Marotta e lo Juventus Stadium: Su Calciopoli non si transige. Alex presente e futuro.

News, 26 marzo 2012.

Marotta: Stasera parla il campo, ma la nostra posizione su Calciopoli rimane rigida e intransigente. Anche i tifosi su Calciopoli non transigono: gli scudetti rapiti sono in bella mostra e gli striscioni parlano chiaro. Conte: Le reti di Del Piero contro il Milan e stasera premiano la sua professionalità; quando gli capitano i palloni è difficile che non concretizzi. Del Piero: Io quello che dovevo fare l'anno scorso l'ho fatto: ho firmato in bianco. Buffon: Per un'ora l'Inter ci ha dato fastidio, ma io sono in porta per parare, e sono pagato anche discretamente bene. Ranieri: Sono rammaricato, ma stiamo facendo il massimo di quel che possiamo.


Marotta: Su Calciopoli la nostra posizione rimane rigida e intransigente - "Su Calciopoli la Juventus si è espressa in modo chiaro ed esplicito precedentemente - ha detto Beppe Marotta nel prepartita Sky - e non è il caso di tornarci: la nostra posizione è rigida e intransigente per il rispetto di quelli che sono gli scudetti conseguiti sul campo e che fanno bella luce proprio nella galleria degli spogliatoi, i 29 scudetti sono trofei che i nostri capitani hanno innalzato, sono trofei vinti sul campo e questa è la cosa più chiara ed evidente. La miglior risposta poi è quella del campo, fermo restando il diritto da parte nostra di far valere i nostri diritti". E il campo più tardi gli consentirà di festeggiare con una bella vittoria il suo cinquantacinquesimo compleanno.

Così lo Juventus Stadium ha accolto l'Inter - A riservare l'accoglienza sul campo, quello che non mente mai, come ebbe a dire Andrea Agnelli all'inaugurazione dello Juventus Stadium, ci hanno pensato Conte e i suoi ragazzi, rifilando al livoroso ex Claudio Ranieri e ai suoi uomini due sigilli, uno timbrato dal Pelado e il secondo dalla linguaccia di Del Piero. Ma se è giusto che la squadra pensi solo al campo, i tifosi non hanno certo potuto dimenticare, nemmeno per un istante, vedendo quelle maglie nerazzurre, lo scempio di Calciopoli e per questo per loro la vittoria ha avuto un valore aggiunto di non poco conto. Una vittoria che ha certificato l'abisso che esiste tra Juve e Inter, 18 punti; perché l'Inter è tornata là dove era prima che Farsopoli alterasse non un campionato, ma la storia del nostro calcio.
E lo Juventus Stadium ha accolto i nerazzurri non solo con i 29 scudetti e gli altri trofei piazzati in bella vista all'ingresso degli spogliatoi, che i nerazzurri hanno cercato di esorcizzare appendendo nel loro cantuccio la maglia di un Facchetti che in questo momento fa buon brodo. Ma la coreografia dello stadio è rimasta per tutta la gara a gridare in faccia ai nerazzurri e a quelli tra i loro dirigenti che si sono presentati a Torino che i tifosi bianconeri, ora che sanno, non dimenticheranno mai. Gli scudetti della Juve sono sempre 29: dalla balconata del secondo anello pendevano i vessilli dei primi 27, mentre in curva sud era stato formato un enorme tricolore con le scritte in bianco 28 e 29, i due trofei rapiti. Sempre in curva sud era appeso un gigantesco doppio striscione con le scritte: "Ciò che è nostro è stato in campo sudato... Ciò che è vostro è stato in aula assegnato" in alto e, più sotto, " In B non sei mai stato perché la prescrizione ti ha salvato". Ed ogni spettatore aveva a sua disposizione una bandierina bianca e nera. Non sono mancati altri striscioni, tra cui un annuncio mortuario che informava della dipartita dell'Inter. Massimo Moratti non ha però potuto ammirare questa spettacolare accoglienza, perché allo Juventus Stadium non c'era, era a Londra ad assistere allo spettacolo della 'Primavera' nerazzurra vincitrice di un torneo giovanile ad inviti, i soli pallidissimi scampoli di vittoria cui l'Inter di questi tempi, cioè la vera Inter, possa mai ambire. C'era però il figlio e vicepresidente Angelomario, accompagnato dalla zia Bedy, da Stefano Filucchi e da Marco Branca il quale, richiesto di quale effetto gli facesse lo scudetto 2006 esposto in bella vista sul muro degli spogliatoi e sugli spalti, ha risposto: "Un effetto ironico, né più né meno".

Conte: Del Piero ora sta bene e gioca, perché ha grandissima qualità - Ai microfoni Sky Conte ha anzitutto 'spiegato' la sua emozione a fine gara quando, con le lacrime agli occhi, ha indicato il cielo; era la sua speciale dedica ad un familiare scomparso in questi giorni: "Purtroppo è venuta a mancare ieri una mia zia che per me è stata una seconda mamma. E' stata tosta per me, però l'abbiam portata a casa; è stato un momento non facilissimo, però adesso so che questa persona è con me e mi seguirà da lassù".
Poi è passato a parlare della partita: "Dovevamo vincere perché, al di là di quello che ha fatto il Milan dovevamo continuare a fare quello che stiamo facendo, un campionato veramente bello, dare un'ulteriore gioia e soddisfazione ai nostri tifosi perché affrontavamo una squadra veramente forte, di cui fatico veramente a capire la situazione di classifica. Nel primo tempo abbiamo avuto occasioni noi con Matri e hanno avuto anche loro situazioni favorevoli, sapevamo che c'era da soffrire venivamo da 120 minuti giocati con grandissimo ritmo e intensità martedì e in più era una partita in cui l'Inter aveva pochissimo da perdere, mentre noi avevamo una certa pressione, una certa tensione. Siamo stati bravi come a Firenze a rispondere al Milan che si era portato a più 7. Sono stati bravi loro ma anche noi perché senza noi e il nostro cammino sarebbe già archiviato questo scudetto".
Non poteva mancare il tormentone Del Piero: "Ho detto sin dalla prima conferenza stampa che Ale e Buffon sarebbero stati i miei valori aggiunti, Ale in questo momento sta bene e lo quindi faccio giocare. L'ho fatto giocare in semifinale di Coppa Italia, per noi la partita più importante della stagione e lui ci ha ripagato con una buona prestazione e un goal e oggi è stato il mio primo cambio, perché nel secondo tempo l'Inter aveva abbassato i ritmi e ci voleva qualità; lui ha grandissima qualità e quando gli capitano i palloni è difficile che non concretizzi. Sono contento per lui perché la rete di oggi e quella contro il Milan premiano la sua professionalità, il suo attaccamento e tutto il lavoro che fa per me in campo e fuori dal campo. Noi abbiamo un accordo con Ale, io con lui parlo molto e sa sempre quel che penso gli ho sempre detto tutto. Abbiamo un rapporto talmente schietto, diretto, sincero, che pensiamo solo al presente che è la cosa più importante, la cosa fondamentale per questa Juventus. Detto questo ci sarà tempo per pensare a tutto".
Dopo aver chiarito che nell'intervallo aveva anticipato ai suoi che, in mancanza di evidenti miglioramenti nel gioco avrebbe cambiato qualcosa, ha motivato l'ingresso di Bonucci (un elemento che mister Conte apprezza al di là di certe sue amnesie) con l'intento di dare più qualità al reparto difensivo visto che "rispetto ad Andrea Barzagli e a Giorgio Chiellini, Bonucci ha qualità tecniche superiori".
Quanto alla questione scudetto: "Io sinceramente - ha chiosato - senza bluffare, penso che questo campionato sia in mano al Milan, non voglio gettare nello sconforto nessuno né mettere pressione sul Milan, che a una rosa talmente ampia che sta sopperendo a infortuni pesanti. E' la squadra più forte in Italia e mi auguro anche che faccia bene col Barcellona, perché ne guadagneremmo un po' tutti noi, che siamo usciti dall'Europa con tutte; e, sollecitato dalla D'Amico ammette che, sì, magari così i rossoneri perdono un po' di energie per il campionato".

Del Piero: Io quel che dovevo fare l'anno scorso l'ho fatto - Così Alex Del Piero spiega su Sky il suo goal: "E’ stato bravissimo Arturo che ha fintato il tiro, è rientrato ed io poi mi sono allargato per ricevere in quel corridoio; lui invece ha esitato e mi ha invogliato dall'altra parte, poi sono riuscito a trovare l'angolo giusto. L’esplosione per il gol che rappresentava l'importanza della gara, l'importanza di riuscire a far gola perché poi il goal scatena sempre emozioni esaltanti". Alla solita domanda se questo sia davvero il suo ultimo anno in bianconero ha risposto: "Non c’è niente da aggiungere, se non che il mio futuro per oggi è Napoli, domenica sera, sarò scontato, retorico, ditemi quello che volete, però è così, non voglio perdermi nessun attimo di questa avventura. Stiamo facendo di tutto per stare attaccati al Milan, e l'obiettivo è quello; fortunatamente, e grazie anche alla nostra bravura siamo riusciti ad arrivare in finale di Coppa Italia e quello è un altro traguardo che potrebbe essere veramente importante per la crescita di noi come squadra e come insieme. Per cui l'attenzione da parte mia è rivolta solo a questo. Per altri discorsi ci sarà tempo e modo di non scappare, come stasera". Per lui è il goal 318, gli fanno osservare arriva la battuta di Alex: "Ad inizio carriera dovevo darla sempre a Vialli (presente nello studio Sky, ndr) per cui alla fine mi son mangiato almeno una cinquantina di goal". Ma la D'Amico non demorde e torna sul futuro di Alex, insiste per sapere se con Andrea Agnelli l'addio sia già stato concordato: "Ma... concordato non è la parola giusta - commenta Del Piero - Io quello che dovevo fare l’anno scorso l’ho fatto, dopodiché voglio concentrarmi e godermi questa serata senza addentrarmi in discorsi che... avremo bisogno di molto più tempo per parlarne, e non è certo stasera". E che cosa ha fatto l'anno scorso: "Ho firmato in bianco…"

Buffon: Sono pagato, e anche discretamente bene, per parare - Buffon è stato premiato da Sky come migliore in campo, per alcune parate che nel primo tempo, quando l'Inter era ancora 'viva', hanno salvato la porta bianconera; e così ha commentato il match: "Storicamente è una partita così particolare, e in più oggi ci giocavamo le residue speranze per dar fastidio a chi ci sta davanti (il Milan, ndr). E chiaramente se non avessimo vinto, le avremmo probabilmente azzerate. Così se non altro abbiamo uno stimolo in più per finire bene questa stagione". Degli avversari dice: "L'Inter ha giocato sessanta minuti molto bene, tatticamente in campo Ranieri ha disposto la squadra benissimo. Ci ha dato parecchio fastidio. Ma io, come dico sempre, sono in porta per parare, sono anche pagato discretamente bene, per cui è tutto nella normalità". La Juve aveva l'obbligo di vincere, per rispondere al Milan, di cui già conosceva il risultato... "A me piace tanto giocare dopo che hanno giocato gli altri - dice Buffon - soprattutto se vincono, perché mi dà quel briciolo di nervoso in più per affrontare la partita, perché diventa inevitabilmente una partita da dentro o fuori". Del Piero? "Sono felicissimo lui, inutile dire che se lo merita, lo sappiamo tutti. E' un grandissimo campione. Però, al di là di tutto credo che quest'anno la cosa splendida è che è emersa la sua grande professionalità e il fatto che abbia accettato questo ruolo senza alcuna polemica, per poi ripagare l'allenatore e i compagni quando viene chiamato in causa, per cui grande onore e merito a lui".

Ranieri: Sono amareggiato - Intervistato da Sky nel postpartita Claudio Ranieri si dice amareggiato per l'esito finale della gara: "Il rammarico è che per un'ora abbiamo fatto molto bene e il goal è il frutto dell'ennesima distrazione su calcio piazzato, erano solo in quattro e ci siamo fatti attirare da Vucinic, che era l'uomo di Poli e così Maicon perde Caceres. Da lì è finita la gara dato che è calata la nostra intensità e determinazione su ogni palla. Sono amareggiato per il risultato perché abbiamo tenuto testa a una Juventus che non è lì per caso. Abbiamo il difetto di perdere lucidità alla prima disavventura. Pazienza, domenica c'è un'altra gara e pensiamo a recuperare per quella. Noi dobbiamo lottare fino alla fine, partita dopo partita, poi tireremo le somme, purtroppo però stiamo mancando diverse occasioni e non prendiamo il treno giusto. Il distacco aumenta e le giornate diminuiscono, ma noi non demordiamo. Stiamo facendo il massimo di quel che possiamo, il presidente lo sa e ora finiamo bene questa stagione".