La furia di Palazzi su Bonucci e Pepe. Bonucci non indagato, il documento.

News, 4 agosto 2012.

Palazzi chiede tre anni e sei mesi di squalifica per Bonucci e uno per Pepe. Oggi parleranno le difese. Le altre richieste di pena. Bonucci non è indagato a Bari, il documento. I patteggiamenti: per Carobbio un illecito vale due mesi. Abete: la giustizia sportiva è imparziale, autonoma e indipendente dagli organi politici della Federcalcio. Capezzone: C'è accanimento evidente contro Conte, Bonucci e Pepe. Agnelli a Vinovo ha parlato alla squadra. Ufficiale Pogba (contratto quadriennale), Krasic al Fenerbahçe. Respinto il ricorso di Moggi al Tar per ottenere la sospensione della radiazione.

Bonucci non è indagato a Bari - Il documento che prova la situazione di Bonucci presso la Procura di Bari, aggiornata al 21 luglio 2012 (clicca e vedi).

La furia di Palazzi su Bonucci e Pepe - Sistemato Antonio Conte, il procuratore federale Stefano Palazzi ha ieri lanciato i suoi strali verso Bonucci e Pepe, accusati, entrambi in relazione ad Udinese-Bari, il primo di illecito sportivo ("atti diretti ad alterare lo svolgimento ed il risultato della gara, in funzione di un over con pareggio tra le due squadre", con in più l'aggravante. di cui al comma 6 art. 7 del CGS "dell'effettiva alterazione dello svolgimento e del risultato finale"), il secondo di omessa denuncia ("per avere omesso di informare senza indugio la Procura federale, omettendo i fatti integranti illecito sportivo.... dei quali era venuto a conoscenza attraverso una telefonata ricevuta dal calciatore del Bari Salvatore Masiello").


Le richieste nei confronti dei due bianconeri sono state pesantissime: tre anni e sei mesi per Bonucci e un anno per Pepe..
Questa la parte della requisitoria di Palazzi in relazione ad Udinese-Bari:
"Sulla base dei dati probatori emerge la responsabilità dei soggetti incolpati. Le dichiarazioni accusatorie di Masiello sono riscontrate sui criteri probatori. Ci sono dichiarazioni di De Tullio, primo quadro di riferimento su Andrea Masiello che ritira anche parte della vincita effettuata a seguito della gara. E Masiello parla della proposta di De Tullio, trattative che si intavolano nel mondo degli scommettitori, scommesse non regolari finalizzate a tentare di corrompere giocatori. E' coerente che inizialmente i soggetti coinvolti tentino di affibbiare ad altri la proposta della combine. Masiello sostiene che l'iniziale iniziativa illecita proviene da De Tullio, e ci riferisce che la sua proposta la riportò a Bonucci, Parisi, Belmonte e Salvatore Masiello, per Andrea Masiello tutti dichiaratisi disponibili. La mera disponibilità iniziale prevede già l'illecito sportivo, visto che è in pericolo il risultato sportivo. La proposta di Masiello trova ulteriore sviluppo perché dice che Salvatore Masiello chiama Pepe, legati entrambi da trascorsi in squadra in comune. Elemento in comune è la passione di Pepe per la Ferrari, se dice 'la vuoi comprare o la vuoi vendere' ciò non cambia il quadro probatorio. E' un elemento qualificante, peraltro non ci risulta che Masiello abbia mai conosciuto Pepe e quindi la sua passione per le Ferrari ha potuto soltanto ascoltarla da altri. L'avvenuta telefonata è comprovata, anche se non esiste materiale probatorio dalla procura ordinaria. La conferma formidabile la si trova anche su altri elementi probatori: Belmonte e Parisi vengono chiamati in causa in altre gare. Ci sono poi le parole di Iacovelli, e il quadro di riferimento alla squadra del Bari. Si tratta del campionato precedente, ma che richiama a quanto accadrà nel campionato successivo. Stellini, Masiello, saranno gli stessi protagonisti dei fatti successivi. De Tullio, per avere conferma di questa alterazione, guarda caso chiama proprio Stellini, al quale non abbiamo contestato questo illecito, ma che comprova l'alterazione del match".
In particolare, per quel che riguarda Bonucci: "A tutti quelli che hanno riferito che non sono indagati a Bari, ho risposto che c'è piena autonomia dei due procedimenti e ci sono due procedimenti separati. Bonucci parla di contraddittorietà delle dichiarazioni di Masiello. A nostro avviso non c'è, ma esiste il progressivo arricchimento delle dichiarazioni. Masiello passa successivamente a una condotta pienamente collaborativa. Bonucci lamenta una contraddittorietà su dichiarazioni di Masiello sul momento in cui sarebbe avvenuto il suo coinvolgimento. A nostro avviso non c'è. Quando viene fatto notare a Masiello che Bonucci era in Nazionale prima, Masiello riporta che l'accordo avviene poi sul pullman. e la sistemazione nelle zone in fondo al pullman mentre Masiello è di solito nei posti centrali, lo stesso Bonucci ammette che quelle postazioni valgono solo per i tragitti allo stadio".

Oggi le difese - Dopo la dura requisitoria di Palazzi nei confronti dei due bianconeri, oggi toccherà ai loro difensori: Gian Pietro Bianchi per Leonardo Bonucci e Luigi Chiappero per Simone Pepe, che rischia un anno di stop per una telefonata che avrebbe ricevuto, ma della cui reale esistenza (per non parlare dei contenuti) non v'è prova, anzi sì, la testimonianza di Andrea Masiello.
Palazzi ieri si è opposto a tutte le richieste istruttorie, incluse quelle dei bianconeri per Udinese-Bari: "Non abbiamo il tempo materiale per esaminare quegli atti". Con riferimento alle precedenti richieste: "In primo luogo le indagini difensive quando non passano attraverso autorità giudiziaria ordinaria, non possono essere oggetto di vaglio in questa sede. Si dovrebbe prendere per buono quanto dichiarato da soggetti che poi in più delle volte non sono tesserati (Carella, Giacobbe, Iacovelli, De Tullio, ndr). Poi non si può prendere un'intervista giornalistica, in cui peraltro Bentivoglio ammette di aver preso dei soldi".

Le altre richieste di pena - Detto di Bonucci e Pepe, queste le richieste per gli altri deferiti che non hanno patteggiato la pena: Bellavista (ex calciatore): 9 mesi in continuazione alla squalifica di 5 anni più preclusione; Belmonte (Siena): 4 anni di squalifica; Bentivoglio (Chievo): 3 anni e 6 mesi di squalifica; Di Vaio (Montreal Impact): 1 anno di squalifica; Guberti (Sampdoria): 3 anni di squalifica; Salvatore Masiello (Torino): 3 anni e 6 mesi di squalifica; Padelli (Sampdoria): 3 anni di squalifica; Portanova (Bologna): 3 anni di squalifica; Vives (Torino): 3 anni e 6 mesi di squalifica; Semeraro (ex Presidente Lecce): 5 anni più preclusione; Bologna: 2 punti di penalizzazione e 50 mila euro di ammenda; Lecce: retrocessione e 6 punti di penalizzazione; Udinese: 50 mila euro di ammenda.

I patteggiamenti accolti: Bari: 5 punti e 80 mila euro; Sampdoria: 1 punto e 30 mila euro; Siena: 80 mila euro in continuazione a penalizzazione relativa a processo su atti di Cremona (6 punti e 20mila euro); Andrea Masiello (Atalanta): 2 anni e 2 mesi e 30 mila euro; Alessandro Parisi (svincolato): 2 anni e 10 mila euro; Marco Rossi (Cesena): 1 anno e 8 mesi e 20 mila euro; Filippo Carobbio (altro illecito): 2 mesi di squalifica in continuazione; Carlo Gervasoni: 1 mese di squalifica in continuazione; Guido Angelozzi (ds Bari): 4 mesi inibizione; Bortolo Mutti (allenatore): 4 mesi; Marco Esposito (Pisa): 3 mesi e 10 giorni; Cristian Stellini: 6 mesi in continuazione a squalifica relativa a processo su atti di Cremona (due anni e 50 mila euro); Marcello Sanfelice (team manager Bologna): 4 mesi di inibizione; Portogruaro: 5 mila euro.

Abete: Le regole vanno rispettate - A margine della presentazione del calendario del campionato della serie B, il presidente federale Giancarlo Abete ha ribadito la posizione della Figc in merito a quanto sta accadendo nel procedimento sul calcioscommesse: "Bisogna avere fiducia negli organi di giustizia e rispettare le regole. La giustizia sportiva ordina all'interno di un ordinamento nazionale e all'interno di una dimensione internazionale. C'è da valorizzare l'imparzialità, l'autonomia e l'indipendenza degli organi di giustizia sportiva rispetto agli organi politici della Federcalcio". Per poi aggiungere, ai microfoni Sky, di aspettarsi "massima chiarezza e massimo rispetto delle decisioni che dovranno essere assunte da parte degli organi di giustizia sportiva. Ricordiamoci che è un iter in corso, siamo ancora alla fase dibattimentale del primo grado di giudizio, cioè della Disciplinare, quindi attendiamo quelle che sono le valutazioni della Disciplinare e naturalmente quelle che saranno eventualmente le decisioni della Corte di Giustizia se ci dovessero essere dei ricorsi in relazione alle decisioni della Disciplinare. E soprattutto mentre cerchiamo in qualche modo di governare i problemi e gli effetti di un fenomeno estremamente negativo come quello legato alle scommesse, dobbiamo proiettarci a migliorare la qualità dei comportamenti per il futuro, quindi il giuramento che faranno i capitani delle squadre nella prima giornata della Serie B e i comportamenti fondamentali, perché quello che è accaduto non deve più accadere". E quanto alle indignate parole di Agnelli, Abete afferma che quanto risposto ufficialmente ieri dalla Federazione è più che sufficiente: "La Federcalcio ha già risposto ieri, penso con estrema chiarezza e serenità. La giustizia sportiva nel mondo del calcio opera all'interno di un ordinamento sportivo nazionale, che è all'interno di una dimensione internazionale, perché è una realtà che non si limita al mondo del calcio, ma riguarda il sistema dei principi fondamentali di giustizia sportiva di tutte le federazioni sportive. C'è naturalmente da valorizzare l'imparzialità e nel contempo l'autonomia e l'indipendenza degli organi di giustizia sportiva, rispetto agli organi politici della federazione e ricordare, cosa che ha ricordato lo stesso presidente Agnelli il 26 luglio, che ci sono diversi gradi di giudizio e che i diversi gradi di giudizio consentono a tutti di poter portare le proprie tesi nei vari gradi di giudizio con l'obiettivo di fare chiarezza su quanto accaduto. Quindi occorre da una parte avere fiducia negli organi di giustizia e dall'altra rispettare le regole, perché le regole quando ci sono vanno rispettate, anche se questo problema, collegato alle scommesse ha creato difficoltà in tantissime società e in tantissimi tesserati e tecnici, quindi se è comprensibile l'amarezza, non sono comprensibili alcune valutazioni".

Capezzone: "Evidente l'accanimento contro Conte, Pepe, Bonucci" - Daniele Capezzone, portavoce del Pdl, che più di una volta ha levato la sua voce contro le storture della cosiddetta giustizia sportiva, interviene nuovamente sul caso calcioscommesse, evidenziando, come riporta Tuttojuve.com, l'accanimento della Procura Federale verso i tesserati della Juventus, tirati in ballo nello scandalo: "Da non tifoso, che non ha il 'problema' di essere juventino o antijuventino, registro un evidente e ingiustificato accanimento contro Conte, Pepe, Bonucci - rileva Capezzone -. Il pentito Carobbio viene strapremiato, mentre gli accusati senza prove e senza riscontri vengono massacrati. Roba da Inquisizione o da processi stalinisti. Chiunque abbia a cuore il calcio italiano farà bene ad aprire gli occhi".

Agnelli a Vinovo - Ieri mattina, intorno alle 10, Andrea Agnelli si è recato a Vinovo dove si è trattenuto un'ora e mezza parlando prima a Conte, poi anche a tutta la squadra; poi tutti al lavoro, agli ordini del mister. Nell'allenamento del pomeriggio si è data la priorità alla tecnica e al gioco, con una lunga partita undici contro undici, prima su campo ridotto, poi a tutto campo. Oggi a Salerno ultima amichevole prima della Supercoppa.

Arrivi e partenze
- Già aveva superato le visite mediche, si allenava da qualche giorno con i nuovi compagni con cui ha pure esordito a Ginevra ed ora c'è l'ufficialità del contratto: Paul Pogba ha siglato con la Juventus un quadriennale.
Chi invece ha lasciato la Juve è Milos Krasic, passato al Fenerbahçe: il club bianconero non ha ancora ufficializzato l'operazione (dovrebbero entrare 7 milioni più, forse, bonus), ma il serbo è già stato presentato ufficialmente dal club turco.

Respinto il ricorso di Moggi al Tar - Il Tar del Lazio ha respinto il ricorso con cui Luciano Moggi chiedeva la sospensione del provvedimento riguardante la sua radiazione adottato a maggio dall'Alta Corte di Giustizia del Coni.
Il Tar ha considerato ''che il ricorso - recita l'ordinanza - esula dalla giurisdizione del giudice amministrativo, avendo ad oggetto l'espulsione-radiazione del signor Moggi in ambito sportivo della Figc''; si sostiene inoltre che, agli effetti della dichiarazione di difetto assoluto di giurisdizione ''non rileva la circostanza che Moggi si sia dimesso dall'ordinamento sportivo atteso che la giurisdizione deve radicarsi avendo riguardo alla sola natura ('disciplinare') del provvedimento in contestazione e non tenendo conto dello status del ricorrente e della sua appartenenza o meno all'ordinamento sportivo''.
Sulla richiesta di risarcimento per danno all'immagine, infine, il Tar ha tenuto conto di quanto stabilito dalla Corte costituzionale. La Consulta ha ritenuto che, laddove in provvedimento adottato dalle Federazioni sportive o dal Coni ''abbia incidenza di situazioni giuridiche soggettive'', la domanda volta ad ottenere ''il conseguente risarcimento del danno'' vada proposta davanti al giudice amministrativo; ma ha ritenuto ''di rinviare alla fase di merito'' l'esame della domanda risarcitoria ''trattandosi di pretesa economica in relazione alla quale il danno paventato non ha il carattere dell'irreparabilità''.
Per quanto riguarda Giraudo, invece, i suoi legali ieri hanno chiesto e ottenuto di posticipare l'udienza, ma di entrare, appena sarà stato possibile fissare una data (possibilmente prima della fine del 2012), direttamente nel merito della questione.


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