita che in allenamento; io sono arrivato da sue settimane e li vedo lavorare tutti molto bene". Solo elogi per Del Piero: "E' da tanti anni nella Juve, credo che sia un mito, un grande. Non gli si può dire nulla, come persona è ancora meglio. Ha fatto la storia con questa maglia".

Ieri i bianconeri hanno lavorato sulla tattica - Con tutte le incertezze del caso sulla trasferta di Bologna (poi saltata), la Juventus di Conte ha lavorato a Vinovo con la solita intensità: pranzo insieme e poi in campo per il riscaldamento, seguito da esercizi atletici, da un torello e infine dalla parte tattica: in essa Conte ha lavorato sui movimenti di squadra, soprattutto sulla circolazione della palla e sulla fase offensiva. A bordo campo hanno assistito alla seduta Pavel Nedved e Fabio Paratici. Per intanto tutti a disposizione di Conte tranne Simone Pepe, che ha continuato il suo lavoro di recupero in palestra. E potrebbe non essere disponibile nemmeno per la trasferta di Parma di mercoledì 15 febbraio.

Viareggio Cup: solo Bouy accende la luce - Terza vittoria di fila per la 'Primavera' bianconera, un 1-0 contro l'A.S.D Città Di Marino. Una vittoria che ha lasciato tuttavia un po' di amaro in bocca a Marco Baroni che sperava che nessuno si infortunasse (i bianconeri hanno già patito l'infortunio di Giuseppe Ruggiero che, contro l'Apia Leichhardt ha subito la lesione del menisco esterno del ginocchio destro, prognosi di due mesi) e che non arrivassero cartellini gialli. Invece sono arrivati, al 10', l'infortunio di Canfora e, al 36' della ripresa, un cartellino rosso, quello di Schiavone, che si è fatto cacciare per proteste. A rasserenare il mister solo un'altra buona prova della new entry Ouasim Bouy, autore del goal del successo e di qualche altro tiro pregevole. Oggi il sorteggio farà conoscere il nome dell'avversario della Juventus negli ottavi di finale.

Padoin: Che bello giocare per vincere! - "E' stato incredibile. Avevo appena finito l'allenamento a Bergamo, era un lunedì... e il mercoledì avremmo giocato. Arrivo a casa e ho ricevuto la chiamata del mio procuratore e mi ha detto: 'Vuoi andare alla Juve?'. E si è messo a ridere. Io sinceramente sentendolo ridere gli ho risposto: 'Mi stai prendendo in giro?'. E invece lui mi ha detto che c'era questo interessamento e da lì non ho pensato ad altro. Mi sono venuti tantissimi pensieri in testa, è stato veramente incredibile. Poi la serata è stata abbastanza movimentata perché poi sono dovuto andare a Milano a firmare il contratto, mi sono visto con i dirigenti della Juve. E' stato incredibile perchè è successo tutto in un paio d'ore, senza preavviso". Così Simone Padoin racconta la 'chiamata' che gli ha cambiato la vita. Sì, perché, confessa a 'Filo diretto' su Juventus Channel "è stato un cambiamento radicale a livello di vita, perché comunque io mi ero ambientato a Bergamo (Simone è di Gemona del Friuli, ndr), quindi è stato un cambiamento a livello di vita. A livello di mentalità, credo che giocare per vincere sia la cosa più bella, quindi da questo punto di vista credo che non avrò problemi. Mi sono accorto di questo cambiamento perché se avessi giocato con l'Atalanta e fossimo andati a giocare a San Siro, magari avremmo preparato la partita sulla difensiva. Invece, giocando qui alla Juve, si cerca di proporre il nostro gioco, di pensare meno alla fase difensiva e proporre il proprio gioco". Poi alla Juve "è un qualcosa di incredibile, l'organizzazione è veramente di primo piano, a tutti i livello. Una cosa che mi ha colpito molto è stato il ritiro che abbiamo fatto a Milano l'altra sera, diciamo che c'era un intero piano dell'hotel completamente riservato a noi, c'erano tantissimi tifosi che ci hanno scortato nella hall dell'hotel e ci hanno accompagnato fino allo stadio, quindi questo per dire che l'organizzazione è veramente incredibile". Dovrà darsi ogni tanto un pizzicotto per aver la prova che sia tutto vero; ma, qualora ce ne fosse bisogno, a riportarlo sulla Terra ci penserebbe qualcuno che lui conosce già benissimo, Antonio Conte: "Qua ci lascia un po' più liberi, a Bergamo ci faceva scherzare un po' di meno; a Bergamo giocava sempre e solo col suo 4-2-4, mentre alla Juve in questi mesi ha cambiato i moduli in base alla squadra che si va ad incontrare. Ma come allenatore non è cambiato. Anche quand'era a Bergamo c'erano veramente degli allenamenti duri e si rientrava a casa veramente cotti. Da questi dieci giorni che comunque ho vissuto qua, le sensazioni sono le stesse alla fine dell'allenamento. Ma secondo me la Juve aveva bisogno di un allenatore così riconosciuto e benvoluto dal pubblico, anche perché secondo me il pubblico si identifica in una determinata persona e quando vede che, come nel caso di Antonio Conte, ha dato tutto se stesso per questa maglia, ha voluto fortemente tornare per allenare la Juve, credo che il pubblico sia ancora più carico e questa carica la trasmette ai giocatori". Fa una promessa: "Ho quasi 28 anni e diciamo che non sono più giovanissimo. Certo, non sono vecchio, però a livello calcistico, a 28 anni, è difficile ricevere una chiamata così importante. Invece è cambiato tutto velocemente e adesso sono felicissimo qua. Questo è un punto d'arrivo vedendola da una certa angolazione, perché comunque tutti sperano di giocare in una squadra come la Juve, però deve essere anche un punto di partenza perché come ho sempre detto io non ho mai vinto niente e spero di vincere negli anni che sarò qui a Torino. Quello che io prometto è tantissimo impegno, perché è una maglia importante e dovrò onorarla al massimo. Poi il mio obiettivo è quello di dare un contributo per vincere qualcosa".

Lega nel caos - Si è riunita ieri l'Assemblea di Lega per valutare le offerte pervenute in esito alle trattative private per la licenza dei diritti audiovisivi del Campionato di serie A 2012-15 per i pacchetti relativi alle dirette e alle sintesi a pagamento su piattaforma DTT, agli highlights in chiaro e alla radio, non ha ritenuto congrue le offerte ricevute e ha rinnovato l'invito a presentare offerte.
Ma non è questo il grave problema che travaglia ora la Lega, quanto la divisione in seno alla Lega stessa tra i 'rivoltosi' che vogliono che Beretta lasci immediatamente (anche se l'accordo sul suo sostituto ancora non c'è) e gli altri. I club schierati per l'ammutinamento sono Inter, Palermo, Cagliari, Bologna, Novara, Siena, Cesena e Lecce; sono in otto ma puntano ad arrivare, come dice Spy Calcio di Repubblica, a dodici, per avere così la forza di chiedere alla Figc di commissariare la Lega per mancato funzionamento.

Cellino sull'Aventino - Il capo dei contestatori sembra essere il presidente del Cagliari Massimo Cellino che ai microfoni di Radio Radio
si è prodotto in un lunga filippica su Beretta e l'intera Lega: "Se non ripristinano le regole, io in Lega non ci torno! - ha esclamato - Nulla da dire su Beretta, è che rappresenta l'immobilismo, è immobile. Ha un altro lavoro? Lavoro è una parola molto grossa, ha un hobby a Unicredit e uno in Lega, e io pago.... diceva qualcuno. L'ultima cosa che si vuole è lavorare. A Roma se posso non ci dormo neppure, parlo della politica, tutti hanno la scorta, l'azienda che sta costruendo il mio stadio è di Roma, lavorano bene e non vogliono tanto. A Roma ogni volta che c'è un problema si forma una commissione. In Lega - continua - ci vuole un presidente che ci coordini e porti avanti dei programmi, invece lui non riunisce i Consigli in Lega, non legge mai i programmi e porta avanti i programmi per qualche singolo che gli mantiene il posto. Si impugnano le delibere e si fanno ricerche di mercato pilotate, mi sembra di sentire Porta a Porta con tutte le cazzate che succedono in Italia. Beretta è anche una brava persona ma non ha capito che la Lega è a Milano, non è un ente pubblico è un'associazione di imprese. Beretta non ci fa decidere tutti insieme, non porta avanti nessun programma e cerca di portare avanti degli equilibri nella Lega di carattere pseudopolitico e non operativo, è questo il problema". E giù anche contro due colleghi, Lotito e Preziosi: "Quando ti siedi al tavolo del poker, sai che il poker batte il full e devi rispettare le regole. Chi entra nel calcio sa che c'è la giustizia sportiva, c'è il Coni, c'è la federazione e ci sono delle istituzioni a cui ti devi sottoporre e devi rispettarle. Non puoi ogni volta coinvolgere altri tribunali per disconoscere delle regole sportive a cui tu hai aderito, quando ti fa comodo le segui, quando non ti fa comodo le impugni. Questo distrugge il sistema a prescindere da Petrucci o Abete che vanno rispettati". Ma ammette che per lui il calcio è fonte di guadagno: "Io guadagno e chi non guadagna oggi è inefficiente. Non c'è nessuna azienda in Italia che funzioni e ha gli introiti nel calcio. Solo degli imbecilli che si fanno prendere dalle emozioni e dalla paura di essere contestati dal pubblico fanno delle cose che non possono fare. Io ho il bilancio in attivo quest'anno e lo sarà anche l'anno prossimo. Prima il calcio era un hobby ora no. Moratti ha perso tanti soldi e ora non può più permettersi di perderne, è il suo dovere".


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