Processo Calciopoli: il giallo del video sparito. Marotta: Noi non guardiamo in casa d'altri!

News, 21 febbraio 2012.

Un altro mistero, l'ennesimo, sembra gravare sul processo di Calciopoli: che fine ha fatto quel video? La Juventus Primavera batte la Roma e per l'ottava volta trionfa nel torneo giovanile di Viareggio. Marotta insegna la buona creanza ad Allegri: Noi non analizziamo ciò che avviene in casa degli altri. Abete: Calciopoli è una realtà purtroppo esistente nel calcio italiano che non evoca in me nulla se non tristezza. Giudice Sportivo: ammonizione e multa a Vucinic per la simulazione. Martedì 28 febbraio prenderanno il via le audizioni della Procura Federale su Scommessopoli. Il Real Madrid nega il Santiago Bernabeu alla Federazione per la finale di Copa del Rey tra Barça e Athletic Bilbao.

Il mistero del video sparito - Oggi Tuttosport (qui l'articolo completo di Alvaro Moretti) e il Giornale (qui l'articolo di Chiocci) hanno disvelato l'arcano del nuovo giallo che grava su Calciopoli, processi ordinario e abbreviato ma anche processo sportivo, visto che il presunto taroccamento dei sorteggi è stato uno dei punti forti che ha portato alla condanna della Juve. Sì, perché il giallo riguarda la scomparsa di un video dei sorteggi arbitrali (quello cui ha fatto riferimento il pm Capuano nel suo intervento finale), e precisamente quello del 13.05.2005, cui partecipò come giornalista Riccardo Bianchi, della 'Provincia di Como', che avrebbe poi deposto in aula garantendo la regolarità della procedura seguita. Quel video, che figura in possesso dell'ufficio della Procura di Napoli, a detta della nona sezione del Tribunale, dal 29 luglio 2009, però, nei fascicoli, né dell'ordinario né dell'abbreviato, non ci sarebbe più. Sarebbe stato sostituito da una sequenza fotografica tratta dal video passato per stralcio nella docu-fiction Offside su La/7 il 5 dicembre 2009, commentata dal rapporto del maresciallo Ziino, autore del servizio di osservazione a Coverciano. Ma il guaio è chè la sequenza delle immagini è sbagliata nel suo succedersi (e, così com'è, può indurre in errore su come siano andate le cose) e anche il commento ha più di una pecca, visto che scambia addirittura per un dipendente Figc Riccardo Bianchi, il giornalista (della 'Provincia di Como') delegato dall'Ussi a partecipare al sorteggio.

Processo Calciopoli, sono spariti degli atti? - Che il Processo Calciopoli fosse ben lontano dalla parola fine si era intuito dopo la lettura delle motivazioni. E in effetti proprio oggi sono trapelate clamorose indiscrezioni da parte del pool di legali e di consulenti di Luciano Moggi, capitanato da Nicola Penta. Ebbene, dopo le telefonate "dimenticate" e considerate irrilevanti, dopo la saga dei "baffi" sui tabulati messi dai carabinieri per segnalare gli audio rilevanti e ignorati dai magistrati, ecco che il lavoro di ricognizione e analisi del materiale ha evidenziato un'ulteriore grave anomalia. Sembrerebbe infatti che dal fascicolo dibattimentale sia stato prelevato un importante atto, sostituito con altro materiale, sostanzialmente diverso da quello presentato nel corso del dibattimento. Ma non solo. Pare che la copia originale di questo atto sia al momento introvabile. Lasciamo ai legali le considerazioni sulle possibili conseguenze qualora tale circostanza fosse accertata. Ovviamente provvederemo ad approfondire la notizia e a darvene immediato riscontro.

La Juventus Primavera trionfa nella Viareggio Cup: e sono otto - "Non conta arrivare in fondo, ma vincere" aveva detto Marco Baroni alla vigilia della finale della Viareggio Cup: e i suoi ragazzi gli hanno obbedito senza indugio. E si meritano un grande applauso.
Missione compiuta: i ragazzi della Primavera hanno battuto per 2-1 la Roma di Alberto De Rossi e si sono aggiudicati, sotto gli occhi compiaciuti di Pessotto, Paratici e Marotta, la sessantaquattresima edizione della Viareggio Cup, l'ottavo successo nella manifestazione (1961, 1994, 2003, 2004, 2005, 2009, 2010, 2012), il terzo nelle ultime quattro edizioni.
I ragazzi della cantera bianconera hanno disputato un ottimo primo tempo, chiuso con due goal di vantaggio, ma potevano essere anche 3 o 4, se a volte i ragazzi di Baroni non fossero un po' spreconi come i loro fratelli maggiori (in questo caso erano sfavoriti anche dalle condizioni disastrose del terreno di gioco); nella ripresa hanno sofferto la riscossa dei giovani giallorossi, che sono andati vicini al pareggio; ma la diga bianconera ha resistito. E alla fine hanno festeggiato.
I complimenti più graditi sono stati senz'altro quelli del presidente Andrea Agnelli che non ha potuto essere presente a Viareggio ma subito dopo la fine della partita ha telefonato: "Bravi ragazzi!"
Perché Andrea Agnelli e i dirigenti di cui si è circondato hanno avuto un ruolo significativo nella ravvivati cura per il settore giovanile, che deve diventare la fucina in cui si preparano i campioni per la prima squadra; lo ha riconosciuto Giovanni Rossi, responsabile del settore giovanile bianconero: "Con il rientro in prima persona del nostro presidente Andrea Agnelli credo che la Juventus abbia dato un grandissimo peso al settore giovanile. Ci ha dato la possibilità di fare molti investimenti, che poi alla fine sono quelli che contano, di investire parecchi soldi e credo che piano piano, con il tempo, riusciremo ad avere dei risultati che premieranno questo lavoro e riusciremo a portare parecchi di questi ragazzi al calcio professionistico. Speriamo il più in alto possibile".
Marco Baroni è logicamente soddisfattissimo, ma tiene i piedi per terra e vi riporta all'istante anche i suoi campioncini: "E' il primo obiettivo della stagione. Purtroppo adesso gioiamo solo una giornata, perchè poi abbiamo il ritorno di Coppa Italia contro la Fiorentina, che è una partita importantissima, alla quale teniamo moltissimo. Il nostro compito è quello di lavorare a testa bassa, poi la dirigenza sa cosa fare. Ci sono giocatori molto bravi che però hanno ancora tanto lavoro davanti. Questo è un piccolo traguardo, ma bisogna lavorare a testa bassa".
Spinazzola ha ricevuto il premio Golden boy come miglior giocatore del torneo, ma le individualità che si sono messe in luce sono più d'una, dagli attaccanti Beltrame e Padovan, ai difensori Gouano e Untersee, all'esterno De Silvestro, al centrocampista Chibsah all'ultimo arrivato Bouy, che non è stato impiegato a tempo piena da Baroni (che, un po' in stile Conte, preferisce inserire gradualmente le new entries), ma che ha messo in luce importanti potenzialità.

La lezione di Marotta: Non si guarda in casa d'altri! - "Nella partita di sabato il Milan parte favorito; di demagogia nei giorni scorsi ne è stata fatta tanta. Sarebbe difficile stare dietro a tutte le voci ma noi siamo tutti molto sereni, molto contenti e orgogliosi di arrivare a questa sfida con questa classifica, che sicuramente premia moltissimo il lavoro svolto da tutte le componenti societarie. Il campionato di serie A italiano è un campionato dove i pronostici sono sempre poi cambiati perché ti trovi a giocare con squadre magari dette provinciali che ti mettono più in difficoltà rispetto a squadre più blasonate. Quindi sicuramente, direi, è bello che la Juventus ritorni ad essere protagonista. Il Milan è forte, e l'ha dimostrato ieri, con Ibrahimovic o senza Ibrahimovic; quindi che ci sia o non ci sia, voglio dire, noi sappiamo di dover affrontare un avversario molto forte, questo è sicuramente un obiettivo che dobbiamo tenere sempre in mente.
Noi non entriamo assolutamente in quelle che sono le valutazioni di ciò che avviene in casa altrui
(capito, Allegri? Questo è lo Stile Juve, 'S' rigorosamente maiuscola, ndr). Quelle che sono state le nostre esternazioni sono state critiche, diciamo, nel contesto di un'analisi del mondo arbitrale, fatte con grandissima correttezza e col massimo del rispetto, tant'è che non siamo incorsi, nessuno, in sanzioni o deferimenti e lo ritengo giusto, in quanto credo che il confronto costruttivo, magari un po' duro, serva per crescere. Non abbiamo assolutamente preso di mira nessuno, soprattutto non siamo entrati nell'analizzare ciò che avviene in casa degli altri (capito, Allegri? repetita iuvant, ndr) massimo rispetto, e quindi siamo molto tranquilli".
"Non dimentichiamoci che la Juve arriva da due annate chiuse al settimo posto, e grazie al lavoro oggi può giocarsi un ruolo importante. L'avvento alla presidenza di Andrea Agnelli ha portato un grande rinnovamento, oltre che una rosa nuova. Veniamo da due anni di sacrifici, siamo riusciti con l'abnegazione di tutti a riconquistare un palcoscenico importante. E' bello che la Juventus sia tornata ad essere protagonista, ma è difficile prevedere quale sarà l'epilogo della nostra stagione perché mancano ancora tante partite. La strada, l'unica possibile, è quella del lavoro".

Così Marotta, intervenuto ai microfoni di RaiSport a margine della finale della Viareggio Cup. Delimita nettamente i confini territoriali (ognuno guardi in casa propria) e le differenze di stile (sottolineatura palese anche se non cita mai i fatti specifici, compito che lascia volentieri ad Allegri, né minaccia rappresaglie, incombenza che rimane tutta sulle spalle di Galliani. In casa Juve si pensa solo a se stessi, a lavorare, per vincere il più possibile sul campo e difendere i diritti del club e dei suoi tifosi nelle sedi a ciò deputate.

Abete: Calciopoli è un ricordo tranquillo che mi evoca solo tristezza - Forse perché chiamato in causa i giorni scorsi da Petrucci ("sarò al suo fianco per gli interventi che mi auguro faccia al più presto nei confronti di tutto ciò che ho denunciato", riferendosi in particolare al caos che regna nella lega di serie A), Abete ha sentito il bisogno di far nuovamente sentire la sua voce ai microfoni de 'La politica nel pallone' su 'GR Parlamento'. I temi trattati sono stati diversi (dalla riforma dei campionati e dei calendari alla gara del Napoli in Champions League e a Scommessopoli) ma, nell'imminenza di Milan-Juve, le polemiche che l'hanno recentemente preceduta non potevano sfuggirgli; tuttavia non sembrano angustiarlo più di tanto: "Le polemiche fanno parte dell'accompagnamento alla partita, l'importante è che sia una bella partita e vada tutto bene. Dell'arbitro se ne parla sempre, figuriamoci in una sfida così importante. Pensiamo prevarrà la dimensione agonistica in senso stretto, sono due grandi squadre". Così commenta le parole di Conte post-Parma: "Sono state abbastanza forti, anche se lo stesso tecnico della Juventus ha evidenziato che fa parte del calcio rappresentare situazioni meritevoli di attenzione. C'è un problema di fondo - spiega poi Abete in relazione all'input di Marotta che alle partite di alta classifica siano assegnati arbitri internazionali, in virtù della loro maggior abitudine a sopportare la pressione mediatica - ed è l'impostazione di Nicchi e Braschi di far ruotare gli arbitri per far sì che non dirigano uno stesso club per più di un tot di partite, perché non è pensabile che alcuni club abbiano solo arbitri internazionali. Gli arbitri ruotano e si può avere la concezione di essere diretti da un arbitro più o meno esperto, tenendo così i venti club nella stessa situazione". La vera responsabilità, secondo lui, è dei dirigenti, che dovrebbero mostrarsi più sereni, "che debbono essere se stessi sia quando ritengano di aver subito un torto, sia quando elogiano la prestazione dell'arbitro”.
Nelle parole di Conte il riferimento a Calciopoli era palese e persino Abete se n'è accorto: "Il riferimento a Calciopoli da parte di Conte non mi ha dato fastidio, è una realtà purtroppo esistente nel calcio italiano che non evoca in me nulla se non tristezza, sono talmente abituato che mi rimane un ricordo tranquillo, non è una novità. Fatti così importanti e traumatici ci accompagnano per molti anni e hanno prodotto danni anche al nostro ranking. Ci sono ricorsi in atto della Juventus, una serie di situazioni aperte, hanno i loro tempi e i loro livelli decisionali. La Juve sta portando avanti le sue tesi in tutti gli ambiti istituzionali e la federazione con grande tranquillità rappresenta le posizioni di questi anni". Sarà pure un ricordo tranquillo, ma più che tristezza dovrebbe evocargli preoccupazione. Ripensi alle parole dell'avvocato Briamonte. "L'obiettivo è fare danno a chi ci ha fatto danno. La Juventus ha saputo resistere a cosa ha subito e esisterà anche in futuro quando continuerà a perseguire i responsabili anche se nel frattempo avranno smesso di ricoprire le cariche attuali o quelle avute. La Juventus resterà, mentre a loro resteranno le cause". Sempre tranquillo?

Giudice sportivo: ammonizione e multa per Vucinic - Il Giudice Sportivo ha sanzionato con un'ammonizione ed un'ammenda di di 2.000 euro Mirko Vucinic "per avere simulato di essere stato sottoposto ad intervento falloso in area di rigore avversaria"; identica sanzione per Reginaldo (Siena).
Ammonizione con diffida e multa di 5.000 euro per l'amministratore delegato del Catania Pietro Lo Monaco, "per avere, prima dell'inizio della gara, nel recinto di giuoco, rivolgendosi al Quarto Ufficiale, espresso una valutazione sarcasticamente irrispettosa nei confronti dell'Arbitro". Stessa sanzione per l'allenatore della Lazio Reja, per avere, al 39' del secondo tempo, uscendo dall'area tecnica, contestato l'operato arbitrale rivolgendo al Direttore di gara un'espressione irrispettosa; recidivo. Ammonito anche il direttore sportivo del Siena Faggiano "per essere, all'11' del secondo tempo, uscito dall'area tecnica per discutere con l'allenatore della squadra avversaria; infrazione rilevata dal Quarto Ufficiale".
Una giornata di squalifica per 13 giocatori: Blasi e Obodo (Lecce), Dias e Matuzalem (Lazio), Biondini e Sculli (Genoa), Bradley, Dramé e Thereau (Chievo), Pesce (Novara), Del Grosso (Siena), Motta (Catania) e Totti (Roma).
Ammende di 10.000 euro al Cesena "per avere suoi sostenitori, al 24' del primo tempo, indirizzato ad un calciatore della squadra avversaria cori costituenti espressione di discriminazione razziale" e di 3.000 euro all'Atalanta "per avere suoi sostenitori, al 5' del primo tempo, lanciato sul terreno di giuoco un bicchiere di plastica pieno di liquido".

Scommessopoli: inizieranno il 28 febbraio le audizioni della Procura Federale - Cominceranno martedì 28 febbraio con il calciatore della Cremonese Carlo Gervasoni, le audizioni della Procura Federale sul secondo filone dell'inchiesta sul Calcioscommesse, coordinata dalla Procura di Cremona. Il procuratore Stefano Plazzi ha steso un calendario dal 28 febbraio al 15 marzo, calendario che potrà subire modifiche in relazione a quanto possa emergere dalle audizioni.
Dopo Gervasoni, mercoledì 29 toccherà a Cristiano Doni e a Filippo Carobbio (Spezia Calcio) e il 1° marzo ad Antonio Benfenati (non tesserato). Le audizioni riprenderanno lunedì 5 marzo col seguente calendario: 5 marzo: Vittorio Micolucci calciatore Ascoli; 6 marzo: Maurinho Ernandes tecnico; Pederzoli Alessandro calciatore Ascoli; 7 marzo: Caremi Davide ex calciatore Andria Bat, Cellini Marco calciatore Modena, Narciso Antonio calciatore Grosseto, Ruopolo Francesco calciatore Calcio Padova; 8 marzo: Santoni Nicola tecnico, Sartor Luigi ex calciatore Ternana; 9 marzo: Zamperini Alessandro calciatore attualmente in Lettonia; 12 marzo: Catinali Edoardo ex calciatore Piacenza, Rickler Del Mare Ricky calciatore Bologna, Turati Marco calciatore Modena; 15 marzo: Acerbis Paolo ex calciatore Vicenza, Conteh Kewullay ex calciatore Piacenza, Guzman Gaetan Tomas Andres calciatore in prestito Gubbio, Inacio Joelson Josè calciatore Pergocrema.
Mancano parecchi nomi che erano stati tirati in ballo, come Luciano e Pellissier del Chievo, Mauri della Lazio e Milanetto (ex Genoa). Non c'è tutto il nucleo del Bari, né Andrea Masiello (ex Bari, ora Atalanta); ma due Procure stanno ancora indagando e Palazzi non vuole interferire; ci sarà modo di chiamarli in seguito.

Sgarbo Real - Il Real Madrid ha detto di no alla Federcalcio spagnola che gli aveva chiesto di prestarle il Santiago Bernabeu per la finale di Copa del Rey, che si giocherà il 20 o il 25 maggio fra il Barça e l'Athletic Bilbao. Il portavoce della Real Federacion Española de Futbol ha dichiarato che, dovendosi così scartare il Bernabeu, ad ospitare la finale si candidano o il Vicente Calderon, che è lo stadio dell'Atletico Madrid, o il Mestalla di Valencia. Il gesto, che diversi giornali spagnoli hanno bollato come uno sgarbo alla Corona, visto che la Coppa è dedicata al re e che sarà proprio Juan Carlos a consegnare il trofeo alla squadra vincitrice, viene interpretato dalla stampa iberica come un rifiuto ad assistere ad un possibile trionfo dei blaugrana (che hanno eliminato proprio i madridisti nei quarti di finale). Pep Guardiola l'ha presa con filosofia: "Se non ci vogliono, non andiamo. Giocheremo la finale dove vogliono riceverci".


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