Buffon: Coi miei soldi faccio ciò che voglio! Abete e Palazzi: dal gelo al flirt.

News, 2 giugno 2012.

 

L'avvocato Marco Valerio Corini, legale di Buffon: Non c'è nulla di nulla, ma di cosa stiamo parlando? I flussi nella ricevitoria di Parma non evidenziano irregolarità. Ma nella serata di ieri la tabaccheria-ricevitoria di Massimo Alfieri è stata perquisita dalla Guardia di Finanza di Torino. Buffon: Con i miei soldi posso fare quello che voglio. Abete ed Agnelli la pensano in modo diametralmente opposto sulla giustizia ad orologeria; e  non solo. Abbandonata la linea morbida seguita con i pentiti, Palazzi picchia sugli irriducibili. In Procura a Cremona il portiere del Bellinzona Matteo Gritti ricostruisce la nascita di Last Bet.

Il legale di Buffon: Di cosa stiamo parlando? - L'avvocato Marco Valerio Corini è intervenuto ieri a Sky Sport in difesa della posizione di Gigi Buffon, vittima di un attacco mediatico, come palese conseguenza della conferenza stampa in cui aveva raccontato tante spietate verità, e con toni aspri, che non lasciavano dubbi sul suo stato d'animo amareggiato: "C'è un sospetto tempismo - esordisce - l'ha già detto il presidente Agnelli, ma salta agli occhi di chiunque. Gianluigi fa una conferenza stampa a Coverciano, amareggiato: una conferenza dai toni anche aspri, in cui si vedeva che era sofferente, addolorato e stigmatizza certi comportamenti. Fa effettivamente pensare questo timer che detona questa bomba mediatica a strettissimo giro, dove affiora un'informatica, che poi in realtà si riferirebbe ad un atto fatto ben sei mesi fa, quindi nulla di attuale, nulla di esplosivo da un punto di vista mediatico e che non ha sortito effetto alcuno perché la magistratura che l'ha ben esaminato e vagliata non ha ritenuto di coglierci alcunché di significativo quindi voglio dire mi sembra che questo renda ancor più sospetto il tempismo di cui si parlava prima.
Il problema è molto semplice - prosegue - se vogliamo andare alla materialità della vicenda, ai fatti, per farci capire, visto che non esiste una rilevanza penale della vicenda, non esiste un interessamento della giustizia federale perché non c'è neanche un illecito sportivo, perché non esiste neppure un fumus che alimenti l'ipotesi che Gianluigi Buffon abbia scommesso su partite o della Federazione italiana o di Federazioni collegate, non c'è neppure un indizio che si tratti di scommesse, cioè sono transazioni tra due persone che si conoscono da anni, perché Gianluigi ha iniziato la carriera a Parma e a Parma mantiene moltissimi affetti di tipo amicale; sono operazioni economiche tra due soggetti di cui uno, per avventura, tra le varie attività, svolge anche quella di avere una ricevitoria di gioco. Da lì non ci pone il dubbio che possano essere acquisti per immobili, che possano essere operazioni di altro tipo? No, siccome ha una ricevitoria tra le sua attività, necessariamente devono essere scommesse e siccome devono essere scommesse devono essere per di più vietate. Perché poi, non è questo il caso, ma Lei immagini, se avesse fatto una puntata su uno scontro Nadal-Federer, non avrebbe avuto rilevanza. Non si ha neanche la prova non che sia una scommessa lecita dal punto di vista delle carte federali, non c'è neanche la prova che sia una scommessa. Sono transazioni di tipo privato che Gianluigi Buffon ha effettuato con un amico e che non hanno alcuna attinenza col gioco, tant'è che l'informativa di cui si parla ha provato a risalire, a ricostruire, a vedere se sono riconducibili a qualche ragione di gioco, ma lo sa come conclude l'informativa? Non conclude nel senso che il giocatore in qualche modo sia coinvolto, ma dicendo: 'Non è possibile escludere a priori che il soggetto segnalato abbia posto in essere un'intensa attività finanziaria legata al mondo delle scommesse sportive'. Ma cosa vuol dire 'non è possibile escludere a priori'? Di cosa stiamo parlando?".
E mette dei paletti su ciò che Gigi debba o non debba spiegare: "Che cosa abbia comperato Gianluigi Buffon, se sono acquisti o transazioni che riguardano la sfera privata di Gianluigi Buffon, riguarda soltanto Gianluigi Buffon. Non credo che Gianluigi, come qualsiasi altro cittadino, debba spiegare che cosa fa col proprio denaro, Potrebbe, avrebbe dovuto, caso mai spiegarlo se avesse fatto determinate cose che sono proibite o dalla legge penale o dalle norme sportive, ma nella vicenda di cui parliamo oggi non stiamo in nessuno di questi due casi. Non c'è nessuna evidenza che i pagamenti e le transazioni cui si fa riferimento in questi giorni siano riferiti a scommesse, anzi debbo dire che il fatto che siano scommesse sono ipotesi che scaturiscono, pare di cogliere dalle anticipazioni che sono sul web, ormai, perché ormai questo documento, questa nota informativa di cui tutti parlano è pubblicata, pare di poterlo cogliere da un'ipotesi che la banca che ha effettuato le transazioni, a seguito di segnalazione, avrebbe fatto e avrebbe aggiunto l'ipotesi, il commento, che si tratterebbe di operazioni connesse ad un'attività di scommessa. Molte delle sue amicizie più salde sono lì, il signor Alfieri è uno di questi amici, col quale Gianluigi si sente e si vede spessissimo, ma il fatto che il signor Alfieri, tra le altre attività, sia anche titolare di una tabaccheria che ha anche una ricevitoria non comporta automaticamente che Gianluigi effettui delle scommesse".
E se qualcuno vorrà sentire il suo assistito, si faccia avanti: "Gianluigi è sempre stato completamente chiaro, trasparente e collaborativo: se ci fossero degli estremi di interesse di una qualche autorità ovviamente è a disposizione in maniera franca e leale, come è sempre stato. Il problema è che non si capisce che tipo di interesse possa avere per fatti esclusivamente privati un'autorità investigativa sia essa ordinaria o federale".
A Radio Radio Tv ha somministrato un altro particolare: "Il bonifico più cospicuo, risalente al 13 settembre 2010, riguarda l'acquisto di venti Rolex, che sono nella cassaforte di Gianluigi da mesi. Un acquisto compatibile con il suo reddito e che è scritto nella casuale del bonifico: cos'altro deve fare? Siamo in grado di dimostrare che ogni pagamento effettuato non riguarda le scommesse sportive".

Regolari i flussi nella ricevitoria di Parma - Tutto regolare - informa l'Ansa - nel processo di accettazione delle scommesse, che un'informativa della Guardia di Finanza ha ipotizzato siano attribuibili al portiere della Nazionale di calcio, Gigi Buffon, presso il corner-tabaccheria di Parma che, secondo i flussi di gioco che pervengono real time ai Monopoli di Stato, risulta essere uno dei più attivi a livello nazionale per quanto riguarda gli incassi realizzati. E' quanto emerge dalle dichiarazioni raccolte da Agipronews presso l'Ufficio scommesse dei Monopoli di Stato, dove si sottolinea come ''non si hanno informative circa comportamenti scorretti da parte del bookmaker e del titolare del punto vendita, ivi compresi quelli relativi all'antiriciclaggio, che obbliga il gestore al riconoscimento del giocatore che scommetta o incassi vincite per cifre superiori a mille euro''. In sostanza, se si volessero approfondire i dati registrati dal punto vendita, questi ultimi sarebbero a disposizione degli inquirenti per l'identificazione degli scommettitori. Il corner Lottomatica inoltre, secondo le analisi svolte a piazza Mastai, risulta specializzato nell'accettazione delle scommesse sugli sport minori, in particolare basket, hockey su ghiaccio e tennis. ''E' in ogni caso apprezzabile - aggiungono all'Ufficio scommesse di Aams - che magistratura e forze dell'ordine si dedichino al controllo della rete legale delle scommesse, laddove ogni puntata ''sospetta'' viene registrata e, eventualmente, segnalata alle federazioni e agli organi inquirenti''.

Caso Buffon: perquisita la ricevitoria di Parma - La Guardia di Finanza di Torino, richiamata all'ordine dalle sentinelle mediatiche che l'hanno strappata alle sue abituali occupazioni, ha effettuato ieri, a partire dal tardo pomeriggio e per una durata di sei ore abbondanti, una perquisizione nella tabaccheria-ricevitoria (abilitata come sportello Better-Lottomatica) di Parma, balzata agli onori delle cronache a causa dei versamenti di Buffon (i famosi 14 assegni per un ammontare totale di oltre un milione e mezzo di euro) a favore del titolare della stessa, Massimo Alfieri. Tra l'altro i titolari non erano presenti, perché padre e figlio si trovano entrambi in vacanza negli Stati Uniti. Oggetto della perquisizione i tabulati e tutti i contenuti dei pc presenti nella tabaccheria. Perquisita anche una cantina attigua al negozio, utilizzata come archivio e magazzino.

Buffon: Coi miei soldi faccio quello che voglio - A Gigi Buffon, dopo la gara persa dalla Nazionale (3-0) contro la Russia, è stato chiesto con quale spirito sia sceso in campo pensando agli accadimenti degli ultimi due giorni: "Pensando non agli ultimi due giorni - ha puntualizzato Buffon - ma a tutto quello che è successo durante tutta questa settimana, è tutta la settimana che siamo in trincea, non c'è problema, stiamo in trincea. Però quando vado in campo sono sempre Buffon. Sono amareggiato e penso di potermelo permettere di dire di essere almeno amareggiato, se non offendo". E sulle scommesse? "Quello che voglio dire? Non devo dir niente, stiamo parlando di una cosa per la quale non sono indagato né mi dovranno sentire. Bene o male io con i miei soldi posso prendere una collezione di orologi, posso aiutare un amico che magari è in difficoltà per comprarsi un terreno e prender la casa, posso comprarmi un quadro, posso fare quello che voglio, però si vede che in Italia non è accettato, non so. Se volete, le prossime spese, quelle che farò, ve le dirò".
Così si è chiusa la giornata di ieri in relazione al 'caso Buffon': ed ora quanti, giornalisti in testa, sono da tempo immemore interessati più ai fatti altrui che ai propri (vendite a picco) sono attesi da una notte popolata da sogni d'oro, lieti come pasque per aver puntato i loro malevoli strali contro il rubbentino di turno. Che poi sia, nella fattispecie, colui che si appresta a difendere la porta dell'Italia ai prossimi Europei, è particolare del tutto trascurabile. Un déjà vu.

Abete: Non credo sia giustizia ad orologeria - Giancarlo Abete, intervistato a margine dell'amichevole con la Russia, ha detto di rifiutarsi di credere che nel caso di Buffon si possa parlare di giustizia ad orologeria: "Non ci credo, nel senso che sarebbe molto triste se fosse così. Abbiamo il dovere di pensare in modo da non generare altri sospetti, in un momento per il paese e per il sistema calcio che gia' e' in difficoltà. E' un periodo difficile, triste, per alcuni versi e per alcuni episodi può essere nauseante. Ma il mondo calcio ha 15 mila professionisti e un milione 400 mila tesserati, come avviene in tutti i campi non bisogna generalizzare". Diametralmente opposta l'opinione del presidente bianconero Andrea Agnelli che ha trovato quantomeno singolare la tempistica della questione. Quell'Andrea Agnelli che non dimentica lo sgarbo della Figc, che si è rifiutata di rimettere a posto le cose, dopo che la relazione di Palazzi aveva fatto chiarezza sul fatto che gli onesti erano in realtà solo dei prescritti (tutt'al più, come ricorda sempre Agnelli, nella sua intervista su 'La Stampa'. Non aver colto questa 'opportunità politica' costerà alla Figc 444 milioni di euro.

Al grido: 'Pentiti!' prosegue la crociata di Palazzi - Lo aveva anticipato ben prima dell'inizio del processo sportivo e il dipanarsi dello stesso in questi due giorni ha ribadito la ferma intenzione di Palazzi di proseguire su questa strada, prestando peraltro fiducia incondizionata ai pentiti, che vengono gratificati con sostanziosissimi sconti di pena. E peggio per chi non ha nulla di cui pentirsi. D'altronde, come ha ribadito ieri sera al termine della giornata di udienza, gli sconti di pena ai pentiti non sono altro che il frutto di "un istituto giuridico che esiste nel nostro ordinamento, in relazione al quale, nell'ordinamento statuale, sono libere persone che hanno commesso omicidi e reati gravissimi". C'è solo da sperare che il loro pentimento non abbia ingabbiato qualche innocente.
Infatti, a paragone delle morbidissime richieste dell'altroieri, ieri Palazzi ha picchiato duro contro gli incorreggibili, quelli renitenti al pentimento.
Tuttavia pare che alla Figc, memore dell'anatema lanciato da Platini contro chi viene beccato ('non giocherà più') non sia piaciuta granché la linea morbida del procuratore federale nei confronti dei collaboranti, tanto che da ambienti Figc si sarebbe appreso che le sanzioni decise l'altroieri (quelle nei confronti dei pentiti) "potrebbero tornare in discussione; alla luce del dispositivo e valutate le motivazioni su singoli casi potrebbe scattare il potere di impugnazione in capo al presidente federale".
E Stefano Palazzi, richiesto di un parere su questa questione che sembra incrinare l'idillio tra Figc e Procura Federale, non risponde, limitandosi ad esaltare la figura del presidente Federale: "Il presidente Abete è un galantuomo, tutta la Federazione è composta da galantuomini".
E nell'intervista a margine dell'amichevole con la Russia Giancarlo Abete, commosso da cotanta attestazione di stima, ha cercato di far pace: Se é vero che la Federcalcio ha il potere di impugnare le sentenze? C'é massima fiducia negli organi di giustizia sportiva, ma in base alla normativa vigente c'é il potere del presidente federale di impugnare provvedimenti. Ma ribadisco che la fiducia é massima"
Queste le pene richieste oggi per i club: Albinoleffe -27 e 90.000 euro di ammenda ; Piacenza -19 e 70.000 euro di ammenda; Ancona -10; Empoli -1; Monza -6 con esclusione coppa Italia; Padova -2; Ravenna -1; Reggina -6; Novara - 6 con esclusione Coppa Italia; Pescara -2; Sampdoria, Siena e Spezia 50.000 euro di ammenda; Spezia 30.000 di ammenda; Avesa -1 e 200 euro di ammenda.
Per i tesserati: Andrea Alberti 3 anni e 6 mesi; Mirko Bellodi 3 anni; Davide Careni 3 anni e 6 mesi; Mario Cassano 5 anni più preclusione; Edoardo Catinali 3 anni e 9 mesi; Roberto Colacone 4 anni; Luigi Consonni un anno per omessa denuncia; Alberto Comazzi 4 anni; Achille Coser 3 anni; Federico Cossato 3 anni e 6 mesi; Filippo Cristante 3 anni; Franco De Falco (dirigente) 4 anni e 6 mesi; Nicola Ferrari 3 anni; Riccardo Fissore 3 anni e 9 mesi; Luca Fiuzzi 4 anni; Alberto Maria Fontana 3 anni e 6 mesi; Ruben Garlini (tecnico) 3 anni; Andrea Iaconi (dirigente) 4 anni e 6 mesi; Vincenzo Iacopino 3 anni e 6 mesi; Vincenzo Italiano 3 anni; Thomas Hervè Job 4 anni e 6 mesi; Giuseppe Magalini (dirigente) 4 anni; Salvatore Mastronunzio 4 anni e 6 mesi; Maurizio Nassi 4 anni; Gianluca Nicco 3 anni, Marco Paoloni 6 mesi in continuazione; Cesare Gianfranco Rickler Del Mare 3 anni 6 mesi; Gianni Rosati (collaboratore società) 4 anni; Nicola Santoni (tecnico) 5 anni più preclusione in continuazione; Vincenzo Santoruvo 3 anni; Maurizio Sarri (tecnico) un anno; Luigi Sartor 5 anni più preclusione; Alessandro Sbaffo 3 anni e 3 mesi; Mattia Serafini 3 anni e 6 mesi; Rijat Shala 3 anni e 6 mesi; Mirko Stefani 4 anni; Daniele Vantaggiato 3 anni; Nicola Ventola 3 anni e 6 mesi; Alessandro Zamperini in continuazione 5 anni più preclusione.

Calcioscommesse: Gritti, Pellicori e Bertani - Ha parlato, e tanto, l'ex portiere del Bellinzona Matteo Gritti,che ha praticamente ricostruito la genesi di Last Bet: il compagno di squadra Gegic gli avrebbe chiesto di presentargli dei calciatori italiani e lui l'avrebbe introdotto a Carobbio e Gervasoni; in cambio gli fu promesso un aiuto per trovare nuovi contratti da calciatore. La situazione sarebbe notevolmente peggiorata poi con l'entrata in scena di Ilievski, che l'avrebbe fatto oggetto di pesanti minacce (per esempio di sparargli alle gambe), perché non si era dichiarato disponibile a truccare il campionato svizzero (così come gli 'zingari' stavano orami già facendo in Italia).
Poi ha parlato Stefano Pellicori, cascato nella rete per problemi economici; sarebbe stato contattato una prima volta da Gervasoni, che gli avrebbe proposto di truccare alcune partite, ma lui rifiutò; una vota però trasferitosi al Torino e avendo bisogno di denaro per acquistare una casa, lo avrebbe ricontattato, dichiarandosi in un primo tempo disponibile, salvo poi pentirsene e ripensarci.
Cristian Bertani, che secondo l'accusa sarebbe un tramite stabile tra gli slavi e gli ex compagni del Novara, si è avvalso della facoltà di non rispondere ed ora sarà sentito dal procuratore Di Martino, che dovrà sentire anche Omar Milanetto in relazione al derby Genoa-Sampdoria del 2011.


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