All'Assemblea un Andrea Agnelli propositivo, autorevole, gobbo.

News, 27 ottobre 2012.



Al Lingotto si è tenuta l'Assemblea ordinaria annuale degli Azionisti della Juventus: approvato il bilancio e nominato il nuovo CdA. Nel suo discorso Agnelli denuncia i mali del calcio italiano e si propone come alfiere del cambiamento; ma non si dimentica di essere gobbo. Marotta spiega che il declino del calcio italiano si riflette sul mercato e difende le sue scelte, caso Berbatov incluso. Mazzia rassicura: le azioni legali vanno avanti, piano, ma vanno. All'udienza dell'appello dell'abbreviato su Calciopoli erano di scena le parti civili e gli appellati. Calcioscommesse: deferiti Gianello (illecito), Cannavaro e Grava (omessa denuncia), il Napoli (responsabilità oggettiva). Un cartello malandrino costa il deferimento a Giaccherini.

Le delibere dell'Assemblea degli Azionisti della Juventus - Si è tenuta ieri a Torino, presso la sala conferenze del Lingotto in Corso Nizza a Torino, l'Assemblea Ordinaria Annuale degli Azionisti della Juventus, cdi cui trovate gli echi della diretta sul nostro blog. E' stato approvato il bilancio di esercizio al 30 giugno 2012, che si è chiuso con una perdita di € 48,7 milioni (rispetto ai € 95,4 milioni dell'esercizio 2010/2011), perdita coperta mediante l'utilizzo della riserva da sovrapprezzo azioni. Di conseguenza non è stato deliberato alcun dividendo. Sono stati poi nominati i dieci amministratori per i prossimi tre esercizi: Andrea Agnelli, Maurizio Arrivabene, Giulia Bongiorno (assente perché impegnata in Cassazione, Paolo Garimberti (assente per precedenti impegni), Assia Grazioli-Venier, Giuseppe Marotta, Aldo Mazzia, Pavel Nedved, Enrico Vellano e Camillo Venesio (Arrivabene, Bongiorno, Garimberti, Grazioli-Venier e Venesio hanno dichiarato di essere in possesso dei requisiti di indipendenza. Nominato anche il Collegio Sindacale, costituito da Paolo Piccatti (presidente), Silvia Lirici, e Roberto Longo (supplenti Nicoletta Paracchini e Roberto Petrignani) Alla Reconta Ernst & Young è stato inoltre conferito (su proporsta motivata del Collegio Sindacale), l'incarico di revisione legale dei conti sino al 2021. Infine è stata approvata la Relazione sulla remunerazione, ai sensi dell'art. 123-ter del D.Lgs. 58/98.
Terminata l'Assemblea, il CdA si è riunito ed ha proceduto alla conferma di Andrea Agnelli come Presidente e di Giuseppe Marotta e Aldo Mazzia come Amministratori delegati. Sono stati inoltre attribuiti incarichi speciali a Pavel Nedved in ambito sportivo e commerciale, e a Paolo Garimberti prer il J Museum. Il Comitato esecutivo risulta composto da Agnelli (presidente), Marotta, Mazzia, Vellano e Venesio; il Comitato per le nomine e la remunerazione da Garimberti (Presidente), Venesio e Arrivabene; il Comitato controllo e rischi da Venesio (Presidente), Arrivabene e Grazioli-Venier. Infine l'Organismo di Vigilanza, nominato ai sensi del D.Lgs. 231/2001, risulta composto da Alessandra Borelli, Paolo Claretta Assandri e Guglielmo Giordanengo.

Agnelli tra riforme istituzionali e strali viola - Andrea Agnelli ha pronunciato all'Assemblea un discorso che è stato un messaggio potente al calcio italiano, un messaggio che va al di là dei meri interessi di bottega, un'offensiva contro il sistema calcio in Italia, una battaglia che la Juventus non può combattere da sola ma che vuole promuovere, per non affondare con tutto il baraccone ("La Juventus negli ultimi due anni ha operato dei cambiamenti radicali sia a livello dirigenziale, che per quanto riguarda la squadra. Dovevamo prima creare una società che funzionasse ed è stato fatto. Arriva un punto però nel quale un club non può più crescere autonomamente. E’ necessario che sia tutto il sistema a progredire. Ora non si tratta di criticare il passato, ma di avere un dialogo costruttivo con le varie istituzioni"). E allora Agnelli esorta alle grandi riforme: dalla legge sugli stadi alla giustizia sportiva, dalla legge sul professionismo al format dei campionati; riforme indispensabili perché "il calcio italiano si trova davanti ad un bivio" e "siamo in presenza di un tracollo strutturale che non può essere spiegato solo con la crisi economica". Un discorso da meditare parola per parola e che abbiamo ripreso sul nostro sito.
Ma, nel mezzo di tali alte considerazioni, ha trovato anche il tempo per rispondere ad un attacco di Diego Della Valle che la sera precedente, nel corso della trasmissione televisiva 'Servizio pubblico' su La7 aveva polemizzato con i rampolli Agnelli: "Della vera famiglia Agnelli oramai è rimasto ben poco, ci sono membri che non sono grandi lavoratori, ma purtropppo bisogna parlare con loro, per trovarli basta andare in qualche discoteca. Hanno succhiato tutto quello che potevano ed adesso dicono che siamo in un paese nel quale non si può lavorare. Se vorranno andare via che lo facciamo, ma il governo non si giri dall'altra parte. Credo che la cosa migliore che possa fare in questo momento la famiglia Agnelli sia quella di tornare a fare le cose che hanno saputo sempre fare bene, cioè sciare, veleggiare, giocare a golf. Lascino che dei problemi dell'Italia se ne occupino le persone serie. Conosco John Elkann fin da bambino, credo sia un ragazzo giovanissimo, che non ha esperienza per ricoprire il ruolo che ricopre".
Ironica e pungente la risposta del presidente bianconero: "È una battuta anche riferita all’età: c’è chi ci va in discoteca, chi no, io ci vado poco, però l’ultima volta mi sono divertito molto perché era la festa dello scudetto, auguro anche a lui di andarci presto per festeggiare qualcosa".
Non sono mancati nelle varie repliche di Andrea i momenti 'gobbi', per esempio quando ha accennato al sentimento popolare: "In Italia, noi juventini siamo la maggioranza, ma ci sono anche tanti, tantissimi anti-juventini, perché la Juventus è tanto amata, ma anche tanto odiata. E' c'è molto odio nei nostri confronti ultimamente". Per non parlare dell'omaggio ad Antonio Conte: "Siamo felici di avere con noi il miglior allenatore in circolazione".

Marotta: le riforme, il mercato e la Fiorentina - Anche l'amministratore Beppe Marotta ha condiviso le strategie enunciate dal presidente e ha spiegato: "Lo scenario, rispetto a dieci anni fa è cambiato. I risultati sono calati e di conseguenza sono cambiati ranking e fatturato. Quello delle squadre italiane si è fermato, quello dei nostri competitors europei, spagnoli e inglesi in testa, è raddoppiato e ovviamente loro possono destinare queste risorse al potenziamento della squadra. Negli anni ‘90 noi potevamo prendere i migliori giocatori al mondo, oggi non è più così. Dobbiamo rinnovare un sistema obsoleto. Siamo l’unico paese ad avere un’area professionistica tanto elevata e questo non giova all’eccellenza del prodotto calcio. Inoltre siamo l’unica nazione a non avere una seconda squadra per i grandi club e siamo costretti a mandare in giro i nostri giocatori. Invece una seconda squadra significherebbe risparmio: mandando in giro i giovani si deve poi pagare un premio di valorizzazione, senza contare che non li si può crescere e tenere sotto controllo".
Poi, naturalmente, anche sotto lo stimolo degli azionisti, non poteva sfuggire ai temi del calciomercato, partendo dalle difficoltà che si incontrano in quel campo: "Una è di carattere gestionale: quando mi riferisco a gestione intendo dire un'armonia economica all'interno degli spogliatoi, perché è vero che nel calcio c'è una disparità di valori, un aspetto di meritocrazia; chiaro che all'interno dello stesso spogliatoio non tutti i giocatori devono guadagnare la stessa cifra. Però è altrettanto vero che bisogna mantenere un equilibrio perché dà un'identità, un senso di forza e di appartenenza; e questo è un obiettivo che definirei di sostanza. Poi c'è un altro un altro obiettivo sostanziale, che è quello di un equilibrio economico-finanziario. Quindi è evidente che per le ragioni che abbiamo già esposto sia il presidente che il sottoscritto è difficile immaginare che un club italiano possa acquisire le prestazioni di un giocatore che viaggia su certi stipendi. Devo dire purtroppo che stiamo assistendo al contrario: c'è la dismissione, vengono venduti gli asset, che sono i calciatori, per ripianare le perdite di bilancio. Questo è un fatto che ci deve far riflettere molto".
Entrando nel concreto del mercato bianconero ha difeso il suo operato, al di là di inevitabili errori: "E' vero, ci sono stati degli errori. Cito su tutti Martinez, ma solo chi fa sbaglia e negli ultimi due anni abbiamo dovuto operare non dico una rivoluzione, ma comunque un forte rinnovamento. Sono stati presi 22 giocatori e qualche acquisto sbagliato ci può essere stato. E tuttavia non dimentichiamo quelli giusti, penso a Pirlo arrivato a parametro zero, a Pogba, a Vidal, arrivato a 10 milioni e per il quale abbiamo ricevuto un'offerta tripla, rifiutandola perché la Juventus non è una società "venditrice" per tradizione. Immobile? E' stato ceduto in comproprietà perché per valorizzare i giovani bisogna che la controparte sia incentivata a farlo, se si cede solo in prestito spesso questo non accade. Giovinco è stato ceduto al Parma in un momento di involuzione e nel quale non c'erano offerte per lui. Lo abbiamo ceduto in comproprietà per 4 milioni e lo abbiamo ripreso, dopo che si era ampiamente rivalutato, pagandolo 11, ma ora vale 15... Pensiamo anche a Sorensen pagato 20mila euro e ceduto in comproprietà al Bologna per 2,5 milioni, o Pasquato ceduto per 2,5 milioni o Troisi, preso a zero e rivenduto in comproprietà a 2. Berbatov? La verità è questa: abbiamo saputo che per volontà del giocatore e decisione del Manchester United che ne deteneva i diritti sportivi era sul mercato in termini di sola cessione temporanea, uno strumento che per noi era ritenuto interessante; noi lo abbiamo contattato e lui ci ha detto subito che non sarebbe andato alla Fiorentina e che voleva seguire un suo ex allenatore al Fulham e ha scelto il Fulham. Tutto questo nell'arco di qualche ora, il tempo di qualche telefonata. La Fiorentina ci attacca, ma la verità è che abbiamo evitato loro una figuraccia". Quest'ultimo accenno ha provocato la risposta piccata del direttore sportivo della Fiorentina Daniele Pradé: "Marotta ridica a me quelle cose, da soli in una stanza, guardandomi negli occhi. Non c'è bisogno di aggiungere altro".

Mazzia: La causa danni contro la Figc va avanti - L'altro amministratore delegato bianconero, Aldo Mazzia, ha rassicurato gli Azionisti che le azioni legali intraprese procedono, sia pur con le inevitabili lungaggini. In primis la causa in corso con la Figc, nei cui confronti la Juventus ha presentato una richiesta di risarcimento danni di quasi 444 milioni di euro per i fatti del 2006: "La causa danni contro la Figc va avanti davanti al Tar". Così come prosegue anche la vertenza con il CONI per la revoca dello scudetto 2006, come vi avevamo anticipato già i giorni scorsi: "Per la revoca dello Scudetto 2006 fissata un'udienza alla Corte d'Appello di Roma il 17 giugno 2014".
ha parlato anche della questione Continassa: "Abbiamo acquisito il diritto di superficie per 99 anni, rinnovabile, su un'area di 180 mila metri adiacente allo Juventus Stadium, per il costo di 10 milioni e mezzo. Questa cifra comprende anche il diritto di costruire lottizzando l’area a nostra disposizione. L'investimento complessivo ammonterà a 35-40 milioni: oltre ai 10,5 e a un milione per le opere di urbanizzazione, il residuo servirà per costruire la sede e il centro sportivo. La copertura finanziaria sarà in parte coperta dal Credito Sportivo che, il giorno dopo la presentazione del progetto, ci ha contattato manifestando interesse a finanziare l'opera. L'obiettivo è quello di arrivare al minimo esborso possibile, dotando il club di due asset importanti".
Infine un accenno al valore del titolo in Borsa: "Il prezzo lo fa il mercato e, rispetto al valore di 0,14 euro al momento dell'aumento del capitale, oggi vale circa il 43% in più. Questo apprezzamento deriva dai miglioramenti sportivi ma soprattutto economici".

Calciopoli: ieri è toccato alle parti civili e agli appellati - Oltre sei ore di udienza ieri a Napoli per l'appello del rito abbreviato del processo su Calciopoli: erano di scena le parti civili e gli imputati assolti in primo grado e appellati dalla Procura. Erano presenti l'arbitro Rocchi, gli ex arbitri Gabriele e Messina e l'ex assistente Baglioni. Dal presidente è stato autorizzato l'utilizzo di macchinari atti a riprodurre le telefonate portate dalle difese.
Si è iniziato con le parti civili e l'avv. Catalanotti ha revocato la costituzione di parte civile per quanto concerne la posizione di Antonio Giraudo, rinunciando così aalla richiesta danni verso la Juve. Parlano dunque i legali del Bologna Calcio (che rinnovano la richiesta di 55 milioni di euro), di Vittoria 2000, della curatela della Salernitana, della 'Casa del Consumatore'; chiude la processione delle parti civili la Figc, rappresentata dall'avv. Milella che precisa che il danno richiesto è di natura diversa di quello riconosciuto dalla Corte dei Conti: in quel caso si trattav di danno all'immagine, qua di danni patrimoniali.
Tocca poi alle difese degli appellati: inizia la difesa dell'arbitro Rocchi (tuttora in attività), seguita dall'avv. Cirillo che difende l'ex arbitro Messina (attuale designatore degli arbitri di serie B); poi è toccato alla difesa dell'ex assistente Foschetti, seguita dai legali che rappresentano l'ex assistente Baglioni, gli avvocati Gallinelli e Bergamasco; hanno chiuso la giornata i difensori dell'ex assistente Griselli e dell'ex arbitro Gabriele.
La cronaca completa dell'udienza si trova sul nostro blog.
Si torna in aula l'8 novembre.

Calcioscommesse: deferiti Gianello, Cannavaro, Grava e il Napoli - Per oltre un anno Matteo Gianello, terzo portiere del Napoli è stato tenuto sotto controllo da un poliziotto, un ispettore di Polizia in servizio presso la Squadra Mobile della Questura di Napoli, che gli fingeva amico. In realtà curava "i rapporti con la società Napoli - disse nell'interrogatorio del 16 ottobre 2010 presso la Procura della Repubblica di Napoli - sovraintendendo alle problematiche relative alla sicurezza dei giocatori" e aveva il compito di raccogliere informazioni di potenziale interesse investigativo nel settore delle scommesse clandestine e delle frodi sportive". Agiva da infiltrato, tutti lo conoscevano e lui poi ha raccontato ai magistrati tutto ciò che aveva sentito e che poi lo stesso Gianello ha confermato quasi integralmente nel suo interrogatorio. Ed oggi per lui è arrivato il deferimento di Palazzi, che contesta al portiere l'illecito sportivo e a Paolo Cannavaro e Gianluca Grava l'omessa denuncia. Per responsabilità oggettiva del comportamento dei suoi tesserati andrà a giudizio anche il Napoli. La partita incriminata è Sampdoria-Napoli del 16 maggio 2010, vinta dai blucerchiati per 1-0, vittoria che valse alla formazione guidata da Del Neri l'ammissione ai preliminari di Champions League. Lo svolgimento della gara fu poi regolare ma il tentativo di combine vi fu: Gianello infatti, in concorso con un ex calciatore, Silvio Giusti e pressato, come ha rivelato il poliziotto, da 'gente di su', prospettò a Cannavaro e Grava la possibilità di aggiustare il risultato della partita. Il 'no' di Cannavaro e Grava, che però non denunciarono l'accaduto, non basta a salvarli dal deferimento per omessa denuncia. Nella storia ha fatto una fugace apparizione anche Fabio Quagliarella. Secondo il racconto del poliziotto anch'egli sarebbe stato contattato e anch'egli rifiutò; ma Gianello non ha mai confermato il coinvolgimento di Quagliarella, che dunque non è stato deferito. Deferito invece il Napoli per responsabilità oggettiva.
"Tanto tuonò che alla fine piovve: questo deferimento è una beffa, siamo infastiditi e sdegnati, ma anche decisi a far valere le ragioni della società - ha commentato l'avv. Mattia Grassani, legale del club - Tra i vari scenari che ci eravamo prefigurati - ha spiegato Grassani - si è sicuramente verificato il peggiore. Di sicuro non ce l'aspettavamo: il deferimento per il comportamento di Gianello era ipotesi preventivabile, ma la responsabilità oggettiva per le omesse denunce contestate a Cannavaro e Grava era una fattispecie molto residuale. Dovremo affrontare tutte queste accuse, sono contestazioni assolutamente pesanti, serie e anche gravi, di conseguenza pericolose per il Napoli. Il deferimento è molto corposo e prima di individuare ulteriori strategie mi confronterò con la proprietà. Di sicuro, però, non lasceremo nulla al caso, non saremo passivi spettatori, non staremo a guardare e anzi reagiremo: al riguardo non è esclusa anche una tutela extra sportiva di natura risarcitoria nei confronti di Gianello".
Cannavaro e Grava hanno già contrattaccato, denunciando Gianello per diffamazione.
Quanto ai tempi del processo sportivo, si parla di dicembre.

Deferito Giaccherini - Durante i festeggiamenti pe la conquista del trentesimo scudetto, Emanuel Giaccherini fu sorpreso mentre esibiva uno striscione poco riguardoso nei confronti di un tesserato del Milan ('il gol di Muntari mettilo nel c...'). Come hanno spiegato poi ieri i suoi procuratori Valcareggi e Marinelli si è trattato semplicemente di una leggerezza, per aver preso uno striscione passatogli da un tifoso, striscione che levò subito di mezzo una volta letto il contenuto. Ma il suo gesto gli ha procurato il deferimento da parte del procuratore federale Palazzi; deferita anche la Juve per responsabilità oggettiva. Questo il testo del deferimento: "Il Procuratore Federale, espletati i necessari accertamenti e ascoltati i soggetti interessati, ha deferito alla Commissione Disciplinare Nazionale:
per la violazione dell’art. 1, comma 1, del C.G.S.
- il Sig. Emanuele Giaccherini calciatore della società Juventus F.C. S.p.A.; per avere, in occasione dei festeggiamenti seguiti alla conquista dello scudetto 2011/2012 da parte della Juventus, esposto su un autobus uno striscione dal contenuto offensivo nei confronti di un tesserato della società A.C. Milan S.p.A.;
per la violazione dell’art. 4, comma 2, del C.G.S.:
- la Società Juventus F.C. S.p.A.; a titolo di responsabilità oggettiva per le violazioni disciplinari ascritte al proprio calciatore.


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