Vieri manda la sentenza a Palazzi. L'Inter: Tutto prescritto!

News, 5 settembre 2012.


L'avvocato Danilo Buongiorno, legale di Christian Vieri, ha trasmesso la sentenza contro l'Inter alla giustizia sportiva per chiedere la riapertura del procedimento già una volta archiviato. Le motivazioni della sentenza puntano sul danno non patrimoniale della violazione della privacy. L'Inter: Tranquilli, è tutto prescritto! Angelo Alessio ricorre al TNAS chiedendo la procedura d'urgenza e la sospensione cautelare della pena. Buffon: Conte è un allenatore che incide anche durante la partita; ed ora è un leone in gabbia. Petrucci: Sospesa l'attuazione dell'art. 11 del Codice Etico; Lotito può tornare in Consiglio Federale.


L'avvocato di Vieri trasmette la sentenza alla giustizia sportiva - L'avvocato Danilo Buongiorno, legale di Christian Vieri per chiedere la riapertura del procedimento che era stato archiviato, trasmetterà alla Giustizia Sportiva la sentenza (di primo grado, ma provvisoriamente esecutiva) con cui Inter e Telecom sono state condannate a pagare un milione di euro all'ex attaccante per un'attività di dossieraggio ai suoi danni. Inter e Telecom sono state condannate per violazione della privacy, un primo procedimento era stato archiviato dalla Federazione;.
L'avvocato Buongiorno, in collegamento telefonico con Sky Sport 24, ha spiegato le ragioni di questa iniziativa: "Questa sentenza ha acclarato la responsabilità sia di Inter che di Telecom, pertanto non c'è alcuna volontà persecutoria nei confronti dell'Inter, ma sembrava un atto quasi dovuto quello di trasmettere alla Procura Federale anche l'esito di questa sentenza, anche in relazione al contenuto e alle date nelle quali è stato accertato l'illecito, perché la motivazione della sentenza indica l'interferenza, in modo subdolo e con modalità illecite nei confronti di Vieri che ha ingenerato in lui un grave stato di sofferenza e inoltre ai fini di motivare il quantum si è tenuto conto anche della durata che si è protratta per circa 4 anni. Praticamente il giudice ha riconosciuto l'esistenza del fatto illecito in due momenti ben precisi: 1999-2000 e 2004, e se il fatto illecito è risalente al 2004 bisogna rivedere un po' tutta la situazione. Secondo noi l'art. 1 del CGS è stato pacificamente violato, con l'applicazione delle sanzioni previste negli artt. 18 e 19 sempre del CGS. Peraltro, normalmente, ci si aspettava che la stessa Procura Federale. o comunque la Figc, avuta conoscenza di una sentenza di condanna nei confronti di una società calcistica, avesse almeno la volontà di richiedere d'ufficio la sentenza, così non avviene e dunque è la parte che si deve attivare nei confronti della Giustizia sportiva e della Federcalcio". Il fatto che Vieri voglia coinvolgere la giustizia sportiva appare "coerente con tutto quello che è stato fatto in precedenza: noi abbiamo fatto un esposto per l'assunzione di responsabilità nei confronti della dirigenza dell'Inter quando non avevamo ancora la sentenza, ma avevamo le prove, quando abbiamo prodotto le testimonianze svolte nel processo; sarebbe incoerente non produrre adesso la sentenza che ha accolto le richieste di Vieri e ha riconosciuto la responsabilità dell'Inter e di Telecom".
'Quanti erano sotto controllo?' gli è stato chiesto. "Preferisco non rispondere a questa domanda perché altrimenti creerei nuove iniziative giudiziarie e non mi sembra corretto; se volessi potrei rispondere, però non mi sembra corretto comunicare i nomi degli altri intercettati. Questa è una sentenza innovativa nell'ambito della giustizia italiana, perché un danno liquidato in maniera anche elevata, tenuto conto del tipo di ratio sottostante, per cui sicuramente avrà degli strascichi, e quindi preferisco non dire i nomi degli altri intercettati".
Così ha concluso l'avvocato Buongiorno: "Vieri intende ottenere solamente giustizia: la sua squadra di calcio, per la quale ha giocato, dalla quale è stato pagato ma per la quale ha dato anche tanto, si è comportata in modo illecito e illegale e quindi è giusto che intervenga l'organo che gestisce questo tipo di rapporto; se ci saranno problemi di prescrizione ci adegueremo, ma la situazione va esaminata. Vieri sta svolgendo solamente i suoi diritti. Possono esserci delle responsabilità a carico della dirigenza, come previsto dagli artt. 18 e 19, parlare di revoca dello scudetto è ancora prematuro. L'archiviazione di Palazzi parlava di prescrizione perché si faceva riferimento solo ai fatti del 1999-2000, Moratti quando venne ascoltato da Palazzi produsse le fatture che riguardavano il dossier di Cipriani e che erano state emesse nel 1999-2000, quando facemmo noi l'esposto si era nel 2007 e si è perciò addivenuti alla prescrizione; ma se i fatti vengono riportati all'anno 2004, la prescrizione viene rimessa in discussione, tenuto conto degli effetti interruttivi dei vari esposti che sono stati fatti nel corso del tempo".

Le motivazioni della sentenza - Le motivazioni della sentenza che ha condannato Inter e Telecom a risarcire Bobo Vieri mettono l'accento sulla violazione della privacy; il calciatore ha infatti subito "un'indebita intromissione nella propria sfera privata" che gli ha indotto "uno stato di disagio, malessere, ansia e sofferenza psico-fisica", stato attestato dalla perizia medica sulle condizioni di Vieri (che denunciava insonnia e una sindrome depressiva) stilata da due esperti. "Le prove testimoniali hanno comprovato che l'apprendimento della notizia di aver subito una rilevante violazione della propria vita privata ha comportato una indubbia sofferenza. Tale circostanza appare del resto verosimile in quanto può ritenersi massima di comune esperienza che un'indebita intromissione nella propria sfera privata da parte di soggetti estranei, tanto più quando viene effettuata in modo subdolo e con modalità illecite, ingenera nella vittima uno stato di sofferenza". Tale stato, "sebbene inidoneo a comprovare la lesione (temporanea e permanente) del diritto alla salute, integra il danno non patrimoniale in esame".
Quindi la riduzione del quantum richiesto (da 21 milioni ad un milione) deriva dal mancato riconoscimento del danno patrimoniale e del danno "non patrimoniale da lesione del bene salute", mentre è stato considerato il danno "non patrimoniale da lesione del diritto alla privacy", per il quale "deve altresì tenersi conto della durata dell'attività illecita delle convenute (Inter e Telecom, ndr), protrattasi per circa 4 anni e dell'enorme (acclarato) effetto mediatico che ha certamente aggravato lo stato di inquietudine e di ansia dell'attore".
Escluso il danno patrimoniale: "Allo stato non risultano danni patrimoniali accertati. Non può, infatti, ritenersi provato che i fatti per cui è causa abbiano determinato per l'attore minori possibilità di guadagno. In effetti, ha concluso un contratto di ingaggio con la società Atalanta ed ha giocato per la predetta squadra anche in epoca successiva alla diffusione della conoscenza dei fatti per cui è causa a mezzo dei mass media; successivamente, lo stesso ha anche giocato con la società calcistica Fiorentina. Non risultano dunque provati i danni lamentati dall'attore per la perdita di ingaggi da parte di prestigiose società calcistiche e per la asserita 'carriera stroncata'". Né appare ragionevole attribuire ai nefasti effetti dello spionaggio la mancata partecipazione di Bobo Vieri ai Mondiali: "Proprio l'età del giocatore (33 anni), oltre che il notorio infortunio dallo stesso subito proprio nel 2006, costituiscono eventi che secondo la normalità dei casi nel settore calcistico influenzano negativamente ed in modo determinante le aspettative di carriera di giocatori di calcio professionisti, specie se ingaggiati nel ruolo specifico rivestito dall'attore". Non può essere dunque "provato il nesso di causalità tra gli illeciti oggetto del presente giudizio e la mancata partecipazione dell'attore ai Campionati del Mondo di calcio".
Quanto alle responsabilità dell'Inter, il giudice Damiano Spera scrive che Carlo Buora (ex vicepresidente dell'Inter e ex ad di Telecom) "nel momento in cui procedeva a conferire l'incarico di investigazione allo stesso Tavaroli poteva ben prevedere come possibile l'esecuzione di illecite attività di controllo anche del traffico telefonico del dipendente (Vieri)". Nell'interrogatorio che Giuliano Tavaroli rese nel 2006 ai pm che indagavano sulla vicenda dei dossier illegali fabbricati dalla security di Telecom e Pirelli, e che era agli atti del procedimento civile, l'ex capo della security aveva raccontato a verbale di aver ricevuto una telefonata della segreteria di Marco Tronchetti Provera in cui gli sarebbe stato detto: "Guardi, La cercherà il dottor Moratti, ha bisogno di una mano, Le chiederà una consulenza, tra virgolette". Visto che l'Inter "si era rivolta al dirigente di una nota società di telecomunicazioni per l'espletamento di 'una consulenza tra virgolette (...) si può ragionevolmente ritenere che la richiedente avesse intenzione di estendere l'indagine anche a controlli sui tabulati telefonici. Ciò - continua il giudice - a maggior ragione, se si considera il modus operandi già tenuto nelle precedenti investigazioni compiute negli anni 1999-2000 sulle quali ha riferito il teste Cipriani". Se a ciò si aggiunge che "già nel 2000 l'attività investigativa era stata compiuta materialmente dal Cipriani, ma per il tramite del sig. Tavaroli (..) deve affermarsi che il dirigente Inter (indicato nel vice presidente dott. Buora) nel momento in cui procedeva a conferire l'incarico di investigazione allo stesso Tavaroli poteva ben prevedere come possibile l'esecuzione di illecite attività di controllo anche del traffico telefonico del dipendente (Vieri)".

La replica nerazzurra - Per l'Inter ha parlato il legale del club nerazzurro, avvocato Fabio Iudica: "L'Inter intanto non si affidò a Telecom, si affidò ad un'agenzia investigativa semplicemente per verificare, e continueremo a sostenere questo anche in sede di Appello, che il comportamento di Vieri fosse conforme a quelli che erano i dettami dell'Inter, del regolamento interno. Non mi risulta che ci siano altre persone coinvolte. Comunque non si arriverà alla giustizia sportiva". Di questo passo, chissà come motiverà il dossieraggio di De Santis, arbitro internazionale e non tesserato interista.
Su Vieri ha precisato: "La stessa sentenza specifica in maniera molto chiara che la carriera sportiva del giocatore non è stata in alcun modo lesa dal comportamento che la sentenza avrebbe artatamente accertato. Il diritto alla privacy è stato l'unico danno chiamato in causa, non ci sono danni morali e altri danni di nessun tipo. Per questo siamo tranquillissimi".
Sulle possibili conseguenze a livello sportivo ha chiosato, in perfetto stile interista: "Per quanto riguarda la giustizia sportiva, i fatti sono sepolti dalla prescrizione.
Comunque tutti i fatti si riferiscono agli anni tra il 1999 e il 2004 e non mi pare che in quegli anni l'Inter abbia mai vinto scudetti, per cui non capiamo come si possa parlare di revoca di scudetti. In questo senso voglio far star tranquilli tutti i tifosi che non c'è nessun problema, anche al di là della prescrizione".
Il pensiero dello scudetto 2006, regalato dal tifoso Guido Rossi in base a requisiti di un'inesistente illibatezza, non lo sfiora neppure lontanamente: forse perché è di cartone.
A preannunciare il ricorso in appello è stato il DG Marco Fassone: "Siamo sorpresi dalla sentenza faremo ricorso alla Corte d'Appello convinti delle nostre ragioni. Giustizia sportiva? Secondo noi non c'è questa possibilità: la sentenza è stata resa pubblica oggi, la dobbiamo esaminare e possiamo parlarne con cognizione di causa. Per adesso ci sono solo le dichiarazioni, rispettabilissime, dell'avvocato e nel momento in cui anche a questo si darà atto ci confronteremo e ne parleremo".

TNAS: Angelo Alessio presenta ricorso d'urgenza - "Il Tribunale Nazionale di Arbitrato per lo Sport ha ricevuto istanza di arbitrato da parte del Sig. Angelo Alessio nei confronti della Federazione Italiana Giuoco Calcio avente a oggetto la decisione della Corte di Giustizia Federale con la quale il ricorrente è stato prosciolto dal capo di accusa relativo alla gara Novara/Siena del 1º maggio 2011, confermandosi la decisione di primo grado con riferimento all'incontro Albinoleffe / Siena del 29 maggio 2011, rideterminandosi la sanzione da infliggere, in relazione a quest'ultima gara, applicando la squalifica di mesi sei. Il ricorrente ha domandato l'abbreviazione dei termini procedurali e ha formulato istanza di provvedimento cautelare". Questo il comunicato apparso sul sito del Coni in merito al ricorso presentato da Angelo Alessio al Tribunale Nazionale di Arbitrato per lo Sport in relazione alla squalifica per il Calcioscommesse. Alessio, il cui ricorso contiene, oltre alla richiesta della procedura d'urgenza, anche quella di sospensione cautelare della pena, era stato squalificato dalla Commissione Disciplinare per otto mesi, sanzione poi ridotta a sei mesi dalla Corte di Giustizia Federale.

Buffon: L'assenza di Conte ci penalizza - Da Coverciano, in conferenza stampa, Buffon ha parlato diffusamente anche di Juventus. E l'argomento Conte non poteva sfuggire: "A prima vista può sembrare che la squalifica di Conte non penalizzi la Juve, invece non è così. Lui è un leone in gabbia, anche perché sta sempre in quel gabbiotto e quindi ci sta anche come metafora. E non può che essere dispiaciuto. Io credo che un allenatore, soprattutto uno con le caratteristiche del nostro, sia un personaggio incidente nello spogliatoio e nella singola partita, poi è chiaro che il vero capolavoro lui l'ha fatto l'anno scorso perché, al di là delle vittorie, è riuscito a dare un'identità e un gioco molto importanti alla squadra molto importanti e oltre alla Supercoppa e alla Coppa che ci han dato per il campionato il trofeo più importante è stata la consapevolezza che, tramite queste vittorie e tramite il gioco, lui è riuscito a dare ad ognuno di noi: la consapevolezza di essere forti e di essere una squadra importante".
Poi passa alla Champions League: "Dobbiamo essere pronti per la Champions, perché sono due anni che non la giocavamo, per noi era il nostro obiettivo dell'anno scorso (chiaramente non pensando che saremmo riusciti a vincere lo scudetto) e adesso che finalmente l'abbiamo conseguito meritatamente il nostro imperativo è quello di essere pronti e competitivi. Poi vincere o perdere dipende anche da tanti piccoli fattori ed è chiaro che sulle ali dell'entusiasmo le richieste e le esigenze diventino sempre più forti".
Sul suo futuro: "Non penso alla fine della carriera, ho 34 anni e credo di portarli anche discretamente bene. Inoltre ho un'ottima condizione fisica e tanto entusiasmo, soprattutto, nell'ultimo anno e mezzo, ho una grande rabbia/voglia di vincere. Quando è così, allora si può andare avanti. Quando una di queste tre componenti verrà meno allora sarò il primo ad alzare la mano e a rifarmi una nuova vita".

Petrucci: Lotito torna in Consiglio Federale - Retromarcia di Gianni Petrucci sull'art. 11 del Codice Etico, che prevede la sospensione dei dirigenti sportivi condannati, anche se solo in sede di primo grado di giudizio: vi era incappato dunque Claudio Lotito, a causa della condanna nel processo penale su Calciopoli conclusosi a Napoli. E Lotito aveva dunque iniziato la sua battaglia, in cui ora mette a segno un primo punto: "Abbiamo sospeso l'attuazione dell'articolo 11 del Codice Etico - ha annunciato Petrucci - dunque il presidente della Lazio Claudio Lotito potrà tornare in Consiglio Federale già da domani".
"Non avendo fissato i termini di scadenza, questa sospensione rischiava di protrarsi sine die e questa mancanza poteva indebolire la portata della norma anche in sede giurisdizionale - ha riconosciuto il segretario generale del Coni, Raffaele Pagnozzi - . Entro il 31 ottobre è prevista la modifica della norma che indicherà anche la durata della sospensione. Stiamo valutando un periodo congruo di stop tra i 24 e i 36 mesi che porteremo in consiglio nazionale".
Petrucci ha toccato anche il tema della giustizia sportiva e del calcioscommesse: "Al termine dei processi in atto alcune situazioni saranno rivalutate. Ma soltanto a bocce ferme e tenendo presente che la responsabilità oggettiva non si tocca. All'inizio il calcioscommesse era uno scandalo grande, diventato poi meno grande e che oggi si ritorce contro la giustizia sportiva che sta facendo seriamente il proprio lavoro. Lo scandalo non riguarda solo il mondo del calcio, e ogni modifica va fatta soltanto a bocce ferme e in sintonia con gli organismi internazionali. Complimenti al presidente Abete, ma la Figc non può fare sempre da apripista come nel caso dei giudici di porta


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