Buffon, il Presidente e le scommesse:' Eh no, se no ci mettono in galera...'

News, 11 giugno 2012.

 

Il presidente Napolitano si complimenta con Buffon e ricorda il suo discorso politico del mese di novembre: ora come allora Gigi è allergico alle litanie. L'Inter si tuffa su Giovinco, ma tra i nerazzurri e il Parma c'è in mezzo la Juve. Scommessopoli. A Cremona aspettano Gegic; a Roma si attendono le sentenze della Commissione disciplinari e proseguono le audizioni: giovedì toccherà a Stellini e a Pepe. Emanuele Giaccherini: Sono contento per la prestazione e per il risultato: l'avevo detto, non eravamo battuti in partenza.

Buffon: i complimenti del Presidente Napolitano - Al termine della partita tra Italia e Spagna il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è sceso negli spogliatoi per congratularsi con gli azzurri; per tutti c'è stato un "Bravi!". E in particolare c'è stato un lungo abbraccio a Gigi Buffon, cui ha ricordato: "Lei una volta ha fatto anche un grande discorso politico". E' vero, perché Buffon nel corso della sua carriera non si è mai limitato a parare, ma non si è mai tirato indietro anche quando c'è stato da parlare, riuscendo, spesso, a non risultare banale. Nell'occasione (a metà dello scorso novembre, in occasione dell'amichevole contro l'Uruguay per celebrare i 150 anni dell'unità d'Italia) Gigi Buffon aveva detto: "Salve e buongiorno, caro Presidente! E' un grandissimo piacere essere qui stamattina con Lei, per questo saluto in occasione della partita che si celebrerà stasera per il 150° anno dell'Unità d'Italia. Questo cosa sta a significare? Che per noi è un grande onore, sta a significare però anche che al cospetto della Storia siamo una Nazione giovane, siamo una popolazione ancora fresca, probabilmente per certi aspetti inesperta; e questa inesperienza ogni tanto ci fa cadere, diciamo così. Proprio per questo questa popolazione credo che mai come in questo momento abbia bisogno di un appoggio importante, l'appoggio di una classe politica coesa, di una classe politica colta, di una classe politica responsabile e di uno Stato presente, uno Stato che in questo momento è da Lei rappresentato e proprio dalla sua figura pulita, trasparente e capace penso che tutta la popolazione e anche noi ci aspettiamo le risposte per poter ripartire dopo questi momenti di grandissima difficoltà. Sono molto emozionato e si vede, perché sono pensieri che mi toccavano e li volevo esprimere al di là di tutte le litanie che si possono fare in questi casi. Detto questo noi cercheremo di fare il nostro sul campo e di onorare il nome dell'Italia sempre e comunque. Grazie". Son passati sette mesi da allora: Buffon è lo rimasto lo stesso, continua a rifiutarsi di recitare le solite litanie. Ma questo dispiace a chi preferisce cullarsi con le solite litanie per non affrontare i problemi veri e le proprie responsabilità 'politiche' in senso lato. E Buffon sta pagando mediaticamente, ogni giorno, l'allergia alle litanie. Il calcio italiano sta affrontando un grandissimo momento di difficoltà (perché Calciopoli è stato solo uno specchietto per le allodole), ma la sua classe dirigente non sembra poter e neanche voler farlo ripartire: perché se il paese giovane il governo del suo calcio è 'vecchio', non solo per età ma soprattutto per idee e modalità di gestione. E due di quegli 'esemplari mai in via di estinzione' ieri sera stavano proprio lì, dietro al presidente Napolitano, cui il portiere bianconero ha fatto omaggio della sua maglia sudata.
E tra il presidente e il capitano della Nazionale c'è stato un piccolo siparietto scherzoso sul tema delle scommesse: "Dopo il gol di Fabregas - dice a Gigi il presidente - il principe delle Asturie mi ha detto: 'Firmiamo per il pareggio!. "Alla fine della partita io gli ho detto: 'E' andata così ma non lo dica che abbiamo firmato!". Immediata l'osservazione di Buffon: "Eh no, se no ci mettono dentro...".
Per tornare
a Italia-Spagna, ieri ha disputato la solita grande gara, in cui si è sempre dimostrato in grado di prendere la decisione giusta.
Al termine della partita, commentando l'abbraccio del Presidente, Buffon ha detto: "È stato un onore, lui è il primo cittadino e ci rappresenta tutti. Però anche noi abbiamo dato un segnale importante al Paese. Qual è il feeling che mi lega al presidente? Non lo so, però c'è". Sulla partita di stasera ha detto: "Stasera ho visto l'Italia che ho sempre sognato. Una squadra in cui tutti si aiutano, quando il compagno va in difficoltà. Stasera sono orgoglioso: ci eravamo dimenticati che qui giocano dei campioni del mondo". Perché "loro sono i più forti di tutti, e stasera l'hanno dimostrato. Ma noi siamo stati bravi. Hanno trovato pane per i loro denti". Cosa ha pensato quando ha dovuto uscire a fermare Torres? "Mi sono ricordato di quando giocavo libero: l'ho fatto allargare, e poi gli ho tolto la palla con l'altro piede". A chi gli fa notare che in campo c'erano i due portieri forse più forti del mondo, lui e Casillas, risponde ironicamente: "Casillas e io i più forti del mondo? Eppure solo poche settimane fa, per un errore col Lecce, si parlava in negativo di me 24 ore su 24..."
Con altrettanta ironia ha commentato uno striscione di alcuni tifosi che diceva "Non ci deludete: abbiamo scommesso su di voi". E Gigi: "Cosa ho pensato quando ho visto quella scritta? Simpatici..."

L'Inter su Giovinco, Juve permettendo - In un lungo intervento su Sky Sport 24 Piero Ausilio, direttore sportivo dell'Inter, ha parlato anche di mercato e del fatto che l'Inter, sfumato Lavezzi, sia interessata a Sebastian Giovinco, per il quale "è stato fatto un sondaggio, e ne abbiamo parlato con il Parma. E' sicuramente un ottimo giocatore, cresciuto tantissimo negli ultimi anni: lo stiamo seguendo, vedremo nei prossimi giorni".
Però Sebastian Giovinco attualmente è in comproprietà tra Juve e Parma: la situazione al momento è in stand-by, ma entro le ore 19 del 22 giugno le compartecipazioni vanno risolte.
E il presidente del Parma Ghirardi, presente in tribuna a Danzica, ha spiegato che l'interesse di altre società c'è, ma prima bisogna sciogliere il nodo Juventus: "I fatti dicono che adesso dobbiamo parlare con la Juventus; non abbiamo avuto ancora modo di intavolare una trattativa, una discussione, però a breve ci vedremo e vedremo quello che sarà il futuro migliore per il giocatore e anche per la società. Non è da nascondere l'interesse dell'Inter perché sicuramente è un giocatore che interessa, ma mi sembra anche giusto che sia così, è un giocatore importante, ha fatto 15 goal e quindici assist, sta facendo un Europeo da protagonista, anche se è appena cominciato. E' un orgoglio per noi, ma è importante per lui che possa ambire a questi club".

Scommessopoli: aspettando le prime sentenze si lavora sia a Cremona che a Roma - Dopo la convulsa settimana appena terminata, che ha visto a Cremona le scarcerazioni, tra gli altri, di Mauri e Milanetto e la fine degli interrogatori di garanzia del gip Salvini, e a Roma la conclusione dei dibattimenti e l'inizio della Camera di Consiglio del primo processo sportivo 2012 nonché l'inizio delle audizioni del secondo filone targato Bari, se ne apre un'altra che si preannuncia altrettanto densa di eventi importanti.
Anzitutto a Cremona si è in attesa che si costituisca il capo degli 'zingari' Almir Gegic, latitante da oltre un anno e che a Ceniti della 'Gazzetta' ha già preannunciato di aver molto da dire su Novara-Siena.
A Roma invece c'è attesa per le 51 sentenze della Disciplinare (primo grado della giustizia sportiva): sarà per oggi o domani, al più tardi mercoledì.
Intanto proseguono le audizioni già calendarizzate:
11 giugno: Gian Piero Ventura (allenatore Torino);
12 giugno: Riccardo Meggiorini (Torino), Massimo Donati (Palermo), Salvatore Masiello (Torino), Stefano Guberti (Torino), Daniele Paponi (Bologna), Albin Ekdal (Cagliari), Alessandro Parisi (Torino), Stefano Morrone (Parma), Antonio Bellavista (allenatore di base);
13 giugno: Ivan Radovanovic (Novara), Matteo Rubin (Bologna), Marco Rossi (Cesena), Nicola Pavarini (Parma), Guido Angelozzi (Ds Bari), Cristian Stellini (collaboratore tecnico Juventus), Simone Pepe (Juventus);
14 giugno: Nicola Belmonte (Siena), Abdelkader Ghezzal (Levante), Marco Di Vaio (Mls Montreal Impact), Evangelos Moras (Cesena), Andrea Esposito (Lecce), Luca Siligardi (Livorno), Massimo Mutarelli (Atalanta), Cristiano Lupatelli (Genoa).
Gian Piero Ventura, ora al Torino, allenatore del Bari nella stagione 2010-2011, poi sostituito dal 10 febbraio 2010 da Bortolo Mutti, sentito a lungo venerdì.
Albin Ekdal (ora al Cagliari, in comproprietà con la Juventus) sarà sentito come ex tesserato del Bologna ed ex compagno dunque di Daniele Portanova, già sentito giovedì.
Cristian Stellini, collaboratore tecnico di Antonio Conte sia al Siena che alla Juventus, sino al 2010 giocava nel Bari; Simone Pepe sarà sentito per Udinese-Bari del 9 maggio 2010, finita 3-3 (il bianconero nella stagione 2009-2010 militava nell'Udinese): lo ha strattonato nell'inchiesta Andrea Masiello che ha fatto verbalizzare: "Arrivati a Udine, Salvatore Masiello contattò telefonicamente Pepe, giocatore dell'Udinese, chiedendogli se 'voleva acquistare una Ferrari'. Capii che la risposta era stata negativa così come mi disse esplicitamente Salvatore. Per quanto non avessimo raggiunto l'accordo con i giocatori dell'Udinese, io, Bonucci, Belmonte e Parisi giocammo per raggiungere il risultato a cui mirava Di Tullio, agevolando la segnatura di tre reti".
Marco Di Vaio, ex Bologna, ora al Mls Montreal Impact, sarà sentito per Bologna-Bari.
Tra le altre gare sotto la lente ci sarà Parma-Bari, con le audizioni di Stefano Morrone e Marco Rossi (ora al Cesena, nel 2010-2011 al Bari): saranno interrogati in merito al litigio avvenuto negli spogliatoi a fine partita perché, come dichiarato da Marco Rossi in Procura a Bari, Morrone lo accusava di essersi impegnato troppo, contrariamente agli accordi, gli avrebbe ricordato; e ci sarà Bari-Sampdoria del 23 aprile 2011, finita 0-1, con Stefano Guberti (all'epoca alla Samp, ma ex del Bari, chiamato a rispondere di un suo incontro a Bari, nei giorni precedenti la partita, con Andrea Masiello: una sospetta combine che fece arrabbiare Bortolo Mutti, allora allenatore del Bari.

Buona prestazione di Giaccherini - Era un esordiente in Nazionale ma non sembrava. Emanuele Giaccherini se l'è cavata davvero bene contro la Spagna, risultando alla fine uno dei più utili. E alla fine è soddisfatto: "Sono contento sia per la prestazione che per il risultato". Un risultato che però non lo sorprende più di tanto: "L'avevo detto che non era scontato che perdessimo contro i campioni del mondo. Non eravamo affatto già battuti in partenza". E gli fanno davvero piacere i complimenti di Prandelli, che a fine match lo ha apertamente elogiato: "Sono felice per le parole di Prandelli, ma ho solo fatto ciò che il tecnico mi aveva chiesto. Sono contento perché per me non era una giornata facile: ero all'esordio e per di più contro un'avversaria del valore della Spagna. In campo non ho avuto paura, sono rimasto tranquillo e credo sia stata la mia forza". Considera positiva la prestazione della squadra: "Penso che abbiamo meritato ampiamente il pareggio. Peccato che loro abbiano segnato quasi subito dopo il nostro vantaggio, altrimenti poteva finire magari in un altro modo. Di fronte avevamo la Spagna che penso sia la squadra più forte. Sono stati bravi e magari potevano far goal anche in altre circostanze, ma siamo stati bravi nel chiuderli e nel limitarli. Antonio e Mario hanno lavorato benissimo e si sono sacrificati tantissimo per la squadra. Se non ti sacrifichi, contro la Spagna è veramente dura". Ma se considera il pareggio contro un avversario così forte un "risultato importante anche per l'autostima", esorta, in perfetto stile Juve-di-Conte, a non abbassare la guardia, perché contro la Croazia, giovedì, "perdere sarebbe gravissimo perché sprecheremmo quanto di buono abbiamo fatto contro la Spagna. Non dobbiamo mollare, e concentrarci subito sul prossimo impegno".


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